martedì 8 settembre 2020

LIBRO DEL PROFETA GEREMIA



Gesù, nel suo Vangelo, conferma questo amore eterno del Padre suo verso l’uomo, raccontando tre parabole. La prima che attesta il non compimento della volontà de Padre da parte dei figli del suo popolo. La seconda che rivela come veramente l’amore eterno del Signore in nulla si risparmia per amore dell’uomo. La terza che ci manifesta come, nonostante Dio in nulla si sia risparmiato, molti invitati non si recano nella sala della salvezza e della gioia eterna. Le futili gioie di questo tempo prevalgono.

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?

Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato».

Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta (Mt 21, 28-46).

Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti» (Mt 22,1-14).

Ora è giusto che ci poniamo una domanda: Il Signore ha fatto tutto ciò che Lui personalmente si è impegnato a fare per dare pienezza di vita al suo amore eterno per l’uomo? Dopo la sua morte in croce e la gloriosa risurrezione, tutto si è compiuto? Nient’affatto. Tutto comincia, tutto inizia.

Perché il Signore possa decretare non applicabile la sentenza di morte che grava sull’umanità a causa del suo peccato, Il Padre celeste ha bisogno di ogni altro uomo, che in Cristo, per Cristo, con Cristo, si lascia fare da Lui olocausto di salvezza e di redenzione. Per cui il problema della salvezza dell'uomo è ora tutto nelle mani dell’uomo. Spetta all’uomo salvare l’uomo, ma lasciandosi fare dal Padre olocausto di redenzione, espressione ed immagine perfetta del suo amore eterno che è l’Amore Eterno, Cristo Gesù, nostro Signore.

Il Padre ha dato a Cristo Gesù dodici Apostoli e settantadue discepoli. Cristo Signore li ha formati, illuminati, ammaestrati sul suo mistero, dicendolo e mostrandolo compiuto sulla Croce e dopo la Croce, con la gloriosa risurrezione. Dal suo corpo trafitto ha anche versato lo Spirito Santo, come sorgente e fonte di nuova vita. Lo Spirito Santo, come Spirito di nuova creazione, è stato tutto spirato sugli Apostoli, perché d’ora in poi siano essi a spirarlo sul mondo intero, dal loro corpo trafitto per amore di Gesù.

Quanto ha fatto Cristo Signore, dovrà operarlo ogni suo discepolo. Essi ogni giorno dovranno chiedere al Padre che mandi loro qualcuno, così come ha fatto con Gesù Signore. Ricevuto il dono del Padre, essi lo dovranno formare così come ha fatto Cristo Gesù, con la loro parola che è Parola di Cristo, proferita sempre nello Spirito Santo, e con la loro perfetta esemplarità nell’imitazione di Gesù Signore.

Tutto questo lavoro sarà inutile, non produrrà alcun frutto di salvezza, se ogni missionario del Signore, non si lascia fare dal Padre olocausto di redenzione per i suoi fratelli. Quanto è detto di Gesù, il Padre dovrà dirlo di ogni suo discepolo.

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio» (Gv 3,14-21).

Chi è allora il discepolo di Gesù? È colui che dona al Padre lo strumento perenne perché il suo amore eterno possa salvare l’umanità dalla sentenza di morte che pende su di essa. Se il cristiano non diviene strumento nelle mani del Signore, Dio dovrà vigilare perché la sentenza sia eseguita in ogni sua parte ed è l’inferno per i molti.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, docile e umile creta nelle mani del tuo Dio, per te l’Amore Eterno del Padre, il suo Figlio Unigenito, è divenuto strumento di salvezza eterna per ogni uomo. Aiuta ogni discepolo di Gesù a lasciarsi fare creta umile e docile come te, nelle mani del suo Dio. È la redenzione dell’umanità.

Angeli e Santi, aiutate la Chiesa, che in molti suoi figli è divenuta insipida, buona a nulla, perché riprenda la sua vera natura di sale e porti la Sapienza salvatrice e redentrice in questo mondo già condannato alla morte eterna. Che per il vostro aiuto i cristiani si consegnino al Padre per essere veri strumenti della sua vita eterna.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


La penitenza, le buone opere, figli Miei, vi faranno entrare nella Vita di Grazia, di purezza e di santità! Perché, poiché è stata dichiarata la guerra ai santi… Io vi proteggerò!



Messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo e della Santissima Vergine Maria, ricevuto da Discipulo il 2 novembre del 2018 a Sonora, Messico 

Parla Nostro Signore Gesù Cristo:

Amata umanità, il Mio Cuore continua ad essere triste ed anelante di ricevere la riparazione per tutti i peccati, gli oltraggi e le eresie con le quali vengo offeso nella Sacra Eucaristia.


Principalmente, Mi fanno soffrire quelli che vengono commessi dalle anime Consacrate. Sono quelle che più feriscono il Mio Cuore, sono quelle che più Mi flagellano e che Mi mettono sul legno della Croce… Io muoio ogni giorno… ma ogni giorno risuscito… per fortificare le anime che sono fedeli alla Mia Parola e alla Mia Dottrina.

In questo momento appare La Santissima Vergine…

Narrazione di Discipulo:

La Madonna tiene in mano lo Scapolare Marrone e sul braccio sinistro porta il Bambini Gesù!
Sul Capo ha una Corona di dodici stelle di diamanti e di perle molto belle, 10 volte più brillanti del sole, con luci di tutti i colori dell’arcobaleno.

Indossa un abito bianco ed azzurro …. Il Suo Sguardo è tenero…

Io, il Discipulo, ascolto quello che dice:


Messaggio della nostra Madre Santissima:

Oggi desidero dare a tutti voi, figli Miei, una benedizione molto speciale.
In questo giorno San Giuseppe, il Mio amato sposo e San Francesco d’Assisi scenderanno in questo momento al Purgatorio ed andranno in tutti i luoghi, per portare via tutte le anime che oggi devono uscire…

Sono riconoscente e contenta nel Mio Cuore, perché pregate per l’Eterno Riposo delle anime dei fedeli defunti.

Oggi è un giorno di grazia e di benedizione!
Oggi è un grande giorno, perché loro riceveranno la Luce e voleranno alla Presenza del vostro Padre Celeste e saranno rivestiti con i colori della Grazia, della Verità, della Purezza e della Santità.
 

Si uniranno al coro degli Angeli e loderanno e benediranno allegramente ed
intercederanno per voi.

Oggi desidero concedervi questo regalo del Mio Cuore, perché vi preoccupate delle anime di tutti quelli che muoiono, specialmente di quelli che muoiono senza confessarsi, per quelli che muoiono in incidenti stradali, sulle strade, nei campi, sulle montagne, nel deserto… vale a dire di tutti coloro che muoiono in peccato mortale e che avrebbero potuto ottenere la salvezza eterna. Alcuni di loro si sono condannati, perché hanno rifiutato volontariamente la salvezza eterna.
 

Ma voi pregate per tutti quelli che potreste salvare…
In modo particolare farò uscire i vostri familiari, quelli di tutti voi che ascoltate questo messaggio in tutto il mondo, usciranno oggi dalle pene del Purgatorio, dal Primo fino al Settimo Settore.
 

Usciranno da ogni area del Purgatorio e saranno felici e contenti.

In questo momento, Io, il Discipulo, vedo Nostro Signore Gesù Cristo, come il Signore della Misericordia. Lo Vedo sotto questo aspetto!
Dal Suo Cuore escono raggi e vedo nelle Sue Mani che tiene alzate, i buchi dei chiodi, ma non esce Sangue, escono soltanto raggi di Luce.

Lui dice queste parole:

Amata umanità… è incominciata la guerra contro i santi…
L’anticristo e la sua mente perversa intendono cancellare la parola santità da tutte le anime che Mi sono fedeli, che Mi adorano, Mi benedicono e riparano al Mio Sacro Cuore.
Io darò potere e forza affinché quelli che ho scelto resistano, affinché vivano nei luoghi santi di Preservazione per gli Ultimi Tempi.

Io vi darò la forza affinché la mente dell’anticristo e la mente dell’antipapa non vi arrechino alcun danno e rimaniate saldi nella Fede.

La guerra contro i Santi è incominciata, per questo non sarete vinti, voi siete i Miei Santi…. Se seguite i Miei Comandamenti ed ogni giorno fate la Mia Volontà.

Apprezzo il vostro sacrificio, i vostri digiuni e le vostre preghiere e desidero anche dirvi che il digiuno e la preghiera uniti alla speranza, alla Fede e alla carità vi renderanno coraggiosi.

Il Signore della Misericordia è andato via, ma in questo momento vedo il Mio Angelo Obed, che sta toccando la Croce di Dozulé… sembra che i raggi del sole cadano direttamente su di lui e non riesco a distinguere le sue fattezze. In altre occasioni mi era stato permesso di vedere il volto del mio Angelo Custode, ma questa volta è rivestito di luce. Vedo soltanto la sua figura.
Sembra che i raggi del sole si dirigano direttamente su di lui, su questa Croce e su questo luogo.  

Nostro Signore Gesù Cristo appare nuovamente nella rappresentazione del Sacro Cuore, le Sue Mani stanno toccando il Suo Cuore e dice…

La penitenza, le buone opere, figli Miei, vi faranno entrare nella Vita di Grazia, di purezza e di santità!
Perché, poiché è stata dichiarata la guerra ai santi… Io vi proteggerò!
Perché siete Miei, perché state combattendo la battaglia nel Resto Fedele.

A partire da questo giorno, convocherò tutti i Miei Sacerdoti in tutto il mondo.
Coloro che non sono caduti né nel peccato, né nell’eresia, coloro che sono stati disprezzati dai loro vescovi e mandati via nei villaggi di montagna, negli scantinati, sui monti.
 

Io metterò nel loro cuore il Mio Messaggio, perché è giunta l’ora di formare il Resto fedele sacerdotale in tutto il mondo!

Allerta, figli Miei, allerta!
Non abbandonate la preghiera, il digiuno e la penitenza.

Oggi è un giorno di grazia e di benedizione molto speciale!

Oggi benedico questo luogo e desidero che veniate il primo venerdì del mese
prossimo, perché darò un regalo molto speciale a tutti quelli che verranno.
Da questo luogo manifesterò la Mia Gloria per tutto il mondo intero!

Per allora… avrò riunito il 50% del resto fedele sacerdotale che combatterà con i veri guerrieri della Fede, con i Miei veri profeti, quelli che tenendo ciascuno il loro baculo di profeta, parleranno nel Mio Nome e denunceranno le eresie dell’anticristo.

La Mia Vera Chiesa trionferà, voi siete il Mio Vero Gregge!

La Guerra ai Santi è iniziata… ma Michele, Gabriele e Raffaele si trovano nelle Mie Comunità e nei Miei progetti!

Il Mio Sangue Prezioso vi benedice e vi benedice anche il Mio Padre Celeste e lo Spirito Santo.

Amen, amen, amen.

Ave Maria Purissima… concepita senza peccato
Ave Maria Purissima… concepita senza peccato
Ave Maria Purissima… concepita senza peccato

Fulton Sheen: L'anticristo verrà come Grande Umanitario, lo scontro sarà per le anime degli uomini



Sacramento e Sacrificio



PANE DI VITA ETERNA E  CALICE DELL’ETERNA SALVEZZA


«La comunione riguarda il sacramento l’oblazione il sacrificio»[41].
San Tommaso

In questo capitolo vedremo che S. Tommaso intende l’Eucaristia come sacramento e  come sacrificio. Lo faremo leggendo e commentando alcuni passi della Somma Teologica in  modo tale che, addentrandoci in essi, siamo man mano più illuminati. 

Nel trattato «De Eucharistia» egli usa la parola sacrificio una cinquantina di volte.

I passi da me scelti si possono dividere in tre gruppi:

1–      Che cosa distingue il sacramento dal sacrificio eucaristico?;

2–   Passi nei quali si vede come si chiariscono reciprocamente: perché nella mente di S. Tommaso non sono compartimenti separati, ma la realtà stessa dell’Eucaristia è  sacramento ed è sacrificio;

3–     In terzo luogo, ed è importante sottolinearlo, in quale momento – secondo  S. Tommaso – si realizza il sacramento in cui si realizza il sacrificio.


1. Che cosa li distingue?

Iniziamo con uno dei passi della Somma Teologica in cui San Tommaso fa questa  distinzione fondamentale per la comprensione di ciò che segue: «[L’Eucaristia] è  simultaneamente sacrificio e sacramento: [spiega subito il motivo per cui è l’una e l’altra  cosa] ha natura di sacrificio in quanto si offre, e natura di sacramento invece in quanto si  riceve»[42]. Questo è un testo cruciale per l’intero trattato e per la comprensione di una  realtà così misteriosa come è l’Eucaristia. La quale è sacramento perché l’essenziale del  sacramento è la santificazione dell’uomo, ma è anche sacrificio perché l’essenziale del  sacrificio è la glorificazione di Dio. Come sacramento l’Eucaristia è una realtà permanente,  come sacrificio è una actio transeuns, come dicono i teologi.

Più avanti insiste, ricordando quanto ha già detto: «L’Eucaristia, si è detto sopra, non è soltanto sacramento, ma è anche sacrificio»[43].

Nella risposta a una difficoltà nella quale fa un confronto con gli altri sacramenti, S.  Tommaso risponde molto brevemente riguardo all’Eucaristia: «Questo sacramento a differenza degli altri è anche sacrificio»[44]. Per conseguenza è più eccellente degli altri.

Un poco più avanti S. Tommaso tratta una questione molto interessante, e anche molto  attuale oggi: si domanda se il sacerdote sia tenuto a comunicarsi durante la S. Messa. Come  argomento d’autorità egli cita il Concilio di Toledo. Ma, quando inizia il corpo dell’articolo,  riprende di nuovo l’idea che segnalavamo prima: «L’Eucaristia, come si è detto sopra, non è  soltanto sacramento, ma è anche sacrificio»[45]. E allora presenta i motivi per cui il sacerdote deve sempre comunicarsi durante la Messa: «Ora, chiunque offre un sacrificio deve  farsene partecipe. Perché il sacrificio offerto esternamente è il segno del sacrificio interiore  con il quale uno offre se stesso a Dio, come nota S. Agostino. Partecipando quindi al  sacrificio uno mostra che il sacrificio lo impegna interiormente. Inoltre, anche dispensando  al popolo il sacrificio il sacerdote mostra di essere dispensatore delle cose divine. […] 
Quindi egli stesso deve comunicarsi prima di comunicare gli altri. […] “Che sacrificio  sarebbe quello di cui non si facesse partecipe nemmeno lo stesso sacrificante?”»[46].  Dunque la comunione è parte integrante del sacrificio; non è essenziale, come ritengono  alcuni, ma è parte realmente integrante. Non può esserci sacrificio integro se non c’è comunione: deve esserci perché ci sia un segno pieno: «Se ne fa partecipe, in quanto si  comunica, secondo il passo dell’Apostolo: “Quelli che mangiano le vittime, non sono forse  partecipi dell’altare?” (1Cor 10,18). Perciò è necessario che il sacerdote ogni volta che  consacra riceva questo sacramento nella sua integrità»[47].

È bello vedere com’è la mente di S. Tommaso: è qualcosa del tutto particolare. Non lo  scopriamo solo a partire dall’ordine che si può osservare nelle questioni che egli va trattando,  o nell’ordine degli articoli d’ogni questione; ma vediamo il suo genio da come porta il filo del  pensiero attraverso le diverse questioni o articoli, nel quale mai si contraddice, stabilendo anzi  un’armonia perfetta, e in un tema difficilissimo come quello dell’Eucaristia. San Bonaventura  dirà: inter sacramenta cetera est difficillimum ad credendum, immo inter credibilia  («tra gli  altri sacramenti è la cosa più difficile di essere creduta, e perfino tra tutte le cose che si  devono credere») [48].

Nella prima difficoltà dello stesso articolo San Tommaso affronta il tema del  rapporto con il crisma, e quindi con qualunque altra materia degli altri sacramenti. E  risponde: «La consacrazione del crisma e di qualunque altra materia non è un sacrificio,  come lo è la consacrazione dell’Eucaristia»[49]. 

Nella questione successiva San Tommaso fa una sorta di catechesi sulla celebrazione  dell’Eucaristia e afferma nel corpus dell’articolo: «Preparato e istruito così il popolo, [e  dopo la preparazione dei doni all’Offertorio], si passa alla celebrazione del mistero. Esso  viene offerto come sacrificio e viene consacrato e consumato come sacramento; [e lo spiega  splendidamente] infatti prima c’è l’oblazione; secondo, la consacrazione della materia oblata; terzo, la sua consumazione. Nell’oblazione ci sono due momenti: la lode da parte  del popolo […], e l’orazione da parte del sacerdote che prega perché l’oblazione del popolo sia accetta a Dio […]. In relazione poi alla consacrazione, che si compie per virtù  soprannaturale, prima viene eccitato il popolo alla devozione con il prefazio: per questo lo  si invita ad “avere il cuore in alto al Signore”»[50], perché solo con i cuori innalzati a Dio  si può comprendere quell’azione divina per eccellenza che è il sacrificio della croce. Nella  risposta alla 3ª difficoltà cita S. Cipriano: «Prima del prefazio, il sacerdote, prepara  l’anima dei fratelli dicendo: “In alto i cuori”, affinché il popolo, rispondendo “sono rivolti al Signore”, sappia che non deve più pensare ad altro che a Dio»[51].


2. Come si chiariscono reciprocamente 

Ho scelto soltanto due testi che dimostrano come si chiariscono reciprocamente il  sacramento con il sacrificio e il sacrificio con il sacramento, perché sono legati indissolubilmente.

Nella q. 79, articolo 7, la risposta alla 5ª difficoltà è davvero molto bella: «La  comunione riguarda il sacramento, l’oblazione il sacrificio. Perciò dalla comunione del  Corpo di Cristo per parte di uno o di molti non viene agli altri alcun giovamento. Parimente,  per il fatto che un sacerdote consacra più ostie in una medesima Messa, non viene  accresciuto l’effetto di questo sacramento, perché non si tratta che di un solo sacrificio; e in  molte ostie consacrate non c’è più efficacia che in una sola, essendo in tutte e in ciascuna lo  stesso Cristo per intero. Perciò sumendo nella stessa Messa più ostie consacrate, non si  partecipa in più larga misura l’effetto del sacramento. – Invece in più Messe si moltiplica  l’oblazione del sacrificio. E quindi si moltiplica l’effetto del sacrificio e del sacramento»[52]. 
È un tema che si potrebbe sviluppare ulteriormente, sono tutti insegnamenti che valgono  intere meditazioni.

Rispondendo alla prima difficoltà del primo articolo della q. 83, S. Tommaso cita S.  Ambrogio, in un passo molto noto a tutti: «Come dice S. Ambrogio, “unica è la vittima”, offerta da Cristo e da noi, “e non molte, essendosi il Cristo immolato un’unica volta; ma il  sacrificio attuale è l’immagine del suo sacrificio. Come infatti è un solo Corpo quello che si  offre dovunque e non molti corpi, così unico è anche il sacrificio”»[53].

Paolo VI insegna: «facendo parte Sacrificio e Sacramento dello stesso mistero sicché  non è possibile separare l’uno dall’altro. Il Signore s’immola in modo incruento nel Sacrificio della Messa, che rappresenta il Sacrificio della Croce, applicandone la virtù  salutifera, nel momento in cui per le parole della consacrazione comincia a essere sacramentalmente presente, come spirituale alimento dei fedeli, sotto le specie del pane e  del vino»[54].

Perciò nel Catechismo della Chiesa Cattolica ci viene insegnato: «La Messa è ad un  tempo e inseparabilmente il memoriale del sacrificio nel quale si perpetua il sacrificio della  croce, e il sacro banchetto della Comunione al Corpo e Sangue del Signore»[55].

Il Compendio lo vede nel simbolo dell’altare: «L’altare è il simbolo di Cristo stesso,  presente come vittima sacrificale (altare-sacrificio della croce) e come alimento celeste che si dona a noi (altare-mensa eucaristica)»[56].


3. Il momento in cui si realizza

L’oblazione del sacrificio si realizza al momento della consacrazione  eucaristica, come abbiamo appena visto nel testo citato di Paolo VI[57].

È il momento della pienezza della realizzazione del verbo essere, re dei verbi: «È il  mio Corpo… sarà offerto. È il calice del mio Sangue... sarà sparso... È il mistero della  fede». In quel momento, come dice Sant’Agostino: «la parola si unisce all’elemento e si  produce il sacramento»[58]. E «le parole […] non producono se non ciò che  significano»[59].

È il momento dei verbi a fiotti: lì, in quel preciso momento, si fa presente una cascata  di verbi: consacrare, transostanziare (il pane e il vino), potere (da parte di Dio), immolare (la  Vittima), sacrificare, oblare, offrire, perpetuare (il memoriale del sacrificio della Croce), operare (nella Persona di Cristo), presenzializzare, attualizzare, rimembrare, rinnovare,  dimostrare, profetizzare, offrire, versare, propiziare, impetrare, rappresentare, ricordare,  applicare, consumare, accettare..., il re dei verbi come per mano ci porta dal Verbo Re, che è  il “Re dei re e Signore dei signori” (Ap 19,16), dal Ipsum esse subsistens[60]. Perché è verbo  dello stesso Verbo: «La consacrazione si realizza con le parole e le frasi del Signor Gesù…  la parola di Cristo realizza il Sacramento»[61].

«Ora, l’opportunità di offrire il sacrificio non va considerata solo in rapporto ai  fedeli cristiani,[…] ma principalmente in rapporto a Dio, cui si offre il sacrificio con la  consacrazione di questo sacramento»[62]. È uno dei temi oggi in discussione: «Non si  celebri l’Eucaristia, se non c’è popolo». Stolti! La Messa che si offre, si offre a Dio, e il popolo ne approfitta. Se il popolo è presente certo che ne approfitta di più. Ma se il popolo è  assente, ne approfitta comunque, perché viene offerta per tutto il popolo; perciò in senso  stretto, non c’è Messa senza popolo. Il popolo c’è sempre, anche se non è fisicamente  presente. Inoltre la Messa offerta a Dio ha un valore infinito, perché si offre sempre a Dio,  essendo un sacrificio. Chi ha perduto il valore della Messa come sacrificio non celebra la  Messa se non c’è popolo, perché pensa che è importante solo se c’è il popolo, come se fosse  il popolo a dare valore alla Messa! La Messa invece è importante principalmente per il suo  rapporto con Dio, cui è offerto il sacrificio nel consacrare.

In un altro punto l’Angelico ci ricorda: «Gli altri sacramenti si compiono mentre si  amministrano ai fedeli. E quindi gli altri sacramenti non è tenuto ad amministrarli se non  chi assume la cura dei fedeli. L’Eucaristia invece si compie nella consacrazione in cui si  offre il sacrificio a Dio: e a ciò il sacerdote è obbligato in forza dell’ordine sacro già  ricevuto»[63]. E cita quel passo della Scrittura, dal libro dei Macabei (2Mac 4,14), riferito a  noi sacerdoti e oggi applicabile e tanti di essi: «Ecco perché la Scrittura lamenta che  alcuni sacerdoti “non si dedicavano più agli uffici dell’altare, disprezzando il tempio e  trascurando i sacrifici”»[64].

Padre Carlos Miguel Buela,

Joseph Ratzinger - L'ultimo Papa.



La Repubblica Mondiale della Massoneria sarà governata dai Sionisti



Il Mistero dell’Iniquità


E) L’Alta Vendita assume il potere (1820’s)

Quando Weishaupt era ormai anziano, negli anni ’20 del XIX  Secolo, lo scettro del comando sulle attività rivoluzionarie della setta  passò in mano all’Alta Vendita, la più alta loggia dei Carbonari Italiani.  “L’Alta Vendita,” spiega Mons. Dillon, “comandava la Massoneria più  nera di Francia, Germania ed Inghilterra; fino a quando Mazzini non  prese lo scettro di quest’oscuro impero da quel corpo, essa continuò  con consumata abilità a dirigere le attività rivoluzionarie in Europa.”232  In una lettera inviata a Neumann il 24 giugno 1832, Metternich fa  menzione di questo ruolo di leadership dell’Alta Vendita in tutte le attività rivoluzionarie del periodo.233
Secondo le Istruzioni Permanenti dell’Alta Vendita ai propri adepti,  gli scopi di questa setta erano gli stessi degli Illuminati: 

1. “Il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della Rivoluzione  Francese, cioè l’annientamento completo del cattolicesimo e perfino dell’idea stessa del cristianesimo, la quale, se  rimanesse in piedi sopra le rovine di Roma, ne costituirebbe più tardi la perpetuazione...”

2. “…La liberazione dell’Italia, da cui dovranno derivare, un  giorno, la liberazione del mondo intero, la Repubblica  fraterna e l’armonia dell’umanità...”

Poiché la ghigliottina non era stata capace di sterminare la Fede  Cattolica in Francia, metodi più sottili vennero applicati dall’Alta  Vendita, come specificato nell’Istruzione Permanente: 

Volete stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia? Fate che il clero cammini sotto la vostra bandiera,  credendo di camminare sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche…...

In Italia, grazie a Mazzini, la setta diffuse le dottrine atee di Voltaire  e degli enciclopedisti. Mazzini formulò un piano dettagliato per portare  la rivoluzione in Italia. A Roma, durante l’esondazione del Tevere del  1847, i rivoluzionari pretesero la creazione di una Guardia Nazionale.  Quando questa fu creata, i membri più radicali della setta ne presero  illegittimamente il comando, e lo stesso avvenne con le forze di polizia.  Per motivi all’apparenza legittimi venne fatto un grande sforzo di  propaganda per ottenere la creazione di un governo di rappresentanza  popolare. Dietro a quest’iniziativa, tuttavia, si celava il tentativo di controllare il parlamento da parte dei membri della setta. 
Quando la rivoluzione “liberò” Roma, nel 1848, vennero introdotte  tasse pesantissime che ridussero molti in povertà. Venne ordinato alle  banche di non dare più denaro ai propri correntisti, e tutti i depositi  vennero dichiarati proprietà del governo. Non era concessa alcuna  libertà d’espressione, di stampa o d’assemblea; notte e giorno i cittadini  venivano imprigionati per aver semplicemente espresso la propria  opinione. I posti migliori furono accaparrati dai massoni, mentre solo i  lavori più umili e meschini rimasero appannaggio dei cattolici.234

Padre Paul Kramer

Spirito di contemplazione



Tu che sei nel mistero di Dio l'estasi d'amore del Padre e del Figlio, rendici partecipi di questa contemplazione suprema. Donaci di contemplare il Cristo così come lo contempla il Padre, con una compiacenza senza limiti.  
Fa' che contempliamo il Padre con lo sguardo di Gesù in una disposizione di perfetta adesione e di abbandono totale. Donaci un'anima contemplativa, affamata della presenza del Signore e avida di immergersi nella sua intimità.  
E quando avremo la tentazione di lasciarci assorbire interamente dalla nostra attività, aiutaci a ritornare continuamente a Colui che amiamo.  
Sviluppa il nostro desiderio di scoprire il Cristo, di penetrare nei più intimi segreti del suo Cuore.  
Stimola in noi l'attrattiva per il deserto, per la solitudine nella quale l'amore si afferma e si esprime in piena libertà. Sostieni la perseveranza della nostra vita nascosta con Cristo in Dio e faccene assaporare tutta la gioia.  
Rendici sempre più avidi di contemplare il volto divino e di lasciarci interamente dominare dallo sguardo invisibile del Signore.  
Fa' che la nostra contemplazione sia impregnata dalla volontà di donare tutto a Colui che contempliamo.