Perdono e giustizia
"Oltraggiato non rispondeva con oltraggi,
e soffrendo non minacciava vendetta,
ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia" (1 Pietro 2,23).
"Il giusto godrà nel vedere la vendetta,
laverà i piedi nel sangue degli empi.
Gli uomini diranno: "C’è un premio per il giusto,
c’è Dio che fa giustizia sulla terra!" (Sal. 58,11)
"Per tanta iniquità non abbiano scampo:
nella tua ira abbatti i popoli, o Dio" Sal. 56, 8
"...Il Signore ama la giustizia
e non abbandona i suoi fedeli" (Sal. 37,28).
"Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati" (Mt 5,6)
"Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli" (Mt 5,10)
I giornali riportano sempre più spesso, purtroppo, dolorosi fatti di cronaca in cui certi delinquenti (che la Sacra Scrittura considera empi) uccidono degli innocenti provocando sofferenze nelle famiglie delle vittime.
Riguardo a tali fatti si sprecano gli appelli al perdono. Anche alcuni esponenti della Chiesa hanno gridato all’immediato perdono. Ma tale atteggiamento ha gettato nello sconcerto numerosi fedeli, tant’è che la sorella di una delle vittime (uccisa da un lancio di sassi da un cavalcavia) ha scritto una lettera di maledizioni nei confronti degli assassini della congiunta ed ha dichiarato di non volere perdonare.
Credo che sia opportuno, sempre in base alla parola di Dio, fare un po' di chiarezza al riguardo.
Che il Signore abbia invitato al perdono lo sanno tutti e ritengo inutile riportare i correlativi brani biblici, dato che molti predicatori li richiamano spesso in ogni occasione, opportuna ed inopportuna. Ma com’è vero che il Signore ci invita al perdono (il che significa non aver rancore nei confronti di nessuno, fosse pure il peggiore carnefice), è altrettanto vero che, anche se sottaciuto o dimenticato, il Signore, Dio di infinita misericordia che applica nei confronti di quanti gliela chiedono sinceramente pentiti 43 , è anche Dio di giustizia e la fa valere nei riguardi di coloro che non si pentono; ed allora "...Nessuno può riscattare se stesso, o dare a Dio il suo prezzo..." (Sal. 49,8) - "...Non chiamare in giudizio il tuo servo: nessun vivente davanti a te è giusto" (Sal. 143, 2).
Molti credenti sono indotti quindi a pensare che si debba esclusivamente perdonare senza appellarsi a Dio affinché faccia giustizia, anche mediante i tribunali umani. Storditi dalle sirene che propagano, più o meno volontariamente, un simile concetto anti biblico, manifestano una spiccata avversione nei riguardi del perdono.
Numerosi salmi e vari passi biblici ci insegnano, in quanto Parola eterna di Dio, che un conto è l’esigenza del perdono ed un altro conto è la richiesta di giustizia (nell’interesse personale e collettivo) collegata all’applicazione delle leggi di cui uno stato di diritto deve dotarsi per regolare la pacifica convivenza dei cittadini 44 .
Papa Giovanni Paolo II ha chiarito bene tale concetto: "...Il perdono, lungi dall’escludere la ricerca della verità, la esige. Il male compiuto dev’essere riconosciuto e, per quanto possibile, riparato....Altro presupposto essenziale del perdono e della riconciliazione è la giustizia, che ha il suo criterio ultimo nella legge di Dio e nel suo disegno di amore e di misericordia sull’umanità....Non sussiste, pertanto, alcuna contraddizione tra perdono e giustizia. Il perdono, infatti, non elimina né diminuisce l’esigenza della riparazione, che è propria della giustizia.....". 45
Predicare quindi il perdono senza giustizia equivale a propagandare il "perdonismo", efficace mezzo per allontanare da Dio, Signore di misericordia e di giustizia, molti credenti. Questi, rosi dal tarlo del rancore e dall’esigenza di giustizia, maledicono e spesso si rivolgono a maghi e fattucchieri per appagare in maniera peccaminosa la santa esigenza di giustizia, col risultato quindi di creare le condizioni ottimali per finire all’inferno insieme agli empi che non si sono pentiti dei loro misfatti!
Arrigo Muscio
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