venerdì 13 novembre 2020

SE MI APRI LA PORTA...

 


Posso quello che voglio

Cosa diresti di un bimbo che, sorretto dalla mamma, continuamente piagnucolasse dicendo: "Sto nelle tue braccia, ma tu potresti aprirle e lasciarmi cadere?". È vera confidenza questa? Così tu, invece di diffidare solo di te stessa, diffidi anche di Me.

Quando sarai tutta abbandonata a Me, rimpiangerai i tempi in cui eri lontana da Me e non capivi la sapienza e il completo godimento di un'anima che si fida di Me. Equivale al Paradiso, ove sarete sicure, perché vi vedrete circondate dalla immensità della mia bontà onnipotente.

Mi fai un torto a non abbandonarti interamente a Me. La creatura sì che è limitata e, pur volendolo, certe cose non le può evitare; ma non è limitata l'onnipotenza mia, che può tutto quello che vuole, e vuole tutto il vostro bene.

Riduci in cenere quanto vi è in te di umano, spiritualizzandoti completamente. Lasciati lavorare, non mettendo ostacoli alla mia grazia, all'impeto gagliardo del mio ardente amore.

Sii contenta di morire a tutto quello che non è il tuo Gesù, legato a Lui e al suo amore. Non piangere se devo darti dei tagli per innestarti in Me, se devo troncare e sfrondare qualche ramo che non ti rende abbastanza bella.

Quando uno possiede una casa, l'aggiusta secondo i suoi gusti e desideri. Faccio anch'Io così col tuo cuore. Lo voglio mia degna abitazione e, siccome tu non sei capace a niente, faccio Io l'operaio e il decoratore.

Tu sta' solo nella condizione di lasciarti fare tutto quello che voglio lo. Perciò se ti pungo coi chiodini, se ti scalpello e se ti sego, siccome è per abbellirti, non ti muovere, non gridare: credi fermamente che il tuo Gesù lavora non per farti soffrire, ma per renderti sua abitazione meno indegna possibile.

DON RENZO DEL FANTE


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