venerdì 2 ottobre 2020

I neo-modernisti inneggiano alla “nuova” Chiesa del Vaticano II

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Il Concilio Vaticano II venne celebrato da persone come il Cardinale  Suenens, Hans Küng, Louis Bouyer ed Yves Congar come una vera e  propria Rivoluzione, come la morte di un’era e l’inizio di un’altra:

•  Il Cardinale Suenens, che ebbe grande influenza su Papa Paolo VI e  fu amico dei cosiddetti “carismatici”, fu assai felice che il Vaticano II  avesse posto fine all’epoca Tridentina e a quella del Vaticano I.146

•  Hans Küng affermò trionfante che:  “rispetto all’epoca post-Tridentina  della Controriforma, il Concilio Vaticano II rappresenta nelle sue  caratteristiche fondamentali una svolta a 180 gradi ... È una nuova  Chiesa, quella che nasce dal Vaticano II”.147

•  Padre Bouyer, perito francese presente al Concilio, esclamò con  gioia che gli aspetti anti-protestanti ed anti-modernisti della Chiesa  Cattolica “erano stati finalmente sepolti”.148

•  Allo stesso modo, il periodico Gesuita La Civiltà Cattolica esclamò  con gioia che “con il Concilio Vaticano II, si chiudeva per la Chiesa  l’epoca Tridentina”.149

Queste affermazioni sono particolarmente audaci, se consideriamo  che quelli di Trento e del Vaticano I furono Concili dogmatici, i cui insegnamenti non potranno mai essere cambiati, scartati o reinterpretati  nel nome di una “comprensione più profonda”. Il Concilio Vaticano I  aveva dichiarato infallibilmente: 

Dei sacri dogmi, quindi è da ritenersi sempre quel significato 

che ha determinato una volta la Santa Madre Chiesa e non  bisogna mai allontanarsi da esso, a causa e in nome di una  conoscenza più alta.150

I modernisti, tuttavia, proprio come ci aveva avvertito Papa San Pio  X, non accettano alcunché di fisso od immutabile. Il loro principio base  è l’“evoluzione del dogma”. Essi portano avanti l’idea che la religione  debba mutare in accordo con i tempi che cambiano. A questo riguardo,  ed in merito a molti altri, i principali promotori del Vaticano II si rivelano  essere uomini permeati profondamente dagli errori del Modernismo.


I Massoni ed i comunisti fanno festa


Per i risultati ottenuti dal Concilio, insieme ai neo-modernisti  gioirono anche i Massoni ed i Comunisti. Come avevano sperato gli  autori dell’Istruzione Permanente dell’Alta Vendita, così come gli infiltrati  Comunisti di cui aveva parlato Bella Dodd, le idee di una cultura liberale  erano state fatte proprie dalle persone più importanti della gerarchia  Cattolica. Massoni e Comunisti celebrarono l’incredibile cambiamento  portato dal Concilio, felici del fatto che i Cattolici avessero finalmente  “visto la luce”, e che molti dei loro principi Massonici fossero stati  accolti dalla Chiesa. 

Uno di questi, Yves Marsaudon della Loggia Scozzese, nel suo libro 

L’Ecumenismo visto da un Massone tradizionale, lodò l’ecumenismo  maturato al Vaticano II. Egli disse: 

I Cattolici ... non devono dimenticare che tutte le vie portano a  Dio. Ed essi devono accettare che questa coraggiosa idea di libero  pensiero, che possiamo correttamente definire rivoluzionaria 

e proveniente dalle nostre logge Massoniche, si è sparsa  magnificamente sulla cupola di San Pietro.151

Yves Marsaudon aggiunse, deliziato, che “si può affermare che  l’ecumenismo è il figlio legittimo della Massoneria”.152

Lo spirito post conciliare di dubbi e rivoluzione a tutti i costi riscaldò  anche il cuore del Massone francese Jacques Mitterand, che manifestò  così la sua approvazione:

È cambiato qualcosa nella Chiesa, e le risposte date dal  Papa sulle questioni più urgenti quali il celibato sacerdotale ed il  controllo delle nascite, vengono seriamente dibattute all’interno della Chiesa stessa; la parola del Pontefice viene contestata dai  Vescovi, dai sacerdoti, dai fedeli. Per un Massone, un uomo che  dubiti dei dogmi è già un Massone senza grembiule.153

Marcel Prelot, senatore francese della regione di Doubs, è  stato probabilmente il più accurato nel descrivere quello che stava  succedendo. Egli scrisse:

Abbiamo combattuto un secolo e mezzo per far sì che le nostre  opinioni prevalessero nella Chiesa, senza successo. Finalmente è  arrivato il Vaticano II ed abbiamo trionfato. Da allora le idee ed i  principi del Cattolicesimo Liberale sono stati definitivamente ed  ufficialmente accettati dalla Santa Chiesa.154

I Comunisti furono altrettanto felici per i risultati del Concilio. Come  dichiarò il Partito Comunista Italiano (PCI), durante il suo 11° congresso  nel 1964: “lo straordinario ‘risveglio’ del Concilio, che viene giustamente  comparato agli Stati Generali del 1789, ha mostrato al mondo intero che  la vecchia Bastiglia politico-religiosa è scossa nelle sue fondamenta”.155 

L’Unità, organo ufficiale del PCI, consigliò sfrontatamente a Papa Paolo  VI di agire nei confronti dell’Arcivescovo Marcel Lefebvre, a capo  dell’opposizione tradizionalista contro i progressisti del concilio, e che  aveva lottato perché si condannasse il Comunismo, “stia attento del  pericolo che rappresenta Lefebvre. E continui il magnifico movimento  di avvicinamento iniziato con l’ecumenismo del Vaticano II”.156

Padre Paul Kramer

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