TREDICESIMA LETTERA
Agli stessi esorta a una più piena e totale fiducia in Dio, per il corpo e per l'anima.
Sono addolorato nel vederti soffrire così a lungo; ciò che mi dà un po' di sollievo e addolcisce il sentimento che ho delle tue pene, è che sono prove dell'amore di DIO verso di voi: vedetele in quest'ottica e le sopporterete più facilmente. Per come è il vostro caso, ritengo che dovreste abbandonare i rimedi umani e rassegnarvi completamente alla provvidenza di DIO; forse Egli attende solo questa rassegnazione e una perfetta fiducia in Lui per curarvi. Poiché, nonostante tutte le vostre cure, la medicina si è dimostrata finora infruttuosa e la vostra malattia continua ad aumentare, non sarà una tentazione per DIO abbandonarvi nelle sue mani e aspettarvi tutto da lui. Vi ho detto, nel mio ultimo intervento, che a volte Egli permette le malattie corporali per curare le afflizioni dell'anima. Abbiate coraggio, dunque: fate di necessità virtù: chiedete a DIO non la liberazione dai vostri dolori, ma la forza di sopportare con determinazione, per amore Suo, tutto ciò che a Lui piacerà, e finché gli piacerà.
Queste preghiere, in effetti, sono un po' dure per la natura, ma molto gradite a DIO e dolci per coloro che lo amano. L'amore addolcisce le pene; e quando si ama DIO, si soffre per amor Suo con gioia e coraggio. Fate così, vi supplico; confortatevi con Lui, che è l'unico Medico di tutte le nostre malattie. È il PADRE degli afflitti, sempre pronto ad aiutarci. Ci ama infinitamente più di quanto immaginiamo: amatelo dunque e non cercate consolazione altrove: Spero che la riceverete presto. Arrivederci. Vi aiuterò con le mie preghiere, per quanto povere, e sarò sempre vostro nell'Eterno.
Lawrence, Brother (Nicholas Herman, c. 1605-1691)
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