venerdì 6 agosto 2021

Un Mondo secondo il Cuore di Dio

 


LO SPIRITO DEL MONDO 

***

È il demonio stesso che suggerisce ciò a queste anime, per poter egli lavorare meglio nel mondo. 

A ciò si può controbattere portando l’esempio di due personaggi che lottarono coraggiosamente contro lo spirito del mondo e che appaiono con Cristo sul monte Tabor: Mosè ed Elia. 

Mosè « afferrò il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell’acqua e la fece trangugiare ai figli di Israele». Poi parlò così alla tribù di Levi che si mise ai suoi ordini: 

« Dice il Signore, il Dio di Israele: Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell’accampamento da una parte all’altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente». 

Il profeta Elia non fu meno inflessibile: « Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno! Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò». 

Potremmo tirare una breve conclusione da questi fatti: fintanto che noi ci scandalizziamo di queste cose, significa che il nostro spirito mondano ci rende incapaci di comprendere la giustizia di Dio. Lo spirito del mondo ha fatto dimenticare questo attributo divino, presentando la sua misericordia prolungata in modo sproporzionato rispetto alla giustizia. Perché se infinita è la sua misericordia, lo è anche la sua giustizia. Quando comincia l’una e termina l’altra? Lo spirito del mondo non è il più indicato per saperlo. E quegli uomini, Mosè ed Elia, in quei momenti erano spinti da una forza superiore a loro stessi, realizzando la giustizia divina. Perché la nostra ragione non concorda con ciò? Questo disaccordo rivela che la nostra ragione è ancorata, non nella fede, ma nello spirito del mondo; questo vive o del sentimentalismo o dell’interesse personale. E tanto la giustizia come la misericordia divine si devono comprendere con una fede che ha per base la suprema Ragione. Solo coloro che siano uniti per la fede in Essa, conosceranno esattamente l’ora della misericordia e l’ora della giustizia. 

Era lo stesso spirito del mondo, il quale, oltre che dal “ragionevole”, si lascia prendere dall’indignazione, quello che non permise ai “figli del tuono” di vedere esattamente l’ora della giustizia: «Facciamo scendere fuoco dal cielo che li consumi». Gesù mostra loro che sono dominati, in quei momenti, da uno spirito estraneo alla Volontà del Padre: 

« Non sapete a che spirito appartenete». L’ora di Gesù era l’“ora” della misericordia divina: «Sono venuto a salvare le pecore perdute di Israele». 

Conoscere quell’“ora” non è facile a coloro che vivono immersi in tutto ciò con cui li distrae lo spirito del mondo. Una critica sincera di tutto quello che distrae gli uomini lontani da Dio sarebbe insopportabile per loro ed essi si ribellerebbero a questo giudizio radicale; per loro è impossibi- le all’uomo vivere senza alcuna distrazione. Chiunque pensi così è perché, in realtà, non ha incontrato Dio. Perché quando lo si è incontrato, tutto ciò che distrae da Lui, offende e disgusta. Può succedere che per alcuni istanti richiami l’attenzione dei nostri sensi, ma il fondo dell’anima fugge a cercare Colui che è la propria vita, Dio, «per il quale furono fatte tutte le cose che vediamo e senza del quale niente fu fatto». 

Questo è totalmente inintelligibile per quelli che ragionano coi sensi e vivono nello sport, nella politica, nelle case di piacere, negli affari, nelle riunioni sociali, negli studi, ecc. e perfino in certe “opere di apostolato” fatte allo scopo di “passare il tempo” e contemporaneamente di far qualcosa “per Cristo” e “per i fratelli”: è un’altra forma di “distrazione” che allontana le anime buone dal compimento della Volontà del Padre. 

Tutto questo tiene gli uomini, non solo distratti, ma ciechi. Come abbiamo detto precedentemente, è lo stesso spirito del mondo che lavora in diverse zone dell’anima umana. Quelli che non prende con un laccio, li prende con un altro. L’uomo d’affari guarda con disgusto chi consuma le proprie energie nello sport o in case di prostituzione. L’uomo d’affari pensa di essere l’uomo ragionevole che sa utilizzare la propria intelligenza, il proprio tempo e il proprio denaro; e se, oltre a ciò, assiste a qualche celebrazione religiosa, lì abbiamo lo spirito del mondo in una forma sottile, elegante e perfino col nome di cristianesimo. Per lui, la grazia deve adattarsi al corso normale dei suoi affari; il contrario sarebbe fanatismo. L’importante sono i suoi affari; può essere che la religione occupi il secondo posto, se non occupa il quarto o l’ultimo. In modo simile ragiona chi ha come forma di “distrazione” le “opere di apostolato”; l’importante sono le sue opere; che siano d’accordo o no con la Volontà di Dio, a questo neppure si pensa. È Dio che deve adattarsi alla volontà dell’uomo, e siccome Egli lo “permette”, come permette il male, gli uomini continuano a pensare che quello lo vuole Dio. 

E sarebbero questi uomini, quelli che devono giudicare quando è l’ora della giustizia e quando è l’ora della misericor- dia di Dio? Con la loro frivolezza e leggerezza mondana arrivano a profanare col proprio giudizio quel che mai sarà loro dato di conoscere: il piano divino e misterioso della salvezza degli uomini. 

***

JOSÉ BARRIUSO 

Nessun commento:

Posta un commento