Bambini e anziani
«Molti insigni personaggi e molti Santi hanno dato la loro attività e portato il loro contributo a quella immensa ricchezza spirituale di tradizioni, di istituzioni, di opere di bene di cui andava giustamente superba la Roma dell' 800 e che ne fecero la capitale dello Spirito e della carità, ma certamente nessuno come S. Gaspare» (De Libero). Egli, impegnandosi a fondo, bruciò le tappe, Sinnestò di slancio nella vita romana religiosa e sociale d'allora e non fu solo uno che partecipava, ma il creatore e l'animatore.
Come sempre, si preoccupa dello spirito e del corpo. Crea Gruppi di Preghiera; promuove l'Adorazione Perpetua, diurna e notturna, al SS.mo; tiene conferenze, forma un gruppo di Catechisti ben preparati per l'istruzione ai fanciulli e agli adulti nell' Urbe e nei paesi limitrofi. Organizza visite agli infermi negli ospedali e nelle case, e promuove molteplici iniziative di carità.
Forse nessuno sa che il giovane Gaspare fu il primo a ideare il teatrino parrocchiale, perché ci teneva che i ragazzi fossero santamente allegri; scriveva egli stesso drammi e commedie ed era anche ottimo regista, tanto vero che, tra gli spettatori, non mancavano uomini di cultura, personalità e perfino Cardinali.
Qui è proprio il caso di domandarsi se ci sia una sola parte della Roma dalle mille Chiese e dalle mille Opere di bene dove non abbia svolto il suo apostolato il giovane Gaspare. «Mosso da grande amore per il prossimo - è riferito nei Processi - si sarebbe spezzato in cento per abbracciare tutte le Opere di Carità».
Un giorno passò davanti all' Ospizio di S. Galla, eretto da Papa Gregorio al piedi della Rupe Tarpea, dove la patrizia Galla aveva fatto del suo nobile palazzo il centro di carità al tempo dei primi cristiani. In quell' Ospizio tanti sacerdoti romani, tra cui i santi De Rossi e Parisi, avevano fatto a gara per alleviare le sofferenze dei romani poveri e malati. Gaspare, nel vederlo negletto e andare in rovina, provò una stretta al cuore e gridò a se stesso e agli altri:
«Deve risorgere!» e passò immediatamente all' azione. «Sei pazzo - gli dicevano - non ci sono riusciti finora tanti personaggi più importanti di te! Pecchi di superbia, povero pretino!» Non capivano che l'amore abbatte ogni ostacolo!
Rintracciò vecchi benefattori, e ne cercò di nuovi; trascinò gli incerti, tese la mano, bussò alle porte, iniziò le pulizie e qualche restauro, ripristinò funzioni ed usanze, istrui e soccorse. Nel suo cuore il fuoco divampava e ne accendeva gli altri! Andava per le strade, sulle piazze, nelle stamberghe, nei tuguri. Raccoglieva bambini, vecchi, malati che pullulavano un po' ovunque, pieni di pidocchi, tignosi, ripugnanti, appena coperti da brandelli che lasciavano intravedere sudiciume e piaghe. «Venite, venite a S. Galla!» Egli che non poteva tollerare neppure una macchia sulla sua veste, si caricava sulle spalle quei relitti umani e li portava nell'Ospizio. Li trovavano pulizia e cure, un piatto di minestra, che gli riscaldava lo stomaco, ed il grande amore di Gaspare che gli riscaldava il cuore. Egli ne curava il corpo e ne redimeva l'anima. «Essere poveri, cari fratelli, non è un disonore! - egli diceva - Cristo fu povero e voi siete l'eredità di Cristo!».
Lo zelo lo spinse anche nella Casa Correzionale. Quei ragazzi, abituati allo scudiscio, restavano affascinati da quel giovane prete che parlava loro con tanta dolcezza e non tradirono la sua fiducia, quando, sotto la sua responsabilità, li conduceva a passeggio liberi per le vie di Roma. Quando adulti usciranno da quella Casa sapranno da chi andare.
Gaspare trovò anche il tempo di passare tante ore nell' Ospedale dei Cento Preti, dove erano raccolti quei vecchi sacerdoti, che l'età e il male tenevano ormai li dimenticati da tutti. Quadro bellissimo quello del giovane che, sulla soglia dell' Ordinazione Sacerdotale, spinto da un pietoso affetto, è attirato e trattenuto presso quei vecchi, che l'hanno preceduto e che sono lì li per scomparire.
Certo non sono tutti fiori! Gaspare è tacciato di chi sa quali mire e pretese e perfino di profitto! Ma, ovunque passa, è un coro di benedizioni. Frotte di bambini lo chiamano e gli corrono dietro, i vegliardi si scoprono, le mamme lo guardano con tenerezza.
Il popolo comprende sempre chi gli vuole veramente bene.
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