venerdì 18 settembre 2020

Pastori che non insegnano la verità


Lumen Mariae | Autori: Gruppi di Sacerdoti fedeli al Vero Magistero della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana | Articolo del 17 settembre 2013


Gesù ha affidato la custodia, in pieno, dell'intero deposito della Fede alla Chiesa Gerarchica, cioè al Papa e ai Vescovi uniti a Lui.
Il peccato del Papa ha una tragica conseguenza nella custodia del deposito della fede.
Il Papa, con il suo peccato, con le sue dimissioni dal pontificato, non mantiene più la fede nel Papato, nel dono che Dio ha fatto alla Chiesa, che è un Papa.
E anche i Vescovi, insieme al Papa, che hanno accettato questa rinuncia, che è peccato, non mantengono il deposito della fede della Chiesa.
Se la Gerarchia ecclesiastica comincia a demolire la fede per il Papato, che ne sarà di tutti i tesori divini che possiede la Chiesa?
La conseguenza del peccato del Papa è abbandonare la Fede. È un peccato contro la Fede della Chiesa. Non è peccato. E quindi, è un peccato contro lo Spirito Santo, che dà la fede alla chiesa.
Il Papa non può fare a meno di essere Papa. Questa è la fede della Chiesa che Benedetto non ha mantenuto.
La Gerarchia ecclesiastica non può scegliere un altro Papa mentre il vero Papa vive. Questa è la fede della Chiesa che la Gerarchia non ha mantenuto, non è stata in grado di mantenere.
Per quel semplice fatto, quello che gli uomini mettono sulla cattedra di Pietro è un falso Papa.
Chi ha fede, non ha bisogno di cercare altri fatti, non ha bisogno di provare altro per provare che Francesco è un falso Papa, un falso Profeta, non scelto da Dio, ma dagli uomini.
La fede della Chiesa è molto semplice, ma gli uomini non seguono quella fede, ma ciò che è nelle loro intelligenze umane.
I Pastori della Chiesa non insegnano la Verità della Chiesa, ma insegnano le verità che sono nella loro intelligenza umana e fanno della Chiesa qualcosa di umano, qualcosa di naturale, qualcosa di materiale, qualcosa di mondano, ma non sanno come dare lo Spirito di Verità alla Chiesa.
Molti sacerdoti e vescovi non conservano più il deposito della fede.
E il primo è quel prete che si chiama Papa e che è l'opposto di un vero Papa.
Ma gli uomini non sanno vedere e hanno paura di questa verità, e credono che non sia necessario criticare la Gerarchia della Chiesa. E che è meglio stare zitti e continuare a convivere con questa bugia.
E quindi, gli uomini non capiscono cosa c'è davanti alla Chiesa.
Perché, con il peccato di un Papa, inizia l'apostasia della fede.
Ciò significa che la Chiesa stessa, a cominciare dalla sua testa, rimuove ogni deposito di fede e trasforma ciò che Dio ha dato attraverso la Tradizione, attraverso la Rivelazione, in una questione di intelligenze e leggi degli uomini. Gli uomini inventeranno la fede della Chiesa.
Nella messa del giovedì santo, Francesco ha lavato i piedi a due donne, una delle quali musulmana.
Questo segno implica che Francesco non è un vero Papa. Là hanno un segno, per chi ancora non crede, che quel prete non è scelto da Dio per essere il Papa.
Un Papa scelto da Dio conserva l'intero deposito della fede della Chiesa, lo mantiene intatto e, quindi, non riesce a innovare nulla sulla fede della Chiesa.
E la fede della Chiesa è che Gesù lavò i piedi dei suoi apostoli. Questa è la fede della Chiesa. Non lavava le donne.
E non lavorare sulla Fede della Chiesa, ma qualcos'altro, essere Papa per tutta l'umanità è distruggere il deposito della Fede, è annullare la Verità, che è la Chiesa.
Nella messa del giovedì santo, Francesco ha lavato i piedi a due donne, una delle quali musulmana.
Questo segno implica che Francesco non è un vero Papa. Là hanno un segno, per chi ancora non crede, che quel prete non è scelto da Dio per essere il Papa.
Un Papa scelto da Dio conserva l'intero deposito della fede della Chiesa, lo mantiene intatto e, quindi, non riesce a innovare nulla sulla fede della Chiesa.
E la fede della Chiesa è che Gesù lavò i piedi dei suoi apostoli. Questa è la fede della Chiesa. Non lavava le donne.
E non lavorare sulla Fede della Chiesa, ma qualcos'altro, essere Papa per tutta l'umanità è distruggere il deposito della Fede, è annullare la Verità, che è la Chiesa.
La Chiesa è la verità, perché dà la fede che Dio dà alle loro anime quando si avvicinano a Lui umilmente, ma quando la Chiesa non dà quella fede, ma la fede è inventata con il suo pensiero umano, per piacere al mondo intero e che il mondo vede che la Chiesa serve qualcosa nel mondo, allora la Chiesa diventa una menzogna e la mente.
Francesco è un pastore che non insegna la verità della Chiesa nel suo pontificato. Cos'altro vogliono gli uomini per smetterla di seguirlo e chiamarlo per quello che è veramente: un falso pastore, un falso profeta, un antipapa, qualcuno che si oppone al vero Papa, chi è Benedetto XVI?
Ma gli uomini hanno questi segni e ancora non ci credono.
Questo è il problema dell'Apostasia della Fede: nessuno fa nulla per preservare il deposito della Fede della Chiesa e resta che i lupi, vestiti di agnelli, che sono sacerdoti, vescovi e cardinali, distruggono tutto il tesoro della fede della Chiesa. E tutti applaudono e giustificano il peccato di molti.
Questa è l'apostasia della fede, che prepara la Chiesa alla sua purificazione.
Ci sono segni dati dal falso pastore, che si autodefinisce Papa, per smettere di credere a ciò per cui lavora quel sacerdote e per confrontarlo con la verità della Chiesa.
E solo così si fa la Chiesa: lottando contro chi vuole presentare la propria Chiesa, distruggendo la Chiesa che Cristo ha fondato in Pietro.
Non dobbiamo aver paura di parlare chiaramente contro Francesco, che è un povero prete guidato in tutto dal diavolo e che è sulla cattedra di Pietro per compiere le opere del diavolo.

Tomás de Aquino


giovedì 17 settembre 2020

L'incredulità degli uomini ha condotto molte anime nell'abisso. Questi giorni sono tempi peggiori del tempo di Sodoma.



Messaggio della Madonna Madre Protettrice degli Afflitti alla Vergine Sovrana



13 Settembre 2013

"Cari figli,

Ecco il Servo del Signore!

La parola di mio Figlio rimane viva e non ci sarà nulla qui sulla Terra che non obbedirà alla Sua voce quando ritornerà. Voi sapete, figli miei, che in mezzo alle tenebre il Signore innalza la luce per tutti. Se i miei figli meditano sulla parola del mio Gesù, saranno illuminati con la sua Luce. La Parola Santa, seminata nelle vostre vite, porta buoni frutti. Attraverso mio Figlio Gesù i fedeli hanno accesso alla Gloria del Cielo. Avvicinatevi a mio Figlio, perché non c'è tenebra che possa prevalere quando Gesù è nei vostri cuori attraverso l'Eucaristia. Non voglio che i miei figli soffrano qui sulla Terra. Sono qui per guidarvi vicino a mio Figlio e solo ciò che Egli richiede da voi è l'umiltà della mente e del cuore. Cercate la santità qui sulla Terra, è possibile per le vostre vite! Vivete sempre in comunione con Gesù e praticate la sua verità. Chi non ama rimane nelle vie delle tenebre! Riempitevi dell'amore di Dio, questo vi chiedo oggi. Vi vedo qui riuniti davanti a questa croce, ad aspettarmi, sono qui per riempire i vostri cuori di tanta gioia. Continuate a pregare, perché la forza della preghiera vi conduce alla vittoria e vi toglie ogni male. Non dimenticate le lezioni del passato! L'incredulità degli uomini ha condotto molte anime nell'abisso. Questi giorni sono tempi peggiori del tempo di Sodoma. Cercate la salvezza! Lei è alla vostra portata.

Dio vi benedica e vi conceda la sua pace!

Vi amo! Rimanete nel nome della Santa Trinità."

SUOR MARIA-MARTA E L'EDUCANDATO



SUOR MARIA-MARTA CHAMBON - 1841-1907


L'Educandato! Questa parola evoca un passato ormai scomparso. Ma un passato il cui ricordo è vivo, come quello della simpatica gioventù la cui gaiezza animava allora la nostra clausura. 
  
Noi abbiamo veduto che, mediante un'ordinanza imperiale, si era ricostituita al principio del secolo passato, la Visitazione di Chambery. 
  
Il 30 settembre 1806 fu dunque aperto il nostro educandato, che seguitò a funzionare fino all'aprile 1904. L'educandato non entrava certo nelle viste dei nostri Santi Fondatori, e si conciliava poco con la nostra vita strettamente contemplativa; ma le circostanze ne avevano fatto una necessità e le Nostre Madri, che vedevano nell'insegnamento una forma di apostolato e d'immolazione, non credettero doversi esimere in seguito “da questo compito imposto dalla Provvidenza e dalla voce dei nostri Superiori”. (Vita della nostra O.ma Madre Maria-Alessia Blanc). D'altra parte l'educandato, fu, soprattutto, una casa di educazione: alla formazione morale e religiosa secondo lo spirito Salesiano vi si attendeva più che all'istruzione propriamente detta, ai programmi universitari e alla corsa ai diplomi. Numerose giovanette vi appresero il segreto di una vita esemplare e divennero persone compite sotto ogni rapporto. E quante ancora per le quali l'educandato fu il vestibolo del Monastero. 
  
Suor Maria-Marta passò quasi tutta la sua vita religiosa al servizio delle educande. Affidandole, fin dal principio del suo Noviziato, quest'impiego di refettoriera all'educandato, è a presumere che le Superiore la scegliessero di preferenza come per assecondare l'azione di Dio sopra la cara Privilegiata, poiché la sua vita trascorreva così in una solitudine maggiore. Messa un po' in margine della Comunità (1) essa era sottratta all'attenzione altrui e ciò permetteva alle nostre Madri d'intrattenersi con lei più facilmente. 
  
Fin dal 1866, compare sul quadro amabile e sorridente delle nostre educande la figura di Suor Maria Marta, giovane professa di 25 anni. Poi gli anni passavano, e si rinnovavano senza posa gli sciami dell'alveare. La stessa Refettoriera era ogni anno a riceverli, sempre ugualmente attiva, ugualmente devota... fino al giorno in cui, dolorosamente rassegnata, essa vide chiudersi su queste fanciulle una porta che per loro non si riaprirà mai più! 
  
Nessuna delle antiche educande - le corrispondenze ne fanno fede - può ricordare gli anni della prima giovinezza, trascorsi in Monastero, senza evocare l'immagine della “Buona Suor Marta!”(2) 
  
Questa. “buona Sorella Marta”, le educande non si facevano scrupolo di prenderla un po' in giro! Si divertivano della sua ingenuità; e abusavano talora della sua pazienza. La virtuosa Conversa si prestava a tutto, senza dipartirsi dalla semplicità e bonarietà che le erano abituali. 

“Sorella Marta, di che colore era il p ennacchio bianco di Enrico IV? 
  
- Oh! Signorina, lo domandi alle sue maestre; io non sono mica andata a scuola”. 
  
“Mia Sorella, avete letto Don Chisciotte? - Signorina, io non so leggere. 
  
- Oh! che peccato! è un libro tanto bello! Avreste potuto domandarlo per i giorni di solitudine!”. 
  
A volte, quelle vispe birichine le facevano subire veri assalti per ottenere un pezzo più grosso di cioccolata o di pan fresco, ed è facile immaginare l'ilarità delle ghiottoncelle davanti alla spontanea ammonizione della Refettoriera:. “Ah! Signorine, bisogna abituarsi a mangiare chi si sia!”. 
  
Sì, a Suor Maria-Marta le educande facevano volentieri qualche burletta: ma che bene le volevano! Quale ascendente questa Religiosa, così semplice, incaricata di un impiego subalterno, esercitava su quelle anime giovanili! Giudici inesorabili all'occasione, ma giudici molto chiaroveggenti, esse avevano l'intuizione d'una virtù eminente e la proclamavano santa! - “Mia Sorella, - le diceva una di esse - si direbbe che voi vedete il buon Dio”. - “Quando voi siete malata e venite sostituita, - osservava un'altra - le cose non vanno mica così bene”. Si constatava l'efficacia delle sue preghiere nei dettagli della vita di educanda. Si confidavano a lei certe intime pene e N. Signore donava alla sua Serva delle parole si piene di spirito di Dio che facevano profonda impressione. La si intravvedeva di già in Cielo: “Mia Sorella, quando voi sarete in Paradiso, ricordatevi che.... a quel posto.....” Che cosa era avvenuto tra questa allieva e Suor M. Marta? Noi non osammo interrogarla, nota la Superiora, per non sembrare di dare importanza alla cosa. 
  
Ciò che noi sappiamo, soggiunse la nostra O.ma Madre, è la benedizione visibile che Dio volle accordare all'educandato dacché la nostra piccola privilegiata fu incaricata di quest'ufficio. Vi sarebbero pure da segnalare cose sorprendenti come per esempio il “miracolo del vino”. In qualità di Refettoriera la nostra Sorella doveva preparare, allungandolo con acqua, il vino per le allieve. Il suo celeste Direttore le ordinò di fare sulle bottiglie, così preparate, tre segni di Croce in onore della SS. Trinità. Essa ne prese la santa abitudine. Si era al giugno 1867. A datare da quest'epoca si verificò una tale moltiplicazione di vino che la O.ma Madre Teresa Eugenia, non esita a paragonarlo al “miracolo delle Nozze di Cana”. “Un litro di vino, - scrive essa - e qualche volta una quantità minore, basta per il desinare di 50 o 60 educande”. 
  
Molto più tardi, la penna della nostra O.ma Madre Giov. Francesca Breton traccerà queste linee: “Al principio di ogni anno scolastico Suor Maria Marta veniva a domandare alla Superiora se doveva ricominciare a preparare il vino per le educande come glielo aveva insegnato Nostro Signore. E sempre la stessa grazia le era concessa a patto che le permettessero di continuare la vita austera che conduceva da tanti anni. Constatammo noi stesse la verità del fatto”. 

“Questa grazia ti viene accordata - le diceva Gesù - non per il risparmio del vino; ma per la gloria che ne risulta alla SS. Trinità, da quest'atto compiuto con fede così viva e con sì candida semplicità”. 
  
Il Signore permetteva che il fatto passasse quasi inosservato. Se accadeva che avessero dovuto surrogare la Refettoriera nelle sue mansioni, la Sorella incaricata della cantina, si limitava a questa semplice riflessione: “Non ci capisco niente! ma quando Suor Maria- Marta serve lei le educande, il vino non si consuma quasi....” 
  
Diverse guarigioni attestano pure la felice influenza esercitata dalla cara Conversa. Apriamo i manoscritti : 
  
“Un'allieva fu colpita da violentissima febbre: il male faceva rapidi progressi e le condizioni della malatina divenivano allarmanti. Suor Maria-Marta, incaricata di vegliarla, recitò con fede e confidenza nove “Ricordatevi”. L'indomani la bambina era guarita”. 
  
Un fatto ancor più sorprendente accadde nel marzo 1881. 
  
“Una delle nostre educande si trovava in letto da due giorni con febbre ardente. Impensierite, facemmo pregare la Serva di Dio per ottenere la guarigione della nostra malatina. Non appena ebbe essa terminata la sua preghiera, la bambina, istantaneamente guarita, chiese di alzarsi e di mangiare... Noi non potevamo credere ai nostri occhi: sembrava che non avesse avuto il minimo male! Poté subito tornare in classe, e nessuno avrebbe supposto quanto questa allieva fosse stata male. La Sorella infermiera era grandemente meravigliata; mentre dai nostri cuori saliva al Cielo l'espressione della più viva riconoscenza”. 
  
E' inutile far notare, la cosa è tanto evidente, che la fedele Refettoriera non limitava le sue preoccupazioni al lato materiale della sua carica. Sempre immersa in un'atmosfera soprannaturale, pensava prima di tutto, alle anime delle “nostre bambine”. Per loro offriva le sue preghiere, i suoi sacrifici e le sue continue sollecitudini. 

Nostro Signore, dal canto suo, si compiaceva di coltivare questi pensieri di zelo apostolico; le infiammava il cuore manifestandole i sentimenti del Suo Cuore Divino e la propria tenerezza per le educande. Un anno, alla rientrata delle scolare: “Ho gran piacere - le disse - di vedere venire le bambine. Esse formano il mio piccolo gregge, Io lo custodirò”. E un altro giorno: “Amale come Io le amo”. 
  
Vedendo alla luce del Signore tutte pure le coscienze di queste care bambine, e i benefici della buona educazione, che gettava nelle loro anime i solidi fondamenti della vera pietà, Suor M. Marta ne ringraziava N. Signore e nutriva per le allieve il più tenero affetto. 
  
Udiamola confessare ingenuamente al suo “buon Maestro” che - trasportata senza dubbio da questo sentimento di tenerezza - essa alzava gli occhi al momento del Vangelo durante la Messa” per vedere queste care piccine”. Ascoltiamo anche Gesù ricondurla nella via del sacrificio, meravigliosamente feconda: “Se tu non le guardi, le guarderò Io e le benedirò”. 

“Portami sempre nel tuo ufficio, af finché le educande possano trovarmi”, le diceva Egli un altro giorno. 
  
In considerazione della Sua fedele Serva, Gesù degnava onorare di Sua presenza il refettorio delle Educande: “Noi veniamo al festino”, diceva Egli con bontà. 
  
In un periodo d'aridità, dopo tre giorni di dolorosa desolazione interiore, la nostra Sorella, sotto l'impulso di un desiderio ardente, rivolse a Gesù questo invito del cuore al principio di un pasto: “Dolce Signore, siete invitato alle nozze della Visitazione in questo refettorio”. - “Io vengo a te, - le rispose il Salvatore - non soltanto con mia Madre, ma conduco pure una gran schiera dei miei amici, se tu lo vuoi”. Essa vide allora La SS. Vergine e numerosi Santi, poi gli Angeli custodi delle educande. Nostro Signore le guardava tutte con compiacenza. La visione si prolungò per tutta la durata del pasto, senza togliere a Suor M. Marta la sua libertà di spirito. Essa continuò il suo servizio, l'anima inondata di felicità senza che nulla ne trasparisse, fatta eccezione di un raccoglimento più profondo e di un volto celestiale. (9 aprile 1869). 
  
Nostro Signore degnava pure incoraggiare la sua Serva e, per mezzo di lei, incoraggiava le Superiore e Direttrici: “L'educandato mi dà grande gloria, stante i principii religiosi e la sana educazione che ricevono le bambine”. 
  
Un tale risultato presuppone evidentemente, presso le maestre delle qualità elette: “Questo impiego richiede molta abnegazione e un grande spirito interiore. 
  
“Le fanciulle portano nel mondo i loro ricordi di educandato, è dunque necessario aver molta cura delle loro anime. 
  
“Le Maestre devono inculcare loro la fedeltà alla frequenza dei Sacramenti; malgrado le difficoltà che opporrà il mondo e la pigrizia naturale. La frequenza dei Sacramenti sarà per molte l'unico mezzo di salvezza senza del quale non potrebbero perseverare”. 
  
Gesù dimostrava la sua soddisfazione per la devozione delle allieve alle Sante Piaghe: “Attendo il ritorno dell'educandato, perché esso mi glorifica a mezzo delle Mie Sante Piaghe. Durante le vacanze le allieve hanno propagato la devozione....” 
  
Egli s'interessava delle loro piccole pratiche di mortificazione: “Il pane solo a merenda (durante la guerra del 1870)  ha costato loro più che a voi il vostro digiuno”. 

Egli s'interessava della loro salute: “Io curerò le bambine.... Le tengo costantemente davanti ai miei occhi una per una. Ti dico questo perché tu Mi preghi per loro”. 
  
Un anno, all'epoca delle vacanze di Pasqua, le nostre Madri esitavano a mandare a casa le allieve a causa di un'epidemia che infieriva in città: “Colui che custodisce la salute delle bambine saprà bene preservarle anche dalle malattie epidemiche durante i loro due giorni di uscita”. 
  
Il Giov edì Santo 6 aprile 1871, Nostro Signore insisteva ancora: “Io voglio che si prenda nota che, dopo cinque anni e due mesi che il tuo letto è a l'infermeria (3), non vi sono state gravi malattie”. Questo letto a l'infermeria la nostra Sorella lo utilizzava ben poco, 

poiché Gesù la voleva ordinariamente davanti al SS. Sacramento. Era dunque in qualche modo nel suo interesse che la Sua Serva non fosse obbligata a vegliare le bambine malate! 
  
Alla vigilia delle prime Comunioni come nei periodi torbidi, il Salvatore faceva, per così dire, comperare da Suor Maria-Marta le grazie destinate all'Educandato: le preghiere dovevano divenire più ardenti, la croce più pesante. Ciò rientrava nel “compito” della nostra Sorella. 
  
Entrava pure nel suo “compito” l'accompagnar e con le sue preghiere al di là della tomba, le educande che il Signore richiamava a Sé, come pure di seguire quelle che al termine degli studi ritornavano in famiglia.... e alle preoccupazioni della vita. 
  
Giammai essa vi mancò. E presentemente, quelle che le sopravvivono alzano volentieri gli occhi al Cielo nei momenti di prova, per sollecitare ancora la protezione della “buona Suor Marta”.... 

La Repubblica Mondiale della Massoneria sarà governata dai Sionisti



Il Mistero dell’Iniquità


H) Il Nuovo Ordine Mondiale e la sua religione  Luciferina saranno violentemente anti-Cristiani

In Russia, la natura ebraica della rivoluzione uscì subito allo  scoperto, ma agì sempre in collaborazione con la setta massonica. I  rivoluzionari massoni rovesciarono la monarchia dello Zar in modo simile  a quello con cui i massoni giacobini rovesciarono la corona francese.  La Germania, con l’appoggio dell’Inghilterra, spedì nuovamente Lenin  in Russia, dal suo precedente esilio in Svizzera.247 “Non appena Lenin  arrivò in Russia,” spiega Padre Fahey, “cominciò ad indicare qui e là  delle persone, sconosciute ai più, che si erano nascoste in vari paesi  del mondo…come ad esempio a Berna, e cominciò a radunarle attorno  a sé. Si trattava dei capi spirituali di una setta formidabile, la più  formidabile al mondo, della quale Lenin stesso era il gran sacerdote  e capo indiscusso. Con queste persone accanto a lui, Lenin iniziò a  lavorare con abilità demoniaca per distruggere, pezzo dopo pezzo, ogni  istituzione su cui si basava lo Stato russo.”248 “Lenin e Trotsky”, afferma  Adler, “i padri della Rivoluzione d’Ottobre, non erano solamente dei  fanatici comunisti, ma anche frammassoni illuminati. Appartenevano al  33° grado del Rito Scozzese.”249

L’Ordine Mondiale giudeo-massonico250 sarà violentemente anti cristiano. La Massoneria intende costruire un ordine sociale del  tutto nuovo, sulle rovine del vecchio. Gli Atti Ufficiali del Congresso  Internazionale della Massoneria, tenutosi a Parigi nel 1889,251 delineano  un programma per “la creazione definitiva di una Repubblica Sociale  universale”. Nella Repubblica Mondiale massonica, esisteranno “una  nuova moralità” ed una “nuova religione.”252

Padre Paul Kramer

Spirito di silenzio



Tu che riempi il silenzio di Dio di una pienezza di amore, instaura questa pienezza anche nel nostro silenzio.  
Fa' che cerchiamo nel silenzio una adesione più tranquilla e più esclusiva al Signore.  
Riserva nella nostra vita quei momenti di riposo, in cui possiamo avere l'opportunità di far silenzio soprattutto dentro di noi per ascoltare la voce divina.  
Non permettere che il nostro silenzio sia un ripiegarci su noi stessi, ma mettici di fronte al Signore per intavolare un dialogo con lui.  
Poiché una presenza silenziosa è un modo per esprimere l'amore, aiutaci, quando non sappiamo dir nulla a Colui che pur vogliamo amare, a fargli dono semplicemente di questa nostra impotenza.  
Insegnaci a percepire, in ogni ora di silenzio, i passi del Diletto che si avvicina, e a rallegrarci della solitudine che ci permette di appartenergli.  
Donaci di sperimentare sempre di più, nel silenzio, la soavità di Dio e facci penetrare sempre più avanti nella divina intimità.  
Fa 'che scopriamo la ricchezza del silenzio, l'abbondanza di beni spirituali che vi nascondi, l'energia divina che tu puoi suscitare nell'anima che, vuotandosi di se stessa, si lascia riempire da te.  

Siate pronti, l'umanità è confusa, molti arriveranno perché vorranno sentir parlare di Dio, inizia così la trasformazione dell'uomo. - Attenzione sempre ai lupi travestiti da agnelli,



Trevignano Romano, 15 settembre 2020

Cari figli, grazie per essere qui nella preghiera e per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Figli miei, trasformate le vostre case in piccole chiese, continuate a fare cenacoli di preghiera. Figli miei, siate pronti, l'umanità è confusa, molti arriveranno perché vorranno sentir parlare di Dio, inizia così la trasformazione dell'uomo, sappiate accogliere e parlate della speranza, della gioia e della felicità che regnerà sulla terra, senza sofferenza, senza malattia, ma con grande Amore. Figli miei, parte di questa trasformazione è già in atto. Pregate per la Chiesa, anch'essa resusciterà da morte e sarà rigogliosa. Attenzione sempre ai lupi travestiti da agnelli, pregate, pregate tanto, recitate il Santo Rosario. Poveri i miei figli prediletti che non credono alle mie parole! sarà grande la loro sofferenza. Ora vi lascio con la mia benedizione materna, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen.

mercoledì 16 settembre 2020

Conseguenze del peccato del Papa e della Chiesa II




Lumen Mariae | Autori: Gruppi di Sacerdoti fedeli al Santo Magistero della Santa Chiesa | Articolo del 16 settembre 2013


Se Dio si ritira dal Capo visibile della Chiesa, a causa del peccato del Papa, allora chi c'è in quel Capo? Chi guida la Chiesa, ora, in questi momenti?
Se Dio non è nella Testa Visibile, allora c'è il Diavolo. O c'è Dio o c'è il diavolo. Ma non possono essere entrambi allo stesso tempo.
Il fatto che Dio si ritiri dalla Testa Visibile, suppone che la Cattedra di Pietro sia solo lo strumento del diavolo. Non è più il Trono di Dio, in cui Dio guida il suo popolo verso la Terra Promessa.
Se il Papa ha abbandonato Dio nel suo pontificato, allora Dio si allontana dalla Cattedra di Pietro, ma non dalla sua Chiesa.
Pertanto, non dobbiamo accontentarci di ciò che abbiamo. Perché questo è un altro peccato.
Inutile dire che: ebbene, il Papa ha peccato e si è dimesso dal pontificato. Qual è la colpa degli altri? La vita va a vanti. La vita della Chiesa deve andare avanti. Devi accontentarti di chi è ora come Papa. È una toppa. È una brava persona. Dio lo vuole anche nella sua Provvidenza.
Questa è la falsità che si sente quando la verità di ciò che è accaduto non viene compresa.
Per coloro che vivono di Fede, quello che vedono nella Chiesa è un problema per la vita spirituale, un problema per la Fede della Chiesa.
Se non c'è un capo, non puoi seguire nessuno che prenda il comando. Non possiamo accontentarci del peccato della maggioranza. Dobbiamo chiedere al Signore: cosa dobbiamo fare, ora, nella Chiesa per continuare ad essere la Chiesa di Cristo, la Chiesa che Cristo ha fondato e che non è sostenuta da alcun pensiero umano?
Questa è la domanda che nessuno fa perché tutti si sono stabiliti per quello che sta accadendo. Nessuno cerca la verità della Chiesa. Nessuno combatte per quella verità. Tutti nella Chiesa combattono per le loro verità, per i loro interessi personali, ma non per la vita divina della Chiesa.
Peter's Chair è ora del diavolo. E questo non è stato considerato. Questa conseguenza è la cosa più tragica che possa capitare alla Chiesa.
Perché il diavolo ha attaccato la Chiesa in molti modi per secoli, ma non si era mai avvicinato al Capo per sedersi su di Essa.
Ed è quello che ha ottenuto. Ora puoi attaccare la Chiesa dal Capo e dal Capo Visibile della Chiesa, che è il Papa.
Questo è il trionfo del diavolo, che è una tragedia spirituale per la Chiesa.
E le conseguenze di questo trionfo del diavolo sulla cattedra di Pietro non possono essere misurate.
E le anime non hanno contemplato l'azione del demonio nel nuovo Pontefice che gli uomini hanno dato alla Chiesa.
Fin dall'inizio del suo falso pontificato si è preoccupato di abbassare il pontificato all'umano, di rimuovere i segni esteriori e di rendere il Papa più umano, più attraente, più del mondo, più preoccupato dei problemi del mondo e dell'uomo. Non si è preoccupato di indicare la via del Cielo alle anime e alla Chiesa, ma la via degli uomini e del mondo.
Non si è seduto sulla cattedra di Pietro per imparare ad essere Papa seguendo lo Spirito. Ma per imporre la sua idea di come dovrebbe essere un Papa nella Chiesa. Questo è il suo primo orgoglio: presentarsi umile all'esterno per conquistare le persone e dare così alle anime ciò che vuole dalla Chiesa.
Fin dall'inizio ha voluto darsi ciò che gli avevano chiesto, per essere amico di tutti. Date a coloro che vivono di Fede ciò che è proprio della Fede. E date a coloro che vivono della loro vita umana e del loro peccato ciò che vogliono sentire: parole di amore umano, sentimenti di amore umano, calore umano, per raggiungere tutti e far capire agli uomini che Dio è con tutti, che Dio ama tutti, che Dio si è fatto uomo perché l'uomo sia più uomo. Devi imitare l'umanità di Cristo, devi essere uomini, pensare come uomini, agire come uomini, preoccuparti delle vicende degli uomini. Questo è ciò che viene predicato dalla Cattedra di Pietro: un Dio umano, che dà all'uomo una via umana, ma non gli insegna la via divina, la via verso il Cielo, che è la via dell'espropriazione di tutto ciò che è umano. Siamo tutti santi e giusti: Questa è la predicazione di quel falso Profeta. Ora, dobbiamo lavorare nella Chiesa per gli uomini, in modo che gli uomini possano essere felici nella loro vita umana.
Per questo questo falso Papa è pieno della sua filosofia di vita, della teologia della liberazione, della sua visione comunista e socialista dell'uomo e della Chiesa. Ma non è pieno di Spirito Santo. Dio non può guidare un sacerdote che non sa quale sia la vita spirituale del suo sacerdozio e che usa lo spirito di san Francesco come esempio del suo pontificato, senza sapere che cos'è quello spirito, le esigenze di quello spirito sull'anima e nella chiesa.
Dall'inizio del suo falso pontificato, le sue omelie, i suoi discorsi, tutto ciò che ha parlato alla Chiesa è stato senza lo Spirito. Il movimento dello Spirito non si fa sentire in ciò che parla. Le sue parole non riempiono il cuore, producono solo un vuoto, perché parla alla mente per conquistare le menti degli uomini. Parla parole umane, concertate, molto belle, ma non dà lo Spirito. E, per questo, ha commesso diversi errori in quanto ha detto nelle sue omelie. Errori che sono comuni in quei sacerdoti che non vivono il loro sacerdozio come lo Spirito lo vuole, ma invece fanno del loro sacerdozio un luogo per indagare i Misteri di Dio e della Chiesa.
Tutti possono controllare cosa dice questo falso Profeta. Tutti possono discernere di cosa sta parlando. Tutti possono vedere dove porta la navata della Chiesa: verso una Chiesa interessata solo alle cause sociali, alle cause materiali degli uomini. Una Chiesa che traccia la strada nello sforzo umano, nell'intelligenza degli uomini, nei poteri degli uomini. Chi cerca con tutti i mezzi di accogliere tutti, ma non di insegnare il peccato, come rimuovere il peccato, come combattere il peccato. Accolgono gli omosessuali dicendo che Dio li ama. E all'omosessuale non viene insegnato a togliere il suo peccato in modo che Dio inizi ad amarlo. Non gli viene insegnato a chiamare la sua vita omosessuale una vita di peccato. Non vuoi ferire la sensibilità delle persone e, quindi, viene presentato un amore di Dio falsificato ed errato, perché è concepito nella mente degli uomini, nei sentimenti degli uomini, nel modo in cui gli uomini vedono gli uomini. E preferiscono mettere a tacere il peccato degli uomini per avere gli uomini al loro fianco.
Questo è ciò che presenta questo falso Profeta, debole nel suo pontificato. E per questo i suoi giorni sono contati. È un uomo buono, necessario per aprire il pozzo del male nella Chiesa. Un uomo che vuole accontentare tutti, ma che non è capace di andare contro qualcosa di sacro nella Chiesa. Non ha quella forza. Ha ancora rispetto per il sacro. Pertanto, commetterà il suo peccato. E lascerà, come è venuto, per lasciare la sua posizione a un'altra persona che ha più potere nella Chiesa per distruggerla come vuole il diavolo.
Se Dio non è nel capo visibile della Chiesa, allora c'è il diavolo. E, quindi, dobbiamo aspettarci disastri nella Chiesa dal Visible Head. E non aspettarti niente di buono. Lascia che gli uomini si preparino al peggio nella Chiesa.
E devi chiedere a Dio: come ti senti nella Chiesa con un demone alla testa? Com'è la Chiesa, ora, che i poteri dell'inferno la guidano all'inferno nella sua testa visibile?
Perché devi continuare nella Chiesa. Non devi lasciare la Chiesa. Ma devi essere nella Chiesa seguendo lo Spirito di Cristo, non seguendo i pensieri degli uomini. Dobbiamo affrontare quel falso Profeta, che non è Papa per Volontà di Dio, ma per acclamazione degli uomini, per superbia degli uomini, per la malvagità degli uomini.

Tomás de Aquino

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


La testimonianza del pittore Galizzi 

Il pittore fece il quadro della Madonna apparsa il 28 maggio 1944, sotto le precise indicazioni della piccola veggente, per  cui fu chiamato il quadro dell’Adelaide. 
Egli scrive nella sua relazione: 
“Adelaide seguiva il mio lavoro controllando e suggerendo  quando le pareva il caso, modifiche al bozzetto, che le  presentavo a distanza di giorni ed anche di settimane: ciò nonostante non si è mai contraddetta nemmeno nei minimi particolari  delle sue asserzioni, nonostante le sistematiche contestazioni del  prof. Don cortesi, sempre presente, fatte allo scopo di confonderla per saggiarne la sincerità... 
Io personalmente dovetti venire alla convinzione che Adelaide deve aver visto veramente la Madonna ed il ripetuto contatto con questa bambina, ha sempre più confermato questa mia  convinzione". 

È la smentita più netta di quello che scrive il Locatelli  nella sua relazione. Egli dice: "La bambina dice di avere visto la  Madonna, però non ci sa dire nulla della sacra immagine".


La testimonianza di Achille Ballini 

Achille Ballini, che ha seguito le apparizioni fin dai primi  giorni ed ha lottato e sofferto molto per l'affermazione della  verità delle medesime, scrive: 
"Ora sorge spontanea una domanda: che disse, che fece il  parroco delle Ghiaie di fronte a quanto stava succedendo nella  sua parrocchia e di fronte alle affermazioni della bambina. 
Nella domenica 14 maggio all'oratorio egli non volle dare  importanza a quanto diceva l'Adelaide, né alle beffe delle  ragazze... né più badò ai fatti di Adelaide. Ma lo scosse poi, da  questa specie di torpore, la voce che si diffondeva in maniera  impressionante, e la gente che da ogni parte accorreva alle  Ghiaie. Allora credette bene interrogare la bambina. E all'oratorio durante la dottrina ed in canonica, la interrogò con parole  semplici, adatte all'intelligenza di lei; ma un pensiero dominava  il suo discorso: conoscere più chiaramente possibile il valore  delle sue risposte al fine di stabilire il modo con cui buttare  all'aria tutte quelle chiacchiere. Non riuscì a niente. Le risposte  di un giorno, messe di fronte a quelle di un altro, restavano  sostanzialmente ed anche formalmente uguali. 
Ed il parroco? Incominciò a riflettere; divenne più cauto  nei suoi atteggiamenti e nei suoi giudizi; ma ancora non credeva.  Anzi, il venerdi sera, quando lo interrogai in proposito, mi rispose: "Cosa vuoi che ti dica. La bambina continua a dire di  vedere e di parlare con la Madonna; la gente accorre... Ma, se  non fosse vero? Lei è una bambina, saprà bene quello che dice...  La gente, lo sai... in questi momenti terribili fa presto a creare  del fanatismo"... 
Lo scetticismo di Don Vitali restò forte, credo fino alla  domenica 21 maggio, quando di fronte ai fenomeni solari, sentendosi vinto nei suoi dubbi, mutò opinione, senza volere  imporla a chi era vicino" (v. Andiamo alle Ghiaie a vedere, Grafica Monti, Boltiere 1951, pp. 34-36). 

Severino Bortolan