La Battaglia Finale del Diavolo
Il tentativo di Bertone di salvare la “versione ufficiale”
Al contrario dei “Fatimiti”, ingiustamente marginalizzati417, Socci non poteva venire ignorato. Ma come riuscire a rispondergli senza mettere a repentaglio la “versione ufficiale” con nuove discrepanze, silenzi imbarazzanti e rivelazioni involontarie? Non ci sarebbero riusciti, in effetti, perché durante i tentativi del Cardinale Bertone di limitare i danni causati da Socci alla linea del Partito, vennero commessi talmente tanti passi falsi che oramai la “versione ufficiale” del Terzo Segreto (per chi si prende la briga di esaminare a fondo la vicenda) è completamente destituita di qualsiasi credibilità.
Anche per un libro come il nostro è impossibile elencare tutti i maldestri e fallimentari tentativi di Bertone di tenere segreta la controversia sul Terzo Segreto, dopo che quest’ultima era letteralmente esplosa grazie al Quarto Segreto e all’onesta ammissione di Capovilla. Per raccogliere tutti questi passi falsi ci vorrebbe un libro intero, come quelli di Socci o dell’avvocato e saggista Cattolico Christopher A. Ferrara, citato precedentemente e che è stato pubblicato sia in Italia che negli Stati Uniti418 (proprio come il Quarto Segreto). Oppure, per avere un quadro generale dei fatti riportati dettagliatamente da Socci e Ferrara, si dovrebbe guardare il documentario The Secret Still Silenced, lungo un’ora e anch’esso disponibile in edizione italiana, oltre a quella inglese. Ai fini di questo libro analizzeremo i maggiori sviluppi avvenuti nel biennio 2006-2007, durante il quale la campagna intrapresa da Bertone per difendere la “versione ufficiale” sarebbe fallita miseramente. Questi sviluppi dimostrano senza ombra di dubbi che un testo del Terzo Segreto è stato sicuramente nascosto.
Un libro che non fornisce alcuna risposta
La prima mossa del Cardinale Bertone fu quella di affrettare l’uscita di un suo libro, L’ultima veggente di Fatima, pubblicato il 10 maggio 2007, in “risposta” alle accuse di Socci, secondo il quale il Cardinale ed il Vaticano stanno nascondendo un testo del Segreto. Il libro è una specie di intervista al Cardinale da parte del vaticanista Giuseppe de Carli, fervente ammiratore di Bertone, le cui domande servili non solo non pongono alcun problema a Bertone, ma gli sono semmai servite proprio a promuovere quella che Socci aveva definito “la ricostruzione ufficiale” del Terzo Segreto.
Come dimostra Socci, nella sua risposta al libro di Bertone apparsa sull’edizione del 12 maggio 2007 del quotidiano Libero419, il tentativo di Bertone costituiva motivo di pesante imbarazzo, sia per il Cardinale che per il Vaticano - un disastro vero e proprio, in effetti, perché quel libro non aveva affrontato nessuna delle prove a supporto della tesi secondo la quale il Vaticano starebbe nascondendo una parte del Segreto, minando in tal modo la credibilità stessa di Bertone. Non solo, il Cardinale si era anche abbassato ad insultare Socci (svilendo in questo modo la sua prestigiosa carica di Segretario di Stato), definendo le sue accuse “pure farneticazioni”, accusando il giornalista di mentire deliberatamente, dandogli del “mendace” e accusandolo addirittura di fare il gioco della Massoneria, in quella che è probabilmente l’affermazione più ridicola e involontariamente comica di tutto il periodo post-conciliare! In altre parole, Bertone stava agendo come un uomo ferito e disperato e non certo come un Segretario di Stato del Vaticano.
L’ultima veggente di Bertone non è altro che una raccolta di vaghe “risposte” contenute in ben 140 pagine, nelle quali il Cardinale non risponde nel merito neanche ad una sola delle critiche ben argomentate di Socci. Per esempio, in merito alla controversia sulle parole mancanti della Vergine, che si troverebbero all’interno di quell’”eccetera” di Suor Lucia, Bertone si limita a ribadire il contenzioso senza dare alcuna risposta. Non era difficile prevederlo, perché erano stati proprio Bertone ed i suoi collaboratori (come argomenta Socci nel suo libro) ad aver deliberatamente omesso quell’importantissimo “eccetera” dal testo integrale del Messaggio di Fatima, relegandolo ad una mera nota a più di pagina e senza che il “Commentario ufficiale” del Terzo Segreto, l’MDF di Bertone, ne fornisse alcuna spiegazione.
Un altro esempio è dato dal modo con cui Bertone svia la domanda sulle innumerevoli prove (tra le quali le affermazioni di 3 testimoni oculari ed una fotografia) che confermavano l’esistenza di un documento scritto su di un unico foglio e composto da 25 righe di testo, che era custodito separatamente nella camera da letto dal Papa, rispetto all’altro testo (la visione, scritta su 4 pagine e lungo 62 righe) che invece era custodito negli archivi del Sant’Uffizio. Bertone si limita a dire che negli archivi non c’era mai stato un documento scritto su di un unico testo, ma non dice nulla su ciò che si trovava all’interno della camera da letto del Papa. Non solo, dopo aver evitato accuratamente di negare l’esistenza di un testo mancante e custodito nella camera del Papa, Bertone all’improvviso rivela - per la prima volta - che alcuni anni fa Suor Lucia gli aveva rivelato, durante un’intervista non registrata, che quel testo della visione scritto su quattro pagine era “il Terzo Segreto, e io non ne ho mai scritti altri.”
Ci viene chiesto di credere che Suor Lucia abbia pronunciato questa frase, mai riportata prima, durante una dei tre interrogatori condotti da Bertone (per un totale di dieci ore di colloqui) che, come risponde Socci, “incredibilmente... non furono né registrati, né filmati, né verbalizzati.” Bertone, tuttavia, afferma di aver “preso appunti”, che ammontano a circa 4 minuti di trascrizione su un totale di ben 10 ore di presunti colloqui. Socci si chiede giustamente: “Perché una frase così importante non fu riportata da Bertone nella pubblicazione ufficiale [del 2000]?” Per di più, perché era stata rivelata solo dopo la morte di Suor Lucia, che quindi non poteva più confermarne o negarne l’esattezza? Come dimostra Socci in merito a questi e a molti altri esempi di presunte affermazioni di Suor Lucia che sarebbero state rilasciate a Bertone durante quei presunti colloqui, gli “appunti” misteriosi di Bertone confermano solo ciò che serve al Cardinale e quando gli fa più comodo, non un momento prima e non un momento dopo: un fatto decisamente sospetto. Eppure, nessuna di queste presunte affermazioni di Suor Lucia ha trovato posto nel commentario del Vaticano pubblicato nel 2000, all’interno del quale invece avrebbero potuto aiutare non poco la posizione del Vaticano. In effetti Suor Lucia, durante quell’anno, venne tenuta completamente al riparo da qualsiasi intervista o commento sulla “rivelazione” del Terzo Segreto, e questo malgrado fosse l’unica testimone vivente dei suoi veri contenuti.
La risposta di Socci su Libero pone poi a Bertone la tipica domanda da un milione di dollari: “[P]erché il prelato non chiese alla veggente se aveva mai scritto il seguito delle misteriose parole della Madonna sospese dall’eccetera (“In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede ecc”) che sono sempre state considerate dagli esperti l’incipit del Terzo Segreto? Davvero strano.” O forse Bertone quella domanda gliela pose davvero, e dovette probabilmente ricevere una risposta che non gli piacque e che non volle rendere pubblica. Forse quella risposta è contenuta nei suoi “appunti”, ma dubitiamo fortemente che questi possano mai vedere la luce del sole.
Come osserva ulteriormente Socci nella sua risposta, il libro di Bertone non solo non risponde a nessuna delle domande sollevate da Il Quarto Segreto, ma “anzi pone ulteriori problemi. Ho provato addirittura imbarazzo a leggere una cosa tanto pasticciata e autolesionista.” Ad esempio, per sostenere la Linea del Partito del Vaticano, secondo la quale il Messaggio di Fatima (e quindi il Terzo Segreto) appartiene al passato perché la Russia è già “convertita”, Bertone nel suo libro “accredita pure la voce che Gorbaciov, nella storica visita a papa Wojtyla del 1° dicembre 1989, ‘abbia fatto mea culpa’ davanti al Papa”, un mito che “fu ufficialmente smentito dalla Sala Stampa vaticana il 2 marzo 1998.”
Un’altro colpo suicida di Bertone è la sua stessa affermazione (contenuta ne L’ultima veggente a pag. 101) secondo la quale Suor Lucia “non lavorò mai col computer”. Qui Bertone si dimentica del fatto che, quando gli era invece conveniente, aveva affermato proprio l’opposto e cioè che “Suor Lucia usava alla fine perfino il computer” nel 1989 – un’affermazione che, come fa notare Socci, “serviva ad accreditare certe lettere del 1989 di Suor Lucia, che non erano autografe e contraddicevano quanto aveva detto in precedenza sulla Consacrazione della Russia.” Bertone ha quindi inavvertitamente demolito tutte le pretese che volevano Suor Lucia come autrice di quelle lettere, specialmente quella dell’8 novembre 1989 indirizzata al sig. Noelker e riportata dal MDF come unica prova a supporto della tesi secondo la quale la Consacrazione della Russia era stata compiuta nel 1984.
Le notevoli omissioni, ammissioni e incongruenze di Bertone, nel suo tentativo di rispondere a Socci, non hanno fatto altro che rafforzare la convinzione di quest’ultimo (e quella di milioni di altri) secondo cui, per usare proprio le parole di Socci in replica al libro del Cardinale: “È evidente che il ‘quarto segreto’ di Fatima (ovvero la parte nascosta del terzo) esiste, e nel mio libro penso di averlo dimostrato.”
Ma Socci non è contento per essere stato “vendicato” dagli attacchi suicidi e inefficaci di Bertone, e ne spiega il motivo:
Per qualunque autore sarebbe un colpo eccezionale vedersi attaccato personalmente dal Segretario di Stato vaticano senza uno straccio di argomento. Ma per me è un disastro, perché mi sento prima cattolico che giornalista. Avrei preferito … essere confutato. Oppure avrei voluto che la Santa Sede si decidesse a rivelare tutta la verità sul “terzo segreto” di Fatima, pubblicando – come la Madonna aveva chiesto – la parte ancora nascosta. Altrimenti avrei preferito essere ignorato, snobbato, boicottato. L’unica cosa sbagliata, l’unica cosa da evitare è precisamente ciò che Bertone ha fatto: esporsi pubblicamente senza rispondere a nulla e anzi aggiungendo trovate disastrose. Per lui e per il Vaticano. 420
L’importanza di questo sviluppo è lapalissiana: un giornalista e intellettuale Cattolico, assai famoso e dalla condotta irreprensibile, ha accusato pubblicamente il Vaticano di nascondere un testo contenente una profezia della Vergine, che riguarderebbe l’apostasia nella Chiesa e forse avvenimenti di portata apocalittica per tutta l’umanità, mentre al contempo il Vaticano non fornisce alcuna spiegazione alle accuse, ad eccezione di una sgangherata collezione di mezze risposte e insulti pronunciati dal suo Segretario di Stato.
Il libro di Bertone si vantava di avere un’introduzione scritta in forma di lettera da Papa Benedetto XVI, che tuttavia evita accuratamente di entrare in alcun dettaglio della controversia. Eppure, in quello che sembrò un vero e proprio colpo di scena nella vicenda, anche Socci rivelò di aver ricevuto una lettera da parte del Papa, “riguardo al mio libro, ringraziandomi per i ‘sentimenti che l’hanno suggerito’.” Socci ha affermato che le parole del Papa gli sono state di conforto “di fronte agli insulti e alle scomposte accuse” che Bertone gli aveva lanciato contro. Socci è comprensibilmente confortato dalla lettera del Papa, tuttavia questo fatto solleva altre domande spinose: perché il Papa ha voluto ringraziare Socci per un libro che metteva sotto accusa il Segretario di Stato del Vaticano perché colpevole di censurare le parole stesse della Madre di Dio - mentre al tempo stesso ha inviato una lettera generica, apparentemente di sostegno, a quello stesso Segretario di Stato per un suo libro che non è altro se non un attacco diretto a Socci, pieno di insulti e sviamenti che non fanno altro che confermare i sospetti dei fedeli? Se ciò che dice Bertone è vero e ciò che dice Socci è falso, perché la lettera del Papa a Socci non sembra contenere alcuna parola di riprovazione o correzione in merito alle affermazioni del giornalista? C’è solo una possibile spiegazione: il Papa sa che Socci ha ragione, e quindi non può condannare personalmente il suo libro. È lo stesso motivo per cui né Il Papa né la Santa Sede si sono mai pronunciati ufficialmente contro Il quarto segreto di Fatima. Questo silenzio ufficiale in realtà è fragoroso, perché di per sé costituisce una conferma dell’intera tesi “Fatimita.”
Padre Paul Kramer
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