Morto in peccato mortale, ecco subito il giudizio e l'inferno, per l'eternità! L'inferno! Non ci si vuol pensare. Si giunge finanche a parlarne per ischerzo. Ma intanto quel fuoco è là. Quei dannati sono là a soffrire. Pensa che tra essi è già preparato un posto anche per te, se non fai in tempo a convertirti. Provati a tenere un dito sopra la fiamma d'un cerino. Impossibile! E nell'inferno? Il nostro fuoco è un dono di Dio. Quello dell'inferno è acceso dalla sua giustizia. I dannati vi sono immersi interamente, come pesci in un mare di fiamma. Per quanto tempo? Per sempre. Quale disperazione! Il dannato pensa che poteva evitarlo. Ci voleva così poco per fare una buona confessione. Ma non ha voluto. Oh, se ora avesse pochi minuti di tempo per farlo! Ma il tempo è finito. Iddio tante volte l'aveva invitato al perdono. Ma non ascoltò quella voce. « Mi sono dannato per colpa mia! », dovrà dire in eterno. Sente ch'era fatto per Dio, ed ora comprende che cosa ha perduto. L'inferno dell'inferno è la perdita di Dio, del suo paradiso. Affacciati spesso sull'inferno da vivo, per non caderci quando sarai morto. Ricordati: ogni più dura penitenza è nulla di fronte a quel fuoco. Se un dannato potesse uscirne! Che cosa farebbe per non ricadervi! Quali penitenze non abbraccerebbe!
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