domenica 24 ottobre 2021

I Dieci Comandamenti

 


Il sesto Comandamento: “Non commettere atti impuri”. 


6.6 Sodoma e Gomorra furono veramente distrutte per i peccati contro il sesto comandamento? Una risposta negli scritti di Maria Valtorta. 


Tanto si è discusso e ancora (attualissimo in questi tempi) del peccato consumato fra uomini o donne, o con gli animali.  

S. Paolo aveva chiaramente detto la sua a questo proposito, basta leggere le sua lettera ai romani 118 .  

Trovo però ancora almeno due conferme, nei testi valtortiani, che Sodoma e Gomorra furono arse per “frenare le cupidigie reciproche fra uomini”. 

Da: L'Evangelo come mi è stato rivelato - vol. 4 - cap. 262, ed. CEV. 

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Pietro dice: «Un bel matto quel Filippo! 119 A momenti rinnegava la moglie e la figlia se non ti mettevi a fargli capire la ragione».  

«Speriamo però che duri nel pentimento attuale e non gli ripigli subito la mattana del dispregio verso le femmine. In fondo... è per le donne che il mondo va avanti», dice Tommaso, e molti ridono dell'uscita.  

«Certo. È  vero. Ma sono più immonde di noi e...», risponde Bartolomeo.  

«Ma va! Riguardo a immondezza!... Anche noi non siamo degli angeli.  

Ecco, io vorrei sapere se dopo la Redenzione sarà sempre così per la donna. Ci insegnano ad onorare la madre, ad avere il massimo rispetto alle sorelle, alle figlie, alle zie, alle nuore, alle cognate e poi... anatema di qua, anatema di là! Nel Tempio no. Avvicinarle, molte volte, no...  

Ha peccato Eva? D'accordo. Ma ha peccato anche Adamo. Dio ha dato ad Eva il suo castigo ed è ben severo. Non basta?». 

«Ma Toma! La donna è considerata impura anche da Mosè». 

« Il quale senza le donne sarebbe morto affogato... Però, abbi pazienza, Bartolmai, ti ricordo, anche che io non sia dotto come te, ma solo un battiloro, che Mosè cita le impurità carnali della donna perché noi la si rispetti, non per metterla all'anatema». 

La discussione si accende. Gesù, che era avanti, proprio con le donne e con Giovanni e Giuda Iscariota, si ferma e si volta, e interviene: «Dio aveva davanti un popolo moralmente e spiritualmente informe, contaminato da contatti con idolatri. 

Voleva di esso farne un popolo forte nel fisico e nello spirito. Dette come precetti le norme salutari alla robustezza fisica e salutari all'onestà dei costumi. Non poteva fare diversamente per frenare le cupidigie maschili, acciò i peccati per cui fu sommersa la Terra e arsa Sodoma e Gomorra non si ripetessero. Ma nel tempo futuro la donna redenta non sarà così oppressa come lo è ora. Rimarranno i divieti di prudenza fisica, ma saranno levati gli ostacoli al suo venire al Signore. Io già li levo per preparare le prime sacerdotesse del tempo futuro». 

«Oh! ci saranno le donne sacerdoti?!», chiede quasi sbalordito Filippo. 

«Non mi fraintendete. Non saranno sacerdotesse come gli uomini, non consacreranno e non amministreranno i doni di Dio 120 , quelli che voi non potete per ora sapere. Ma saranno della classe sacerdotale lo stesso, cooperando con i sacerdoti al bene delle anime, in molti modi». 

«Predicheranno?», chiede incredulo Bartolomeo.  

«Come già predica mia Madre». 

«Faranno pellegrinaggi apostolici?», chiede Matteo.  

«Si. Portando la Fede molto lontano e, devo dirlo, con ancor più eroismo degli uomini». 

«Faranno miracoli?», chiede ridendo l'Iscariota.  

« Qualcuna farà anche miracoli. Ma non vi basate sul miracolo come sulla cosa essenziale. Esse, le donne sante, faranno anche molti miracoli di conversioni con la preghiera». 

«Umh! le donne pregare, al punto di fare miracoli!», borbotta Natanaele.  

«Non essere chiuso come uno scriba, Bartolomeo. Secondo te cosa è la preghiera?».  

«Il rivolgersi a Dio con le formule che sappiamo».  

«Questo e più ancora. La preghiera è la conversazione del cuore con Dio e dovrebbe essere lo stato abituale dell'uomo. La donna, per la sua vita più ritirata della nostra e per la sua facoltà affettiva più forte della nostra, è portata a questa conversazione con Dio più di noi. In essa ella trova conforto ai suoi dolori, sollievo alle sue fatiche, che non sono solo quelle della casa e del generare, ma anche quelle di sopportare noi uomini; trova ciò che asciuga i suoi pianti e riconduce un sorriso nel cuore. Perché essa sa parlare con Dio e più ancora lo saprà in futuro.  

Gli uomini saranno i giganti della dottrina, le donne saranno sempre quelle che col loro orare sostengono i giganti e anche il mondo, perché molte sventure saranno evitate per le loro preghiere e molti castighi trattenuti. 121 Perciò faranno miracolo, invisibile per lo più e conosciuto solo da Dio, ma non perciò irreale». 

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Da: I Quaderni del 1945- 1950 – L’Apocalisse, ed. CEV. 

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«Giovanni, vedendo le sette chiese di allora, le sette luci più o meno luminose di allora, non solo quelle ha viste, ma le altre chiese che si sarebbero formate nei secoli, così come ha antevisto ciò che è accaduto e ciò che dovrà accadere, e in Terra, e in Cielo, e negli inferi. 122 

Ha visto. Le luci di santità. Le ombre di ingiustizia.  

Il crescere della spiritualità. Il crescere dell’umanità, anzi della materialità. Il fiammeggiare della carità e della sapienza nutrita da essa, fiammeggiare elevantesi al Cielo.  

E il fumare nebbioso della scienza priva di sapienza, strisciante a terra, quando l’uomo tenta di spiegare se stesso e tante altre cose del creato col suo solo sapere. Il fumare nauseabondo delle lussurie dell’io, di tutte le lussurie.  

Il fumare colpevole degli egoismi e delle ferocie. Fumo, fumo, nulla più che fumo, e fumo nocivo 123 , che striscia a terra, che si insinua, che sporca, che avvelena, che uccide.  

Uccide le cose più “buone” nel senso che Dio dà a questa parola, e che noi diremmo: le cose più “belle”. Le tre e le quattro virtù, i rapporti sociali, le coscienze, gli intelletti, la pace familiare... Tutte cose che il fumo, che è dove non è fiammeggiare di carità, uccide, avvelena, sporca e penetra. Il formarsi del mondo nuovo: del mondo di Gesù, del suo Regno. E il formarsi di un mondo nuovo nel nuovo: del mondo dell’anticristo, del regno suo. 

I trionfi del cristianesimo. Le sconfitte del cristianesimo.  

La mirabile unità dell’Ovile di Cristo. La separazione ribelle di parti del Gregge. 

 Tutto ha visto Giovanni. E gli pareva immediato il compiersi di tutto, tanto era vivo il suo vedere. 

Ma no! Secoli e secoli dovevano passare prima che tutto fosse compiuto del visto dal veggente di Patmos. Ma tutto si compirà come è detto, come in parte, e in tempi diversi, s’è già compiuto, pur senza toccare la compiutezza delle cose non buone anteviste da Giovanni. 

Cosa umana, cosa difficilmente perfetta, e ancor più difficilmente non ripetuta. L’appartenenza al Popolo di Dio non ha impedito agli ebrei di ricadere più volte negli stessi peccati.  

L’esempio di Adamo, dei castighi divini, i cui mezzi furono il diluvio 124 , la dispersione dei popoli dopo la superbia di Babele, la distruzione di Sodoma e Gomorra, l’oppressione d’Egitto, non impedirono al popolo di peccare. 

La misericordia di Dio che li liberò dall’oppressione del Faraone e volle dar loro una patria e una legge elette, non indusse gli uomini a non peccare per riconoscenza a Dio. E peccarono durante lo stesso viaggio verso la Terra Promessa, mentre Dio li copriva, da vero Padre, dei suoi doni. 

L’uomo è sempre l’uomo. […] 

a cura del Team Neval

Riflessioni di Giovanna Busolini 

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