lunedì 20 gennaio 2020

LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )


NON ESISTE UNA CELLA «MIA!»

13. Soggiornava in un eremo un frate, uomo di grande spiritualità, al quale Francesco  era intimo amico. Considerando che, se il Santo fosse venuto nel romitaggio, non  avrebbe trovato un ambiente adatto ove raccogliersi in orazione, egli fece apprestare, in  un angolo solitario, ma non lontano dal luogo dei frati, una celletta, dove il Santo  potesse pregare a suo agio quando capitasse colà.

E accadde, che, dopo non molti giorni, giunse Francesco, e quel frate lo condusse a  vedere la cella. Disse il Santo: «Mi pare troppo bella! Se vuoi che ci passi alcuni giorni,  rivestila dentro e fuori con pietrame e rami d’albero». Di fatto, la celletta non era  costruita in muratura ma in legno. Siccome però il legname era spianato con la scure e  l’ascia, appariva troppo elegante a Francesco. Quel frate la fece dunque arrangiare secondo aveva detto il Santo.

Quanto più misere e conformi all’austerità religiosa erano le celle e le dimore dei frati,  tanto più volentieri Francesco le guardava, e accettava di venirvi ospitato.

Vi dimorava e pregava da alcuni giorni, quando, una volta che era uscito e si trovava  presso il luogo dei frati, uno di questi, appartenente a quella comunità, venne da  Francesco. Questi gli chiese: «Donde vieni, fratello?». Rispose: «Vengo dalla tua cella».  E Francesco: «Poiché hai detto che è mia, d’ora innanzi ci abiterà un altro, e non io».

 Noi che siamo vissuti con lui, lo abbiamo udito dire a più riprese quella parola del  Vangelo: Le volpi hanno la tana e gli uccelli del cielo il nido, ma il figlio dell’uomo  non ha dove posare il capo.

E seguitava: «Il Signore, quando stava in disparte a pregare e digiunò quaranta giorni e  quaranta notti, non si fece apprestare una cella o una casa, ma si riparò sotto le rocce  della montagna». Così, sull’esempio del Signore, non volle avere in questo mondo né  casa né cella, e neanche voleva gli fossero edificate. Anzi, se gli sfuggiva la  raccomandazione: «Preparatemi questa cella così», dopo non ci voleva dimorare, in  ossequio alla parola del Vangelo: Non vi preoccupate.

Vicino a morte, volle fosse scritto nel suo Testamento che tutte le celle e case dei frati  dovevano essere costruite con fango e legname, per meglio conservare la povertà e  l’umiltà.

Traduzione di VERGILIO GAMBOSO

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