lunedì 6 settembre 2021

Nuovi sviluppi su Fatima: le rivelazioni clamorose del 2006-2007

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Il tentativo di Bertone di salvare la “versione ufficiale”

Al contrario dei “Fatimiti”, ingiustamente marginalizzati417, Socci  non poteva venire ignorato. Ma come riuscire a rispondergli senza  mettere a repentaglio la “versione ufficiale” con nuove discrepanze,  silenzi imbarazzanti e rivelazioni involontarie? Non ci sarebbero riusciti,  in effetti, perché durante i tentativi del Cardinale Bertone di limitare i  danni causati da Socci alla linea del Partito, vennero commessi talmente  tanti passi falsi che oramai la “versione ufficiale” del Terzo Segreto (per  chi si prende la briga di esaminare a fondo la vicenda) è completamente  destituita di qualsiasi credibilità. 

Anche per un libro come il nostro è impossibile elencare tutti  i maldestri e fallimentari tentativi di Bertone di tenere segreta la  controversia sul Terzo Segreto, dopo che quest’ultima era letteralmente  esplosa grazie al Quarto Segreto e all’onesta ammissione di Capovilla.  Per raccogliere tutti questi passi falsi ci vorrebbe un libro intero, come  quelli di Socci o dell’avvocato e saggista Cattolico Christopher A.  Ferrara, citato precedentemente e che è stato pubblicato sia in Italia  che negli Stati Uniti418 (proprio come il Quarto Segreto). Oppure, per  avere un quadro generale dei fatti riportati dettagliatamente da Socci e  Ferrara, si dovrebbe guardare il documentario The Secret Still Silenced, lungo un’ora e anch’esso disponibile in edizione italiana, oltre a quella  inglese. Ai fini di questo libro analizzeremo i maggiori sviluppi avvenuti  nel biennio 2006-2007, durante il quale la campagna intrapresa da  Bertone per difendere la “versione ufficiale” sarebbe fallita miseramente.  Questi sviluppi dimostrano senza ombra di dubbi che un testo del Terzo  Segreto è stato sicuramente nascosto. 

Un libro che non fornisce alcuna risposta

La prima mossa del Cardinale Bertone fu quella di affrettare l’uscita  di un suo libro, L’ultima veggente di Fatima, pubblicato il 10 maggio  2007, in “risposta” alle accuse di Socci, secondo il quale il Cardinale ed il  Vaticano stanno nascondendo un testo del Segreto. Il libro è una specie  di intervista al Cardinale da parte del vaticanista Giuseppe de Carli,  fervente ammiratore di Bertone, le cui domande servili non solo non  pongono alcun problema a Bertone, ma gli sono semmai servite proprio  a promuovere quella che Socci aveva definito “la ricostruzione ufficiale”  del Terzo Segreto. 

Come dimostra Socci, nella sua risposta al libro di Bertone apparsa  sull’edizione del 12 maggio 2007 del quotidiano Libero419, il tentativo di  Bertone costituiva motivo di pesante imbarazzo, sia per il Cardinale che  per il Vaticano - un disastro vero e proprio, in effetti, perché quel libro  non aveva affrontato nessuna delle prove a supporto della tesi secondo la  quale il Vaticano starebbe nascondendo una parte del Segreto, minando  in tal modo la credibilità stessa di Bertone. Non solo, il Cardinale si era  anche abbassato ad insultare Socci (svilendo in questo modo la sua  prestigiosa carica di Segretario di Stato), definendo le sue accuse “pure  farneticazioni”, accusando il giornalista di mentire deliberatamente,  dandogli del “mendace” e accusandolo addirittura di fare il gioco della  Massoneria, in quella che è probabilmente l’affermazione più ridicola  e involontariamente comica di tutto il periodo post-conciliare! In altre  parole, Bertone stava agendo come un uomo ferito e disperato e non  certo come un Segretario di Stato del Vaticano. 

L’ultima veggente di Bertone non è altro che una raccolta di vaghe  “risposte” contenute in ben 140 pagine, nelle quali il Cardinale non  risponde nel merito neanche ad una sola delle critiche ben argomentate  di Socci. Per esempio, in merito alla controversia sulle parole mancanti  della Vergine, che si troverebbero all’interno di quell’”eccetera” di Suor  Lucia, Bertone si limita a ribadire il contenzioso senza dare alcuna  risposta. Non era difficile prevederlo, perché erano stati proprio  Bertone ed i suoi collaboratori (come argomenta Socci nel suo libro) ad  aver deliberatamente omesso quell’importantissimo “eccetera” dal testo  integrale del Messaggio di Fatima, relegandolo ad una mera nota a più  di pagina e senza che il “Commentario ufficiale” del Terzo Segreto,  l’MDF di Bertone, ne fornisse alcuna spiegazione. 

Un altro esempio è dato dal modo con cui Bertone svia la  domanda sulle innumerevoli prove (tra le quali le affermazioni di 3  testimoni oculari ed una fotografia) che confermavano l’esistenza di  un documento scritto su di un unico foglio e composto da 25 righe di  testo, che era custodito separatamente nella camera da letto dal Papa,  rispetto all’altro testo (la visione, scritta su 4 pagine e lungo 62 righe)  che invece era custodito negli archivi del Sant’Uffizio. Bertone si limita  a dire che negli archivi non c’era mai stato un documento scritto su di  un unico testo, ma non dice nulla su ciò che si trovava all’interno della  camera da letto del Papa. Non solo, dopo aver evitato accuratamente  di negare l’esistenza di un testo mancante e custodito nella camera del  Papa, Bertone all’improvviso rivela - per la prima volta - che alcuni anni  fa Suor Lucia gli aveva rivelato, durante un’intervista non registrata, che  quel testo della visione scritto su quattro pagine era “il Terzo Segreto, e  io non ne ho mai scritti altri.”

Ci viene chiesto di credere che Suor Lucia abbia pronunciato questa  frase, mai riportata prima, durante una dei tre interrogatori condotti da  Bertone (per un totale di dieci ore di colloqui) che, come risponde Socci,  “incredibilmente... non furono né registrati, né filmati, né verbalizzati.”  Bertone, tuttavia, afferma di aver “preso appunti”, che ammontano a  circa 4 minuti di trascrizione su un totale di ben 10 ore di presunti  colloqui. Socci si chiede giustamente: “Perché una frase così importante  non fu riportata da Bertone nella pubblicazione ufficiale [del 2000]?”  Per di più, perché era stata rivelata solo dopo la morte di Suor Lucia,  che quindi non poteva più confermarne o negarne l’esattezza? Come  dimostra Socci in merito a questi e a molti altri esempi di presunte  affermazioni di Suor Lucia che sarebbero state rilasciate a Bertone  durante quei presunti colloqui, gli “appunti” misteriosi di Bertone  confermano solo ciò che serve al Cardinale e quando gli fa più comodo,  non un momento prima e non un momento dopo: un fatto decisamente  sospetto. Eppure, nessuna di queste presunte affermazioni di Suor  Lucia ha trovato posto nel commentario del Vaticano pubblicato nel  2000, all’interno del quale invece avrebbero potuto aiutare non poco la  posizione del Vaticano. In effetti Suor Lucia, durante quell’anno, venne  tenuta completamente al riparo da qualsiasi intervista o commento  sulla “rivelazione” del Terzo Segreto, e questo malgrado fosse l’unica  testimone vivente dei suoi veri contenuti. 

La risposta di Socci su Libero pone poi a Bertone la tipica domanda  da un milione di dollari: “[P]erché il prelato non chiese alla veggente  se aveva mai scritto il seguito delle misteriose parole della Madonna  sospese dall’eccetera (“In Portogallo si conserverà sempre il dogma  della fede ecc”) che sono sempre state considerate dagli esperti l’incipit del Terzo Segreto? Davvero strano.” O forse Bertone quella domanda  gliela pose davvero, e dovette probabilmente ricevere una risposta che  non gli piacque e che non volle rendere pubblica. Forse quella risposta  è contenuta nei suoi “appunti”, ma dubitiamo fortemente che questi  possano mai vedere la luce del sole. 

Come osserva ulteriormente Socci nella sua risposta, il libro di  Bertone non solo non risponde a nessuna delle domande sollevate da Il  Quarto Segreto, ma “anzi pone ulteriori problemi. Ho provato addirittura  imbarazzo a leggere una cosa tanto pasticciata e autolesionista.” Ad  esempio, per sostenere la Linea del Partito del Vaticano, secondo la  quale il Messaggio di Fatima (e quindi il Terzo Segreto) appartiene  al passato perché la Russia è già “convertita”, Bertone nel suo libro  “accredita pure la voce che Gorbaciov, nella storica visita a papa Wojtyla  del 1° dicembre 1989, ‘abbia fatto mea culpa’ davanti al Papa”, un mito  che “fu ufficialmente smentito dalla Sala Stampa vaticana il 2 marzo  1998.”

Un’altro colpo suicida di Bertone è la sua stessa affermazione  (contenuta ne L’ultima veggente a pag. 101) secondo la quale Suor Lucia  “non lavorò mai col computer”. Qui Bertone si dimentica del fatto che,  quando gli era invece conveniente, aveva affermato proprio l’opposto  e cioè che “Suor Lucia usava alla fine perfino il computer” nel 1989  – un’affermazione che, come fa notare Socci, “serviva ad accreditare  certe lettere del 1989 di Suor Lucia, che non erano autografe e  contraddicevano quanto aveva detto in precedenza sulla Consacrazione  della Russia.” Bertone ha quindi inavvertitamente demolito tutte  le pretese che volevano Suor Lucia come autrice di quelle lettere,  specialmente quella dell’8 novembre 1989 indirizzata al sig. Noelker  e riportata dal MDF come unica prova a supporto della tesi secondo la  quale la Consacrazione della Russia era stata compiuta nel 1984. 

Le notevoli omissioni, ammissioni e incongruenze di Bertone, nel  suo tentativo di rispondere a Socci, non hanno fatto altro che rafforzare  la convinzione di quest’ultimo (e quella di milioni di altri) secondo cui,  per usare proprio le parole di Socci in replica al libro del Cardinale: “È  evidente che il ‘quarto segreto’ di Fatima (ovvero la parte nascosta del  terzo) esiste, e nel mio libro penso di averlo dimostrato.”

Ma Socci non è contento per essere stato “vendicato” dagli attacchi  suicidi e inefficaci di Bertone, e ne spiega il motivo: 

Per qualunque autore sarebbe un colpo eccezionale vedersi  attaccato personalmente dal Segretario di Stato vaticano senza uno  straccio di argomento. Ma per me è un disastro, perché mi sento  prima cattolico che giornalista. Avrei preferito … essere confutato.  Oppure avrei voluto che la Santa Sede si decidesse a rivelare  tutta la verità sul “terzo segreto” di Fatima, pubblicando – come la Madonna aveva chiesto – la parte ancora nascosta. Altrimenti  avrei preferito essere ignorato, snobbato, boicottato. L’unica cosa  sbagliata, l’unica cosa da evitare è precisamente ciò che Bertone ha fatto: esporsi pubblicamente senza rispondere a nulla e anzi  aggiungendo trovate disastrose. Per lui e per il Vaticano. 420

L’importanza di questo sviluppo è lapalissiana: un giornalista e  intellettuale Cattolico, assai famoso e dalla condotta irreprensibile, ha  accusato pubblicamente il Vaticano di nascondere un testo contenente  una profezia della Vergine, che riguarderebbe l’apostasia nella Chiesa  e forse avvenimenti di portata apocalittica per tutta l’umanità, mentre  al contempo il Vaticano non fornisce alcuna spiegazione alle accuse,  ad eccezione di una sgangherata collezione di mezze risposte e insulti  pronunciati dal suo Segretario di Stato. 

Il libro di Bertone si vantava di avere un’introduzione scritta in  forma di lettera da Papa Benedetto XVI, che tuttavia evita accuratamente  di entrare in alcun dettaglio della controversia. Eppure, in quello che  sembrò un vero e proprio colpo di scena nella vicenda, anche Socci  rivelò di aver ricevuto una lettera da parte del Papa, “riguardo al mio  libro, ringraziandomi per i ‘sentimenti che l’hanno suggerito’.” Socci ha  affermato che le parole del Papa gli sono state di conforto “di fronte agli  insulti e alle scomposte accuse” che Bertone gli aveva lanciato contro.  Socci è comprensibilmente confortato dalla lettera del Papa, tuttavia  questo fatto solleva altre domande spinose: perché il Papa ha voluto  ringraziare Socci per un libro che metteva sotto accusa il Segretario di  Stato del Vaticano perché colpevole di censurare le parole stesse della  Madre di Dio - mentre al tempo stesso ha inviato una lettera generica,  apparentemente di sostegno, a quello stesso Segretario di Stato per un  suo libro che non è altro se non un attacco diretto a Socci, pieno di insulti  e sviamenti che non fanno altro che confermare i sospetti dei fedeli? Se  ciò che dice Bertone è vero e ciò che dice Socci è falso, perché la lettera  del Papa a Socci non sembra contenere alcuna parola di riprovazione  o correzione in merito alle affermazioni del giornalista? C’è solo una  possibile spiegazione: il Papa sa che Socci ha ragione, e quindi non può  condannare personalmente il suo libro. È lo stesso motivo per cui né Il  Papa né la Santa Sede si sono mai pronunciati ufficialmente contro Il  quarto segreto di Fatima. Questo silenzio ufficiale in realtà è fragoroso,  perché di per sé costituisce una conferma dell’intera tesi “Fatimita.”

Padre Paul Kramer

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