sabato 23 maggio 2020

Amatemi, amatemi, amatemi perché io ho scelto in voi la mia dimora già da questa terra. Non temete le croci, le aridità, le prove, poiché queste sono efficaci per la vostra santificazione.



OPERA DEI "TABERNACOLI VIVENTI"


Il grande dono di Gesù agli uomini d'oggi tramite Vera Grita



23-I-1968 

Gesù. Scrivi, figlia mia, quei fiume di parole che sgorga dal mio Cuore! Ecco, il mio Cuore è aperto per voi, per riversare in voi, mie creature dilette, i miei pensieri, i miei desideri. Accoglieteli con umiltà profonda, con giubilo, con gratitudine. Parlo a tutti i Tabernacoli Viventi che sono nei mondo, a quei Tabernacoli che saranno nel tempo fino all'eternità. Voi siete i miei Templi d'Amore perché voi custodite l'Amore. Voi mi portate, voi mi donate. No, non i tuoi pensieri per ora, ma i miei, poiché non parlo per ora per te, ma per tutti. Sì, i miei Tabernacoli sono il mio rifugio fra gli uomini, la mia delizia; ed essi sanno già come custodirmi. Ora Io dico a voi che mi portate: amatemi, amatemi, amatemi perché io ho scelto in voi la mia dimora già da questa terra. Non temete le croci, le aridità, le prove, poiché queste sono efficaci per la vostra santificazione. Un giorno rinascerete in Me, poiché la vostra anima sarà investita dalla mia Luce, e voi arriverete ad amare col mio Cuore, perché di voi Io prenderò tutto. Ogni Sacerdote, Tabernacolo Vivente, prepari con pazienza e umiltà altri Sacerdoti a portare Me. Io ispirerò loro, poiché Io scelgo le anime. Essi siano ubbidienti alle mie ispirazioni. Sto rivolgendomi a d. B. e d. B., ad altri Sacerdoti che portano già Me. P. G. conosce già la sua missione. Voglio che la mia Lega di anime, si estenda anchè fra le anime "consacrate", poiché è tempo che cresca... P. G. si muove ispirato da Me, e i suoi insuccessi sono per ora la mia gloria. Ma Io gli indicherò la via da seguire, poiché Io e lui siamo insieme.

Cardinali e Vescovi, smettete di camminare a testa alta, mentre la Chiesa va in rovina,




Trevignano Romano 3 ottobre 2018

Cari figli, grazie per aver risposto alla mia chiamata nel vostro cuore. Figlia amata dal cielo, ora devi dire perfettamente ciò che io ti dico: Cardinali e Vescovi, smettete di camminare a testa alta, mentre la Chiesa va in rovina, teologi a me cari, non avventuratevi a cambiare ciò che Gesù ha lasciato scritto, le sue parole vivranno per sempre perché Lui è la via, la verità e la vita, pastori non restate ancorati nell’obbedienza, ma combattete chi vuole aggiungere amore per Satana, non intrigatevi con la massoneria, ma siate a servizio delle anime dei fedeli. Amati miei, presto mio Figlio tornerà ancora una volta, per liberarvi dai vostri peccati. Cosa attendete ancora per convertirvi, volete ancora segni? Invece, io vi chiedo la conversione e la preghiera, prima che il fuoco scenda dal cielo. Pregate per l'Italia, per l'America e per la Sicilia. Vi amo perché voi siete i miei figli. Oggi, Grazie e Benedizioni scenderanno su di voi. Ora, vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen”.

San Tommaso D’Aquino spiega il Santo Amore



La rivelazione delle Camere degli Cuori Uniti è una scuola di teologia. Se tu ricercassi nelle profondità delle Scritture o nelle vette dello studio teologico, non troveresti un percorso più conciso verso la salvezza culminante nell’unione con la Divina Volontà


La rivelazione delle Camere degli Cuori Uniti è una scuola di teologia


August 28, 2001 San Tommaso d’Aquino si siede accanto a me (La veggente Maureen)  nella cappella. Egli fa segno verso il tabernacolo… “Sia lodato Gesù. Figlia, sono venuto ad aiutarti a comprendere che la rivelazione delle Camere degli Cuori Uniti è una scuola di teologia. Se tu ricercassi nelle profondità delle Scritture o nelle vette dello studio teologico, non troveresti un percorso più conciso verso la salvezza culminante nell’unione con la Divina Volontà. Gesù ha dato al mondo, attraverso di te, similmente una semplice tabella di marcia spirituale. Egli ha appena cominciato a esporre le profondità di questo viaggio. Non potresti mai da te stessa comprendere la complessità di questa rivelazione, ma sono qui per dirti che l’intero viaggio si basa sul fiducioso abbandono attraverso l’amore. Se ti ricorderai di ciò, inizierai a scoprire tutto quello che si oppone a questa massima nel vostro cuore. Poi vedrai gli ostacoli che Satana mette davanti a te che ostacolano il tuo viaggio attraverso queste Sacre Camere. Puoi rendere ciò noto.”

Holy Love


Perfino gli dèi si trovano in difficoltà.



LA CITTÀ   DI DIO 

Eppure i Romani si rallegravano di avere affidata la propria città  alla protezione di questi dèi. O errore degno di tanta  commiserazione! E si adirano con noi quando parliamo così dei loro  dèi e non si arrabbiano con i propri scrittori. Pagano anzi per  pubblicarli e per di più hanno ritenuto degni di compenso da parte  dello Stato e di onori gli stessi insegnanti. Adduciamo come esempio Virgilio. I fanciulli lo leggono appunto perché il grande  poeta, il più illustre e alto di tutti, assimilato dalle tenere menti non  sia dimenticato con facilità, secondo il detto di Orazio: Il vaso di  creta conserverà a lungo il profumo con cui è stato riempito appena  modellato 12. Presso Virgilio dunque Giunone, ostile ai Troiani, è  presentata mentre dice ad Eolo, re dei venti, per istigarlo contro di  loro: Una gente a me nemica naviga il mar Tirreno per portare in  Italia i vinti penati di Troia 13. Ma davvero sono stati tanto prudenti  da affidare Roma perché non fosse vinta a codesti penati vinti?  Giunone però parlava così da donna arrabbiata senza sapere quel  che diceva. Ma Enea, chiamato tante volte pio, così narra: Panto di  Otreo, sacerdote del tempio di Apollo, con la mano consacrata  sostiene i dèi vinti e conduce il nipotino e fuori di sé di corsa si  avvicina alle porte 14. Ed Enea fa capire che a lui gli dèi, giacché  non dubita di chiamarli vinti, sono stati affidati e non lui agli dèi,  quando gli si dice: Troia ti affida le cose sacre e i propri penati 15. 
Dunque Virgilio dichiara vinti gli dèi e affidati a un uomo affinché,  sebbene vinti, in qualche modo siano salvati. È pazzia dunque il  pensare che è stato saggio l'affidare Roma a tali difensori e che è  stato possibile saccheggiarla soltanto perché li ha perduti. Anzi  l'onorare dèi vinti come validi difensori significa soltanto conservare  non buoni numi ma cattivi nomi. Non è saggio dunque credere che  Roma non sarebbe giunta a tanta sconfitta se prima non fossero  andati perduti ma piuttosto che da tempo sarebbero andati perduti  se Roma non li avesse conservati finché le è riuscito. Ciascuno può  notare, purché rifletta, con quanta leggerezza si sia presupposto  che essa sotto la protezione di difensori vinti non poteva essere  vinta e che è andata perduta perché ha perduto gli dèi custodi.  Piuttosto sola causa del perdersi ha potuto essere l'aver voluto dèi  difensori che sarebbero andati perduti. Non è dunque che i poeti si  divertivano a mentire quando venivano scritti in versi quei fatti  sugli dèi vinti, ma la verità costringeva uomini saggi a parlar così.  Tuttavia questi concetti si devono esporre diligentemente e  diffusamente in altra parte. Ora per un po' sbrigherò, come posso,  l'argomento già iniziato sugli uomini ingrati. Essi attribuiscono  bestemmiando a Cristo i mali che meritatamente hanno subito a  causa della propria perversità. Non si degnano di riflettere che sono  risparmiati, anche se non credenti, in onore del Cristo. Usano  inoltre contro il suo nome per frenesia di empia perversità quella  stessa lingua con cui mentitamente adoperarono il medesimo nome  per salvare la vita o per timore la fecero tacere nei luoghi a lui dedicati. Così pienamente sicuri in quei luoghi, sono scampati dai  nemici per uscirne fuori a lanciare maledizioni contro di lui.

Sant'Agostino

SAN PIO V IL PONTEFICE DELLE GRANDI BATTAGLIE



IL SOVRANO DI ROMA 

***
Questa fermezza verso i propri parenti e questo suo distacco, conosciuti in città, gli conciliarono il rispetto e la venerazione dei romani. Il suo governo del resto si ispirava a una scrupolosa equità; e se nel suo sigillo aveva fatto imprimere come divisa il versetto del Salmista 1 : Utinam dirigantur viae meae ad custodiendas iustificationes tuas, non l'aveva fatto per vanagloria; ma l'applicava vegliando all'osservanza esatta del diritto. La sua riputazione di uomo integro era talmente nota, che nessuno avrebbe osato attendere da lui non dico una piccola infrazione alla giustizia, ma neppure la pili leggera transazione con la legge. 
   Per quel che riguarda la revisione da lui ordinata del processo dei Caraffa, si deve attribuire non già alla idea di voler biasimare la condotta di Pio IV, ma alla rettitudine della sua coscienza. Membro del giurì, chiamato nel 1560 a pronunciarsi sulla loro sorte, dal dibattito aveva ricevuta la penosa impressione che si trattasse d'una causa già risolta in antecedenza. Perciò volle che eminenti giuristi riesaminassero il processo, e gli esponessero apertamente ciò che ne pensavano. 
   Furono scoperti degli errori giudiziari. Allora Pio V radunò il Sacro Collegio, gli sottopose la relazione dei revisori del processo, e, dopo d aver sentito il parere del cardinali, informò quasi tutti i punti della prima sentenza. 
   San Carlo Borromeo non manifestò per questo alcun dispiacere, e tanto meno credette di esser preso di mira. Ben lontano dal favorire il rigore di suo zio, l'aveva anzi pregato di soprassedere all'esecuzione. Se non poté impedire la morte violenta del cardo Caraffa, e se, per non dispiacere a Pio IV ereditò i benefizi e la mobilia della povera vittima, poté però ottenere che venisse scarcerato il giovane card. Alfonso, arcivescovo di Napoli. 
   Pio V, desideroso di riabilitare e punire nello stesso tempo, condannò alla fustigazione o alla morte quelli che avevano fraudolentemente esagerate le colpe dei Caraffa; quindi impose la restituzione dei beni confiscati a questa famiglia, e il ricollocamento dei suoi stemmi in tutti i luoghi dai quali erano stati tolti. 
   Di più, siccome i romani avevano vituperata la memoria di Paolo IV per le ingiuste attribuzioni dei delitti dei suoi nipoti, era giusto che si rimettesse in onore il suo nome tanto diffamato. Costrinse anzitutto i canonici di San Pietro a riporre nella loro sacristia il busto di Paolo IV, ch'essi in ossequio a Pio IV avevano rimosso, e con un'iscrizione che doveva essere come una riparazione salutò in Paolo IV “un santo vescovo della legge cristiana, un principe molto pio, il padre della patria”. 
   Fu coniata una medaglia coll'effigie del defunto, e nell'attesa che sul Campidoglio gli fosse di nuovo innalzata una statua, il suo feretro venne trasportato dalla cripta di S. Pietro alla chiesa della Minerva, ove un epitaffio latino attesta tuttora “l'eloquenza, la dottrina, la saviezza, la singolare innocenza e la grandezza d'animo” del pontefice, e a buon diritto lo proclama “difensore intrepido della fede cattolica”. 
   Ma non soltanto i morti dovevano essere vendicati, anche la virtù dei viventi esigeva una riparazione. Nel 1576 l'ambasciatore di Venezia, Tiepolo, scriveva che Roma “usciva finalmente dalla disistima in cui era caduta”, e questo lo si doveva a Pio V. I felici risultati ottenuti dimostrano che la maniera di agire del Papa cominciava a dare i suoi frutti. Era necessario un braccio vigoroso per togliere gli abusi, che consumavano il succo vitale della Chiesa, e il Papa si mise coraggiosamente all'opera sin dall'inizio del suo pontificato 2 . 
   Diede un primo colpo alla corruzione morale, facendo allontanare dalla città le donne di costumi leggeri. Un tale decreto fece stupire la Roma gaudente, e gli edili, credendo che il Papa avesse presa quella misura senza la debita riflessione, si azzardarono ingenuamente di far presso di lui dei passi, per farla revocare. 
   L'accoglienza ricevuta li convinse ben presto del loro errore. Punto nella delicatezza della sua coscienza, Pio V dichiarò netto che se pensavano di eludere i suoi ordini, avrebbe piuttosto trasferito altrove la sua corte, anziché aver l'apparenza di complicità nel libertinaggio. 
   Quindi, perché si comprendesse che il primo pensiero era la salvezza delle anime, al cui confronto le considerazioni finanziarie non avevano alcun valore, soppresse un buon numero di osterie e taverne che pagavano tassa d'esercizio. Volle tuttavia che una parte di queste rimanesse aperta per i forestieri; ma interdisse ai romani di frequentarle, come occasione di scostumatezza e rovina. 
   Non volle però che fossero proibiti i giuochi e i divertimenti innocenti, e permise le corse a cavallo, allora assai in voga, mutando solo il luogo della pista, che da piazza S. Pietro, piena dei ricordi di tanti martiri, fu trasferita, sulla via Flaminia, l'attuale Corso. 

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Card. GIORGIO GRENTE 

Insegnamenti di San Giovanni Vianney per i sacerdoti



Sono venuto a chiedere che le persone preghino per i sacerdoti ogni giorno. Lo chiedo perché Satana sta attaccando così tanto il sacerdozio, e così la Chiesa dall'interno. Pregate affinché i sacerdoti siano fedeli alla gerarchia della Chiesa e fedeli a tutti i dogmi di modo che il loro gregge sia unito. Dio allora benedirà le vostre vite


7 giugno 1997 – (Il Curato D’Ars – Patrono dei Sacerdoti Diocesani. Guardo in alto per vedere il Curato D’Ars. Egli dice…) “Vedo che non sei così felice di vedermi. Noi non operiamo nella paura. So che avete paura che vi dirò cose che vi lasceranno aperti alla critica. Vengo soltanto a portare la verità. Da dove comincio? Fede nel Santo Padre, fede nella Presenza Reale nell’Eucaristia, devozione alla Madonna e al Santo Rosario – questi sono i tre punti di forza che un buon sacerdote deve avere. Non c’è nulla qui aperto alla discussione o al compromesso. Questa è la dottrina della Chiesa. Nessuno può essere cattolico a metà. O credi o no credi. La funzione di un sacerdote è quella di portare i sacramenti al popolo. Nulla dovrebbe intralciare ciò. Il sacerdote può cambiare molte anime e situazioni dal pulpito e dal suo stile di vita. Può scoprire il peccato, combattere l’aborto, nutrire gli affamati e rafforzare la fede. Può promuovere la (preghiera in) famiglia del Rosario e gruppi di (preghiera del) Rosario nella sua parrocchia. Può chiedere preghiere contro l’aborto e a sostegno del Santo Padre e della Chiesa. Egli può condurre una vita santa ed esemplare, col non avere paura dell’impopolarità o di essere un segno del sacerdozio nel mondo, non avendo paura di scoprire il peccato. Una vocazione è un dono speciale di Dio. È una chiamata, e all’interno di tale chiamata c’è una grave responsabilità nei confronti dei suoi parrocchiani e della loro salvezza. (Il curato annuisce con il capo a me.) “E’ Allora, È stato così brutto? Avanti (Mi benedice e se ne va).”

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NATURA DELL'UMILTÀ



La nostra volontà, più guasta dal peccato che tutte le nostre altre facoltà e quindi più imperiosa e arrogante, è sempre pronta a comandare e pochissimo disposta a ubbidire; ci vogliono grandi sforzi ed assidue applicazioni per tenerla soggetta e sottomessa. Essa ordina ogni cosa senza aspettare gli ordini, la mozione e la direzione nè dello Spirito Santo. nè della carità che sola deve dominare in noi e muoverci soavemente ad assecondare i desiderii di Dio.
La vera e perfetta umiltà interiore consiste dunque nel sottomettere a Dio la nostra volontà nonché la nostra intelligenza, la quale deve tenersi come morta, in un'attesa fedelissima e docile delle divine impressioni ed illuminazioni che Dio promette ai suoi figli. In tal modo l'anima sarà veramente umile e sarà tale in ispirito e verità; perché sarà umile effettivamente e con perfetto sacrificio. In questo stato, l'anima riconoscerà di non essere nulla che valga qualche cosa, di non essere capace di operare nella giustizia e nella santità, protestando che tutto viene da Dio, tutto dipende da Dio, tutto in noi deve essere operato da Dio.
Conoscere che siamo un niente senza valore, che non sappiamo nulla, che non siamo capaci di nulla e compiacerci in questa vista e in questa conoscenza, ecco il primo grado d'umiltà.
Il secondo grado è di amare la propria viltà, la propria abiezione, il proprio nulla, anche nello spirito degli altri tanto come in noi medesimi, vale a dire, compiacerci di assere conosciuti come vili, come abietti, come cose da nulla, come. peccato, e di essere stimati tali nello spirito degli altri. Infatti, è proprio d'umiltà di far sì che abbiamo amore, gioia e piacere ad essere conosciuti e stimati da tutti per quel che siamo in realtà; se desideriamo di comparire migliori di ciò che siamo, se cerchiamo di scusare i nostri difetti, siamo ipocriti e impostori.
Dal difetto di umiltà nascono la pena, il dispetto e l'affanno che proviamo quando vengono scoperte le nostre imperfezioni. Da qui quell'agitarci e inquietarci penosamente a riguardo della buona riuscita delle nostre opere, volendo acquistarci presso gli altri, col suo spirito di umiltà. Non sapremo sopportare di essere conosciuti quali siamo in realtà, ossia come niente e peccato, poiché non siamo altri in noi e da noi fama, considerazione e stima. Non saremo dunque mai capaci di soffrire ciò che G. C. vuole operare in noi medesimi? Fuorché il nulla e il peccato, tutto in noi è cosa di Dio, se pretendiamo attribuircene anche la minima parte, commettiamo un furto a danno di Dio medesiano.
Noi siamo in tal modo un vero niente, che se Dio ad ogni istante non ci comunicasse l'essere, non vi sarebbe più nulla in noi, non vi rimarrebbe che il niente che è il nostro fondo e che unicamente ci è proprio. Anzi, se v'è in noi qualche cosa nelle nostre facoltà che non sia corrotta dal peccato, ne dobbiamo rendere grazie a Dio che lo ha operato in noi per la sua bontà: a Lui ne appartiene tutta la gloria.
Si può dire che noi medesimi abbiamo peccato in Adamo perchè abbiamo in certo qual modo consentito con lui al peccato e siamo stati coinvolti nella sua colpa. Adamo, infatti, era il nostro procuratóre e teneva come nelle sue mani tutte le volontà dei suoi discendenti. Dio con grande bontà l'aveva scelto per essere il nostro rappresentante, corme l'uomo più perfetto al quale potevamo con la massima ragione affidare l'incarico di trattare con Dio in nostra vece ed in nome nostro. Adamo trattava dunque con Dio a nome di tatto il genere umano; in tal modo la nostra volontà era unita alla sua e consenziente con la sua.
Oltre questa prima colpa che in questo senso può dirsi opera delle nostre mani, colpa che è la causa di tutto quel semenzaio di mali che pullulano in noi ad ogni giorno ed ogni ora, come pure di quella corruzione che portiamo in noi, che S. Paolo chiama peccato perchè nasce dal peccato, ci porta al peccato e per la quale quindi, siamo peccato; oltre quel primo peccato cui abbiamo consentito in Adamo, oltre questa perversità che ci porta continuamente al peccato, noi abbiamo pure commesso moltissime colpe che ci rendono orribilmente deformi.

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“I cattivi frutti del COVID 19: ha separato le nazioni, le persone l’una dall’altra e persino l’uomo da Dio. Ora, la popolazione mondiale è divisa cosi che possa cadere più facilmente sotto (il dominio di) un Leader Mondiale.”



22 maggio 2020 – Quando seguite volontariamente il cammino sul quale vi guido, siete più forti


Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:

“Quando seguite volontariamente il cammino sul quale vi guido, siete più forti fisicamente, spiritualmente ed emotivamente. Non conduco mai un’anima alla distruzione. Sono il vostro avvocato, non importa quante situazioni i problemi presentano. Pertanto, comprendete la necessità del vostro aver fiducia (in Me). Sono la vostra forza.”
“Sotto tutto il trambusto di questo virus, realizzate che esso è il tentativo di Satana di condurre tutti i popoli e tutte le nazioni ad un Unico Ordine Mondiale. Egli userà ragioni umanitarie per unire le persone in quello che alla fine sarà l’ingresso dell’Anticristo. Guardate cosa sta avvenendo in nome della buona salute. Le chiese sono state chiuse. Gli aborti sono diventati un modo ancora più popolare di mantenere una buona salute. La popolazione degli anziani è l’obiettivo di questo virus potenzialmente letale. Questo è tutto il piano di Satana per creare una dipendenza dai governi e non da Me – il Creatore di tutto il bene. Prestate attenzione a come siete guidati. Seguite il bene – non il male. Abbiate fiducia di Me.”
Leggi Efesini 6:10-14
Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia…
Holy Love

venerdì 22 maggio 2020

SVEGLIATI, O UOMO!



L’origine di ogni cosa è in Colui che tutto ha creato: il cielo e la terra, i mari i fiumi, i monti, le sorgenti, il regno animale e vegetale, tutto Egli ha creato perché fosse buono. Poi un maledetto giorno un angelo si rivoltò al suo Signore e mise male dove tutto era buono. Improvvisamente l’uomo si trovò nudo e sentì sulla sua pelle il sudore e il dolore della sofferenza; la sua vita tramutava da gioia infinita a dolore immenso, tutto veniva nell’angoscia.
Oh uomo! … perché non ti ravvedi e torni a Me?
Inginocchiati a Me implorando il mio perdono perché tutto ti sia riaperto alla bellezza del mio Regno?
Oh uomo! … tu continui a sfidare la mia Potenza?

Spogliati della tua superbia, perché mai vincerai contro di Me. Io Sono, o uomo, e tu, chi sei? …Polvere eri e polvere tornerai!
Svegliati, o uomo, non proseguire nella via della perdizione,
rinnova il tuo andare, abbandona la corruzione, rinuncia a Satana,
rivestiti di luce e aspira alla vita eterna.

Oggi il tuo Dio Creatore volge ancora a te il suo sguardo perché tu possa risollevarti, … ti dona la possibilità di tornare alla vita.
Credi, figlio mio, in quello che Io ti dico, nulla perderai se oggi, tornerai pentito a Me, … se Mi dirai il tuo sì sincero piegandoti al mio volere. Io sono Amore, o uomo, per amore vi ho creati e amore voglio da voi, voglio la vostra eterna felicità non la vostra sofferenza.
Quanto a questo mio dire, sappiate che dovete rimediare adesso perché le cateratte dei cieli ormai si aprono per la discesa del Figlio dell’Uomo. Questa Umanità sarà sorpresa: … chi è stato fedele a Me avrà la mia ricompensa nella Città eterna dell’Amore, mentre il resto sarà colpito dal mio braccio e messo in condizioni di pena, una grande tribolazione verrà per tutti coloro che non Mi riconosceranno, che ancora Mi rinnegheranno.
Siamo ormai alla Pentecoste, mettetevi puri, o uomini, spogliatevi dei vostri peccati perché è tempo di cose nuove in Cristo Signore, … è tempo di rinverdire ogni ramo secco. Giunge un tempo nuovo, la nuova Primavera per i figli di Dio e il grande castigo per i traditori.
Dio interviene in questo tempo, l’ora si è spenta come la pace e l’amore su questa Terra.
Ecco, l’Angelo della Pace sta per manifestarsi a voi per darvi l’annuncio del mio ritorno. Non siate spavaldi, ascoltate la sua voce perché egli parlerà per Me. Non perdete questa occasione, purificatevi perché Dio possa trovarvi tutti suoi.
Per ora vi dico che il tempo è finito, che l’aurora boreale si affaccia alla Terra! Che l’arcobaleno avvolgerà Maria coi suoi raggi colorati e l’accompagnerà a voi per donarvi l’aiuto, … la possibilità di salvarvi.
Tutto è pronto, l’ostacolo siete voi tutti che ancora non vi avvicinate a Me, voi che ancora bramate le cose del mondo perché affascinati dal Demonio. Ma è giunta l’ultima ora, quella della scelta. Abbiate la forza di sollevarvi da lui rinunciando alle sue seduzioni, la vita eterna vi attende nella felicità e nell’amore, desiderate beneficiarne.
Avanti figlioli, nulla è ancora perduto! Avanti, attendo il vostro ravvedimento a Me, chiamatemi in vostro aiuto e verrò a voi, non abbiate paura di dire no a Satana, lui ha già perso la sua battaglia contro di Me, lui sa che Io sto per intervenire e che per lui non ci sarà possibilità di vittoria.
Schieratevi dalla parte del vostro Dio Creatore per trovare la salvezza.
Aprite i vostri cuori a Colui che vi ha creati, prostratevi al suo richiamo d’amore e salvezza, dopo questo richiamo verrà una grande sofferenza.
Convèrtiti, o uomo! Convèrtiti ora, perché questa è l’ora che il tuo Dio ti attende a Sé.
Tutto è compiuto. Amen!
Carbonia 21.05.2020 

SE MI APRI LA PORTA...



Non dubitare mai

Tienti pure in umiltà alla mia presenza, ma non sia disgiunta la filiale confidenza e la speranza volonterosa di migliorare.
Il tuo stato è penoso, lo so, ma ti è pur necessario e serve ai miei fini misericordiosi. Se l'amor proprio riceve qualche sferzata riconosce meglio la sua miseria e per un po' di tempo non osa più alzare la testa.
Invece di lasciarti abbattere, riproponi ancora di comportarti bene per l'occasione prossima, confidando in Me e nella mia grazia. Ricomincia da capo, ricomincia sempre! Ho pazienza con tutte le anime, ne ho anche con te.
Non dubitare mai di me e non aver paura di me dopo una colpa. Io sono così: dove non c'è volontà decisa di fare il male, perdono subito e non cesso di amarla tanto quell'anima. Tollero tutto, purché Mi amiate.
Va avanti con generosità, nonostante le tue involontarie cadute: Io rivesto la tua anima della finezza nel mio divino servizio: voglio comunicare la delicatezza dei Santi a mio riguardo, che li faceva dimenticare se stessi, per non scostarsi dal pensare a Me.
Allora l'amor proprio scompare e vi divampa il mio amore; e così tutte le tue pene svaniscono, anche se capisci di non servirmi con sufficiente fedeltà, e il cuor rimane libero e felicissimo.
Fatti con l'umile giudizio su te stessa un bel turibolo, gettaci le tue colpe e accendile con tutti i tuoi desideri di bene: il fumo aromatico del tuo pentimento sarà gradito al mio Cuore Divino.
Tutta la serie dei tuoi innumerevoli difetti bruciali nel fuoco del mio amore. Ti ripeto: non amarli, i tuoi difetti, combattili, piangili! Ma non diffidare di Me...
Chi mi porta più miserie, più debolezze e peccati da bruciare, se mosso però dalla sincera contrizione e dall'umiltà, viene accolto da Me come se conducesse un carro carico di gioielli preziosissimi.
Le mancanze, se sono frutto di disattenzione e di fragilità, non sono da paragonarsi a una sola colpa commessa con malizia avvertita. Perciò per te, che sempre sei carica di debolezze, voglio avere un'indulgenza speciale. Cadi mentre non vuoi cadere, poi piangi e intenerisci subito il mio Cuore divino, che è tutto bontà.

DON RENZO DEL FANTE

L'ultimo Papa canonizzato



IL PESO DELLA PARROCCHIA 

Ma la sacra predicazione non era la sola occupazione, a cui si applicasse il  nostro Don Giuseppe. Anche senza di questa le sue giornate erano piene ed  intense, le quali divennero ancora più intense di lavoro quando, circa il 1863,  Don Costantini, per una ostinata malattia di petto che lo tormentava da tempo  era costretto a rimanere inoperoso per una buona parte dell'anno. 
Allora il giovane Cappellano sentì gravare sopra le sue spalle tutto il peso  della Parrocchia. 
Amministrava con premura i Sacramenti. Nei giorni festivi e alla Domenica,  specialmente, confessava senza contare le ore, spiegava il Catechismo ai  fanciulli, la Dottrina Cristiana agli adulti. 
Ogni giorno attendeva a consolare miserie, a richiamare al dovere, a  comporre dissidi, ad alimentare la pace nelle famiglie, ad incitare tutti al  bene. E pensava anche alla scuola di canto sacro che egli aveva istituito per un maggiore decoro delle sacre funzioni, a dare lezioni di grammatica a quei  giovanotti che sentivano inclinazione allo stato sacerdotale (76) a farsi  sapientemente fanciullo con i fanciulli per tenerli lontani dal male, e, come se  non avesse altre occupazioni, non ricusava di sostituire perfino il maestro  della scuola elementare del villaggio (77). 
E poi venivano le giornate ardenti di sacrificio e di fede, nelle quali si  consumava nel preparare i fanciulli alla prima Comunione, nel promuovere la 
Comunione frequente, nell'eccitare il popolo ad una più intensa devozione  verso la SS.ma Eucaristia, di cui egli stesso dava continuo esempio non solo  per il modo, con il quale celebrava la Santa Messa, ma anche tutte le volte  che esponeva solennemente alla adorazione dei Parrocchiani il SS.mo  Sacramento. 
 “In quei momenti — testimoniava un vecchio del paese — assumeva un  espressione quasi sovrumana. Con le mani congiunte a preghiera, teneva gli  occhi sempre fissi nel SS.mo Sacramento, e, quando dava la Benedizione, da  tutta la sua persona spirava un sentimento di fede così viva che edificava e  stupiva. Vi era in lui qualche cosa di straordinario” (78). 

Vi erano ancora gli ammalati, gli infermi, i moribondi. 
Premuroso, perché questi non mancassero di nulla, specialmente se poveri, li  visitava anche più volte al giorno, e, chiamato di notte, accorreva al loro letto  come se avesse le ali ai piedi. Non badava a stenti, non curava strapazzi, non  guardava ad inclemenza di stagioni, a strade impervie, ne a distanze di luoghi  (79): si sacrificava sino all’esaurimento delle sue forze. I Tombolani  ricordano di averlo veduto qualche volta cadere in deliquio (80). 
— “Guarda qui — diceva un giorno ad una giovane popolana, indicando con  l'indice della mano le proprie scarpe — Ho le suole tutte consumate a forza  di andare a visitare il tuo vecchio nonno infermo” (81). 
E con quanta passione, con quanta commovente tenerezza assisteva e  confortava i moribondi! Li incoraggiava al passo estremo con parole che  avevano la dolcezza della rassegnazione cristiana, ne calmava le ansie, li  consolava con la visione delle speranze immortali e non si distaccava dal loro  fianco se non quando li avesse veduti morire sotto i propri occhi e non li  avesse accompagnati con la sua preghiera fino sulle soglie dell'eternità (82). 

Tutta la responsabilità della Parrocchia gravava sopra di lui, ma nessun'ombra di abbattimento o di tristezza sopra il suo volto. Nei suoi occhi  brillava sempre una vivida luce di gioia, di letizia e di felicità, perché sapeva  di lavorare non per una gloria terrena, ma per una gloria ben più alta: la  conquista delle anime (83). 
I Tombolani erano meravigliati della sorprendente attività del loro  Cappellano e si domandavano come potesse resistere sotto il peso di una  fatica così continua, così spossante e senza respiro. 
Non sapevano che il loro giovane Cappellano aveva nel cuore la potenza di  quelle divine energie che moltiplicano le forze per il lavoro. 

Il Beato Pio X, del Padre Girolamo DAL GAL Ofm c.

AVVERTIMENTO



L‟Avvertimento è una manifestazione della Mia Divina Misericordia data a Suor Faustina. 

Mia amata figlia prediletta, il tempo ormai è vicino. C‟è poco tempo per mettere in guardia e preparare tutte quelle povere anime che saranno talmente scioccate durante L‟Avvertimento che non si renderanno neanche conto di ciò a cui assisteranno. Gli dev‟essere spiegato, in modo che sappiano cosa aspettarsi. Se apriranno i loro cuori a questo grande momento della Divina Misericordia gli sarà data la possibilità della vita eterna. 

Questo grande avvertimento è la manifestazione della Mia Misericordia Divina data a Suor Faustina. Questo grande atto della Mia Misericordia è stato predetto e sarà durante L‟Avvertimento che la Mia Grande Misericordia avvolgerà il mondo intero. Il Mio sangue e l‟acqua sgorgheranno, in modo che tutti voi, infine, conoscerete la verità. Di a quelli che non credono in Me, o al Mio Padre Eterno, che questo evento accadrà. Allora, quando sarà giunto quel momento, essi saranno in grado di resistere allo shock della Mia Misericordia, che durante l‟Avvertimento salverà milioni di anime dalle mani di satana. La verità, quando sarà rivelata, salverà tanti dal fuoco dell‟Inferno. 

Successivamente, lo Spirito Santo presente nei Miei figli in tutto il mondo vi aiuterà a sconfiggere le opere del Maligno. Tutti voi dovete diffondere la parola riguardo la necessità, per l‟umanità, di preparare le proprie anime in anticipo. Perché anche i credenti devono capire che anche loro troveranno emotivamente inquietante vedere il proprio comportamento peccaminoso passato così come appare a Me. 

Chiedo a tutti voi, ora, di cercare la confessione. Gli altri cristiani si devono inginocchiare e pregare per la redenzione. Per coloro che non sono sicuri di questa profezia, per favore tenete il cuore aperto poiché quando assisterete a questo evento ecologico ma anche soprannaturale, è importante che voi capiate che questo è il più grande miracolo mai visto e che è il Mio grande dono per tutti voi. Considerate questo. Si svolgerà come il Giorno del Giudizio Finale, solo che questa volta non sarete condannati. Vi sarà data una nuova prospettiva di vita quando la vostra anima sarà salvata, per consentirvi di ripristinare il livello che Io desidero di essa. 

Credenti, ora pregate per gli altri con tutto il vostro cuore, essi saranno salvati. 

Il vostro Salvatore, 

Gesù Cristo.

 26 Giugno 2011

Commento all‟Apocalisse



Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser 

Capitolo Primo 
Versetto 1. 

Rivelazione di Gesù Cristo, la quale Dio gli diede per indicare ai suoi servi le cose che debbono accadere tra breve, e che egli fece conoscere con l‟invio del suo Angelo al suo servo Giovanni. 

I. Gli autori son per lo più soliti premettere ai loro libri titoli e iscrizioni tali che coloro, nelle cui mani i loro scritti pervengono, siano invogliati a prenderli e leggerli. Così, e con forza di gran lunga maggiore, fa la Divina Sapienza nel presente libro dell‟Apocalisse, di cui nel verso iniziale indica: 
1. L‟iscrizione e titolo del libro. 
2. La sua autorità. 
3. La facoltà del Superiore. 
4. Lo scopo della pubblicazione del libro. 
5. Il contenuto del libro. 
6. La volontà del Re di permetterlo. 
7. La brevità del tempo. 
8. Il modo di chi rivela. 
9. Il nome dell‟autore. 
10. Infine la persona che assiste. 
II. Con le parole Rivelazione di Gesù Cristo si accenna qui al primo e secondo punto, con cui s‟indica al lettore il titolo, e di che genere sia questo libro, ossia la rivelazione dei segreti e dei misteri celesti, compiuta non da un uomo e Re terreno, che può mentire o sbagliarsi, ma da Gesù Cristo, che non può, né ingannare, né ingannarsi. Da cui si deduce la dignità somma e l‟autorità in- finitamente degna di questo libro. 
III. Dio Uno e Trino concesse a Cristo - inferiore al Padre nella Sua Umanità - il permesso di pubblicare questo libro dell‟Apocalisse, in modo che, a mo‟ di manifesto regio, siano rese note in modo chiaro ai fedeli devoti e studiosi di esso (che ci sono, furono, o saranno nella Chiesa Cattoli- ca) le tribolazioni che Dio ha permesso che dall‟eternità accadessero nel presente regno della Chiesa Militante di Cristo, per metterli alla prova e aumentarne la gloria, in modo da esser premuniti con lo scudo della debita prescienza contro tutte le avversità presenti e future, esserne consolati nel transi- torio tempo delle nostre tribolazioni (a confronto dell‟eternità) e poter sopportarle con forza, assorti nel beneplacito e permesso della divina volontà, che non può essere annullato, come si deduce dalle parole: che Dio gli diede per indicare ai suoi servi le cose che debbono accadere tra breve. 
   IV. Il modo con cui Cristo Signore rivelò a San Giovanni tutto questo, fu il modo più perfetto, che nessun profeta poté mai prima sperimentare. Consistette invero in tre cose, ossia:  
1. la visione per immagini;  
2. la piena comprensione dei misteri; e  
3. l‟assistenza di un Angelo che lo istruiva.  
Il che accadde a S. Giovanni mentre scriveva il libro dell‟Apocalisse, come si ricava dalle par o- le: e fece conoscere con l‟invio del suo Angelo (S. Michele) al suo servo Giovanni, ossia mandò il suo Angelo (S. Michele) che in rappresentanza di Cristo, come un ambasciatore del Re, apparendo a San Giovanni Evangelista, gli mostrò i misteri di Dio sia riguardo alla Chiesa militante sulla terra, che a quella trionfante nei Cieli, e lo ammaestrò visibilmente, istruendolo con una piena compren- sione sui misteri che rivelava. 
 V. Vers. 2. Il quale ha dato testimonianza al Verbo di Dio e alla testimonianza di Gesù Cristo in tutto quello che vide. S‟indica con queste parole l’autorità dello scrittore, che non fu altri che San Giovanni Evangelista, il discepolo che Gesù amava più di tutti, che ha dato testimonianza al Verbo di Dio, quanto alla sua nascita nell‟eternità, dicendo: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (S. Giovanni, I, v. 1). Riguardo all‟Incarnazione temporale di Gesù dice invece: e il Verbo si è fatto carne e abitò in mezzo a noi, e vedemmo la sua gloria ecc. Aggiunge perciò e alla testimonianza di Gesù Cristo, ossia riguardo a Gesù Cristo, in tutto quello che vide, vivendo con Lui, nel compimento dei miracoli, nella Sua morte e resurrezione, infine, nel- la persecuzione del Vangelo. Giovanni inoltre diede la medesima testimonianza durante la persecu- zione dell‟Imperatore Domiziano, professando e predicando con fortezza tra i tormenti che Gesù Cristo Crocifisso è vero Figlio di Dio e Figlio dell‟uomo. 
   VI. Vers. 3 Beato chi legge e chi ascolta le parole di questa profezia, e serba le cose che in essa sono scritte: poiché il tempo è vicino. Qui s‟attira l‟attenzione dei lettori sull‟utilità di questo Libro, che consiste nel conseguimento della beatitudine eterna. Beato chi legge, quanto ai Dottori, che hanno il compito d‟ammaestrare gli altri alla giustizia e al timore del Signore secondo il tenore di questa profezia, menzionando le punizioni ivi ricordate e confortando i fedeli a sopportare le av- versità per amore di Cristo e in vista del premio della vita eterna. Beati coloro che insegnano agli altri la giustizia, brilleranno come stelle nell‟eternità senza fine. E chi ascolta, come discepolo, studioso e uomo più semplice, le parole di questa profezia, credendo e conservando nel cuore la via della giustizia e della pazienza di Cristo, come si legge: E serba le cose che in essa sono scritte, ossia sopportando con pazienza fino alla fine le fatiche e i travagli. Beato, infatti, l‟uomo che sopporta la tentazione, poiché dopo la prova riceverà la corona di vita, che Dio promise a coloro che lo amano. Il tempo, infatti, è vicino, ossia passa in fretta, come dicesse: la fatica della sopportazione è breve, ma eterno è il premio della beatitudine. L‟Apostolo S. Paolo ai Romani, infatti, dice: I pati- menti del tempo presente non hanno proporzione colla futura gloria che si manifesterà in noi (VIII, 18). 

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Traduzione dal latino di Nicola Dino Cavadini

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Non essere strana e capricciosa Sii luce, amore e vita. Non può avvenire né deve avvenire mai che i tuoi figli ti sentano come diminuita. Non devi far nulla che possa farti credere fuori sesto, nulla di strano, di violento, di capriccioso. Se tu lasci un po' me per aver cura del tuo sposo, dei tuoi figli, amandomi in loro, io sono contento.

don Dolindo Ruotolo

Papa João Paulo II




AMERICA, FERMATI, QUANTO ORRORE PORTI AL MONDO, TU PORTERAI L’ECONOMIA MONDIALE A ZERO.



Madonna del Pino a Giuseppe Auricchia

O AMERICA,

TU CADRAI PERCHE’ NON HAI VOLUTO ASCOLTARE LA PAROLA DEL PADRE



“Cari figli, ho percorso il mondo da un capo all’altro, il mondo non ascolta le Mie Parole; ho messo il mondo in guardia contro le eresie teologiche moderne, che sperimentano il Vangelo e insegnano scientificamente non il bene, ma il male.


Figlio vai, consola la gente, tenetevi pronti, preparatevi con il Santo Rosario, penitenza e digiuno per i tempi duri che verranno.


In questa guerra (parlava della guerra in Iraq, n.d.r.) si diffonderà l’apostasia che moltiplicherà guerre su guerre, accadranno catastrofi nucleari e persecuzione che annunzia il Vangelo (probabilmente parla di Matteo 24,15-24 n.d.r.).


AMERICA, FERMATI, QUANTO ORRORE PORTI AL MONDO, TU PORTERAI L’ECONOMIA MONDIALE A ZERO.

NON OGGI O DOMANI, TUTTE LE NAZIONI DEL MONDO NON AVRANNO PIU’ DENARO PER VIVERE.
GRANDE RIVOLTA VI SARA’ IN TUTTE LE NAZIONI CONTRO DI TE.
RICORDALO, AMERICA, CHE TUTTI I POTENTI DELLA TERRA SONO CADUTI PERCHE’ ERANO SENZA DIO, E TU CADRAI PERCHE’ NON HAI VOLUTO ASCOLTARE L’ACCORATO APPELLO DEL PADRE.


Figli Miei tutti, vi invito a rimanere fortemente nella fede, sicuri nella speranza e nell’ardente carità.


Lasciatevi portare da Me, raccoglietevi tutti nel sicuro rifugio del Mio Cuore Immacolato, che ho preparato proprio per gli ultimi tempi.


O Sacerdoti, Vescovi, religiosi consacrati al Mio Cuore, unitevi con il Mio Papa Giovanni Paolo II (Papa vigente nel 2003 n.d.r.) , raccoglietevi nel cenacolo del Mio Figlio e del Mio Cuore Immacolato, Io sarò sempre con voi.

Leggete insieme a Me I SEGNI DI QUESTO TEMPO, che si realizzano per indicarvi il Ritorno del Mio Figlio nella sua Gloria, che sarà la fine di questi tempi.Grazie di essere venuti, Io vi parlerò ancora l’ultima Domenica di aprile, ora andate alle vostre case, meditate questo messaggio.


Vi benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”


Giuseppe Auricchia