sabato 13 marzo 2021

LA FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 


DIARIO SPIRITUALE DI ELISABETTA SZANTÓ 1961-1981 


2 luglio 1962 

Il Signore Gesù nel giorno della Madonna dedicato alla falciatura, nella visita pomeridiana, mi ha rivolto supplichevoli preghiere: "Figliola mia, domani è venerdì dedicato al mio Sacro Cuore ed io vorrei tanto irradiare abbondanti grazie sulle vostre anime. Chiedi molto, non solo per te, ma per tutti". II Signore Gesù, anche in quel venerdì, ha espresso le lamentele iniziate nel giorno precedente: "Amami fedelmente ancora di più e sopporta le mie lamentele. Figliola mia, il mio rincrescimento è tanto perché sono così pochi quelli che mi ascoltano! Inutilmente mi rammarico con le anime a Me consacrate, alle quali vorrei far sentire i miei rimproveri perché non meditano nella profondità del loro, intimo. Quanto avrei da discutere con loro per la costruzione del Mio Regno!" 

12 luglio 1962 

"Vedi, si è presentato ancora qualche ostacolo e la Fiamma d'Amore della mia dolce Madre non parte ancora. Figliola mia, tu attizzi solo il fuoco, sei stata scelta per questo ed è un grande onore per te. Non dare tregua ai tuoi desideri e ai tuoi sacrifici altrimenti sarà grande dolore per la nostra dolce Madre". "Mio Signore, mio Gesù, Tu sai quale desiderio scottante è nel mio cuore! Anche io soffro tanto, perché ancora non si vede nulla di positivo!" Quel giorno lottavo con la mia presunzione, Egli si è rivolto a me con tristezza: "Figliola mia, la tua presunzione ti distrae molto. Io, rattristato, ti osservo. Per quanto durerà ancora questo tuo stato d'animo? Mi fa tanto, ma tanto male!" 

14 luglio 1962 

"Ricorda che cosa hai detto ad un tuo conoscente: - La felicità più grande è fare felice un altro - Io vorrei farvi tutti tanto felici, ma voi cercate altrove la felicità e non da Me! Evitate la mia grazia che rende felici. Ripeto le parole già dette: mi fa tanto, tanto male!" 

15 luglio 1962 

"Figliola mia, quanto ancora mi fate attendere? Quando potrò stringervi tutti al Mio Cuore? La mia pazienza è sconfinata. Io vi prometto già molto per attirarvi a Me. Ciò nonostante siete troppo insensibili nei miei riguardi". Dopo la stretta astinenza di nove giorni, il 15 luglio mi ha parlato così: "Invitami alla tavola per la tua modesta colazione! Non essere indifferente, non farmi vedere un viso annoiato, perché allora dovrò pensare che lo fai malvolentieri. Presentami le tue debolezze. Non pensare che ciò non abbia meriti! Ti conosco molto bene, è un libro aperto anche il posticino più nascosto della tua anima. Pretendo che mi confessi le tue manchevolezze, perché così anche queste diventino meriti per te". "Mio dolce Gesù, voglio pentirmi tanto dei miei peccati, come nessuno si è pentito mai. Ogni battito del mio cuore è poco per il pentimento ed è simile a un granellino di polvere. In ogni granello di polvere che c'è nel mondo, voglio deporre il pentimento del mio cuore affinché il vento lo porti a Te per ottenere il perdono dei miei innumerevoli peccati". Quando ho espresso con esasperazione il pentimento dei miei peccati, Egli era molto commosso e con voce sommessa ha detto così: “Figliola mia, su tanto pentimento spargerò una piccolissima particella di una goccia del mio sangue e, perdonando completamente, dimenticherò i tuoi peccati. Offri a me questo grande pentimento per conto dei peccatori”. Nella mia gioia, non sapevo nemmeno come parlargli: Vengo a Te, mio dolce Gesù, all'alba d'estate ancora fresca di rugiada e piena di fiori quando sonnecchiano ancora i cuori sul sentiero del sogno affinché a salutarti sia io la prima. È sempre poco il tempo che passo con Te; vola via, come sulle nubi, la luce con il suo splendore. Vengo sotto gli scottanti raggi del sole e nel calore afoso perché io Ti amo tanto. Vengo a Te nell'umile penombra della sera. La lucerna perpetua mi chiama, lo sento, poiché nessuno c'è da Te, sei solo. Ti amo tanto, tanto. A Te bramo portar le anime. Vengo per valli, fossi e monti coperti di neve, i miei occhi vedono solo il suo fioccare. Vengo con la pioggia che diluvia e nel fango il mio piede affonda; perché il mio cuore batte solo per Te, mio Dio! (La suora, che è stata designata a stare presso di me, conosceva ogni vibrazione del mio cuore e, quando ha letto queste mie righe, mi ha domandato da dove avessi tratto queste parole così belle. "La Misericordia di Dio le ha fatte uscire dalla mia anima" ho risposto.) 

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