martedì 30 aprile 2024

PREGARE CON MARIA

 


La lode è una questione di fede

Lodate il Signore:

è bello cantare al nostro Dio,

dolce è lodarlo come a lui conviene...

Grande è il Signore, onnipotente,

la sua sapienza non ha confini.

Il Signore sostiene gli umili

ma abbassa fino a terra gli empi (Sal 147,16).

Lodate, servi del Signore,

lodate il nome del Signore.

Sia benedetto il nome del Signore,

ora e sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto

sia lodato il nome del Signore.

Su tutti i popoli eccelso è il Signore,

più alta dei cieli è la sua gloria...

Solleva l'indigente dalla polvere,

dall'immondizia rialza il povero,

per farlo sedere tra i principi,

tra i principi del suo popolo (Sal 113,1‑8).

Il Magnificat è preghiera di fede. Maria, la giovane di Nazaret, l'esprime, come la prima dei discepoli di Colui che viene, Gesù, suo figlio; ella è anche la prima nella fede, cioè nell'accoglienza del dono di Dio: “ Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ” (Lc 1,38). E naturale ch'ella sia la prima nella lode in cui esplodono la sua gioia e la sua riconoscenza personali; ma Maria esprime anche ciò di cui, credente, prende coscienza: la bontà e la misericordia di Dio di cui è oggetto ha una portata universale perché questo amore raggiunge tutti gli uomini, di generazione in generazione.

L'Altissimo, il Dio fedele, ha compiuto le sue promesse donando suo Figlio, questo figlio ch'ella attende.

Maria, la credente, dà il tono e la lode si amplifica nei confronti di questo figlio riconosciuto dono di Dio e salvezza per l'uomo.

All'inizio del Vangelo di Luca la lode esplode a più riprese, prima col cantico di Zaccaria (Lc 1,68), poi con quello di Simeone (Lc 2,29), con il canto degli angeli nel cielo di Natale (Lc 2,14) a cui fa eco quello dei pastori (Lc 2,29). Anna, la profetessa, chiude questo primo concerto di lodi: “ Si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino ” (Lc 2,38).

Durante la vita pubblica di Gesù, le folle sono colpite dai suoi miracoli e dalle sue parole. Come gli altri evangelisti, Luca segnala le reazioni di meraviglia che si traducono in preghiere e canti lode. Soltanto i farisei, in genere, rimangono fuori della gioia generale. Essi si chiudono, recriminano. In un certo modo essi ci fanno comprendere, per contrasto, ciò che è la vera lode: comunione nell'amore, nella gioia e nella fede. Le ultime parole del Vangelo di Luca ricordano, dopo l'Ascensione del Signore, questa lode: “ Tornarono i discepoli a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio ” (Lc 24,52).

Il primo stadio della lode consiste nel considerare i benefici di Dio. Poi, con l'esercizio, viene la gratitudine, il senso della perpetua festa (Pierre de Broucker, Quand vous priez, in Christus, n. 37).

JEAN‑MARIE SÉGALEN


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