La profezia per Totila
Totila allora si avviò in persona verso l'uomo di Dio. Quando da lontano lo vide seduto, non ebbe l'ardire di avvicinarsi: si prosternò a terra. Il servo di Dio per due volte gli gridò: "Alzati!", ma quello non osava rialzarsi davanti a lui. Benedetto allora, questo servo del Signore Gesù Cristo, spontaneamente si degnò avvicinarsi al re e lui stesso lo sollevò da terra. Dopo però lo rimproverò della sua cattiva condotta e in poche parole gli predisse quanto gli sarebbe accaduto. "Tu hai fatto molto male - gli disse - e molto- ne vai facendo ancora; sarebbe ora che una buona volta mettessi fine alle tue malvagità. Tu adesso entrerai in Roma, passerai il mare, regnerai nove anni, al decimo morirai". Lo atterrirono profondamente queste parole, chiese al santo che pregasse per lui, poi partì. Da quel giorno diminuì di molto la sua crudeltà.
Non molto tempo dopo andò a Roma, poi ritornò verso la Sicilia; nel decimo anno del suo regno, per volontà del Dio onnipotente, perdette il regno e la vita.
Veniva spesso a trovare il servo di Dio il vescovo di Canosa, e Benedetto lo amava molto per la sua degnissima vita. Un giorno discorreva con lui dell'entrata di Totila in Roma e della distruzione della città che per opera di quel re sarebbe stata distrutta e resa inabitabile. Il servo di Dio gli rispose: "Roma non verrà distrutta dai barbari; ma colpita dalle tempeste, uragani, fulmini e terremoti, cadrà da se stessa in rovina".
Il mistero di questa profezia lo vediamo chiaramente manifesto sotto i nostri occhi, perché vediamo abbattute le mura, diroccate le case, distrutte le chiese dal turbine e gli edifici già fatiscenti per lunga vecchiaia cadere a terra in sempre crescenti rovine.
Questa profezia me l'ha riferita il suo discepolo Onorato: egli però attestava di non averla mai udita dalla sua bocca ma era stata riferita a lui dai fratelli che l'avevano ascoltato parlare così.
tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno
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