mercoledì 7 aprile 2021

Una “nuova” Fatima per un “nuovo orientamento”

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Colpire Padre Gruner

C’era ancora una cosa da fare per relegare definitivamente Fatima  nel passato. C’era ancora il “sacerdote di Fatima”, il cui apostolato e le  sue pubblicazioni e trasmissioni televisive continuavano ad affermare,  con insistenza e anche con discreto successo, che l’apparato Vaticano,  avendo come obiettivo la creazione di una nuova Chiesa, aveva voltato  le spalle alle richieste della Vergine. Alla conclusione della conferenza  stampa del 26 giugno 2000, il Cardinale Ratzinger compì una piccola  deviazione dal solito e nominò Padre Nicholas Gruner per nome,  affermando che si trattava di una persona seria, ma poi proseguì  dicendo che anche Padre Gruner doveva “sottomettersi al Magistero” in  merito alla Consacrazione della Russia, la quale (secondo la Linea del  Partito) era ormai compiuta. Ma il Magistero – ovvero l’insegnamento  autorevole della Chiesa – non ha mai detto niente al riguardo. Vi sono  stati solo l’interpretazione di Fatima da parte di Sodano ed il “tentativo”  del MDF, nessuno dei quali è vincolante, tesi sostanzialmente ad  eliminare tutti gli specifici elementi profetici contenuti nel Messaggio  di Fatima270 (lasciando solo la preghiera e la penitenza).

Rafforzando questa persecuzione, Il Cardinale Castrillòn Hoyos,  pochi giorni prima della conferenza del 26 giugno, aveva inviato a  Padre Gruner una lettera in cui lo si minacciava incredibilmente di  scomunica dalla Chiesa Cattolica. A questa lettera aveva fatto seguito un  comunicato ai vescovi delle Filippine (dove l’apostolato di Padre Gruner  ha un grosso seguito), informandoli che Padre Gruner sarebbe stato  scomunicato a meno che egli non si fosse, tra le tante cose richiestegli,  “riconciliato con le autorità della Chiesa” – e cioè, secondo il Cardinale  Castrillòn Hoyos, se non fosse tornato alla Diocesi di Avellino (dove  Padre Gruner non era più incardinato), chiudendo così il suo apostolato  ed inchinandosi alla Linea del Partito su Fatima. Da parte sua, il Vescovo  di Avellino non aveva mai avuto bisogno dei servizi di Padre Gruner,  non lo aveva mai sostenuto finanziariamente sin dal 1978 né aveva  mai fatto alcun passo per fornirgli un visto che gli permettesse il suo  “ritorno” ad Avellino. Il Vescovo di Avellino non fu nient’altro che una  pedina nello scacchiere del Segretario di Stato. (Diremo molto di più,  in merito a questa messinscena, nei prossimi capitoli.) 

Nelle sue affermazioni su Padre Gruner, rilasciate alla conferenza  stampa del 26 giugno 2000, il Cardinale Ratzinger affermò che Padre  Gruner stava soffrendo senza dubbio di angoscia. Il Cardinale Ratzinger  ovviamente sapeva della minaccia di scomunica, che avrebbe causato  certamente angoscia in qualsiasi fedele sacerdote che ami la propria  Chiesa. Ma la condizione di Padre Gruner è emblematica di quella della  Chiesa in generale, in quest’epoca post conciliare: un sacerdote che non  ha commesso alcun crimine contro la fede e la morale viene minacciato  personalmente di scomunica dal Prefetto della Congregazione per il  Clero, mentre in tutta la Chiesa veri e propri predatori travestiti da  sacerdoti Romani molestano i propri chierichetti o diffondono l’eresia,  mentre i loro vescovi li spostano da un posto all’altro, cercando di  nascondere le loro attività per proteggerli dai castighi; e la Congregazione  per il Clero non fa niente. 

Come si giustifica quest’oltraggiosa differenza di trattamento? Ci  sembra che esista una sola spiegazione possibile, basandoci su ciò che  abbiamo dimostrato fin qui: nella Chiesa Cattolica dell’Adattamento  post-conciliare, l’unico vero crimine, come avveniva nella Russia di  Stalin, è quello di opporsi alla Linea del Partito. E Padre Gruner si era  opposto alla Linea del Partito nei confronti di Fatima. 

Padre Paul Kramer

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