mercoledì 17 luglio 2024

Quanto Gerusalemme sta vivendo è il frutto della sua ostinazione e ribellione. Ha scelto il peccato. Sta gustando i suoi frutti amari e velenosi.

 


LIBRO DELLE LAMENTAZIONI 


22Giunga davanti a te tutta la loro malvagità, trattali come hai trattato me per tutti i miei peccati. Sono molti i miei gemiti e il mio cuore si consuma». 

Gerusalemme insiste presso il Signore. Giunga davanti a te tutta la loro malvagità. Trattali come hai trattato me per tutti i miei peccati. 

Questa preghiera non si addice a nessun uomo. Anche se l’amarezza del cuore fa gridare questo desiderio, dobbiamo sempre lasciarci vincere dall’amore.  

Gerusalemme invece dovrebbe costituirsi vero profeta di annunzio della verità di Dio. Dovrebbe invitare i popoli alla conversione per non essere devastati. 

Dovrebbe imitare l’agire del Signore. Dio manda un suo profeta a Ninive, Giona, perché annunzi la distruzione della città in modo che si possa convertire. 

Se quando noi siamo nel male non ci rivestiamo di tutta la forza del ministero della profezia, noi viviamo vanamente e inutilmente il nostro dolore. 

Esso deve trasformarsi in amore, carità, misericordia, profezia che invita i popoli alla conversione, alla giustizia, al vero amore, alla compassione. 

Gerusalemme deve annunziarsi come vero modello per tutti gli altri popoli. Se essa, città di Dio è stata devastata, tutte le altre città saranno devastate. 

Questa verità Gesù la grida alle figlie di Gerusalemme mentre carico del pesante legno della croce si avvia verso il Golgota. 


Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori (Lc 23,27-32).  


Se Lui, il Giusto e il Santo, è sotto la croce, quale sarà la sorte di chi non è né giusto e né santo? Tutti dovrebbero iniziare un vero cammino di conversione. 

Gerusalemme non può chiudersi nel suo dolore. Non può pensare solo ai suoi gemiti, anche se sono molti e anche se il suo cuore si consuma. 

Anche se il cuore di Gerusalemme è di pietra e prega secondo questo cuore, una verità è evidente, chiara, limpida. Dio è sommamente giusto. 

Quanto Gerusalemme sta vivendo è il frutto della sua ostinazione e ribellione. Ha scelto il peccato. Sta gustando i suoi frutti amari e velenosi. 

Essa sta confessando al mondo intero che ogni peccato produce frutti di morte e che questi frutti vanno mangiati. Il peccato è morte, mai vita.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

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