martedì 15 settembre 2020

“Il pontificato di Francesco? Clinicamente estinto”. Intervista al professor Roberto de Mattei



Il coronavirus e le sue svariate conseguenze sulla società, sulla situazione politica italiana e mondiale, sul pontificato di Francesco. Intervista a tutto campo con il professor Roberto de Mattei, storico della Chiesa e delle idee religiose, presidente della Fondazione  Lepanto e direttore di Radici cristiane e Corrispondenza romana.
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Professore, come vede questo 2020, l’anno del coronavirus?
Come l’anno di una grande svolta. Limitiamoci a un esempio: i viaggi del papa. Tutti i viaggi di papa Francesco sono stati sospesi, da quello in Argentina, dove avrebbe dovuto incontrare il nuovo presidente Alberto Fernandez, a quello, non ancora calendarizzato, a Pechino, per solennizzare l’accordo con il regime comunista cinese. I viaggi hanno svolto un ruolo decisivo nella strategia di comunicazione di papa Francesco che in sette anni ne ha compiuti 31 in 49 Paesi diversi: viaggi impegnativi, dal grande significato simbolico come quelli all’isola di Lesbo, o ad Abu Dhabi. Durante i suoi viaggi sono state pronunciate frasi entrate nella storia, come il celeberrimo “Chi sono io per giudicare?”. Ora l’ufficio viaggi pontificio è stato addirittura chiuso e non si prevedono nuovi viaggi del Papa fino al 2022. D’altra parte piazza San Pietro è vuota, e né le immagini televisive di papa Francesco, né i suoi libri e interviste attirano più l’opinione pubblica. Il coronavirus ha dato il colpo di grazia al suo pontificato, già in crisi. Quale che sia l’origine del virus, questa è stata una delle sue principali conseguenze. Per usare una metafora, il pontificato di Francesco mi sembra clinicamente estinto.
Tuttavia il 3 ottobre il papa diffonderà la sua terza enciclica, «Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale», che viene considerata il suo documento programmatico per affrontare il futuro del mondo.
Non a caso il papa si recherà ad Assisi per firmare il documento. Ciò dimostra quanto sia importante il contesto simbolico in cui si situano i suoi messaggi. Non credo però che questo mini-viaggio sia sufficiente per fare decollare mediaticamente l’enciclica. Nel 1989, l’anno della caduta del Muro di Berlino e del bicentenario della Rivoluzione francese, il tema della fratellanza, o “solidarietà”, fu lanciato dalla sinistra internazionale, come il leit-motiv degli anni a venire. La fratellanza universale, che è uno dei principi della Rivoluzione del 1789, esige però un mondo unificato in cui cada ogni barriera, geografica e culturale. Invece, il processo di mondializzazione e dissoluzione delle frontiere si è interrotto con il coronavirus, che ha eretto barriere sanitarie più rigide e invalicabili dei vecchi confini storico-politici. Anche sotto questo aspetto, il virus si è rivelato un colpo mortale per la strategia di papa Francesco.
Parliamo allora del coronavirus. Qual è il suo giudizio sulla pandemia?
La domanda andrebbe fatta agli scienziati, che però sono in disaccordo tra di loro. Ci sono innanzitutto i virologi, che sono coloro che studiano in laboratorio la natura del virus, ma non osano ammettere la possibilità di una sua origine artificiale, all’interno di progetti di guerra biologica; poi ci sono gli infettivologi, che si misurano con l’epidemia negli ospedali, dove però la malattia varia, a seconda dei tempi e dei luoghi, rendendo impossibile un’analisi omogenea del fenomeno; infine ci sono gli statistici e gli epidemiologi, che sulla base di modelli matematici studiano la propagazione del virus. I loro dati sono i più manipolabili, a seconda degli algoritmi che vengono utilizzati. Ognuna di queste categorie vede il problema da un’angolatura diversa, trasmettendo ai politici dati contrastanti. La conseguenza è che nei diversi paesi del mondo le strategie di contenimento sono differenti. Nessuno poi si fida dell’Organizzazione mondiale della sanità, il cui fallimento in questa emergenza sanitaria è analogo al fallimento dell’Onu nelle emergenze politiche.
A proposito dei politici, come si è comportato il governo italiano? Qualcuno sostiene che avrebbe strumentalizzato la crisi sanitaria per i propri interessi contingenti?
Che il governo si sia comportato in maniera inadeguata è un fatto certo, perché inadeguata è la classe politica che ci governa. Però, a mio parere, è inadeguata anche la classe dirigente che al governo si oppone. Capisco che tutti, a destra e a sinistra, cerchino di sfruttare politicamente a proprio vantaggio l’emergenza coronavirus, ma proprio per questo non credo a un piano politico organizzato. Come spiegare altrimenti che in Italia, dove governa la sinistra, il virus è stato utile al governo contro l’opposizione, mentre negli Stati Uniti, dove al governo è Trump, il virus è utile all’opposizione per impedire la rielezione del presidente americano? Mi sembra che manchi fino a oggi uno studio comparato delle misure prese da uomini politici diversi come Trump, Bolsonaro, Johnson, Macron, Merkel, Conte, Orban, e così via. Uno studio di questo genere sarebbe indispensabile per palare seriamente della pandemia.
Qual è il suo giudizio sul governo Conte?
Negativo, naturalmente, ma non peggiore del governo Colombo che introdusse in Italia il divorzio (1970), del governo Andreotti che promulgò l’aborto (1978), del governo Renzi che approvò il matrimonio omosessuale (2016). Tutti, come Conte, “cattolici adulti”, all’interno di un processo di degradazione culturale e morale della classe politica italiana. Non ci sarebbe da meravigliarsi se sotto il governo Conte fosse approvato il decreto contro l’omofobia, che si situa in linea di continuità con questo itinerario di secolarizzazione. Su questo punto l’opposizione mi sembra carente.
E nella scuola che cosa accadrà?
Nella scuola ci sarà un grande caos. Molti che si mobilitano di fronte alla disorganizzazione crescente sono rimasti però in silenzio di fronte a pericoli molto più gravi. La recente approvazione del cosiddetto Decreto scuola, da parte della maggioranza di governo, ha portato con sé la sostanziale obbligatorietà, a partire dall’anno scolastico 2020-2021, dell’insegnamento della cosiddetta “teoria del gender”. Ciò è ben peggio di un eventuale obbligo per i bambini di portare le mascherine. Il “popolo delle mamme” dovrebbe mobilitarsi per salvare i propri figli non dalla respirazione di anidride carbonica, ma dall’intossicazione ideologica che sarà loro propinata a scuola nell’anno del coronavirus.
Crede nell’esistenza di una “dittatura sanitaria”?
Bisogna intendersi sul termine “dittatura sanitaria”. Se ci si riferisce all’imposizione da parte dei governi della mascherina, del distanziamento sociale, o del lavaggio frequente delle mani, non mi sembra che si possa parlare di “dittatura”, ma di semplici regole di prudenza utilizzate in tutte le epidemie del passato, anche da quei santi che si prodigarono per curare gli appestati. Se invece ci si riferisce all’imposizione di regole alla Chiesa, per quanto riguarda l’apertura degli edifici e lo svolgimento delle cerimonie religiose, mi sembra che l’uso del termine “dittatura” sia più che legittimo, perché lo Stato non ha nessun diritto di entrare nella sfera ecclesiastica, obbligando ad esempio i fedeli a prendere la comunione in mano. Mi sembra però che spesso, più che di imposizione dello Stato, si tratti di un auto-asservimento delle autorità ecclesiastiche a quelle politiche. Di fronte a questi provvedimenti, che diffondono irriverenze e sacrilegi, il cattolico fedele ha il diritto e il dovere dell’obiezione di coscienza, mentre è tenuto a rispettare le leggi dello Stato ogni qual volta non trasgrediscano direttamente la legge divina, naturale od ecclesiastica.
Pensa che siamo di fronte a una psicosi di massa che fa pensare a una strategia del terrore?
Esistono indubbiamente fenomeni di psicosi di massa. C’è la psicosi alimentata dagli organi di stampa ufficiali (giornali, telegiornali) che punta sul pericolo virale, ma c’è anche la psicosi alimentata da molti blog che insiste in maniera ossessiva sulla presenza di piani per sterminare il genere umano. Entrambi diffondono terrore nell’opinione pubblica.
Una crisi pensata forse per introdurre un governo unico mondiale?
Il fine delle forze rivoluzionarie non è il governo unico mondiale, ma il caos unico mondiale. Per il marx-leninismo, ad esempio, la “dittatura del proletariato” non è il fine, ma il mezzo. Il fine è la società senza classi, panteista, anarchica e ugualitaria. I mezzi possono mutare, il fine è sempre il medesimo. In questo senso la conseguenza più grave del coronavirus mi sembra la perdita del senso critico e una sempre più diffusa confusione nelle menti.
Un piano preorganizzato?
Io credo all’esistenza di complotti nella storia. L’uomo in quanto essere sociale è portato ad associarsi e, in quanto ferito dal peccato originale, si associa non solo per il bene, ma anche per il male. La caratteristica dei malvagi, che non a caso sono chiamati “figli delle tenebre”, è quella di riunirsi segretamente, per nascondere le loro manovre. Perciò i Papi hanno sempre condannato le società segrete, a partire dalla massoneria. Proprio perché credo nelle manovre dei figli delle tenebre, penso che occorra essere molto prudenti nel denunciare piani diabolici senza averne le prove. Ogni ipotesi è lecita, ma bisogna fare attenzione prima di trasformarla in assoluta certezza.
Le sembra che ci sia qualcosa di diabolico nella pandemia?
Indubbiamente. Nella storia agiscono le creature razionali, uomini e angeli. E gli angeli decaduti, i demoni, oggi svolgono un ruolo importante nel portare avanti il processo rivoluzionario, soprattutto attraverso le armi della guerra psicologica. L’anarchia mentale ha qualcosa di diabolico. Ma ai demoni si oppone Maria, Regina degli angeli e Signora della storia. La Madonna a Fatima ha promesso il trionfo finale del suo Cuore Immacolato. Noi combattiamo con questa speranza che, con l’aiuto di Dio, nessuno potrà estirpare dai nostri cuori.

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