Secondo le visioni del
Ven. Anna Caterina Emmerick
LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE
(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)
Abigail, la donna ripudiata dal tetrarca Filippo
Da Ephr6n, Gesù andò con i suoi discepoli e alcuni pubblicani per circa cinque ore a Nord-Est, verso Betharamphta-Julias, una bella città situata in alto. Durante il cammino insegnò con l'ausilio di un laboratorio di metalli dove si estraeva il rame lavorato a Ephr6n. A Betharamphta c'erano anche pubblicani e alcuni sacerdoti. Quelli di Ephr6n mi sembrano subordinati a questi. La città è grande e spaziosa attorno alla montagna. La parte Ovest è abitata dagli ebrei e quella dell'Est, in alto, dai pagani. Entrambe sono separate da un cammino di mura e un parco con viali. In alto, sulla montagna, c'è un bellissimo castello con torri, giardini e alberi. Lì vive una donna ripudiata dal tetrarca Filippo, che riceve le tasse raccolte nella città. Ha cinque figlie già cresciute con sé e discende dai re di Gessur. Si chiama Abigail; è una donna di età, di bella presenza, forte e di carattere molto gentile e compassionevole. Filippo era più anziano di Erode di Perea e Galilea. Era un uomo dai modi pacifici e buoni, secondo il modo dei pagani, e mezzo fratello dell'altro Erode nato da un'altra madre. Era stato sposato prima con una vedova che aveva una figlia. In quel periodo il marito di Abigail dovette andare in guerra o a Roma e lasciò la moglie alla corte di Filippo. Questa fu nel frattempo sedotta da Filippo, che poi si sposò con lei, motivo per cui il marito morì di pena e dolore. Quando dopo alcuni anni la prima moglie ripudiata da Filippo stava per morire, questa pregò il tetrarca di prendersi cura almeno di sua figlia. Filippo, stanco di Abigail, sposò sua figliastra e relegò Abigail con le sue cinque figlie a Betharam, che era anche chiamata Julias in onore di un imperatore romano. Abigail viveva quindi qui dedicandosi a opere buone; era molto amica degli ebrei, con un grande desiderio di salute e di conoscere la verità. Era sempre sotto la sorveglianza di alcuni impiegati di Filippo. Filippo aveva anche un figlio; la sua nuova moglie era molto più giovane di lui. Gesù fu ben accolto a Betharam e servito. Nella mattina del suo arrivo guarì molti malati tra gli ebrei; nel pomeriggio insegnò nella sinagoga, e la mattina seguente sui dieci e sui primogeniti di Mosè (V, 26-29), e su Isafas (cap. 60). Abigail era in ottimi rapporti con gli abitanti, che la stimavano; inviava spesso regali agli ebrei per servire i discepoli di Gesù. Il primo giorno di Tisri era la festa dell'inizio dell'anno e si suonavano tutti i tipi di strumenti dall'alto della sinagoga. C'erano arpe tra questi e trombe con varie aperture. Ho visto di nuovo quel strano strumento composto da vari altri che avevo visto a Cafarnao: era a mantice e si soffiava dentro. Tutto era adornato con frutti, foglie e fiori. C'erano diverse usanze secondo le varie razze o tribù di popoli. Durante la notte le donne, vestite con lunghe tuniche, pregavano sulle tombe, con le luci coperte. Ho visto che tutti si lavavano, le donne nelle loro case e gli uomini nei bagni pubblici. Gli uomini sposati erano sempre separati dai giovani, come le donne sposate dalle giovani. Questi frequenti bagni tra gli ebrei avvenivano con economia, poiché l'acqua non abbondava ovunque. Per questo ho visto che a volte si sdraiavano a pancia in giù in un recipiente e versavano l'acqua sul corpo con una tazza: più che altro si lavavano che si bagnavano. Oggi si bagnavano fuori dalla città, in acqua completamente fredda. Ho anche visto che oggi tutti si scambiavano regali: i poveri furono generosamente soccorsi. Prima fu data loro una grande cena, c'erano lì lunghe file di regali in vestiti, coperte e cibo che vennero distribuiti. Ognuno che riceveva regali da un amico dava qualcosa ai poveri. I pubblicani presenti ordinavano tutto e osservavano ciò che ognuno distribuiva ai poveri. Avevano tre rotoli di scritti, dove annotavano le virtù di ogni donatore senza che essi se ne accorgessero. A uno dei rotoli lo chiamavano il libro della vita, a un altro il libro della via di mezzo, e al terzo il libro della morte. I pubblicani avevano varie di queste occupazioni, e nel tempio erano i portieri, i responsabili del conteggio e del calcolo, e specialmente cantori, come facevano nella festa di oggi. Anche Gesù ricevette regali di vestiti, coperte e monete, che fece distribuire tra i poveri.

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