19 marzo.
(…)
Io sono in grande tempesta. Proprio una di queste tempeste di marzo con luminosità di sole e cupo di nuvoli temporaleschi che si alternano. Ho l’impressione di essere
una navicella su onde infuriate, ora in cima, in cima all’onde e in pieno sole, ora giù, giù fra due montagne d’acqua che sembrano volermi sommergere in un cupo d’abisso. Mi sembra passare da
un oceano in burrasca al più placido dei porti alternativamente, e di essere, sempre alternativamente, tuffata nel fiele e poi nel miele. Che soffrire da ieri sera!
Ci sono momenti in cui sono in Cielo per le brevi e dolci parole, per i beati sorrisi che mi dànno Gesù e Maria, e per la forza che da essi mi vengono. Dico allora:
“Oh! sono ben sicura di non essere una ingannata e una peccatrice” (circa i dettati e le visioni, si intende). Poi ecco che risprofondo nel gorgo cupo in cui è il fragore pauroso delle parole di minaccia
di ieri sera. E dopo il Paradiso gusto l’inferno. Poi torna a soccorrermi la bontà di Gesù e Maria, e la povera anima mia viene sollevata nel sole, verso il cielo, in una beatitudine che mi empie di dolcezza.
E poi da capo giù, nell’amarezza, nel buio, nello spavento. Ho paura... Mi aiuti a superare questa battaglia.
Oggi, una signora che mi ha vista piccina e che mi è stata amica materna per tanti anni, e che poi per volontà altrui ho dovuto lasciare e che finalmente ho potuto
riavvicinare, mi ha detto e parlato della Marina... e dei dettati miei, di cui ella ha letto dei fascicoli. E io ho chiesto, mostrando di non sapere nulla, che differenza ha trovato fra le due persone di cui una è nota
e l’altra è semi‑ignota, perché la si crede un servita o una signorina ammalata, ecc. ecc... Mi ha detto che secondo lei quelli della M... sono scritti in trance mentre gli altri sono: “...
sublimi, ma fanno paura perché invece di far sentire la misericordia di Dio fanno sentire la sua giustizia. Però ha delle parole di una luce speciale, di una elevatezza spirituale che scuote. Vi è una
preghiera della Madonna che è meravigliosa”. E ha terminato: “Fàtteli dare da leggere. Io non li ho potuti più avere. Ma dico la verità che li desidero”.
Creda o non creda che non sono io, e che io non li conosco, non lo posso dire. Ma è stata una goccia di miele. Perché è donna religiosa, colta e che ho sempre
trovata molto equilibrata. Perciò il suo giudizio e il suo desiderio mi hanno confermato che le anime sentono nei dettati Dio.
Dio! Dio!... Avere solo uno scopo: servirlo e farlo amare. E temere di essergli invisa. Ecco il mio dolore. Ma è tempo di Passione... Oh! mi aiuti, perché sotto l’apparente
calma io sono tutta una ferita che duole.
20 marzo.
Parla il Padre Santissimo: «Vi pare dura la parola che dice la verità. Vorreste solo parole di misericordia. Potete dire di
meritarla? Non è misericordia anche la Voce severa che vi parla di castigo incitandovi a pentirvi? E vi pentite forse?
Questo desiderio di sentire solo promesse di bontà, questa smania di avere da Dio solo carezze è la deviazione della Religione. Avete reso epicureismo anche questa
sublime cosa che è la Religione nel Dio vero. Da essa volete godimento. Non volete dare ad essa sforzo. Volete adagiarvi in una comoda transazione fra il comandato e quello che a voi piace. E pretendereste che Dio venisse
a questo adattamento. Un tempo fu detto “quietismo” questo vizio spirituale. Ancora è detto dai dottori di spirito. Io sono più severo e lo chiamo epicureismo dello spirito.
Dalla Religione, da Dio, dalla sua Parola vorreste avere solo quanto accarezza il senso. Perché così siete discesi che anche lo spirito avete reso sensuale. Perciò
volete dargli sensazioni e brividi tutti umani. Sembrate quei folli di altre religioni che provocano con opportune cerimonie uno stato psichico anormale per godere le false estasi dei loro paradisi.
La grande, la più grande misericordia di Dio non la capite più. E chiamate durezza, spavento, minaccia quello
che è amore, consiglio, invito al ravvedimento per avere grazie. Volete parole di misericordia. Dite che volete queste per avere forza di risorgere? Non mentite. Vi piacerebbero perché sono dolci. Ma voi rimarreste
amari come tossico al labbro di Dio.
Le parole di misericordia, le visioni tutte amore che da un anno vi sono elargite, per ultima prova di elevazione delle vostre paganizzanti anime verso Dio, servono a che? A molti
per diletto, ad alcuni per rovina, ad una minoranza di una esiguità spaventosa per santificazione. Continua il destino del Cristo: di essere segno di contraddizione per molti.
Oggi Io parlo. Parlo per mostrare che è ancora infinita la mia misericordia se non vi seppellisce sotto una grandine di fuoco, o colpevoli più dei sodomiti 1. 1 Genesi 19, 24‑25.
È detto: “Tu castighi i traviati e poco per volta, li riprendi dei loro falli e li ammonisci affinché, messa da parte la malizia, credano in Te” 2. 2 Sapienza 12, 1‑2.
Questi periodi tremendi non sono andati aumentando piano piano? Vi ho lasciati percuotere tutto in una volta così infernalmente? No. Sono decenni e decenni che la punizione
aumenta in forma e in durata, dandovi dentro per dentro 3 3 Come a pag. 12 nota 1.
un miracoloso aiuto che ve ne liberava e che voi usavate per preparare con il vostro stesso volere un flagello ancor più fiero.
Mai siete tornati migliori. Malizia e miscredenza sono aumentate sempre, derisori di Dio. E ora? Ora, se non sapessi come vi ho creati, Io mi chiederei se avete un’anima. Perché
le vostre opere sono da più di bruti. Vi spiace sentirvelo dire? Non agite in modo da meritarvi questa parola!
Nella Sapienza si legge, detto verso i Cananei: “Gli antichi abitatori della tua terra santa Tu li avevi in orrore, perché detestabili davanti a Te erano le opere loro
che facevano con malie ed empi sacrifizi. Uccidevano senza pietà i loro figlioli, mangiavano le viscere degli uomini e bevevano il sangue in mezzo alla tua sacra terra. Quei genitori carnefici di anime indifese Tu li
volesti distruggere...” 4. 4 Sapienza 12, 3‑7.
Non vi riconoscete, o generazioni di uomini d’ora, in questi vostri antenati? Io vi riconosco. Aumentati in malizia siete. Essa è divenuta più satanica. Ma vi
fa sempre di questa genia che è a Me detestabile. Il satanismo si è diffuso divenendo quasi la religione degli stati. Grandi ed umili, colti e ignoranti, e fino nelle case dei ministri di Dio, si vuole e si crede
sapere attraverso a malie che hanno il sigillo sicuro: quello di Satana.
Non fate i sacrifizi dei cananei? Ma di peggiori ne fate! Immolate non le carni ma le anime vostre e dei vostri simili, conculcando il diritto di Dio e la libertà dell’uomo.
Perché siete giunti al punto di violentare con lo scherno o col comando le coscienze che sanno ancora rimanermi fedeli, e le detronizzate dal trono della loro fede che a Me le eleva
corrompendole con dottrine maledette, oppure le uccidete credendo con questo di spogliarle della fede. No. Anzi di incorruttibile fede con questo le vestite. Ma voi siate maledetti per la
corruzione che seminate onde levare a Dio i fedeli.
E non vi riconoscete voi, generazioni di genitori che senza pietà uccidete moralmente i vostri figli comunicando ad essi, innocenti, le vostre incredulità, le vostre
sensualità, tutto il corredo del razionalismo e della bestialità che vi satura e che ora, ora, ora, poi, questi figli, non più sorretti da nessuna colonna spirituale, voi finite di uccidere in quanto loro
resta: nella carne, permettendo che come bestie di lussuria di essa carne facciano mercato, consenzienti e felici e questo mercato che vi permette di pascervi e di godere con il sacrificio dei figli?
Non esagera, no, la Sapienza a dirvi carnefici di anime indifese! Avete più cura della bestia che allevate per venderla e della pianta che coltivate per averne frutto, di
quanta ne avete dei vostri figli. Essi sono deboli e voi non li fortificate né dando loro la religione di Dio né, quanto meno, quella della onestà civica e dell’amore familiare.
Padri, non siete più i tutori dei minorenni. Madri, siete idoli e non angeli per le vostre creature. Mancate allo scopo per cui Io vi ho messi. Abdicate ai vostri doveri e
ai vostri diritti. Mi fate ribrezzo. Siete degli idoli idolatri. Idoli perché senza spirito. Idolatri perché adorate ciò che tutto è meno che spirito. Avete adorato l’uomo, avete permesso
che si giungesse al culto del corpo. Si tornasse al culto del corpo come i pagani trovati da Cristo, o neo pagani, due volte colpevoli di paganesimo, per esserlo
e per esserlo dopo avere avuto la vera religione.
Anche nei lutti, anche nelle gioie, che fate? Idolatria. Venerate, adorate ciò che è peribile. Non avete pensiero allo spirito ed al Creatore dello stesso, e questo
“è un inganno per la vita umana in quanto gli uomini, assecondando l’affetto o i tiranni, dànno alla pietra o al legno o alla tela dipinta il Nome incomunicabile” 5. 5 Sapienza 14, 21.
Io sono, solo Io sono Dio.
Vi pare che Io vi sferzi? E allora udite: “Né bastò avere sbagliato nella cognizione di Dio ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza, a sì
grandi mali dànno il nome di pace. Ora immolano i figli, ora fanno tenebrosi sacrifizi, ora passano la notte in orgie infami. Non conservano pure né la vita né le nozze. Ma l’uno uccide l’altro
per invidia o lo contrista con adulteri. Tutto è sossopra: sangue, omicidi, furti, frodi, corruzioni, infedeltà, tumulti, spergiuri, vessazione dei buoni, dimenticanza di Dio, contaminazione delle anime, inversione
dei sessi, incostanza nei matrimoni, adulteri, impudicizie, perché l’abominevole culto degli idoli è causa, principio e fine d’ogni male. Essi o folleggiano in gozzoviglie, o vaticinano il falso,
o vivono nell’ingiustizia e senza esitazione spergiurano, perché fidando in idoli inanimati non temono alcun pregiudizio per i loro spergiuri” 6. 6 Sapienza 14, 22‑29.
Ma è la Sapienza dettata un secolo avanti il Cristo, o è scritto dettato per i momenti attuali? E vorreste parole di misericordia ancora?
Non avete mai visto un popolo in fuga sotto una grandine grossissima? Fugge, fugge e viene colpito perché i grossi chicchi lo perseguitano da ogni dove. Se dovessi parlare
per come meritate e parlare Io, Dio Padre, sareste simili a questi percossi da innumerabile grandine.
Parla la Bontà e non capite. Parla la Giustizia e la trovate ingiusta. Avete paura e non vi correggete. Stolti o delinquenti? Folli o indemoniati? Ognuno si esamini. Ed è
per questi che il Figlio del Padre fu mandato a morire?
Veramente che se fosse possibile trovare errore in Dio si dovrebbe dire che tale Sacrificio fu un errore, perché è nullo per troppi il suo infinito valore. Un errore.
Sì. Che testimonia della mia Natura. Perché se non fossi Amore, o uomini che colpevoli come siete trovate che Io non vi tratto con misericordia, non vi avrei dato la Redenzione. Sì, che in verità se avessi dovuto agire come voi fate, volendo il 100 per 100, e anche il 1.000 per 100 quando fate un poco di bene, Io non avrei mai dovuto farvi grazia. Perché le grazie,
tutte, cominciando da quella del Sangue effuso per voi, vengono da voi trascurate, derise, volte a disgrazie.
Oggi non parla Gesù, e non vede il piccolo Giovanni 7. 7 Per l’appellativo di “piccolo Giovanni”, che ricorre spesso, vedi I quaderni del 1944, pag. 51 nota 16.
Oggi parlo Io. Per dirvi che ora come due anni fa il mio Pensiero è sempre quello 8. 8 Probabile riferimento al dettato del 23 aprile 1943, ne I quaderni del 1943, pag. 53.
Per dirvi che se taccio è perché so inutile il parlare, per dirvi che la parola è amore e il silenzio è amore, che la severità è amore. Solo
voi, nell’amore sovrano che informa tutto quanto da Dio viene, siete disamore. Ed è questa la vostra condanna.»
Tratto da: “I Quaderni dal 1945 al 1950” - Maria Valtorta