sabato 4 settembre 2021

ISRAELE AI RAGGI X

 


"ASCOLTA, ISRAELE!"


1) Dieci citazioni provenienti dal libro di Julio Meinvielle: “El Judio en el misterio de la historia”. 81 

BRANO # 1: La Chiesa cattolica e gli Ebrei.  

«Attraverso la voce dei Pontefici di Roma, la Chiesa cattolica ha sempre detto che gli Ebrei possono essere pericolosi, e che per questo è meglio tenerli sorvegliati. Senza questa sorveglianza, in breve tempo essi potrebbero rovinare una società, cristiana o non cristiana.  

»» Esistono almeno una quindicina di documenti che i Papi di Roma hanno scritto nell’intento di mettere in guardia i governanti delle nazioni cristiane contro il pericolo che costituisce una presenza ebraica non vigilata. Le ragioni che spingono i Papi ad assumere posizioni del genere non è un sentimento di odio anti-ebraico, ma una saggezza fondata sull’esperienza. È bene dire, a prova di questo, che nel momento stesso in cui i Papi denunciano il pericolo che gli Ebrei rappresentano per la società che li ospita, essi aggiungono subito che i Paesi cristiani hanno comunque un dovere di ospitalità verso gli Ebrei, e che per scongiurare ogni pericolo basta concedere loro la possibilità di sistemarsi in zone riservate. 

»» Perché i Papi agiscono così? C’è forse una qualche contraddizione nell’atteggiamento che essi adottano verso gli Ebrei? No, non c’è contraddizione nell’atteggiamento dei Papi verso gli Ebrei. Anche se la presenza del Popolo ebraico rappresenta un certo pericolo per una nazione ospitante, la teologia cristiana riconosce a detto Popolo il diritto di esistere, ed anche, in più, una considerazione specialissima, derivante dal fatto che questo popolo è il padre della Chiesa. Come padre della Chiesa il Popolo ebraico è sacro, e tale rimane anche se perverso. Per quanto perverso e pericoloso sia un padre, i suoi figli gli devono ospitalità e rispetto. Benché sia necessario impedire che la perversità di un padre sia nociva alla famiglia, i figli non devono né uccidere né maltrattare il loro padre.  

»» Sulla base di questi princìpi, il grande Pontefice Innocenzo III riassume nel modo seguente la dottrina e la giurisprudenza cattolica riguardo agli Ebrei:  

»» Innocenzo III scrive: Gli Ebrei sono i testimoni viventi della vera fede. Il Cristiano non deve né sterminarli né opprimerli, per non perdere la conoscenza della Legge. Allo stesso modo che essi, nelle loro sinagoghe, non devono andar oltre ciò che consente la loro legge, allo stesso modo noi non dobbiamo importunarli nell’esercizio dei privilegi che sono stati loro accordati. 

»» Anche se preferiscono persistere nell’indurimento dei loro cuori anziché cercare di comprendere gli oracoli dei Profeti e i segreti della loro Legge per arrivare alla conoscenza di Cristo, essi hanno comunque diritto alla nostra protezione. Siccome domandano di essere da Noi aiutati, Noi accogliamo la loro domanda e li prendiamo sotto la Nostra protezione. Trasportati dalla dolcezza della pietà cristiana, e seguendo le tracce dei nostri predecessori: Callisto, Eugenio, Alessandro, Clemente e Celestino, di felice memoria, vietiamo a chiunque di costringere al battesimo un qualsiasi ebreo (...)   

»» Nessun Cristiano deve permettersi di far loro del male, di impossessarsi dei loro beni, o di cambiare i loro costumi senza un giudizio legale. Che nessuno li disturbi nei loro giorni di festa, colpendoli o lanciando loro delle pietre. Che nessuno li costringa in quei giorni a dei lavori che possono essere fatti in altri tempi. Inoltre, opponendoci con tutta la nostra forza alla perversità e all’invidia degli uomini, vietiamo a chiunque di violare i loro cimiteri e dissotterrare i loro cadaveri per prendere il loro denaro. Coloro che contravvenissero a queste disposizioni incorrerebbero nella scomunica.  

»» Con queste sagge parole la Chiesa riconosce che gli Ebrei non solo hanno diritto all’esistenza, ma hanno anche il diritto di essere rispettati come tutti gli altri. Questo documento di Innocenzo III prova che l’antisemitismo è condannato dalla Chiesa, perché gli antisemiti osteggiano gli Ebrei senza tenere conto che gli Ebrei, oltre che a far parte della razza umana, fanno parte di una stirpe il cui carattere è sacro.» (op. cit., p. 58-59). 

A proposito degli Ebrei, il Meinvielle aggiunge questo:  

«La Chiesa, riconoscendo la perversità teologica che c’è in essi, sapeva sottometterli a delle leggi sagge, e la sua vigilanza era in allerta affinché non pervertissero i Cristiani. Tuttavia, la Chiesa non ha mai odiato gli Ebrei, anzi, ha pregato per essi, ha fatto pregare per essi, e in molteplici occasioni li ha difesi da vessazioni e da persecuzioni ingiuste. Tant’è vero che quando, per la prima volta dopo secoli, il Sinodo ebraico si è riunito pubblicamente a Parigi nel 1807, convocato da Napoleone, questo stesso Sinodo ha reso un omaggio pubblico alla benevolenza dei Pontefici romani. Questo documento che è conservato nella “Collezione degli Atti dell’assemblea degli Israeliti di Francia e del Regno d’Italia”, contiene il testo seguente:  

»» Omaggio di gratitudine degli Ebrei alla Chiesa . I Deputati Ebrei dell’impero di Francia e del Regno di Italia, al Sinodo Ebraico decretato il 30 Maggio ultimo scorso, presi da gratitudine per i benefìci successivi che il clero cristiano ha fatto nei secoli passati agli Israeliti degli Stati d’Europa, pieni di riconoscenza per l’accoglienza che diversi Pontefici hanno fatto a differenti epoche agli Israeliti di varie nazioni, quando la barbarie, i pregiudizi e l’ignoranza riunita perseguitavano ed espellevano gli Ebrei dal seno delle società, dichiarano: Che l’espressione di questi sentimenti sarà registrata nel processo verbale di questo giorno affinché resti per sempre come una testimonianza autentica della gratitudine degli Israeliti di questa Assemblea per i benefìci che le generazioni che ci hanno preceduti hanno ricevuto dagli ecclesiastici dei diversi paesi d’Europa.» (op. cit., p. 31).     

BRANO # 2: Il ghetto che era imposto agli Ebrei. 

«Abbiamo detto che la Chiesa vuole che gli Ebrei siano rispettati nell’esercizio dei loro diritti, senza che venga ignorato con questo il pericolo che rappresentano. Per questo la Santa Sede ha creato la disciplina del ghetto, che permette di isolare gli Ebrei restringendo i loro diritti civili in seno alle nazioni cristiane che li accolgono. 

»» La legislazione sul ghetto è riassunta dal domenicano Ferraris con queste parole: “Tutti gli Ebrei devono abitare in uno stesso luogo, e se questo luogo non è sufficiente, in due luoghi o tre, o in quanti sarà necessario. Questi luoghi devono essere contigui ed avere solamente una porta per entrare e per uscire”.  

»» Dunque agli Ebrei che erano accolti dai popoli cristiani non era consentito di abitare fuori dai ghetti, ed inoltre, a partire dal suono dell’angelus della sera fino a quello della mattina seguente un ebreo non doveva uscire dal suo ghetto. Questo modo di vivere presentava tre vantaggi importanti: 82 

»» 1) - Le autorità dello stato ospitante avevano sempre sotto controllo il numero di Ebrei presenti sul loro territorio, e la loro identità. Questo facilitava la loro sorveglianza. 

»» 2) - Il sentimento di questa sorveglianza manteneva gli Ebrei sulla buona strada poiché, in base all’insegnamento di S. Paolo che dice, parlando di essi, che hanno ricevuto lo spirito di schiavitù nel timore, è attraverso il timore che gli Ebrei sono governabili. 

»» 3) - Sapendo che la notte è complice del malfattore ( “Qui male agit, odit lucem” = chi male agisce odia la luce), con questa ingiunzione si prevenivano le perversità che gli Ebrei avrebbero potuto compiere durante la notte.  

»» Oltre alla reclusione nei ghetti, gli Ebrei dovevano sottoporsi all’obbligo di portare una coccarda, o un nastro giallo, o un altro segno che permettesse ai cittadini comuni di riconoscere subito un membro della razza ebraica. In questo modo gli Ebrei non potevano fare del male ai Cristiani, salvo a quelli che erano abbastanza sciocchi per mettersi in relazione con loro. Si dirà: queste distinzioni odiose non vanno contro i diritti legittimi chi sono dovuti ad ogni uomo, ad ogni collettività umana? Non proprio. (...) Se una collettività vuole avere il privilegio di governarsi con delle leggi proprie all’interno di una nazione che le concede ospitalità, questa collettività non deve in seguito approfittare della situazione per complottare contro la nazione ospitante. È tuttavia il caso degli Ebrei, come lo dimostra la teologia cattolica, come l’esigono le prescrizioni del Talmud, e come lo dimostra la storia degli Ebrei in ogni tempo e in ogni luogo.  

»» S. Tommaso d’Aquino fu un giorno consultato dalla Duchessa di Brabant che voleva sapere se era bene o male che nel suo territorio gli Ebrei fossero obbligati a portare un segno distintivo che li differenziasse dai Cristiani. S. Tommaso d’Aquino rispose: “In accordo con quanto è stato stabilito dal Concilio Generale, 83 in ogni territorio abitato da Cristiani, e in ogni tempo, gli Ebrei dei due sessi devono distinguersi dagli altri popoli tramite il loro modo di vestire. Ciò è stabilito dalla loro propria legge, e cioè che ai quattro angoli del loro mantello essi abbiano delle filettature distintive che permettano di sapere se sono Ebrei”.» (op. cit., p. 59-61). 

BRANO # 3: Altre restrizioni applicate agli Ebrei. 

«Le restrizioni imposte agli Ebrei che le nazioni cristiane accoglievano sul loro territorio non si limitavano all’obbligo di vivere all’interno del ghetto. Per esempio, gli Ebrei non avevano diritto di assumere delle nutrici cristiane o dei servitori cristiani. Il commercio di merci nuove era loro vietato, come pure la confezione di seta e di tessuto. Si vietava loro soprattutto di acquistare e di vendere la seta nuova, tessuta o no. Si vietava loro di insegnare nelle università. La professione di farmacista non era loro consentita, e neppure quella di medico, di albergatore, di magistrato, o di ufficiale militare. Si permetteva loro di fare del commercio della biancheria usata, o quello degli alimenti necessari alla vita. Gli Ebrei avevano il permesso di esercitare professioni tipo banchiere, fornitore di re, gioielliere, tipografo, assicuratore, professioni per le quali gli Ebrei mostravano singolari attitudini, e che apparentemente non costituivano un pericolo diretto per i Cristiani.» (op. cit., p. 61). 84 

BRANO # 4: Esempio di reclamo contro gli Ebrei. 

«Le Logge massoniche d’Inghilterra intensificano le loro attività a partire dal 1717, e decidono di applicare ovunque le loro teorie, cominciando dalla Francia. Quarantatre anni più tardi, nel 1760, i negozianti di Parigi si lamentano degli Ebrei, e firmano una requisitoria collettiva che dà un’idea dei problemi ai quali devono far fronte a causa degli Ebrei. Uno ha l’impressione che non esistano più le leggi che la Chiesa aveva istituito per proteggere le città cristiane contro il pericolo ebraico, o che non siano più applicate. Il documento ha per titolo: “Reclamo dei Mercanti e Commercianti di Parigi contro l’ammissione degli Ebrei”.  Vi si legge tra l’altro:  

»» “L’ammissione di questa specie di uomini in una società è una cosa pericolosissima. Si possono paragonare alle vespe che se si introducono nei nidi è solo per uccidere le api, aprir loro il ventre per poter estrarre il miele che hanno nelle viscere. Così sono gli Ebrei. È impossibile supporre che esistano in essi le qualità dei cittadini normali. Nessun membro della loro razza è educato nei princìpi di un’autorità legittima. Sono convinti che ogni tipo di autorità esista come usurpazione dei loro diritti, e si sforzano di realizzare un Impero universale. Considerano tutti i beni della terra come se fossero di loro appartenenza, e i cittadini degli stati come se fossero i ladri dei loro beni”.  

Questo documento parla poi del rapido accumulo di ricchezze di cui sono capaci gli Ebrei, chiedendosi se il potere che permette loro di arrivare così velocemente ad un tale grado di fortuna non sia magari di origine soprannaturale. Il testo prosegue dicendo:  

»» “Gli Ebrei non possono gloriarsi di avere procurato vantaggi di nessun genere ai paesi dove sono stati tollerati. Le nuove invenzioni, le scoperte utili, un lavoro faticoso ed assiduo, le manifatture, gli armamenti, l’agricoltura, niente di tutto ciò entra nel loro sistema. Ma si servono delle scoperte per alterarne le produzioni, alterare i metalli, praticare ogni specie di usura, nascondere oggetti rubati, acquistare dalle mani di assassini o di domestici, introdurre delle merci proibite o difettose, offrire ai dissipatori o ai debitori mal presi delle merci che precipitano il loro fallimento. I conteggi, i piccoli scambi, gli aggiotaggi, i prestiti su pegni, i baratti, l’acquisto e la vendita, ecco la loro industria. Permettere ad un solo ebreo una casa di commercio in una città è come permettere il commercio in tutta la nazione. Sarebbe come opporre ad ogni commerciante le forze di un’intera nazione che non mancherebbe di adoperarli per sopprimere il commercio di ogni casa produttrice, una dopo l’altra, e di conseguenza quello di tutta la città”.  

Il documento conclude dicendo:  

»» “Gli Ebrei non sono cosmopoliti, non sono cittadini in nessun angolo della terra. Si considerano al di sopra di tutto il genere umano; ne sono i segreti nemici perché sperano di poter un giorno soggiogarlo come uno schiavo”.» (op. cit., p. 62). 

BRANO # 5: Parole di San Pio V sugli Ebrei. 

San Pio V , Papa di Santa Romana Chiesa dal 1566 al 1572, sugli Ebrei si è espresso in questi termini: 

«Il Popolo ebraico, che in passato il Signore aveva scelto per accedere ai Celesti Misteri e ricevere gli Oracoli divini, fu tanto elevato in dignità e grazia sopra gli altri popoli quanto poi abbassato e umiliato a causa della sua incredulità. Alla maturazione dei tempi questo popolo si è visto condannato come ingrato e perfido avendo tolto la vita, e in modo indegno, al suo Redentore. È così che i membri di questo popolo hanno perso il sacerdozio che conferiva loro l’autorità della Legge. Da allora essi errano nel mondo, esuli dal paese che il Signore, con grande bontà, aveva loro preparato, paese dove colavano latte e miele. (...)  

»» I popoli cristiani hanno accettato che i reduci di questo popolo trovino ospitalità nei loro territori (...) ma l’empietà e la perversità di queste persone sono tali che per proteggere le collettività cristiane ci sentiamo ora in obbligo di portare al più presto un rimedio alla forza del male. Senza parlare delle numerose forme di usura con le quali gli Ebrei si impossessano delle risorse dei Cristiani poveri, noi sappiamo che essi sono complici nel ricettare la merce dei malandrini e dei ladri. Per impedire che vengano riconosciuti gli oggetti profani e religiosi che questi rubano, essi li nascondono, li trasportano altrove, oppure li trasformano completamente. (…)   

»» Il colmo è che si dedicano a sortilegi e incanti magici, alle superstizioni e ai malefici. In questo modo fanno cadere nella rete del diavolo molte persone semplici o malate le quali si immaginano che queste persone abbiano la capacità di profetizzare l’avvenire, rivelare furti, tesori, cose segrete, o far conoscere cose che nessun mortale è in grado di esplorare. 

»» Infine, noi sappiamo perfettamente in che modo indegno questa razza perversa parli del Cristo, quanto pericolosa essa sia per i Cristiani, quanto inganno ci sia nelle insidie che da essa vengono tese contro la vita dei Cristiani.» (op. cit., p. 57-58). 

BRANO # 6: Regole di disciplina stabilite dalla Chiesa riguardo agli Ebrei. 

«La disciplina della Chiesa riguardo agli Ebrei può essere riassunta così:  

»» 1) Libertà per gli Ebrei, in modo da assicurar loro la possibilità di vivere da comunità.  

»» 2) Protezione per i Cristiani, in modo da aiutare i Cristiani a non cadere nei trabocchetti giudaici. L’evidenza mostra che per proteggere i Cristiani è necessario ridurre le libertà degli Ebrei, e questa riduzione è una conseguenza del controllo che i popoli che accolgono gli Ebrei sono obbligati ad esercitare su di essi.  

»» Nel mese di luglio del 1555, Papa Paolo IV dà le seguenti disposizioni:  

»» “Gli Ebrei non devono permettere ai Cristiani di chiamarli col titolo di Signore”. Ed anche: “Gli Ebrei non devono azzardarsi a giocare, mangiare, o mantenere familiarità con i Cristiani”. 85 (op. cit., p. 63). 

»» Eppure la Chiesa di Roma, la stessa che chiede ai Cristiani di non frequentare gli Ebrei, si oppone all’idea di vederli perseguitati. Per esempio, nel ventesimo secolo la voce di Pio XI si alza più volte contro la politica antisemita della Germania nazista, e Pio XII prende enormi rischi per salvare la vita a numerosi Ebrei di Roma, Ebrei che dal 1940 al 1943 sono spietatamente perseguitati dalla Gestapo tedesca presente nella capitale italiana.» 86 

BRANO # 7: Saggezza della Chiesa verso gli Ebrei. 

«Penetrando nel cuore dell’Ebreo e in quello del Cristiano, la Chiesa ha scoperto nel primo un desiderio nascosto ma profondo di dominio universale, e nel secondo una debolezza colpevole, quella che lo fa correre dall’Ebreo ogni volta che le sue finanze danno segni di debolezza (una situazione che spesso è causata dalla vita disordinata del Cristiano stesso). 

»» I Papi hanno sempre detto che per non cadere vittime degli Ebrei i Cristiani devono semplicemente smettere di frequentarli, imparare a moderarsi, rinunciare ai loro vizi e capricci. Secondo i Papi, se i Cristiani seguissero questi buoni consigli non avrebbero più bisogno di correre in cerca di denaro dagli usurai ebraici, né di frequentare i cinema ebraici, né di comperare le riviste ebraiche; e non sarebbero domani condannati a sopportare un padrone ebreo in fabbrica, un padrone ebreo in ufficio, un padrone ebreo in banca, nell’impresa commerciale, nella ricchezza del paese, nel frumento, nel grano, nel lino, nel latte, nel vino, nello zucchero, nel petrolio, nei titoli e nelle azioni di ogni impresa importante, nella circolazione della moneta, nell’oro e, colmo della disgrazia, nel campo politico! Secondo i Papi, se i Cristiani seguissero i loro consigli avveduti non correrebbero il rischio di pensare alla maniera ebraica in teologia, in filosofia, in storia, in politica, in economia.  

»» Col passare del tempo i popoli cristiani hanno purtroppo abbandonato i consigli dei Papi sul pericolo ebraico. È dunque normale che oggi subiscano il peso del loro dominio, basato sui valori materiali. Non hanno finito di subirlo, tale dominio, perché gli Ebrei che cercano di dominare i Gentili non fanno altro che seguire un misterioso istinto che l’Onnipotente ha messo nella loro anima per servire da pungiglione e da flagello ai Cristiani vili e negligenti. Questo istinto di dominio, tipicamente giudaico, potrebbe esser qualificato di teologico, ed essere paragonato a una missione segretissima che l’Ebreo stesso, a sua insaputa, avrebbe ricevuto da Dio.  

»» Chi forma oggi la mentalità dei popoli cristiani? Li forma la stampa giudeo-farisaica, le università, le scuole e le bibliografie “ebraizzanti”. La "scristianizzazione" dei popoli cristiani va di pari passo con la loro “ebraizzazione”, e se la misericordia di Dio non dovesse intervenire per risparmiare ai Cristiani cose più gravi, i Cristiani diventerebbero schiavi degli Ebrei, e questa sarebbe la loro punizione. Gli Ebrei faranno qualsiasi sforzo per ridurre in schiavitù i loro antichi “carcerieri”, i Cristiani, e vendicarsi così delle pretese aggressioni subite nel Medioevo.  

»» È il caso di ripetere ai Gentili, che se continuano ad optare per una civiltà di grandezza materiale, dove predomina Mammona, sono gli Ebrei che diventeranno padroni di tutto, ed essi Gentili saranno i loro schiavi. (...) Ho la quasi certezza che i sogni di grandezza materiale che i Cristiani coltivano ricorrendo ai soccorsi ebraici si concluderanno in fiumi di sangue. Così è già successo in Russia, in Spagna, e in altre parti del mondo. Ma per i mali che arrivano ai Cristiani non mi sento capace di puntare il dito contro gli Ebrei. Da ciò che capisco dei disegni di Dio, quando gli Ebrei lavorano al perfido programma che si propongono di realizzare, non fanno altro che compiere quel nero “dovere” che in maniera nascosta è stato loro affidato dall’Onnipotente. Mi sento piuttosto di puntare l’indice contro i Cristiani, che per l’ambizione di essere grandi nel carnale finiscono per stipulare con gli Ebrei alleanze infami e proibite, contro le quali i Papi non hanno mai smesso di predicare.» (op. cit., p. 64-65). 

BRANO # 8: Progetti giudeo-farisaici per un dominio universale. 

Esistono veramente questi piani di dominio universale? Sì esistono, non ci sono dubbi in proposito. La storia ne offre la prova in ogni tempo e in ogni luogo.  

«Che cosa vogliono gli Ebrei? (gli Ebrei “elitisti”, dallo spirito farisaico, ndr). Vogliono l’impero universale della loro razza sui popoli addomesticati, con Gerusalemme come capitale mondiale. (...) Allora il sogno degli Ebrei sarà una realtà. E quando gli Ebrei saranno padroni del mondo, con Gerusalemme come capitale, allora – dicono essi sognando – “allora verrà il Messia, il grande Conquistatore, che renderà tutte le nazioni del mondo schiave degli Ebrei”. (op. cit., p. 92). 87 

»» Ebrei e Cristiani rappresentano la lotta tra Lucifero e Dio, tra il Serpente e la Donna, tra le Tenebre e la Luce, tra la Carne e lo Spirito. Rappresentano l’eterna lotta di Caino contro Abele, di Ismaele contro Isacco, di Esaù contro Giacobbe, del Faraone contro Mosè, della Sinagoga di Satana contro Cristo. Da quando la Redenzione è stata compiuta da Cristo, questa opposizione è diventata così fondamentale che la scelta dell’uomo si riduce ormai a due sole possibilità: o lasciarsi cristianizzare o lasciarsi “ebraizzare”.  

Non rimangono all’uomo che due stili di vita: quello cristiano o quello giudeo -farisaico; che due religioni, quella cristiana o quella giudeo-farisaica; che due economie, quella cristiana o quella giudeo-farisaica; che due internazionalismi, quello cristiano o quello giudeo-farisaico. I suddetti piani di dominio giudeo-farisaico sono pure un’esigenza del Talmud, che molti Ebrei, a torto o a ragione, considerano il loro Codice civile e religioso. (op. cit., p. 68). 88 

»» Abbiamo visto che la Chiesa di Roma è sempre stata cosciente del “pericolo” ebraico (leggi “giudeo-farisaico”, ndr), e che per evitare la contaminazione dei popoli cristiani da parte degli Ebrei (leggi “Ebrei dallo spirito farisaico”, ndr) essa ha spesso preso delle precauzioni. (...) Abbiamo visto che il Rinascimento, la Riforma protestante, l’Enciclopedismo del XVIII secolo, la Rivoluzione francese, il Capitalismo, il Liberismo, il Socialismo, il Comunismo, la Rivoluzione sovietica, sono tutte creature concepite dallo spirito ebraico (leggi “giudeo-farisaico”, ndr), e gli Ebrei (leggi “gli Ebrei dallo spirito farisaico”, ndr) ne hanno tratto profitto a scapito dei popoli cristiani. (...) Dio permette che l’Ebreo (leggi: “l’Ebreo dallo spirito farisaico”, ndr) sia per i Cristiani un “flagello teologico”, un agente d’iniquità, ma teologico. Ne consegue che un ebreo che si sforza di distruggere il Cristianesimo fa solamente il suo nero “dovere”.» (op. cit., p. 70).  

BRANO # 9: Cervello ebraico e braccio operativo massonico. 

«Lo spirito giudaico è convinto di una cosa: per giungere alla conquista del potere mondiale bisogna ricominciare tutto da capo, iniziando col distruggere il sistema attuale in tutte le sue componenti. Le presenti istituzioni devono tutte sparire, cominciando dal trono e dall’altare, perché i Re e i Papi sono i simboli principali dell’ordine stabilito.   

»» Un cervello che pensa così avrà bisogno di due braccia disposte a obbedirlo ciecamente; il che spiega la creazione della Massoneria, il “braccio” multinazionale concepito per eseguire gli ordini del cervello giudaico. Non a caso la Massoneria ha per motto l’espressione latina “Ordo ex chaos”, il che significa: “L’ordine a partire dal caos”, ovvero: “L’ordine come frutto del caos”. Da dove proviene la Massoneria? L’Ebreo Isaac Wise ce lo rivela attraverso il giornale ‘The Israelite’. Nel numero che comprende il periodo che va dal 3 al 17 agosto 1855, egli scrive: “La Massoneria è un’istituzione giudaica. La sua storia, le sue regole, i suoi compiti, le sue consegne, le sue spiegazioni sono tutte ebraiche dall’inizio alla fine, ad eccezione di qualche regola secondaria e di qualche parola nel giuramento iniziale”.» (op. cit., p. 77).   

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Johannes De Parvulis 

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