lunedì 12 aprile 2021

Ogni cristiano che si dice cristiano deve vivere da cristiano. Altrimenti se si dice e non vive, sarà giudicato per quello che lui ha detto: “Sono cristiano”.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE

10 I Caldei risposero davanti al re: «Non c’è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una cosa simile a un mago, indovino o Caldeo. 

Maghi e indovini sono obbligati, costretti dal re, a confessare la loro incapacità nel dare risposte alla richiesta del re. Spostano però la questione. 

I Caldei risposero davanti al re: «Non c’è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una cosa simile a un mago, indovino o Caldeo. 

Essi dal particolate passano all’universale. Volendo giustificare se stessi, affermano al re che in tutto il mondo nessuno potrà soddisfare la sua richiesta. 

Altro spostamento: dichiarano non legittima la richiesta del re. Nessun re al mondo ha mai chiesto una simile cosa. È il re in difetto, non i maghi. 

Qual è la sottile astuzia che viene rivelata in questo versetto? Essa è finalizzata a dichiarare ingiusto il re. Non sono loro gli inetti. È il re che è stolto. 

È il re che agisce al di fuori di ogni richiesta legittima, onesta, buona. Lui chiede cosa che nessun re ha mai chiesto e mai chiederà.  

Inoltre essi sono nel giusto, perché, anche se il re chiamasse alla sua corte tutti i maghi del mondo, nessuno potrebbe rispondere alle sue richieste.  

Loro sono giusti, il re è ingiusto. Loro rimangono nella loro scienza. Il re non rimane nelle cose legittime, nelle cose che possono essere chieste. 

Essendo il re passato dalla giustizia all’ingiustizia, non può pronunciare una sentenza di morte. La sentenza è ingiusta, perché ha chiesto cose ingiuste. 

I maghi sanno come giustificare se stessi. Ma sempre l’uomo sa come giustificare se stesso. Dinanzi a Dio però non vi è alcuna giustificazione. 

Se uno dice di essere qualcosa, secondo ciò che dice di essere verrà giudicato. Se uno è indovino, deve essere indovino sempre. 

Il re non commette alcuna ingiustizia. Sono loro che si sono dichiarati indovini. Se sono indovini, devono sapere le cose nascoste.  

Se non conoscono le cose nascoste, non è il re che è ingiusto, sono essi che si professano ciò che non sono. È per questa falsità che saranno puniti. 

Questo vale anche per papi, cardinali, arcivescovi, vescovi, arcipreti, preti, arcidiaconi, diaconi, ogni altro fedele laico, per ogni uomo. 

Non saremo giudicati per quello che siamo, ma per quello che diciamo di essere. Un papa non sarà giudicato perché papa, ma perché si dice papa. 

Se si dice papa, deve essere sempre papa, deve agire sempre da papa, relazionarsi sempre da papa. Così anche per ogni altro che si dice. 

Quando non c’è corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, sempre saremo giudicati sulla nostra parola. Hai detto di essere e non lo sei. 

Il re non sta chiedendo una cosa ingiusta. Sta semplicemente esigendo da un indovino che gli dica le cose nascoste. A lui le cose nascoste appartengono. 

Se l’indovino afferma che lui le cose nascoste non le conosce, lui non è un indovino. Poiché si spaccia per indovino, è colpevole di inganno e di falsità. 

Ogni cristiano che si dice cristiano deve vivere da cristiano. Altrimenti se si dice e non vive, sarà giudicato per quello che lui ha detto: “Sono cristiano”. 

Anche Gesù dal Sinedrio è stato giudicato su quello che ha detto: “Io sono il Figlio dell’uomo”. Lui aveva agito da vero figlio dell’uomo. Era innocente.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

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