giovedì 19 agosto 2021

Commento all‟Apocalisse

 


§. II. 

La sesta epoca della Chiesa, quello della Consolazione, che va dal tempo del celebre Pontefice santo e dal potente Monarca  fino alla nascita dell‟Anticristo. 

Cap. III. v. 7-13. 
 
Vers. 7 
 
I. E all‟Angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi. La sesta epoca della Chiesa prende inizio dal celebre forte Monarca e dal Pontefice santo e durerà fino alla nascita dell‟Anticristo. Questo sta- to sarà quello della consolazione, perché in questo Dio consolerà la sua santa Chiesa per l‟afflizione e le estreme tribolazioni che patì nella quinta epoca. Tutti i popoli infatti saranno condotti all‟unità dell‟ortodossa fede cattolica, e fiorirà al massimo grado il ceto ecclesiastico e il sacerdozio, e gli uomini cercheranno il Regno di Dio e la sua giustizia con ogni sollecitudine. Dio infatti darà loro dei buoni pastori, così che gli uomini vivano in pace, ciascuno contento del suo, poiché vi sarà la pace sulla terra, pace che Dio concederà agli uomini, riconciliati con Lui, sotto le ali protettive del celebre forte Monarca e dei suoi successori. La sesta età del mondo, che andò dalla liberazione del popolo d‟Israele e dalla restaurazione del Tempio e di Gerusalemme e durò fino alla venuta di Cri- sto, prefigura esemplarmente questa epoca della Chiesa. Come infatti in quell‟epoca il Signore Id- dio confortò al massimo grado il popolo d‟Israele con la liberazione della sua schiavitù, la restaura- zione del Tempio e di Gerusalemme, e rese sudditi dell‟Impero Romano tutti i regni, i popoli e le nazioni, sotto lo scettro di Cesare Augusto, Monarca fortissimo e sagacissimo, il quale, sconfitti e sottomessi tutti i suoi nemici, regnò da solo 56 anni e più, diede la pace a l‟universo mondo, fino al- la venuta di Cristo Signore. Così nel sesto stato Dio consolerà la Chiesa cattolica con la consolazio- ne più grande; poiché, nonostante nel quinto stato vediamo dappertutto le più grandi disgrazie, men- tre tutto è devastato dalla guerra, i Cattolici sono oppressi dagli eretici e dai cattivi cristiani, la Chiesa e i suoi ministri perdono la loro libertà, le Monarchie sono soppresse, i Re vengono assassi- nati, i sudditi si ribellano, tutti macchinano per erigere delle Repubbliche, avverrà tuttavia per mano di Dio onnipotente un così meraviglioso cambiamento, che non può umanamente immaginarsi. Il celebre forte Monarca, infatti, che deve venire, sarà inviato da Dio, distruggerà le Repubbliche dalle fondamenta, sottometterà ogni cosa e sarà zelante della vera Chiesa di Cristo. Tutte le eresie saranno gettate nell‟inferno, l‟impero dei turchi sarà stroncato, e lui regnerà in Oriente e in Occidente. Tutte le genti verranno ad adorare il Signore loro Dio nella vera e ortodossa fede cattolica. Sulla ter- ra fioriranno moltissimi uomini giusti e dotti, e gli uomini ameranno la giustizia e l‟onestà. Vi sarà pace su tutta la terra, poiché la potenza divina legherà Satana per molti anni, finché non venga colui che deve venire, il figlio di perdizione, quando Satana verrà nuovamente sciolto. A questa sesta epoca corrisponde nella somiglianza della perfezione il sesto giorno della Creazione, nel quale Dio creò l‟uomo a sua somiglianza e gli sottomise tutte le creature della terra, affinché fosse loro Signo- re. Così il famoso Monarca dominerà su tutte le bestie della terra, ossia, sulle genti barbare, sui po- poli ribelli, sulle repubbliche eretiche, e gli uomini domineranno le loro disordinate passioni. A questo sesto stato corrisponde pure il sesto dono dello Spirito Santo, ossia lo Spirito della Sapienza, che Dio effonderà abbondantemente su tutta la terra in quest‟epoca. Gli uomini infatti temeranno il Signore loro Dio, custodiranno la sua legge e lo serviranno con tutto il cuore. Vi saranno pure sulla terra varie e perfette scienze e la sacra scrittura verrà interpretata unanimemente senza controversie ed errori eretici. Vi saranno uomini illuminati tanto nelle cose naturali quanto in quelle celesti. Infi- ne la Chiesa di Filadelfia è tipo di questa sesta epoca. Filadelfia infatti significa in lingua greca „amore salutare verso il fratello‟, che salva l‟eredità che appartiene a Dio. Questo ben si addice al sesto stato della Chiesa, nel quale vi sarà amore e concordia e pace somma, e il forte Monarca salu- terà quasi tutto il mondo come sua eredità, e, con l‟aiuto del Signore Dio suo, lo libererà di tutti i suoi nemici, delle sue disgrazie e di ogni male. 
II. Dice questo il Santo e il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nes- suno chiude, che chiude e nessuno apre: Io so le tue opere. Con queste parole, come per descrive- re ciascuna delle epoche, si premettono di nuovo alcune delle prerogative di Cristo Signore, non so- lo in quanto Egli le possiede interiormente, ma anche perché splendono all‟esterno in questo sesto stato nei suoi membri e nel suo Corpo, che è la Chiesa. Dice questo il Santo dei Santi, e il verace Dio e uomo. Questo eccellentissima prerogativa deriva a Cristo Signore dall‟unione ipostatica, per cui ogni ginocchi si piega davanti a lui nei cieli, sulla terra e negli inferi. Si dice del pari Santo e ve- race come capo nei membri e nel suo Corpo che è la Chiesa, la quale nel sesto stato sarà davvero santa e vera. Santa poiché gli uomini cammineranno nelle vie del Signore con tutto il loro cuore e cercheranno con sollecitudine il Regno di Dio e serviranno il Signore loro Dio in letizia. Vera, poi- ché, cacciate nell‟inferno tutte le sette, sulla faccia della terra non vi sarà che la vera Chiesa. Colui che ha la chiave di Davide. S‟intende la regale e universale potestà di Cristo sulla sua Chiesa fino alla fine del mondo, nel compimento della volontà e dei segreti di Dio Padre, come dice S. Matteo al cap. 28: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Nel Libro II, al cap. 4  si diranno altri rag- guagli su questo punto. Inoltre qui si dice che Cristo possiede la chiave di Davide, perché Davide e il suo regno furono figura di Cristo e del suo regno, come scrissero i profeti. Colui che apre e nes- suno chiude, che chiude e nessuno apre. Con queste parole si indica quale sia il potere di questa chiave di Cristo, ossia onnipotente, posta solo alla sua discrezione, sia riguardo al bene, sia al male. Colui che apre la porta per il bene, concedendolo, o per il male, permettendolo. E nessuno chiude, ovvero nessuno può impedire o proibire, né in cielo, né in terra, né negli inferi, né i malvagi che ac- cadono le cose buone, né i buoni quelle cattive, in quanto sono stati decretati dalla divina volontà. Così riguardo ai malvagi abbiamo il passo di S. Matteo al cap. 16: e le porte dell’inferno non pre- varranno contro di essa. Per quel che riguarda gli uomini giusti e buoni si legga il profeta Ezechiele al cap. 14 dal versetto 14 fino al 21. Chiude e nessuno apre, ossia toglie a suo tempo dalla sua Chiesa i mali e dà i beni, e dopo i beni permette le cose malvagie, e non v‟è nessuno che possa sfuggire alla sua mano, o impedire che quelle cose avvengano. Così dice il Salmo 103: Quando tu lo dai, lo raccolgono. Quando tu apri la tua mano, tutte le cose son ricolme di bene; ma quando tu rivolgi altrove la tua faccia, si turbano; se togli loro lo spirito, vengono meno e ritornano nella loro polvere. Manderai il tuo spirito e saranno create, e rinnoverai la faccia della terra. Io so le tue opere. È un modo di dire con cui viene qui lodata in generale la condotta di questa sesta epoca, co- me sopra nel quinto stato era invece rimproverata. Io so le tue opere, che sono tutte sante, buone, perfette, e piene di carità, come si deduce dal versetto che segue. 
Vers. 8. Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché hai poca forza, e tuttavia hai serbato la mia parola e non hai negato il mio nome ecc. Piene di conso-lazione sono le parole che descrivono la futura felicità di questa sesta età della Chiesa, la quale con- siste: 1) nel vero, chiaro e unanime interpretazione delle SS. Scritture, per cui quest‟epoca risplen- derà, fugate e dissipate le tenebre e le erronee e false interpretazioni degli eretici, che sono la dottri- na dei demoni, mentre invece i fedeli di Cristo, diffusi per tutto il mondo, aderiranno nell‟unità del- la fede e dei santi costumi all‟unica interpretazione data dalla Chiesa cattolica. Per cui dice: Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta, ovvero, l‟interpretazione chiara e aperta della S. Scrittura, che nessuno può chiudere, il cui senso nessun eretico può pervertire, poiché nel sesto stato si cele- brerà il maggior concilio ecumenico di tutto il mondo, nel quale, per singolare grazia di Dio, per la potenza del celebre Monarca e l‟autorità del S. Pontefice santità, e in unione con Principi piissimi, ogni eresia e ateismo sarà condannato e bandito dalla terra, e la legittima interpretazione della S. Scrittura contro tutte le sette eretiche sarà dichiarata e proposta a credere, alla quale tutti aderiranno, avendo Dio aperto la porta della sua grazia. 2) Questa felicità consiste nel numerosissimo gregge dei fedeli. Confluiranno infatti in quel tempo tutte le genti, i popoli e le nazioni nell‟unico ovile, e entreranno per quella sola porta, che è la vera fede cattolica e ortodossa, e si compiranno le parole di S. Giovanni al cap. 10, quando dice: Vi sarò un solo Pastore ed un solo ovile, e quelle di S. Mat- teo, al cap. 24: Questo Vangelo sarà predicato in tutto il mondo, in testimonianza di tutte le genti, e allora verrà la fine. In questo medesimo senso qui si dice: Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta, la porta aperta della fede e della salvezza delle anime, che nel quinto stato era chiusa per un numero sconfinato di uomini, a causa delle eresie e delle abominazioni dei peccatori, e perciò l‟ovile era esiguo, avvilito, umiliato e oggetto di disprezzo. Ora invece è aperta davanti a te, ossia accessibile a tutti, come la porta di un palazzo reale che è sempre spalancata per tutti, poiché non v‟è timore di nemici o di sedizioni ecc. 3) Il terzo motivo di felicità sta nel gran numero dei salvati. Moltissimi infatti si salveranno in quel tempo, poiché la vera fede risplenderà e abbonderà la giusti- zia. Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta del cielo, che nessuno può chiudere fino ad un tempo determinato, per cui la frase è preceduta dalla particella: Ecco, la quale eccita gli animi nostri a qualche grande e meraviglioso intervento di Dio, alla consolazione, alla letizia e al gaudio spiri- tuale; perché hai poca forza, e tuttavia hai serbato la mia parola e non hai negato il mio nome. Si toccano qui con queste parole le tre cause, ovvero i tre meriti, per cui Dio ha avuto pietà della sua Chiesa e degli uomini sulla terra, aprendo misericordiosamente nel sesto stato della Chiesa la porta del cielo. Il primo motivo è detto al presente, perché hai poca forza, volendo tali parole indicare lo zelo apostolico dei suoi servi, i quali impiegheranno bene, prudentemente e con massimo frutto la poca forza concessa loro da Dio, ossia convertendo i peccatori e gli eretici soprattutto all‟inizio del- la sesta epoca della Chiesa, quando inizierà la loro conversione, sforzo che Cristo Signore benedirà. Il secondo e terzo motivo sono posti invece al tempo passato: hai serbato la mia parola e non hai negato il mio nome. Queste parole indicano la costanza e la perseveranza nella carità e nella fede dei medesimi servi di Dio, i quali sul finire della quinta epoca si leveranno con poca forza, quando gli uomini negheranno la fede a causa dei beni temporali, e i ministri della Chiesa a causa dei piace- ri carnali e della bellezza e delle attrattive delle donne abbandoneranno il celibato, e il diavolo sarà sciolto quasi ovunque e una tribolazione estrema incrudelirà sulla terra, ma costoro uniti fortissi- mamente conserveranno la propria vocazione e si manterranno immacolati da questo mondo, e per- ciò saranno giudicati da nulla dagli uomini, e disprezzati e fatti oggetto di ludibrio. La benignità del nostro Salvatore Gesù Cristo guarderà però alla loro pazienza, attività, costanza e perseveranza e li ricompenserà nel sesto stato, aiutando il loro impegno per la conversione dei peccatori e degli ereti- ci. Perché hai poca forza, ovvero sei privo di dignità e potestà ecclesiastica, privo di ricchezze, e di gloria sublime. Anche la grazia di Dio sarà loro concessa in modo moderatamente distribuito e or- dinato. Il loro impegno tuttavia, mosso da un‟intensa carità e zelo, nei confronti del Nome di Gesù Cristo, della sua Chiesa e della salute delle anime, sarà massimo. La misericordia di Nostro Signore, infine, li aiuterà aprendo loro nel sesto stato la porta della conversione degli eretici e dei peccatori alla vera fede e alla penitenza. Hai serbato la mia parola: la parola di Cristo qui indica quella dot- trina e scienza speciale riguardo ad un qualche precetto e consiglio, che non era stata rivelata nell‟Antico Testamento e che è del tutto opposta allo spirito del mondo. Nel Vangelo si trovano tre di questi precetti e consigli rivelati da Gesù Cristo: il primo riguarda il precetto di amare i nemici e di amarsi gli uni e gli altri (cfr. S. Matteo, cap. 5). Il secondo è il consiglio evangelico di conservare il celibato, come in S. Matteo al cap. 19: ci son di quelli che si son fatti eunuchi da se in vista del regno dei cieli. Il terzo infine è la pazienza da esercitare, come in S. Matteo al cap. 5: A chi ti per- cuote nella guancia destra, porgigli anche l’altra; a chi vuol muoverti lite per toglierti la tunica, cedigli anche il mantello. Per questo qui si dice hai serbato la mia parola, ossia dell‟amore frater- no, del celibato, della pazienza e della mansuetudine, che è propriamente la parola di Dio, pronun- ciata dalla sua bocca benedetta e messa in pratica. E non hai negato la mia fede. La fede si nega per lo più a causa delle ricchezze, degli onori e delle donne, tre cose che quei servi di Cristo di- sprezzeranno, poiché condurranno una vita umile senza dignità, e se saranno nominati a cariche pubbliche, saranno disprezzati dai loro superiori, e ne godranno. Impiegheranno tutti i loro beni, an- che più del necessario, a vantaggio dei poveri e nella restaurazione della Chiesa cattolica, la quale ameranno teneramente come loro madre, camminando con semplicità davanti a Dio e agli uomini, e perciò la loro condotta di vista sarà stimata pazzia e stoltezza, poiché la sapienza di questo mondo insegna  a conservare le cose acquisite e si accaparrare e tesaurizzare sempre di più. Si conserve- ranno puri, poi, da illeciti rapporti colle donne, vivendo conforme alla condizione della loro santa vocazione. Per cui, mentre vi sarà un‟apostasia generale e i più negheranno la fede di Cristo a moti- vo delle ricchezze, degli onori e dei piaceri carnali, costoro gemeranno nel loro cuore a Dio loro Si- gnore e persevereranno nella fede cattolica. Costoro così ricevono qui la giusta lode: non hai nega- to la mia fede. 
III. Vers. 9. Ecco farò che quelli della sinagoga di Satana, quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono, ecco, farò che essi vengano e si prostrino ai tuoi piedi, e sappiano che io ti ho amato. Segue la copiosissima manifestazione della potenza di Dio, con la quale infine suole proseguire a aiutare benignissimamente i pii sforzi, la fedeltà, la costanza e la perseve- ranza  dei suoi servi. Si pongono tre Ecco. Ecco ti ho dato. Ecco ti darò. Ecco farò. Per cui la no- stra mente si innalza quasi al cielo, a meditare una qualche grande e ammirabile opera di misericor- dia e di compassione, colla quale sta per manifestare la ricchezza della sua grandissima gloria, della sua grazia e della sua immensa bontà. Ecco! Parla ai suoi servi, come dicesse: Ecco il frutto della tua fatica e delle tue opere. Ecco ti darò quello che hai a lungo desiderato con lacrime e pii gemiti. Ecco, farò quello che nessuno credeva possibile. Ecco! Ora dunque consolati. Ecco farò che quelli della sinagoga di Satana, quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono. La Sina- goga di Satana sono i Giudei e tutti coloro che errano nella fede, che aderiscono a Satana padre del-la menzogna a causa dei suoi falsi dogmi. Similmente qui s‟intende con il termine Giudei allegori- camente e figuratamente gli eretici e gli scismatici, che si vantano d‟essere cristiani, ma non lo so- no, e mentono. Qui promette quindi la conversione degli eretici, degli scismatici e di coloro che er- rano nella fede, che avverrà nella sesta epoca, quando anche la Chiesa greca si unirà alla latina. Ec- co, farò che essi vengano e si prostrino ai tuoi piedi. Queste parole esprimono la forza, l‟efficacia e l‟abbondanza della grazia e della bontà di Dio, che farà sì che intere nazioni e popoli vengano, ado- rino e si sottomettano alla Chiesa Cattolica, loro madre. Farò per mezzo della luce della grazia, che vengano spontaneamente, e non costretti né dalla guerra, né dalla spada, e si prostrino ai tuoi piedi, ovvero si umilino e sottomettano alla sua potestà spirituale. Da ciò si ricava quanta fede e confiden- za tutti i Prelati e i Pastori d‟anime debbano collocare nella grazia di Dio, senza la quale ogni cosa claudica, senza la quale nulla si porta a compimento. Da circa cinquecento anni non solo si è dispu- tato acremente e si pubblicarono numerosi dotti libri contro gli eretici, ma anche si fu costretti a combatterli con le armi. Tutto fu tentato, ma senza frutto. Non rimane altro allora di levare il nostro grido al Signore Do nostro, d‟umiliare le nostre anime, riformare la nostra condotta di vita, e affati- carci strenuamente per conservare i pochi Cattolici, finché Dio non avrà pietà della sua Chiesa, di cui non può dimenticarsi mai, e guardi agli sforzi dei sui servi, che ancora lo temono, lo servono. Poniamo una viva fede e confidenza nell‟onnipotente grazia di Gesù Cristo, il quale con un unico raggio del suo santo lume può illuminare le accecate menti dei miseri peccatori e degli eretici. A questa confidenza ci esorta il Salmo 36: Spera nel Signore, fa’ il bene; e dimorerai nel paese e godrai dei suoi abbondanti frutti. Fa’ del Signore la tua delizia, ed egli soddisferà i desideri del tuo cuore. Esponi al Signore il tuo stato, spera in lui; egli provvederà. Farà risplendere la tua giustizia come la luce, e il tuo diritto come luce meridiana. Stai sottomesso al Signore e pregalo, non ti ri- scaldare a causa di chi prospera nelle sue imprese, a causa dell’uomo che fa scelleratezza. E sap-piano che io ti ho amato , ovvero confesseranno che tu sei la sola mia diletta sposa, da me scelta, la vera Chiesa, al di fuori della quale non v‟è salvezza e non si può ereditare il regno celeste. nella se- sta epoca la Chiesa cattolica sarà sublime, e gloriosa, e sarà magnificata per tutto il mondo, e non vi sarà più alcuna controversia o disputa su quale sarà la vera Chiesa. Per cui dice: farò che sappiano, ossia sarà manifestato, quello che nel quinto stato sarà oggetto di controversie e dispute. Così suole accadere, e può la divina bontà trarre il bene dal male, permettendo il sorgere delle eresie e delle avversità contro la verità divina, affinché sia più ancora manifestato il suo santo Nome. Ciò si dedu- ce dal fatto che tutte le eresie, sorte nei più diversi tempi, una volta manifestata la verità divina sva- nirono nuovamente, benché fossero pertinaci, come ad esempio l‟eresia ariana che negava la divini- tà di Gesù Cristo, alla quale anche le eresie contemporanee son simili nell‟ostinazione di negare la sua Santa e vera Chiesa.. 
Vers. 10. E siccome hai salvata la parola della mia pazienza anch‟io salverò te dall‟ora della tentazione  che sta per piombare su tutto il mondo, per mettere alla prova gli abitanti della terra. L‟ora della tentazione, che qui si predice debba venire, è il tempo della persecuzione dell‟Anticristo, che Cristo Signore descrive in S. Matteo al cap. 24 e Daniele al Cap 11, 12. Si dice ora della tentazione per indicare la brevità del tempo, poiché, come vedremo, il settimo periodo della Chiesa non durerà a lungo. La divina bontà è solita preservare i suoi servi in due modi dall‟ora della tentazione e dal tempo cattivo, 1) portandoli a se con la morte naturale in pace, prima che i mali e le tribolazioni si scatenino, misericordia che Dio usò con Ezechia, Josia e altri, sia nel Nuovo che nel Vecchio Testamento, 2) non togliendoli dal mando, ma preservandoli dal male, come in S. Giovanni al cap. 17, v. 15: Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che li preservi dal male. Così inviò i suoi apostoli e discepoli in mezzo ai lupi. Dio preservò la sua Chiesa in entrambi i modi nel settimo stato al momento della persecuzione dell‟Anticristo. 1) Chiamandola a sé, poiché sul finire della sesta epoca la carità si raffredderà e cominceranno ad abbondare i peccati, sorgerà a poco a poco una generazione perversa e figli infedeli, saranno tolti con la morte naturale gli uomini giusti e santi e i pastori e gli ottimi prelati, e ne prenderanno il posto i tiepidi, gli uomini carnali, pieni di amor proprio, alberi autunnali, stelle erranti, nubi senz‟acqua; 2) preservandola dal male, poiché la Chiesa durerà fino alla fine del mondo, quando rimarranno solo pochi uomini santi e dotti tra il po- polo (rispetto alla stragrande moltitudine di malvagi). Questi Dio invierà in mezzo ai lupi per inse- gnare ai molti la verità e la giustizia al tempo dell‟Anticristo nel settimo ed ultimo stato della Chie- sa, e affronteranno la spada, il fuoco, la prigionia, e la malvagità dei giorni, come predisse Daniele al cap. 11. E così il Signore li preserverà nell‟ora della tentazione, salvandoli dal male, affinché non acconsentano all‟empietà del crudele tiranno, ma muoiano per la verità e la giustizia e la fede di Cristo.  
Vers. 11. Ecco, io vengo presto: tieni forte quel che hai, che nessuno prenda la tua corona. Queste parole contengono la premonizione dell‟improvvisa e insperata venuta di Cristo, e l‟esortazione a perseverare nel bene, cose che entrambe qui premette come scudi sommamente ne- cessari nell‟ultima tribolazione descritta da San Matteo al cap. 24. 1) Il regno dell‟Anticristo, infatti, per il suo straordinario buon successo e potenza sarà considerato dagli uomini come lunghissimo. Anzi, i Giudei e gli altri suoi seguaci, che lo acclameranno Messia, riterranno che il suo regno sarà eterno. Per questo qui dice contro questa presunzione e menzogna: Ecco, io vengo presto. 2) Come al tempo della persecuzione dell‟Imperatore Diocleziano (che fu un vivo prototipo dell‟Anticristo) molti apostatarono la fede di Cristo per la crudeltà della persecuzione e sacrificarono agli idoli, co- me accadde anche al Sommo Pontefice S. Marcellino, il quale tuttavia poi, dopo aver fatto dura pe- nitenza, affrontò il martirio. Del pari al tempo dell‟Imperatore Licinio di quaranta uno abbandonò la fede, la cui corona guadagnò poi Janitor, così accadrà, e molto più, nell‟ultima persecuzione dell‟Anticristo, che supererà le precedenti. Contro questa defezione qui Cristo, come sommo duce, premunisce ed esorta i suoi soldati ad armarsi dello scudo di una pertinace costanza e perseveranza, che in quel tempo saranno estremamente necessarie. Per cui dice: 
Vers. 12. Tieni quel che hai, che nessuno prenda la tua corona. Chi vince lo farò colonna nel tempio del mio Dio, e non ne uscirà più fuori. E scriverò su lui il nome del mio Dio, e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende giù dal cielo dal mio Dio, e il mio nome nuovo. Per dar maggior conferma e forza ai suoi diletti soldati che combatteranno nella pre-detta ultima terribile persecuzione, segue la promessa dei beni sublimi, paragonabili alle vittorie ri- portate sul tiranno, la prima delle quali è la fermezza d‟animo e la costanza tenace, con la quale i giusti perseveranti si ergeranno come colonne nella Chiesa di Cristo contro ogni crudeltà del tiran- no, contro i suoi prodigi e le sue arti diaboliche, opponendo alla morte il corpo, la vita e il sangue. La seconda sarà la confessione del vero Dio, che creò il cielo e la  e terra, e tutto ciò che esiste, con- tro di cui incrudelirà all‟estremo l‟Anticristo, che si costituirà Dio degli Dei. La terza sarà la ferma fede e fedeltà alla Chiesa di Cristo, che l‟Anticristo rigetterà come un‟impostura, e la disperderà con la sua tirannide ai quattro venti, nei monti deserti e nelle grotte. La quarta infine sarà la confessione del Nome di Gesù Cristo, contro il quale il tiranno, vantandosi per l‟esecuzione dei suoi falsi miracoli, prodotti di arte diabolica, si proclamerà Messia, che i Giudei accoglieranno, come predetto dal- lo stesso Cristo Signore, in San Giovanni al cap. 5: Io vengo nel nome del Padre mio, e non mi ricevete, se un altro verrà nel suo nome, quello lo riceverete. A questa quadruplice virtù, insegne per il merito e per la vittoria, si promette un quadruplice premio e gloria condegna. Per primo si dice: Lo farò colonna nel tempio del mio Dio, e non ne uscirà più fuori. Le colonne si pongono nei palazzi dei Re per sostenere la mole degli edifici e per il fasto, il decoro e lo splendore della casa, così i giusti di Dio, i quali nel tempio di Cristo (che è la Chiesa militante) furono le colonne per la fer- mezza della verità, della fede e della giustizia di Gesù Cristo, combattendo per essa, difendendola, predicandola, e affrontando per essa la morte, costituiranno nel tempio di Dio (che è la Chiesa trion- fante) le colonne, perché saranno stabili in eterno e saranno nella gloria davanti a tutti i Santi di Dio e ai suoi Angeli, e perché qui rimasero fedelmente nel tempio di Dio, ossia nella Chiesa Cattolica, e non vi uscirono fuori, per seguire l‟Anticristo e gli altri eretici, apostatando. Di lì anzi non usciran- no più fuori in eterno, ma saranno immortali, impeccabili, stabili, e sicuri in eterno da ogni persecu- zione, dolore, pianto, morte, fame, sete, e dalle altre miserie, sia del corpo che dell‟anima. E per se- condo si legge: E scriverò su lui il nome del mio Dio, perché saranno simili a lui. Cfr. 1 a lettera di S. Giovanni, cap. 3, v. 3. Per cui saranno anche chiamati Dei, come si legge nel Salmo 81: Ho detto: siete Dei e tutto figli dell’Altissimo. Per terzo dice: E il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende giù dal cielo dal mio Dio, ossia saranno tempio di Dio, nel quale si de- gnerà abitare il Re dei Re e Signore dei Signori, e lo possiederà in eterno mediante la visione beati- fica. Per quanto si legge: E il mio nome nuovo, ovvero Dio li onorerà del suo nome, infatti saranno chiamati figli di Dio, come nella 1 a lettera di San Giovanni, cap. 3, v. 1.  


Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser

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