IL MISTERO NASCOSTO DAI SECOLI
Un Dio che avesse creato l'universo senza uno scopo, senza un'utilità adeguata a un'opera cosí grandiosa non sarebbe stato saggio, cioè non sarebbe stato Dio.
Dio non poteva creare neanche per interesse suo. Un Dio che avesse bisogno di qualche cosa, fosse pure soltanto di farsi ammirare, non sarebbe infinito e quindi non sarebbe Dio.
Possiamo andare d'accordo con gli scienziati che hanno formulato « il principio antropico », ossia che Dio ha creato tutto per l'uomo. Ma cosa cerca l'uomo? Quali sono gli interessi dell'uomo?
Gli uomini cercano il pane; e circa 40 milioni di uomini muoiono ogni anno per fame o per malattie causate dalla fame; e circa un altro miliardo vivono nella miseria.
Gli uomini cercano la pace; e tutta l'umanità vive sotto l'incubo di una possibile guerra nucleare sterminatrice di tutti.
Gli uomini cercano la salute; e quasi tutti sperimentano la malattia e il dolore, mentre una forte percentuale di essi vivono ammalati o handicappati.
Nessun uomo vuole la vecchiaia e la morte e tale sorte ci attende tutti, inesorabilmente.
Un giovane un giorno mi disse: «Vivo mio malgrado; se Dio mi avesse chiesto il permesso di crearmi, non glielo avrei dato».
Dio è Dio unicamente perché è infinito e perché non ha bisogno di niente.
Tanto meno Dio può godere delle sofferenze umane, perché altrimenti non sarebbe buono, anzi sarebbe cattivo, cioè non sarebbe Dio. Dio è amore ed ha creato gli esseri perché vivano e siano felici. Per questo egli ha voluto unirsi alla sua creazione facendosi uomo, non per godere coll'uomo, che non ne aveva bisogno, ma per soffrire con l'uomo allo scopo di divinizzarlo e cosí partecipargli la sua infinita felicità.
Dice san Agostino: « Dio si è fatto uomo perché l'uomo divenisse Dio. Dio non fece la morte, né si compiace della morte dei viventi. Egli creò ogni cosa perché sussista» (Sap. 1, 13).
Dice san Paolo: « Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, cosí anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini » (Rom. 5, 12).
Dio ci ha creati per darci quello che cerchiamo, cioè la felicità. Tutto ciò è reso possibile unicamente per l'incarnazione, per la passione e morte e per la glorificazione di Gesú e per la cooperazione di Maria, cioè per la sua divina maternità, per la sua corredenzione e per la sua glorificazione.
Il mistero nascosto dai secoli e rivelatoci nella pienezza dei tempi da Gesú è la predestinazione, la formazione e la glorificazione del Corpo Mistico; e cioè in prima di Gesú e di Maria e quindi di tutti gli eletti.
Dice Papa Pio IX: « Dio ineffabile, le cui vie sono misericordia e verità..., dal principio e prima di tutti i secoli destinò al suo Figlio unigenito la Madre dalla quale, incarnandosi, sarebbe nato nella beata pienezza dei tempi. La scelse, le assegnò il suo posto ... l'amò al di sopra di tutte le creature, con tale amore di predilezione da porre in lei, in maniera singolare, tutte le sue piú grandi compiacenze.
Dio Padre aveva deciso di darle il suo Figlio unigenito, colui ch'egli genera dal proprio seno, che gli è uguale in tutto e che ama come se stesso, e di darlo a lei in tale maniera che Quello fosse naturalmente un identico, unico e comune Figlio di Dio e della Vergine; ella che il Figlio stesso di Dio aveva scelto per farne sostanzialmente la sua Madre; ella infine, nel cui seno lo Spirito Santo aveva voluto che, per la sua divina virtú, fosse concepito e nascesse colui dal quale egli stesso procede».
Dice san Paolo: « Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesú Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi, per opera di Gesú Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo » (Ef. 1, 3-12).
Il Cristo Gesú, Dio e Uomo ad un tempo, è quindi il primo, il capo, il re di tutta la creazione. Essendo il primogenito, il Padre volle tutto per lui; tutto è stato creato per lui che, nella sua umanità assunta dalla Vergine, è il re della creazione. Egli è stato predestinato ad essere secondo la sua natura umana Figlio di Dio in tutta la sua potenza.
Per cui conclude Germain Leblond: «Tutte le creature, Angeli o Arcangeli, uomini, pietre o animali, furono volute da Dio soltanto perché fossero ricapitolate nel Cristo totale, il Cristo cosmico.
Sola fra tutte le creature la Vergine Maria è stata predestinata ad essere ricapitolata nel Cristo re non come suddita ma come regina dell'universo, sposa perfetta del re dei cieli - non come una parte, come un membro del Cristo cosmico, ma, misteriosamente, come il Tutto, come la pienezza d'una regina che basta alla gioia del re suo sposo - perché fra tutte le creature ella è stata assolutamente la prima nella preoccupazione e nelle attenzioni amorose del Padre, perché partecipa, nello stesso decreto, alla predestinazione regale del suo divin Figlio. La Chiesa, mossa dallo Spirito Santo che solo conosce perfettamente la profondità insondabile del Mistero di Maria, non ha esitato ad applicare alla regina dell'universo il testo dei Proverbi sull'eterna processione della Sapienza: "Jahvè mi ha dato l'essere come primizia delle sue vie, come preambolo delle sue opere e questo da sempre" (Prov. 8, za).
Sebbene tutto sia stato voluto e predestinato per l'onore e la gloria di Cristo re e con ciò ad onore e gloria della SS. Trinità, tuttavia tutto è stato indissolubilmente voluto, predestinato e creato anche per la gloria e l'onore della regina dell'universo, sposa del re dei cieli. Tutto è stato fatto per il Cristo e nello stesso tempo tutto è stato fatto per Maria, la quale, con suo Figlio, forma un solo Mistero di regalità, una sola coppia regale ».
« È a motivo di lei, diceva san Bernardo, che tutto è stato creato. È pure a motivo di lei, per lei, che tutto è stato riparato ».
S. Alberto dice: « E Maria è la causa finale della nostra rigenerazione, perché tutta l'opera della nostra Redenzione fu, dopo Dio, ordinata a sua gloria e onore ».
Per tal motivo la Chiesa applica alla Madonna la parola dei Proverbi: « Dall'eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata.
Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull'abisso; quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell'abisso; quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo » (Prov. 8, 22-31).
Nessun commento:
Posta un commento