Il Purgatorio nel disegno di Dio. - Preghiera pei defunti. - La parola purgatorio. - Dottrina cattolica - Questioni controverse.
Nella nostra santa religione il Purgatorio tiene un gran posto, formando una delle parti principali dell'opera di Gesù Cristo ed entrando in un modo essenziale nella economia della salute degli uomini.
La Santa Chiesa, presa nella sua totalità, si compone di tre parti: la Chiesa militante, la Chiesa trionfante e la Chiesa purgante, ossia il Purgatorio.
Questa triplice Chiesa forma il corpo mistico di Gesù Cristo e le anime del Purgatorio sono sue membra, come lo sono i fedeli nella terra e gli eletti nel Cielo. Le tre Chiese sorelle hanno tra loro incessanti relazioni, una continua comunicazione chiamata la comunione dei Santi. Altro oggetto non hanno queste relazioni che di condurre le anime alla gloria: le tre Chiese vicendevolmente si aiutano a popolare il Cielo che è la città permanente, la gloriosa Gerusalemme.
Le relazioni che noi, membri della Chiesa militante sulla terra, abbiamo colle anime del Purgatorio, consistono nel soccorrerle nelle loro pene. Dio ci ha posto in mano la chiave delle misteriose loro prigioni, ossia la preghiera pei defunti, la divozione per le anime del Purgatorio.
Questa preghiera, i sacrifizi ed i suffragi per i defunti fanno parte del culto cristiano, e la divozione verso le anime del Purgatorio è una divozione che lo Spirito Santo colla carità diffonde nel cuore dei fedeli: Santa e salutare cosa è il pregare pei morti, onde siano liberati dai loro peccati (II Macc., XII, 46).
Per essere perfetta la divozione verso i defunti dev'essere animata al tempo stesso da uno spirito di timore e di confidenza. La santità di Dio e la sua giustizia c'ispirano da una parte un salutare timore; dall'altra l'infinita sua misericordia ci dà un'illimitata confidenza. Dio è la stessa santità assai più di quello che il sole sia la luce, ed al suo cospetto non può sussistere ombra alcuna di peccato: I vostri occhi, dice il Profeta, sono puri e non possono sostenere la vista del peccato (Abacuc, I, 13). Quindi, quando nella creatura si trova il peccato, la santità di Dio ne domanda l'espiazione, e quando questa espiazione si fa tutta in rigore della divina giustizia, dessa è ben terribile. Ed è perciò che la Scrittura dice ancora: Santo e terribile è il suo nome (Sal. 110), come se dicesse: terribile è la sua giustizia perché la sua santità è infinita.
Terribile è la giustizia di Dio, e con un estremo rigore punisce i più leggeri falli. E la ragione ne è che questi falli, per leggeri che siano ai nostri occhi, in niun modo lo sono dinanzi a Dio. Il menomo peccato gli dispiace immensamente, ed in causa dell'infinita santità, la più piccola trasgressione prende enormi proporzioni e da, manda un'espiazione adeguata. Ecco ciò che spiega la terribile severità delle pene dell'altra vita e che deve riempirei di un santo spavento.
Il timore del Purgatorio è un timore salutare; esso non solo c'investe di una caritatevole compassione per le anime sofferenti, ma ancora d'uno zelo vigilante per noi stessi, Pensate al fuoco del Purgatorio, e farete di tutto per schivare i menomi falli; pensate al fuoco del Purgatorio, e praticherete la penitenza per soddisfare alla divina giustizia in questo mondo piuttosto che nell'altro.
Tuttavia non dimentichiamo la misericordia di Dio, che non è meno infinita della sua giustizia. Questa ineffabile bontà di Dio deve calmare i nostri troppo vivi timori e colmarci d'una santa confidenza, secondo quelle parole: In voi ho posto la mia confidenza, e mai non rimarrò confuso (Salmo 70).
Ora questo doppio sentimento si attinge al dogma del Purgatorio ben compreso: dogma che contiene il doppio mistero della giustizia e della misericordia di Dio: della giustizia che punisce e della misericordia che perdona.
La parola purgatorio ora si prende per un luogo, ora per uno stato intermedio fra l'inferno ed il cielo. Esso è propriamente la situazione delle anime che nel momento della morte si trovano in stato di grazia, ma non hanno pienamente espiato i loro falli, né raggiunto il grado di purezza necessario per godere della vista di Dio.
Dunque il Purgatorio è uno stato passeggero che va a terminare nella vita beata. Non è una prova in cui si possa meritare o demeritare, ma uno stato di soddisfazione e d'espiazione. L'anima è arrivata al termine della sua mortale carriera: questa vita era un tempo di prova, tempo di merito per l'anima e tempo di misericordia da parte di Dio. Spirato che sia questo tempo, da parte di Dio non vi è altro che giustizia, e da parte sua l'anima non può più né meritare, né demeritare. Essa rimane fissa nello stato in cui la trovò la morte; e siccome fu trovata nella grazia santificante, è sicura di non più decadere da questo felice stato e di arrivare all'immutabile possesso di Dio. Tuttavia, siccome è aggravata da certi debiti di pene temporali, deve soddisfare alla divina giustizia, assoggettandosi a queste pene in tutto il loro rigore.
Tale è il significato della parola purgatorio, e tale è lo stato delle anime che vi si trovano.
Ora la Chiesa in questa parte propone due verità, nettamente definite come dogma di fede: prima, che vi è un Purgatorio; seconda, che le anime che sono nel Purgatorio possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli, sopratutto col santo sacrificio della Messa.
Oltre questi due punti dommatici, vi sono parecchie questioni dottrinali non decise dalla Chiesa e che più o meno sono chiaramente risolte dai Dottori. Queste questioni si riferiscono: 1 ° al luogo del Purgatorio; 2° alla natura delle pene; 3° al numèro ed allo stato delle anime che sono nel Purgatorio; 4° alla durata delle loro pene; 5° all'intervento dei vivi in loro favore ed all'applicazione dei suffragi della Chiesa.
Padre F. S. SCHOUPPE d. C. d. G.
Nessun commento:
Posta un commento