lunedì 2 dicembre 2019

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



Ch'io non veda che la Croce insanguinata

O misericordia del mio Dio! O carità di Gesù! O misteri di grazia! O tesori dell'anima attinti con la confidenza e con l'amore!
Tutto questo è il dono magnifico del Sangue del mio Gesù, di Cristo Crocifisso.
«Sanguis Christi inebria me».
O Sangue di Cristo, sorgente prodigiosa dei divini tesori, da cui fluiscono come raggi luminosi le eterne verità, la forza che produce l'amore e la grazia che si chiama ascensione, o Sangue del mio Cristo, «inebria me et omnia».
lo ti adoro fluente dal petto adorato di Gesù, da tutte le sue membra straziate. Ti raccolgo nei calici della adorazione, della riparazione, della impetrazione e dell'amore e Ti offro alla augustissima Trinità come pegno della mia salvezza, come prezzo della mia santità, come caparra della mia beatitudine.
O Sangue di Cristo, io mi unisco a Te per ritemprare la mia vita e intendere quella del mio Gesù, per sentire in me gli strazi della sua Passione e per compiere quanto mi manca nella conquista della perfezione e dell'amore.
O Sangue di Cristo, io intendo di invocarTi ad ogni istante, ad ogni respiro, ad ogni palpito del cuore e di riceverTi insieme al Corpo, all'Anima, alla Divinità del mio Gesù; intendo di raccoglierTi sugli altari del Tempio e in quelli delle anime per adorarTi perpetuamente per me e per tutte le creature e per vivere la perfetta vita di Gesù.
«Sanguis Christi, age pro me!».
Con questa invocazione chiedo a te l'ispirazione, lo slancio della vita soprannaturale, la sanzione delle comunicazioni con Dio, l'aiuto, la forza, la grazia per la corrispondenza, per la santa perseveranza, per l'accrescimento nel bene, nella virtù, nel sacrificio della pietà e dell'amore.
«Sanguis Christi, age pro me!».
O Sangue di Cristo, chiedo, desidero, e supplico che tu mi unisca a Gesù, così strettamente alla sua vita di dolori, così intensamente al martirio della Croce, così realmente alla sua immolazione nel Tabernacolo, ch'io senta straziarmi il cuore, le membra, la vita; ch'io non desideri se non pene e dolori, che io non pensi che al Mistero della Passione e non veda che la Croce insanguinata.
O Croce squallida e triste, che ti sei presentata alla mia anima il primo giorno dei Santi Esercizi, forse per scuotere il mio torpore, fissare la mia compassione ed avvincere il mio cuore, ti comprendo ora in cui il soffio dello Spirito divino mi porta a te con palpiti inenarrabili. Ti comprendo, o vita di unione con Cristo Crocifisso; ti comprendo, o voto di unione, che mi stringi a Lui ineffabilmente.
L'obbedienza verrà a sanzionarti.
lo ti depongo con la vita, povero, piccolo voto, a' piedi del mio adorato Maestro, ripetendo con tutto lo slancio dell'anima: «Sanguis Christi, age pro me!».
Il mio povero cuore è trapassato come da una freccia acuminata, scosso, palpitante per una forza occulta.
Sei Tu, mio Signore, che lo pervadi, che lo trafiggi, che lo commuovi così?
O è illusione della mia povera mente?
O forse è inganno del demonio per rapirmi il timore della tua Maestà e la paura della mia abiezione?
O mio Dio, che adoro nell'alto dei cieli; o mio Gesù, o Cristo, mio Redentore, o Spirito Santo, che invoco ed a cui consegno la mia povera anima, o Trinità Augusta, abbi pietà di me!
Se questo affanno che mi opprime è il peso formidabile della tua gloria, se il palpito violento che mi porta fuori di me stessa è l'effetto della tua attrazione; se la vita è sconcertata, annientata, scossa perché sia poi orientata alle influenze della tua grazia, abbi pietà di me!
Io non cerco che Te, mio Dio, e sono pronta a morire per Te! Fammi dunque morire così, di amore, per amore, sulla croce del mio Gesù.
Gesù stacca dalla sua Croce le braccia divine, le avvolge intorno alla poverissima anima e le fa gustare le gioie più alte dell'unione divina.
- Ho simboleggiato l'unione con i miei santi avvincendoli a me con anelli e catene preziose; il tuo anello è formato dalle stesse mie braccia che ti portano e ti stringono al mio Cuore. - Perché, o Signore, tanta degnazione?
- Perché ti ho veduto pronta al sacrificio. Ricordati che il godimento spirituale nutre l'anima tua, ma il sacrificio di questo godimento, compiuto per obbedienza e per dovere, nutre l'anima mia.

Tu temi ed hai ragione. Il pulviscolo portato sulla cima più alta è più facilmente soggetto alla furia dei venti e può discendere più in basso del luogo da cui fu elevato, ma se è strettamente unito alla montagna della umiltà, non temere, continuerà a contemplare il sole, a rivestirsi di luce, di un manto immacolato che perpetuerà la sua unione e la sua fecondità. -
O labbra del mio Dio aperte per me! O braccia tese verso la mia povertà!
O Cuore Santissimo, schiuso a ricevere la mia vita! q. 12: 22 agosto 

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

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