sabato 3 ottobre 2020

Il Mar Morto in Israele è pieno di fiori, adempiendo così la profezia di Ezechiele 47

 


14/03/2020

Una profezia del libro di Ezechiele si sta adempiendo in Israele quando vedono la nascita dei fiori sulla costa del Mar Morto.

Questa profezia si aggiunge a molte altre avvenute in diverse parti di Israele.

“Sarà anche che i pescatori staranno con lui; da En-Gedi a En-Eglaim ci sarà spazio per estendere le reti; i loro pesci, secondo la loro specie, saranno come i pesci del grande mare, in una folla eccessiva ”.

Ezequiel 47:10







Gli scienziati della Avner Rinot, la Società per la protezione della natura in Israele, sono rimasti sorpresi nel vedere l'ambiente circostante pieno di pesci e varie forme di vita mai viste prima.

La costa settentrionale del Mar Morto è ricca di paesaggi colorati dai fiori a causa delle forti piogge.

Circa 6 chilometri sono pieni di campi di semi appena sbocciati. Erano nel deserto da molti anni e semplicemente non sono spuntati perché non avevano abbastanza acqua.

Popolarmente chiamato il "Mar Morto" per la sua elevata salinità (37% in più del normale), molti ricercatori dimostrano quotidianamente che, nonostante il nome, il mare non è del tutto morto.

Noam Bedein, fotoreporter, ha documentato tutte le scoperte che esistono nei mari di Israele e quindi ha anche assistito alla presenza di pesci nei crateri del Mar Morto, oltre a microrganismi e vegetazione.

Questi crateri sono il risultato del calo del livello dell'acqua, che si riempie ogni giorno di varie forme di vita, che attira migliaia di persone ad apprezzarne la bellezza unica.

"Quando raggiungi il Mar Morto, il punto più basso della Terra, vedi la profezia che si avvera", ha detto Bedein.

Vita per tutti

Un luogo che una volta era maledetto nei tempi biblici può ora essere esplorato. Possiamo vedere i crateri e anche i pesci dove l'acqua si è ritirata, adempiendo le profezie di Ezechiele che parlava della terra fiorente quando gli ebrei tornarono in Israele, disse Bedein.

Allo stesso modo, la profezia dice anche che le sue acque cresceranno e che ci sarà un'innumerevole quantità di vita in essa.

"E Lot alzò gli occhi e vide tutto il prato del Giordano, che era ben irrigato, prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra, ed era come il giardino del Signore, come il paese d'Egitto, quando entri a Zoar ".

Genesi 13:10

Fonte: Ynet
Via :https://vivaisrael.com.br/o-mar-morto-em-israel-esta-cheio-de-flores-cumprindo-assim-a-profecia-de-ezequiel-47/


ORACOLI CONTRO GIUDA E GERUSALEMME

 


1. AL TEMPO DI GIOSIA 

***

Vocazione di Geremia

10Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».

Ora il Signore rivela a Geremia in cosa consiste la sua missione. Lui riceve ogni autorità sulle nazioni e sopra i regni. Sono nazioni e regni della terra.

Su queste nazioni e regni lui riceve autorità per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare.

Sradicare, demolire, distruggere, abbattere: queste quattro attività riguardano tutte le falsità, le idolatrie, le immoralità, le superstizioni.

Edificare e piantare sono due attività che attengono alla legge, all’alleanza, alla volontà di Dio, alla sua Parola.

Geremia deve distruggere nelle nazioni ciò che non è verità di Dio e porre in esse la verità del suo Signore, iniziando dal suo popolo.

Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare.

Come dovrà Geremia compiere questa duplice attività? In un solo modo: annunziando, riferendo, facendo risuonare la vera Parola del Signore.

Tutto è dalla Parola del Signore. Mosè discende in Egitto, fa risuonare la Parola del Signore e tutta la creazione obbedisce al suo comando.

Il regno del Faraone è demolito dalla Parola Onnipotente del Signore che risuona attraverso la sua bocca. Così dovrà essere per Geremia.

Una verità va però considerata. Ogni profeta riceve le sue particolari modalità per compiere l’opera che il Signore gli affida. Mosè non è Geremia.

Nessun uomo di Dio nella Scrittura è uguale ad un altro e tuttavia tutti hanno sulla loro bocca la Parola del Signore. La differenza non la fa la Parola.

La Parola è onnipotente e creatrice per tutti. La differenza la fa l’ordine, il fine per cui essa viene data dal Signore. Ad ognuno è data per un fine.

A Geremia la Parola viene messa sulla bocca per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare popoli e nazioni.

Lui dovrà proferire la Parola di Dio, cioè la volontà di Dio sui popoli e sulle nazioni. Così essi sapranno cosa il Signore sta per operare verso di loro.

Sradica in essi la falsità, pianta la verità. Demolisce le loro false convinzioni, vi pianta quelle vere. L’unica e sola verità vuole che solo il Signore è il Signore.

Nazioni e popoli possano anche essere avvolti da pesanti falsità e mostruose idolatrie. Essi devono sapere che solo il Signore è il Signore e nessun altro.

Devono sapere che il Signore agirà con loro secondo la Parola proferita dal suo servo. Il servo così parla e Lui così agirà. È verità eterna.

11Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Che cosa vedi, Geremia?». Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo».

***

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


CAPPELLA VIRTUALE


 

ILLUSTRAZIONI DI UNA SERVA DI DIO SULL'APOCALISSE DI S. GIOVANNI

 











signor Le Maitre de Sancy

Presto sentirete parlare di una nuova chiesa universale ecumenica ed umanista, che attraverso un falso ecumenismo, imporrà nuove leggi. Esalteranno il falso papa, il lupo travestito da pecora, che sottometterà molti all’inganno e all’errore. Un papa falso, apparentemente cattolico, convocherà le religioni mondiali perché si uniscano in un solo corpo.

 


Messaggio di nostro Signore Gesù Cristo, ricevuto da Discipulo, il 15 ottobre 2017


Amata umanità, benedetti figli del Mio Cuore, vi amo e vi benedico. 

 

Io impartisco attraverso il Mio piccolo Discipulo, una benedizione ed una forza speciale a tutti i Miei consacrati che difendano la Verità del Mio Vangelo, a coloro che non occultano la Verità dei segni dei tempi, a coloro che leggono, che credono e che mettono in pratica le Mie Avvertenze, a coloro che tolgono dall’errore e dall’ignoranza i Miei piccoli figli che ho affidato al loro Ministero Pastorale. 

 

L’ignoranza o la mancanza di conoscenza delle cose che presto succederanno, è un’arma di potere in mano al Mio avversario e i sacerdoti non devono tacere la verità al Mio Popolo. 

 

I Miei Sacerdoti devono togliere dall’errore quelli che disprezzano i Miei messaggi ed i Miei avvertimenti.

I Miei Sacerdoti devono condurre una vita nella purezza e nella santità. 

I Miei Consacrati devono parlare della fine dei tempi e della santità necessaria nella Mia Casa.

I Miei Sacerdoti devono implorare il Mio aiuto e devono confidare in Me, devono inginocchiarsi davanti a Me che Sono il Re dei re ed il Signore dei signori.

 

Il Mio Potere deve essere predicato ai più deboli, ma anche i più dotti ed informati devono liberarsi della loro superbia intellettuale, dell’eresia che è il modernismo e della massoneria, che si sono introdotte nella Mia Chiesa, spogliandola della sua purezza.

 

I Miei consacrati devono giungere ad essere come Sono Io, umili pastori pronti ad aiutare le anime nella lotta quotidiana contro il male ed il maligno, devono sforzarsi di essere molto semplici e di prestarmi obbedienza, in questo modo si costruirà la Mia Chiesa del Rimanente fedele, senza macchia né ruga alcuna. 

 

Oh Miei amati sacerdoti, non proibite a nessuno la devozione e di onorare il Mio Preziosissimo Sangue!  Promuovete questo regalo per i tempi finali con grande amore ed impegno. Voi stessi coprire le vostre vite, le vostre anime con il Mio Sangue Redentore, che è l’ultimo regalo di protezione per questi tempi apocalittici. 

 

Oh cari figli Miei, Io vi avverto perché siate preparati riguardo alla grave crisi finanziaria mondiale che inizia in questo mese. La comunità finanziaria internazionale è pronta a lanciare il giogo e il laccio oppressore sui popoli. 

I padroni delle ricchezze di questo mondo, ispirati dal Mio avversario, hanno già pronti i loro piani sinistri per il collasso mondiale. Hanno accumulato molto oro e argento, mentre molti dei Miei figli sulla terra vivono l’oppressione e la povertà estrema.

Sopraggiungerà la fame sulla terra sterile, mentre coloro che controllano le ricchezze del mondo, stabiliranno leggi per tenere tutto sotto il loro dominio.

Le forze della massoneria che controllano l’economia mondiale sono cresciute molto, si sono moltiplicate ed impongono le condizioni all’interno del nuovo ordine mondiale. 


Per il Mio Resto Fedele, questa è la battaglia finale contro le forze che controllano il mondo. 

Il nuovo ordine mondiale e gli economisti si uniranno perché il medesimo spirito che li unisce è l’ambizione. Loro risolvono tutto con il denaro, che viene considerato il dio di questo mondo, ma voi, amati figli Miei, non potete servire Me ed il denaro, non avrete due padroni, ma solo uno, IO, Gesù Nazzareno che diede il Suo Sangue e la Sua vita per la vostra salvezza. 

Chi vuole essere Mio servitore, che prenda la sua croce quotidiana ed anche la Mia Croce e venga dietro a Me ed Io lo farò regnare con Me nel Cielo nuovo e terra nuova, che sto già preparando.

Il Mio Discepolo vi parla di 1095 giorni di prova, di eresia, di scisma e di apostasia che voi conoscerete poco a poco, attraverso gli accadimenti che si daranno all’interno della cupola gerarchica della Mia Chiesa. 

Presto sentirete parlare di una nuova chiesa universale ecumenica ed umanista, che attraverso un falso ecumenismo, imporrà nuove leggi.

Esalteranno il falso papa, il lupo travestito da pecora, che sottometterà molti all’inganno e all’errore.  

Le gerarchie di potere e di controllo vi presenteranno leggi contrarie alle Leggi Divine del Mio Padre Amorevole.

Un papa falso, apparentemente cattolico, convocherà le religioni mondiali perché si uniscano in un solo corpo. Voi, Miei amati figli, non credete a questo inganno, perché non sarà il Mio Corpo mistico, ma una falsa chiesa, conforme al libertinaggio e alle idee mondane.

Pertanto, figli Miei, state attenti, pregando in ogni momento, voi avete il Mio aiuto, confidate in Me, sacerdoti Miei.  Io Sono Gesù il Buon Pastore e continuerò a parlarvi di questo tema. 


Shalom


Ixtus

LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


OTTAVA ORA  

Dalla mezzanotte all ’una - La cattura di Gesù 

O mio Gesù, già siamo a mezzanotte. Senti che i nemici si avvicinano, e Tu, rassettandoti e rasciugandoti il Sangue, rafforzato dai conforti ricevuti, vai di nuovo dai tuoi discepoli, li chiami, li ammonisci, Te li porti insieme con Te e vai incontro ai nemici, volendo riparare con la tua prontezza, la mia lentezza, svogliatezza e pigrizia nell ’operare e patire per amore tuo. 


[ Il tradimento di Giuda] 

Ma, o dolce Gesù, mio Bene, che scena commovente io vedo! Incontri per primo il perfido Giuda, il quale, avvicinandosi a Te e gettandoti le braccia al collo, Ti saluta e Ti bacia. E Tu, Amore svisceratissimo, non disdegni di baciare quelle labbra infernali, lo abbracci e Te lo stringi al Cuore, volendolo strappare dall’inferno, dandogli segni di nuovo amore. 

 Mio Gesù, com ’è possibile non amarti? E’ tanta la tenerezza del tuo amore, che dovrebbe strappare ogni cuore ad amarti. Eppure non Ti amano. Mio Gesù, in questo bacio di Giuda, ripari i tradimenti, le finzioni, gli inganni sotto aspetto di amicizia e di santità, specialmente dei sacerdoti. Il tuo bacio poi, manifesta che a nessun peccatore, purché venga a Te umiliato, rifiuteresti il tuo perdono. Tenerissimo mio Gesù, già Ti dai in mano ai nemici, dando loro potere di farti soffrire ciò che loro vogliono. Anch ’io, o mio Gesù, mi do nelle tue mani, affinché liberamente Tu possa fare di me ciò che più Ti piaccia, ed insieme con Te voglio seguire la tua Volontà, le tue riparazioni e soffrire le tue pene. Voglio stare sempre a Te d ’intorno, per fare che non ci sia offesa che io non ripari, amarezza che io non raddolcisca, sputi e schiaffi che Tu ricevi che non siano seguiti da un mio bacio e carezza. 

 Nelle cadute che farai, le mie mani saranno sempre pronte ad aiutarti per alzarti. Sicché sempre con Te voglio stare, o mio Gesù, nemmeno un minuto voglio lasciarti solo. E per essere più sicura, mettimi dentro di Te ed io starò nella tua mente, nei tuoi sguardi, nel tuo Cuore ed in tutto Te stesso, per fare che ciò che fai Tu possa farlo anch’io. Così potrò tenerti fedele compagnia e nulla potrà sfuggirmi delle tue pene, per darti per tutto, il mio ricambio d ’amore. 

 Dolce mio Bene, starò al tuo fianco per difenderti, per imparare i tuoi insegnamenti, per numerare una ad una tutte le tue parole. Ah! Come mi scende dolce al cuore la parola che rivolgesti a Giuda: “Amice, ad quid venisti?”. 

E sento che anche a me rivolgi la stessa parola, non chiamandomi amica, ma col dolce nome di figlia, [dicendomi:] Filia, ad quid venisti? 2 per sentirti rispondere: “Gesù, vengo ad amarti”. Ad quid venisti? , mi ripeti, se mi sveglio al mattino. Ad quid venisti?, se prego. Ad quid venisti?, mi ripeti dall’Ostia Santa, quando lavoro, quando prendo cibo, quando soffro, quando dormo. Che bel richiamo per me e per tutti! 

 Ma quanti, al tuo Ad quid venisti?, rispondono: “Vengo per offenderti!”. Altri, fingendo di non sentirti, si danno ad ogni sorta di peccati e rispondono al tuo Ad quid venisti? coll’andare all’inferno. Quanto Ti compatisco, o mio Gesù! Vorrei prendere le stesse funi con cui stanno per legarti i tuoi nemici, per legare queste anime e risparmiarti questo dolore. Ma di nuovo sento la tua voce tenerissima che dice, mentre vai incontro ai tuoi nemici: “Chi cercate?”. E quelli rispondono: “Gesù Nazareno”. E Tu a loro: “Ego sum”. 3 

 Con questa sola parola Tu dici tutto e Ti dai a conoscere per quello che sei, tanto che i nemici tremano e cadono come morti per terra. E Tu, o Amore che non ha pari, con un altro Ego sum, li richiami a vita e da Te stesso Ti dai in potere dei nemici. 


[ Gesù è legato e incatenato] 

 Oh, che perfidia e ingratitudine! Invece di cadere umili e palpitanti ai tuoi piedi a chiederti perdono, abusando della tua bontà e disprezzando grazie e prodigi, Ti mettono le mani addosso, e con funi e catene Ti legano, Ti stringono, Ti gettano per terra, Ti mettono sotto i piedi, Ti strappano i capelli. E Tu, con pazienza inaudita, taci, soffri e ripari le offese di coloro che, malgrado i miracoli, non si arrendono alla tua grazia e si ostinano di più. Con le funi e le catene impetri dal Padre la grazia di spezzare le catene delle nostre colpe e ci leghi con la dolce catena dell’amore. E correggi amorosamente Pietro che vuole difenderti, persino tagliando l’orecchio a Malco. Intendi riparare con ciò le opere buone non fatte con santa prudenza, o che, per troppo zelo, cadono nella colpa. 

 Mio pazientissimo Gesù, queste funi e queste catene pare che mettano qualche cosa di più bello alla tua Divina Persona: la tua fronte si fa più maestosa, tanto da attirare l’attenzione dei tuoi stessi nemici; i tuoi occhi sfolgorano più luce; il tuo Volto divino si atteggia ad una pace e dolcezza suprema, da innamorare i tuoi stessi carnefici. Coi tuoi accenti soavi e penetranti, sebbene pochi, li fai tremare, tanto che, se ardiscono offenderti, è perché Tu stesso lo permetti. 

 O Amore incatenato e legato, potrai mai permettere che Tu sia legato per me, facendo più sfoggio d ’amore verso di me, ed io, la piccola figlia tua, sia senza catene? No, no. Anzi legami con le tue stesse funi e catene, con le tue mani santissime. Perciò Ti prego di legare, mentre bacio la tua fronte divina, tutti i miei pensieri, gli occhi, le orecchie, la lingua, il cuore, i miei affetti e tutta me stessa, ed insieme lega tutte le creature, affinché, sentendo le dolcezze delle tue amorose catene, non più ardiscano offenderti. 

Dolce mio Bene, siamo già all ’una. La mente incomincia ad assopirsi. Farò il possibile per mantenermi sveglia. Ma se il sonno mi sorprende, mi lascio in Te per seguirti in ciò che fai Tu, anzi lo farai Tu stesso per me. In Te lascio i miei pensieri a difenderti dai tuoi nemici, il mio respiro per corteggio e compagnia, il mio palpito a dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che gli altri non Ti danno, le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che Ti toglieranno con gli insulti, sputi e schiaffi. 

 Mio Gesù, dammi un bacio, abbracciami e benedicimi; e, se vuoi che prenda sonno, fammi dormire nel tuo adorabile Cuore, affinché dai tuoi palpiti accelerati dall ’amore, o sofferenti, possa venir svegliata spesso, per non interrompere mai la nostra compagnia. Così restiamo intesi, o Gesù. 


Riflessioni e Pratiche 

 Gesù prontamente si diede nelle mani dei nemici, guardando nei suoi nemici la Volontà del Padre. Negli inganni delle creature, nei tradimenti, siamo noi pronti a perdonare come ha perdonato Gesù? Tutto il male che riceviamo dalle creature, lo prendiamo tutto dalle mani di Dio? Siamo noi pronti a fare tutto ciò che Gesù vuole da noi? Nelle croci, negli strapazzi, possiamo dire che la nostra pazienza imiti quella di Gesù? 

 Incatenato mio Gesù, le tue catene leghino il mio cuore e me lo tengano fermo per farlo pronto a soffrire ciò che vuoi Tu. 

Sacro Cuore

 


Devo abbracciare con amore tutti coloro che mi stanno vicino – il mondo intero – affinché in questo amore, sacrificando me stessa, diventi – ad esempio del Cuore di Cristo – una vera vittima di carità.

MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA


L'ultima preghiera che le suore martire yemenite hanno pregato prima di essere giustiziate

 


DOLORE NEL MONDO


12 novembre 2018

Il 4 marzo 2016 c'è stato un terribile attacco contro una comunità delle Missionarie della Carità in Africa.

Il luogo fungeva da casa per anziani e disabili ad Aden, nello Yemen. I terroristi islamici hanno attaccato il luogo con armi da fuoco, ucciso 16 persone, comprese 4 religiose, e rapito un sacerdote.

I missionari assassinati furono identificati come le sorelle Anselm, Judith, Marguerita e Reginette.

Mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell'Arabia meridionale, ha detto allora che "le Missionarie della Carità sono morte da martiri: da martiri della carità, da martiri perché testimoni di Cristo e condividevano il destino di Gesù sulla Croce".

Fu lui a raccontare che le suore recitavano sempre una certa preghiera appena prima di colazione e che, visto il momento dell'attacco, era la loro ultima preghiera:

“Signore, insegnami ad essere generoso.
Insegnami a servirti come meriti;
dare e non contare il costo, lottare e non prestare attenzione alle ferite per
lavorare e non cercare riposo, per
lavorare e non chiedere una ricompensa ”

Possa Dio concedere a tutti noi la grazia di avere tale fede e di essere pronti a morire per Cristo come fecero le sorelle.


Questa è una delle lettere inviate dalle suore quando il conflitto era già scoppiato nel Paese musulmano, dove i martiri condividono la loro preoccupazione per gli anziani del rifugio e raccontano che con "totale abbandono" si prostrarono davanti al Signore nel Santissimo Sacramento quando ci furono attentati.

“ Ogni volta che i bombardamenti diventano pesanti ci inginocchiamo davanti al Santissimo Sacramento esposto, implorando il misericordioso Gesù di proteggere noi e anche i nostri poveri, e di concedere la pace a questa nazione. 

Non ci stanchiamo mai di chiamare il cuore di Dio confidando che tutto questo finirà. Mentre la guerra continua ci troviamo a calcolare quanto cibo sarà sufficiente ”, si legge nella lettera inviata alle sue sorelle a Roma (Italia).

La lettera è del giugno 2015 e il contenuto è stato rivelato da suor Serena in un'intervista al canale TV2000 della Conferenza episcopale italiana.

Nell'intervista rilasciata il 12 marzo 1916, la suora dichiarava che "per quell'amore e il cuore materno che avevano", le suore dello Yemen "non potevano abbandonare i poveri che amavano e con cui si identificavano. Hanno voluto condividere le loro gioie e sofferenze e restare con loro fino alla fine ”.

"In questi giorni abbiamo trovato una loro lettera e rileggendola abbiamo ora compreso un significato molto più profondo e diversificato alla luce di questi ultimi eventi", ha spiegato suor Serena.

Nel testo le suore scrivono che “ i bombardamenti continuano, i colpi vengono da tutte le parti e abbiamo farina solo per oggi. Come faremo a soddisfare i nostri poveri domani? Con amorevole fiducia e totale abbandono, noi cinque corriamo verso la nostra casa adottiva, anche quando i bombardamenti sono pesanti. A volte ci rifugiamo sotto gli alberi pensando che questa sia la mano di Dio che ci protegge ” .

"E poi corriamo di nuovo veloci per raggiungere i nostri poveri che ci aspettano sereni. Ci sono molti anziani, alcuni non vedono, altri con disabilità fisiche o mentali. Rapidamente abbiamo iniziato il nostro lavoro pulendo, lavando, cucinando, utilizzando gli ultimi sacchi di farina e le ultime bottiglie di olio, proprio come la storia del profeta Elia e della vedova ”.

Tuttavia, nonostante le avversità, le Missionarie della Carità ricordano alle loro sorelle che “ Dio non si lascia vincere mai con generosità, finché restiamo con lui e con i suoi poveri. Quando i bombardamenti sono pesanti, ci nascondiamo sotto le scale, i cinque sempre insieme. Viviamo insieme, moriamo insieme a Gesù, Maria e nostra Madre ”.

L'assassinio delle suore) avvenne il 4 marzo 1916. Quel giorno un gruppo di terroristi musulmani entrò nel convento e nel ricovero per anziani e disabili. I quattro missionari sono morti insieme ad altre 12 persone.

Quel giorno scomparve anche il sacerdote salesiano Tom Uzhunnalil.

Piegate le vostre ginocchia in preghiera per il Brasile. I nemici agiranno e i miei poveri figli porteranno una pesante croce.

 


Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 01/10/2020

Cari figli, Io vengo dal Cielo per portarvi al Cielo. Siate docili alla Mia Chiamata. Quello che il Signore ha riservato per voi, gli occhi umani mai hanno visto. Siate del Signore nei vostri esempi e parole. Testimoniate sempre l'Amore di Gesù. Lui si aspetta molto da voi. Non vi allontanate dalla preghiera. Quando siete lontani, voi diventate bersaglio del nemico di Dio. Fortificatevi nella preghiera e nell'Eucaristia. Piegate le vostre ginocchia in preghiera per il Brasile. I nemici agiranno e i miei poveri figli porteranno una pesante croce. DateMi le vostre mani e Io vi condurrò alla vittoria. Avanti nella difesa della verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

Purgatorio

 

La cara Madonna e gli Angeli vengono a confortare le Anime del Purgatorio, ma niente le soddisfa del tutto, finchè sono separate da Dio.


L’incapacità di Bergoglio di spiegare cristianamente il dolore.

 


Dopo la pubblicazione dell’articolo Fenomenologia di Bergoglio. Torna il dio pagano e Bergoglio è il suo profeta sono arrivati molti commenti e lettere che invitano a un approfondimento. Chiariamo anche perché è necessario occuparsi di quanto viene detto da Bergoglio: per non cadere in quell’assuefazione che già abbiamo per le volgarità televisive, le manipolazione mediatiche, le prepotenze dell’ideologia di regime.

di Patrizia Fermani


Qualcuno ha obiettato che le parole testuali pronunciate da Bergoglio non siano le stesse riportate nell’articolo e che il discorso nel suo complesso suoni diversamente. Tuttavia, proprio se andiamo a rileggere quel discorso, vediamo come il senso che se ne possa trarre non cambi, anzi emerga con più prepotenza la inadeguatezza di quelle parole sia per il ruolo ricoperto da chi le pronuncia, sia per le circostanze in cui sono state pronunciate.

B. riceve in udienza il personale e i pazienti dell’ospedale pediatrico. Il tema della sofferenza dell’innocente ha da sempre impegnato l’umanità. Emerge con prepotenza nella Bibbia come nella tragedia antica. La sofferenza dei bambini, innocenti per eccellenza, rimane sconvolgente. Ma qui non ci deve essere spazio né per le riflessioni personali né per considerazioni inappropriate: qui si chiede conforto.

Eppure Bergoglio sembra compiacersi di mettere il dito in una piaga aperta. Insiste sul tema, anzi va oltre la domanda comune, varca la soglia che normalmente ognuno per ritegno cerca di non superare, e con una tecnica tutta sua diventa il ventriloquo di un possibile sentimento popolare. Dice che alla domanda perché soffrono i bambini non si trova risposta neppure nelle Scritture che pure dice di avere studiato, e anzi introduce, non richiesto, il tema della ingiustizia di Dio che manda il suo Figlio, dove il Figlio è evidentemente assimilato al bambino che soffre senza giustificazione. Infatti “ha mandato il proprio figlio” (a soffrire) sta a significare che Dio stesso ha addirittura creato l’archetipo del dolore innocente, senza giustificazione. Quindi al Figlio mandato (a soffrire) dal Padre, si associa l’idea incontrovertibile della ingiustizia divina. Il Figlio figura come semplice strumento inerte nelle mani del Padre, il quale agisce senza una finalità intelligibile e plausibile.

Per questo alla fine, dice Bergoglio, bisogna accontentarsi di guardare il Cristo sofferente. Ma non per trarne un qualche significato escatologico. Tutt’altro. Per trovarvi uno specchio delle sofferenze umane, che sono senza senso e senza speranza. Sta di fatto che, ignorando la ragione della sofferenza quale viene sviscerata dalla teologia cristiana, non rimane che la responsabilità cieca di Dio che infligge senza ragione quella sofferenza.

Inutile sottolineare come da tutto questo balbettio confuso emerga soprattutto la mancanza assoluta della visione cristiana.

Manca la consustanzialità tra il Padre e il Figlio, mancano le ragioni del sacrificio, manca ogni significato della sofferenza sublimata nella sofferenza di Cristo.

Il Figlio non è il Verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, ma un figlio qualunque mandato a soffrire senza ragione come tanti bambini ammalati. Manca il fine, dunque, della sofferenza del Figlio, che in realtà non è il bambino sofferente ma il salvatore. Manca l’idea salvifica della passione e morte di croce, manca la idea fondamentale cristiana dello affidamento alla volontà provvidente del Padre che mette il cristiano al riparo dalla disperazione e ha fatto sentire a Giovanna, nel momento atroce del supplizio, la vicinanza consolatrice della Madre Celeste.

Il Christus patiens non è uno che ci consola come semplice pietra di paragone di un meschino “mal comune mezzo gaudio”. È quello che ha offerto alla umana sofferenza quell’orizzonte spirituale più alto di speranza ricercato invano dalla civiltà antica, ha aperto cioè la porta alla speranza che dà corpo al cristianesimo. Mente la visione di Bergoglio ha il respiro di una strada chiusa e irrimediabilmente senza uscita.

Vi manca tutto quello che è espresso in sintesi insuperata nello affresco della Trinità a Santa Maria Novella, dove Masaccio ha osato raffigurare Dio padre Onnipotente che abbraccia e domina in sublime, potente compostezza simbolica la scena della crocifissione. L’uomo della fine del mondo non conosce di certo l’iconografia trinitaria di Masaccio, né sarebbe in grado di comprenderla, ma non conosce neppure Giobbe e Geremia, il Vangelo di Giovanni, e neppure le confessioni di Sant’Agostino, e quindi non ha trovato risposte nelle Scritture, anzi non ha mai trovato nel cristianesimo se non la base per il proprio marxismo da centro sociale, mentre ignora volutamente i fondamenti dello spirito cristiano.

Ora, questa è posizione plausibilissima per chiunque non accetti la teologia cristiana, ma è inappropriata per chi fa di mestiere quello di guida spirituale del popolo cattolico. In altre parole, il signor Bergoglio è libero di pensarla come crede anche su un tema di rilevanza oggettiva, come quello della sofferenza degli innocenti, ma non è libero di avere un’opinione che contraddice il messaggio cristiano finché si presenta in pubblico vestito da papa. A meno che non pensi di ricoprire un ruolo virtuale, di essere in una sorta di finzione cinematografica ad uso del grande pubblico, o meglio del grosso pubblico. Insomma, poco male se fosse uno qualunque come noi tutti, liberi di pensare e sentire quello che ci pare. La chiesa nuova, del resto, assicura anche ai c.d. fedeli la più ampia libertà di pensiero senza conseguenze morali e canoniche. Sennonché, non si sa come e non si sa bene perché, questo signore senza misura e senza studio è stato issato dai signori in rosso della Sistina sul trono di Pietro, e la cosa comporta l’onere di insegnare qual è l’essenza della dottrina cristiana e di conoscere i contenuti biblici.

Allora le perplessità sulla inadeguatezza dell’individuo a ricoprire anche formalmente un ruolo tanto impegnativo si traducono presto in un forte allarme. Perché è evidente che l’attentato quasi quotidiano alla essenza e alla intellegibilità del cristianesimo è un attacco fraudolento, è una rapina  ai danni di chi nel cristianesimo ha riposto e ripone la propria speranza. Cosa può insegnare di veramente cattolico un genitore, un educatore, se deve fare i conti ogni giorno con quanto viene pubblicamente contraddetto con autorità da questo signore e dalla sua corte dei miracoli?

Qui torna utile rispondere ad un’altra obiezione avanzata da qualche lettore. Vale ancora la pena di soppesare tante parole inutili che non hanno peso? Tutti noi avremmo cose più interessanti di cui occuparci. Tutti noi sentiamo che la pochezza di quanto viene blaterato in continuazione con abuso di potere e in modo del tutto incontrollato non meriterebbe neppure di essere letto. Ma sta di fatto che se ai refrain autistici, alle banalità volgari, alle esplosioni di un delirio di onnipotenza  malcontrollato non si fa più attenzione, per non fare fatica e perché ci sono sempre cose più piacevoli di cui occuparsi, allora tutto a poco a poco rientra nella normalità. A tutto ci si abitua. Tutto diventa di uso corrente come ogni volgarità televisiva, ogni manipolazione mediatica, ogni prepotenza della politica e della ideologia di regime. Diventa miracolosamente normale che il Ministro della Pubblica istruzione sia una senza istruzione, che sia eliminata la cultura e la sapienza dell’arte dal governo dei Musei Vaticani, e sia abbandonato un enorme patrimonio che è di tutti alla miseria della più ignorante ideologia. Diventa normale che la cattedra di Pietro possa essere occupata da uno afflitto da un’unica idea grande anzi smisurata, quella del proprio ego.

Ma forse abbiamo invece il dovere di non abituarci all’osceno che avanza ovunque come un’onda di piena.

E a questo proposito può tornare significativo l’episodio che mi raccontava a distanza di tanti anni la tata dei miei bambini, nata e cresciuta in una grande casa colonica del Polesine dove vivevano insieme tre generazioni di persone, e le rispettive famiglie, fino alla catastrofica alluvione del 1951. Quando l’acqua arrivò al secondo piano della casa, suo padre, dopo avere affidato la moglie e gli undici figli alle barche di soccorso, rimase armato di pistola nel solaio dove aveva portato in salvo per tempo anche tutti gli animali da cortile e quelli più piccoli. La pistola era per difendere dagli sciacalli le bestiole che avrebbero potuto garantire un po’ di sopravvivenza alla fattoria, una volta passata la terribile piena del Po.

Forse fu un gesto inutile. I figli grandi trovarono lavoro nelle fabbriche lombarde, tutti gli scampati  rimasero a vivere più a nord, i campi restarono a lungo devastati, la fattoria senza speranza. Ma quell’uomo solo con la sua pistola, le sue galline e i suoi conigli e il maiale, quell’uomo solitario  rimase per tutti come il simbolo di una  doverosa resistenza di fronte alla furia degli eventi.

Si parva licet componere magnis, vale ancora la pena di occuparci ogni tanto di quello che in sé non varrebbe neppure la pena di essere preso in considerazione. Non per altro che per mettere riparo dal pericolo della abitudine, che è malattia contagiosa sempre in agguato, e della quale qualcuno un giorno potrebbe a buon diritto chiederci conto.

2 Gennaio 2017