mercoledì 1 maggio 2019

CON L’IMMACOLATA CONTRO MASSONI E “NEMICI” DELLA CHIESA DI DIO



IL SEGRETO DELLA VITTORIA: L'IMMACOLATA


L'Immacolata: generatrice, mediatrice e dispensatrice di tutte le grazie.

Maria, Madre di Dio, non solamente è così vicina alla sorgente, qual'è Dio, da parteciparvi come a nessuno è dato, ma è pure così ineffabilmente unita a Lui da esserne la Sposa: in Lei e per Lei Dio genera castissimamente la grazia. L'Immacolata, dice P. Kolbe «è congiunta in modo ineffabile con lo Spirito Santo, per il fatto che è sua Sposa, ma lo è in un senso incomparabilmente più perfetto di quello che tale termine può esprimere nelle creature». Una unione castissima interiore, che dà luogo ad una vita divinamente feconda: «Di quale genere è questa unione? Essa è innanzitutto interiore, è l'unione del suo essere con l'essere dello Spirito Santo. Lo Spirito dimora in Lei, vive in Lei, e ciò dal primo istante della sua esistenza, sempre e per l'eternità. In che cosa consiste questa vita dello Spirito Santo in Lei? Egli stesso è amore in Lei, l'amore del Padre e del Figlio, l'amore con il quale Dio ama se stesso, l'amore di tutta la SS. Trinità, un amore fecondo, una concezione. Nelle somiglianze create l'unione d'amore è la più stretta. La Sacra Scrittura afferma che saranno due in una sola carne (cf Gen 2, 24) e Gesù sottolinea: «Cosicché non sono più due, ma una carne sola» (Mt 19, 6). In un modo senza paragone più rigoroso, più interiore, più essenziale, lo Spirito Santo vive nell'anima dell'Immacolata, nel suo essere e La feconda, e ciò fin dal primo istante della sua esistenza per tutta la sua vita, ossia per sempre. Questa Concezione Immacolata Increata concepiscse immacolatamente la vita divina nel grembo dell'anima di Lei (Maria) Sua Immacolata Concezione. Pure il grembo verginale del corpo di Lei è riservato a Lui, che vi concepisce nel tempo - come tutto ciò che è materiale avviene nel tempo - anche la vita dell'uomo-Dio».
Non basta: «Lo Spirito Santo, il divino Sposo dell'Immacolata, agisce solamente in Lei e attraverso Lei, comunica la vita soprannaturale, la vita della grazia, la vita divina, la partecipazione all'amore divino, alla divinità».
P. Kolbe può tirarne tutte le conseguenze: «Per questo appunto Ella è diventata Mediatrice di tutte le grazie, proprio per questo Ella è veramente la Madre di ogni grazia divina», «... la Mediatrice di tutte le grazie dello Spirito Santo»; Mediatrice «di tutte le grazie, poiché appartiene allo Spirito Santo, a motivo della più intima e vitale unione con lo Spirito Santo. Ecco perché attraverso Lei si va a Gesù Cristo e al Padre». E così: «L'Immacolata è la madre di tutta la nostra vita soprannaturale, poiché è la Mediatrice delle grazie, anzi la Madre della grazia divina, perciò è nostra madre nella sfera della grazia, nella sfera del soprannaturale».
Si delinea così anche quello che potremmo chiamare il circuito abituale della grazia nel suo discendere e salire: «... come la grazia viene a noi dal Padre attraverso il Figlio e lo Spirito Santo, così a buon diritto i frutti di questa grazia salgono da noi al Padre in ordine inverso, ossia attraverso lo Spirito Santo e il Figlio, vale a dire attraverso l'Immacolata e Gesù. È questo lo stupendo prototipo del principio di azione e di reazione, uguale e contraria, come affermano le scienze naturali». La «via» è unica, obbligata, ineludibile: «Dal momento in cui si è attuata tale unione (= dell'Immacolata con lo Spirito Santo), lo Spirito Santo non concede alcuna grazia, il Padre non fa scendere, attraverso il Figlio e lo Spirito Santo, nell'anima la vita soprannaturale se non attraverso la Mediatrice di tutte le grazie, l'Immacolata, con il suo assenso, con la sua collaborazione. Ella riceve tutti i tesori di grazia, in proprietà e li distribuisce a chi e nella misura che Ella stessa vuole».
Il pensiero del P. Kolbe, come si vede, è chiarissimo: è nell'Immacolata e attraverso l'Immacolata che si acquisisce la grazia, ed è l'Immacolata che la distribuisce. La dottrina di Maria «Corredentrice» e della sua «Mediazione», che lascia ancora perplessi parecchi teologi, sembra qui formulata, parecchi anni prima del Concilio Vaticano II, in perfettissima consonanza con quanto questo stesso Concilio insegnerà. L'Immacolata si inserisce nella «catena», al suo posto e nella sua funzine di creatura, senza alcun detrimento alla dignità e necessità assoluta dell'opera di Cristo. Un ordine e una subordinazione di essere e di compiti da tenere presenti, coerentemente, anche nella devozione pratica.

P. ANTONIO M. DI MONDA O.F.M.Conv.

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