Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser
Capitolo Primo
Versetto 1.
Rivelazione di Gesù Cristo, la quale Dio gli diede per indicare ai suoi servi le cose che debbono accadere tra breve, e che egli fece conoscere con l‟invio del suo Angelo al suo servo Giovanni.
I. Gli autori son per lo più soliti premettere ai loro libri titoli e iscrizioni tali che coloro, nelle cui mani i loro scritti pervengono, siano invogliati a prenderli e leggerli. Così, e con forza di gran lunga maggiore, fa la Divina Sapienza nel presente libro dell‟Apocalisse, di cui nel verso iniziale indica:
1. L‟iscrizione e titolo del libro.
2. La sua autorità.
3. La facoltà del Superiore.
4. Lo scopo della pubblicazione del libro.
5. Il contenuto del libro.
6. La volontà del Re di permetterlo.
7. La brevità del tempo.
8. Il modo di chi rivela.
9. Il nome dell‟autore.
10. Infine la persona che assiste.
II. Con le parole Rivelazione di Gesù Cristo si accenna qui al primo e secondo punto, con cui s‟indica al lettore il titolo, e di che genere sia questo libro, ossia la rivelazione dei segreti e dei misteri celesti, compiuta non da un uomo e Re terreno, che può mentire o sbagliarsi, ma da Gesù Cristo, che non può, né ingannare, né ingannarsi. Da cui si deduce la dignità somma e l‟autorità in- finitamente degna di questo libro.
III. Dio Uno e Trino concesse a Cristo - inferiore al Padre nella Sua Umanità - il permesso di pubblicare questo libro dell‟Apocalisse, in modo che, a mo‟ di manifesto regio, siano rese note in modo chiaro ai fedeli devoti e studiosi di esso (che ci sono, furono, o saranno nella Chiesa Cattoli- ca) le tribolazioni che Dio ha permesso che dall‟eternità accadessero nel presente regno della Chiesa Militante di Cristo, per metterli alla prova e aumentarne la gloria, in modo da esser premuniti con lo scudo della debita prescienza contro tutte le avversità presenti e future, esserne consolati nel transi- torio tempo delle nostre tribolazioni (a confronto dell‟eternità) e poter sopportarle con forza, assorti nel beneplacito e permesso della divina volontà, che non può essere annullato, come si deduce dalle parole: che Dio gli diede per indicare ai suoi servi le cose che debbono accadere tra breve.
IV. Il modo con cui Cristo Signore rivelò a San Giovanni tutto questo, fu il modo più perfetto, che nessun profeta poté mai prima sperimentare. Consistette invero in tre cose, ossia:
1. la visione per immagini;
2. la piena comprensione dei misteri; e
3. l‟assistenza di un Angelo che lo istruiva.
Il che accadde a S. Giovanni mentre scriveva il libro dell‟Apocalisse, come si ricava dalle par o- le: e fece conoscere con l‟invio del suo Angelo (S. Michele) al suo servo Giovanni, ossia mandò il suo Angelo (S. Michele) che in rappresentanza di Cristo, come un ambasciatore del Re, apparendo a San Giovanni Evangelista, gli mostrò i misteri di Dio sia riguardo alla Chiesa militante sulla terra, che a quella trionfante nei Cieli, e lo ammaestrò visibilmente, istruendolo con una piena compren- sione sui misteri che rivelava.
V. Vers. 2. Il quale ha dato testimonianza al Verbo di Dio e alla testimonianza di Gesù Cristo in tutto quello che vide. S‟indica con queste parole l’autorità dello scrittore, che non fu altri che San Giovanni Evangelista, il discepolo che Gesù amava più di tutti, che ha dato testimonianza al Verbo di Dio, quanto alla sua nascita nell‟eternità, dicendo: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (S. Giovanni, I, v. 1). Riguardo all‟Incarnazione temporale di Gesù dice invece: e il Verbo si è fatto carne e abitò in mezzo a noi, e vedemmo la sua gloria ecc. Aggiunge perciò e alla testimonianza di Gesù Cristo, ossia riguardo a Gesù Cristo, in tutto quello che vide, vivendo con Lui, nel compimento dei miracoli, nella Sua morte e resurrezione, infine, nel- la persecuzione del Vangelo. Giovanni inoltre diede la medesima testimonianza durante la persecu- zione dell‟Imperatore Domiziano, professando e predicando con fortezza tra i tormenti che Gesù Cristo Crocifisso è vero Figlio di Dio e Figlio dell‟uomo.
VI. Vers. 3 Beato chi legge e chi ascolta le parole di questa profezia, e serba le cose che in essa sono scritte: poiché il tempo è vicino. Qui s‟attira l‟attenzione dei lettori sull‟utilità di questo Libro, che consiste nel conseguimento della beatitudine eterna. Beato chi legge, quanto ai Dottori, che hanno il compito d‟ammaestrare gli altri alla giustizia e al timore del Signore secondo il tenore di questa profezia, menzionando le punizioni ivi ricordate e confortando i fedeli a sopportare le av- versità per amore di Cristo e in vista del premio della vita eterna. Beati coloro che insegnano agli altri la giustizia, brilleranno come stelle nell‟eternità senza fine. E chi ascolta, come discepolo, studioso e uomo più semplice, le parole di questa profezia, credendo e conservando nel cuore la via della giustizia e della pazienza di Cristo, come si legge: E serba le cose che in essa sono scritte, ossia sopportando con pazienza fino alla fine le fatiche e i travagli. Beato, infatti, l‟uomo che sopporta la tentazione, poiché dopo la prova riceverà la corona di vita, che Dio promise a coloro che lo amano. Il tempo, infatti, è vicino, ossia passa in fretta, come dicesse: la fatica della sopportazione è breve, ma eterno è il premio della beatitudine. L‟Apostolo S. Paolo ai Romani, infatti, dice: I pati- menti del tempo presente non hanno proporzione colla futura gloria che si manifesterà in noi (VIII, 18).
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Traduzione dal latino di Nicola Dino Cavadini