domenica 6 novembre 2022

La Missione Sacerdotale di Conchita

 


TIPI DI PARTECIPAZIONE ALL'AMORE SACERDOTALE DI CRISTO 

 

All'interno di questa stessa esperienza, Conchita riceve una partecipazione all'Amore-Dolore proprio di Gesù.  

Il dolore di Gesù, condiviso nel cuore sacerdotale di Conchita, si trasforma, come in Gesù, in grazie per i sacerdoti che provocano quella croce interiore nel Cuore di Cristo; queste sono:  

...grazie per sostenere le vocazioni: grazie per i sacerdoti caduti, affinché si rialzino e umiliati e pentiti mi servano.  Bisogna chiedere grazie preventive o conservative, per tanti bravi sacerdoti che attraversano il pantano del mondo e non macchiano le loro stole immacolate.  E bisogna chiedere le grazie della perseveranza per quelli buoni. 

Ciò che il Signore le affida è una conseguenza del suo diventare "destinataria di grazie", che poi deve condividere. 

 Queste grazie includono anche coloro che sono destinati a "vocazioni sacerdotali": 

--Perché lo sento così profondamente nella mia anima? 

--Sono semi fertili di vocazioni sacerdotali. 

...Così i sacerdoti usciranno nella vostra anima, come le stelle nel cielo della mia amata Chiesa" (54,167). 

Queste grazie toccheranno anche i fedeli defunti, le dice Gesù:  

Guardate, sarete generosi, perché anche oltre la morte appartenete ai Sacerdoti.  Tutti i suffragi che i sacerdoti offriranno per la tua anima alla tua morte, offrili da oggi per i sacerdoti defunti che sono in purgatorio, perché io mi prendo cura di te. 

Accetta e si dona, dicendo:  

Sì, mio Gesù, lo farò; ti farò combattere con i tuoi Sacerdoti sulla terra, affinché si ricordino di quelli che sono morti; e inoltre, con tutta l'anima e la mia volontà, ti darò tutto ciò che dopo la mia morte potrò avere di suffragi, in loro favore.... 

 Pertanto, Conchita apparterrà ai sacerdoti fino alla fine dei tempi, le dice Gesù:  

Farete del bene ai sacerdoti fino a quando ce ne sarà uno sulla terra, cioè fino alla fine dei tempi, perché appartenete a loro non solo nel tempo, ma anche nell'eternità (54,344-347). 

Manuel Rubín de Celis, M.Sp.S. 


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