La Battaglia Finale del Diavolo
Colpire Padre Gruner
C’era ancora una cosa da fare per relegare definitivamente Fatima nel passato. C’era ancora il “sacerdote di Fatima”, il cui apostolato e le sue pubblicazioni e trasmissioni televisive continuavano ad affermare, con insistenza e anche con discreto successo, che l’apparato Vaticano, avendo come obiettivo la creazione di una nuova Chiesa, aveva voltato le spalle alle richieste della Vergine. Alla conclusione della conferenza stampa del 26 giugno 2000, il Cardinale Ratzinger compì una piccola deviazione dal solito e nominò Padre Nicholas Gruner per nome, affermando che si trattava di una persona seria, ma poi proseguì dicendo che anche Padre Gruner doveva “sottomettersi al Magistero” in merito alla Consacrazione della Russia, la quale (secondo la Linea del Partito) era ormai compiuta. Ma il Magistero – ovvero l’insegnamento autorevole della Chiesa – non ha mai detto niente al riguardo. Vi sono stati solo l’interpretazione di Fatima da parte di Sodano ed il “tentativo” del MDF, nessuno dei quali è vincolante, tesi sostanzialmente ad eliminare tutti gli specifici elementi profetici contenuti nel Messaggio di Fatima270 (lasciando solo la preghiera e la penitenza).
Rafforzando questa persecuzione, Il Cardinale Castrillòn Hoyos, pochi giorni prima della conferenza del 26 giugno, aveva inviato a Padre Gruner una lettera in cui lo si minacciava incredibilmente di scomunica dalla Chiesa Cattolica. A questa lettera aveva fatto seguito un comunicato ai vescovi delle Filippine (dove l’apostolato di Padre Gruner ha un grosso seguito), informandoli che Padre Gruner sarebbe stato scomunicato a meno che egli non si fosse, tra le tante cose richiestegli, “riconciliato con le autorità della Chiesa” – e cioè, secondo il Cardinale Castrillòn Hoyos, se non fosse tornato alla Diocesi di Avellino (dove Padre Gruner non era più incardinato), chiudendo così il suo apostolato ed inchinandosi alla Linea del Partito su Fatima. Da parte sua, il Vescovo di Avellino non aveva mai avuto bisogno dei servizi di Padre Gruner, non lo aveva mai sostenuto finanziariamente sin dal 1978 né aveva mai fatto alcun passo per fornirgli un visto che gli permettesse il suo “ritorno” ad Avellino. Il Vescovo di Avellino non fu nient’altro che una pedina nello scacchiere del Segretario di Stato. (Diremo molto di più, in merito a questa messinscena, nei prossimi capitoli.)
Nelle sue affermazioni su Padre Gruner, rilasciate alla conferenza stampa del 26 giugno 2000, il Cardinale Ratzinger affermò che Padre Gruner stava soffrendo senza dubbio di angoscia. Il Cardinale Ratzinger ovviamente sapeva della minaccia di scomunica, che avrebbe causato certamente angoscia in qualsiasi fedele sacerdote che ami la propria Chiesa. Ma la condizione di Padre Gruner è emblematica di quella della Chiesa in generale, in quest’epoca post conciliare: un sacerdote che non ha commesso alcun crimine contro la fede e la morale viene minacciato personalmente di scomunica dal Prefetto della Congregazione per il Clero, mentre in tutta la Chiesa veri e propri predatori travestiti da sacerdoti Romani molestano i propri chierichetti o diffondono l’eresia, mentre i loro vescovi li spostano da un posto all’altro, cercando di nascondere le loro attività per proteggerli dai castighi; e la Congregazione per il Clero non fa niente.
Come si giustifica quest’oltraggiosa differenza di trattamento? Ci sembra che esista una sola spiegazione possibile, basandoci su ciò che abbiamo dimostrato fin qui: nella Chiesa Cattolica dell’Adattamento post-conciliare, l’unico vero crimine, come avveniva nella Russia di Stalin, è quello di opporsi alla Linea del Partito. E Padre Gruner si era opposto alla Linea del Partito nei confronti di Fatima.
Padre Paul Kramer
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