SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE
[19]Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo.
L’ordine è chiaro, esplicito.
Giovanni deve scrivere tutte le cose che ha visto, come le ha viste. Le deve scrivere secondo pienezza di verità.
Deve scrivere tutto ciò che è dinanzi ai suoi occhi, secondo la verità dello Spirito che illumina i suoi occhi a vedere l’intima essenza di esse.
Non solo deve scrivere ciò che attualmente sta vedendo.
Il Signore gli sta concedendo un’altra grazia, la grazia cioè di scrivere anche le cose che accadranno dopo.
In fondo il Signore gli sta donando lo spirito della vera profezia. Giovanni diviene così il profeta della storia.
Lui vede la storia. La narra. La scrive però in versione profetica, non in versione storica.
La versione profetica non è mai identificabile. Si dice ciò che sta per avvenire, ma nessuno mai potrà identificare un evento in ciò che è scritto in questo libro.
In questo libro sono scritti tutti gli eventi della storia, ma nessuno di essi in particolare potrà mai essere identificato.
Questa è l’essenza vera della scrittura degli eventi in versione profetica.
Lui è il profeta della verità della storia.
[20]Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d'oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese.
Gesù custodisce la Chiesa con il suo potere regale. Esercita questo potere per mezzo di Angeli.
Gli Angeli sono inviati a custodire la Chiesa di Dio nella verità e nella grazia di Cristo Gesù.
Gli Angeli che custodiscono la Chiesa di Cristo Gesù sono i Vescovi.
Gesù non è fuori della Chiesa. Lui è in mezzo ad essa, in essa, con essa.
Gesù non abbandona la sua Chiesa a se stessa. Neanche l’ha posta in mano ai suoi “Angeli”.
I sette angeli sono nella sua mano destra. Sono cioè in suo potere per l’esercizio del suo potere di grazia e di verità.
Gesù non è fuori della sua Chiesa, come se la Chiesa fosse sulla terra e Lui nel Cielo.
Lui è una cosa sola con la Chiesa. La Chiesa è il suo splendore, la sua gloria, la sua stessa vita.
Questa mirabile unità che c’è tra Cristo e la Chiesa fa sì che la Chiesa sia sempre nelle mani di Cristo Gesù.
È Lui che la governa, la dirige, la guida, le fa l’esame di coscienza, la corregge, la ammonisce, la sorregge, la salva, la libera, la protegge, la consola, la rimette sempre sulla giusta via.
È Lui il Signore della Chiesa e nessun altro. Nessuno ha potere sulla Chiesa di Dio.
È Cristo il vero mistero della Chiesa. È dalla vita di Cristo la vita della Chiesa. È dalla sua volontà il governo di essa.
Poi viene l’ascolto, l’obbedienza dell’uomo.
È in questa verità e grazia di Cristo, in questo potere eterno di Cristo e in questo ascolto, o obbedienza dell’uomo, che si compie la salvezza.
Sempre però la Chiesa è posta da Cristo Gesù nella condizione di essere nella sua pienezza di grazia e di verità.
Osservazione conclusiva: è giusto concludere questo primo capitolo con una nota di chiarificazione essenziale: Giovanni inizia la sua profezia presentando alla sua Chiesa chi è il suo Maestro e Signore nella verità più piena.
Questa metodologia è fondamentale per ogni annunzio che si vuole donare alla Chiesa di Cristo Gesù.
Se non si inizia con il presentare Lui, il Signore, nella sua verità più grande, tutto alla fine diventerà inutile, vano.
Siamo dalla sua verità. Se la sua verità non è chiara in noi, tutto in noi diventerà buio, tenebra, caligine.
Siamo dalla sua verità per incarnare la sua verità. Se non conosciamo secondo verità Lui, che è la fonte della nostra verità, come possiamo incarnare la verità che è il fine della nostra missione?
Siamo per la sua verità. Se noi per primi ci siamo distaccati dalla verità, non siamo più per la verità, come possiamo pensare di avvicinare qualcuno alla verità di Gesù Signore?
Siamo nella verità di Cristo Gesù. Se noi ci siamo posti nella menzogna, nell’errore, nella confusione, nell’ambiguità, come possiamo sperare di accompagnare qualcuno in quella verità dalla quale noi siamo fuggiti?
Non c’è azione pastorale vera se non si parte dal dono della verità di Cristo alla Chiesa. La nostra vita è da Cristo. Chi conosce Cristo conosce se stesso, conosce l’uomo, conosce la verità, conosce la falsità. Chi non conosce Cristo, non si conosce, non conosce. Ciò che lui fa, ha fatto, farà è sempre opera di tenebre e non di luce.
Dalla verità di Cristo Gesù, nasce la verità dell’uomo, nasce la sua moralità, la sua ascetica. Nasce la pastorale della Chiesa, per la Chiesa.
Giovanni, partendo dalla verità di Cristo, dalla verità assoluta con la quale vede uomini ed eventi, opere e pensieri, azioni e idee, comportamenti e valutazioni, offre un vero esame di coscienza a tutta la Chiesa, perché si disponga ad entrare tutta nella verità del suo Maestro e Signore.
È questo il significato delle sette lettere che scrive ai sette Angeli delle sette Chiese.
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