domenica 21 giugno 2020

«La verità vi farà liberi» (Gv 8, 32)



Finalmente la verità di essere figli si trasforma nella libertà dei figli.
Nessuno è più libero di un figlio nella casa del padre! È la libertà che ammiriamo in Gesù quando constata:

«Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 
Io sapevo che sempre mi dai ascolto» 
(Gv 11, 41-42).

È la libertà di colui che può dire in tutta sicurezza: 

«Tutto quello che il Padre possiede è mio»
(Gv 16, 15).

È la libertà di chi sa di godere le compiacenze del Padre e di poter disporre fino in fondo della sua onnipotenza: 

«Tutto mi è stato dato dal Padre mio»
(Mt 11, 27).

È la libertà di chi può stringersi al seno del Padre, esclamando:

«Io e il Padre siamo una cosa sola» 
(Gv 10, 30).

In questa stessa libertà siamo chiamati a vivere anche noi, appunto per aver accolto Gesù che ci ha posti nella verità di figli.
Ma per sentirsi liberi non basta sapere chi è Gesù; occorre vivere come Lui, come il Figlio, con i suoi sentimenti, i suoi ideali, il suo amore, la sua comunione al Padre.
Quando vivremo da figli di Dio, saremo «liberi davvero» (Gv 8, 36).
Il Padre non ci ha mandato il suo Unigenito perché imparassimo a vivere da figli di Dio?
Tutta la verità sul nostro agire sta qui: vivere con l’amore di un figlio verso il Padre.
Qui si trova la massima realizzazione, il bene sommo, la liberazione dalle ‘tenebre’ del peccato e della paura.
Nel suo storico pellegrinaggio giubilare in Terra Santa (febbraio 2000), Giovanni Paolo II, durante la Celebrazione della Parola sul Sinai ha manifestato la sua gioia di essere pellegrino sul Monte «che si erge come monumento maestoso a ciò che Dio ha qui rivelato»:
«Qui ha rivelato il suo nome! Qui ha dato la sua Legge, i dieci Comandamenti dell’Alleanza!...
Dio si rivela in modi misteriosi. È il Dio che è al contempo vicino e lontano; è nel mondo, ma non di esso. È il Dio che viene ad incontrarci, ma che non sarà posseduto. Egli è “IO SONO COLUI CHE SONO”, il nome che non è alcun nome! IO SONO COLUI CHE SONO: l’abisso divino nel quale essenza ed esistenza sono una cosa sola!».

La rivelazione ‘oscura’ che Dio fa di sé sul monte Sinai «trova il suo compimento in un’altra montagna, il Monte della Trasfigurazione, dove Gesù appare ai suoi Apostoli risplendente della gloria di Dio»:
«Ora Egli ci ordina di ascoltare Suo Figlio perché “nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Mt 11, 27).  In tal modo, impariamo che il vero nome di Dio è PADRE! Il nome che supera tutti gli altri nomi: ABBÀ! (cf. Gal 4, 6). In Gesù apprendiamo che il nostro vero nome è FIGLIO, FIGLIA! Impariamo che il Dio dell’Esodo e dell’Alleanza rende libero il suo Popolo perché è costituito da figli e figlie, creati non per la schiavitù, ma per “la libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8, 21)».

Proprio per questa scoperta-rivelazione le persone che si aprono a Dio, che ascoltano la voce del suo Figlio prediletto, sono consapevoli di essere legate «non da una moltitudine di prescrizioni, ma interiormente dall’amore».
E la libertà che sperimentano e che Gesù è venuto a portare è la capacità «di amare, di scegliere ciò che è bene in ogni situazione, anche quando farlo è un peso». Ed è possibile perché non si vive per delle prescrizioni impersonali, ma mossi dall’amore.
La nostra libertà è questa ed è infinita, perché l’amore che ci muove è lo Spirito Santo, l’Eterno Amore.

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