venerdì 30 ottobre 2020

I Dieci Comandamenti

 


Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta

Il sesto Comandamento: “Non commettere atti impuri”.


6.3 Il primo atto impuro fu commesso da Eva che si fece maestra di lussuria al compagno.    

 

Noi lettori di Maria Valtorta conosciamo ormai molto bene che cosa fu realmente il peccato originale e come Satana riuscì a sedurre la donna e poi a convincerla a farsi maestra di lussuria al suo compagno.  

Ma visto che questa è una lezione che non ascoltiamo mai abbastanza penso sia bene riproporre questo triste dettato di Maria SS. che ci fa edotti su quello che Ella dové soffrire per ottenere alla donna la pace perduta dalla lussuria di Eva e - poi - quello che lo Spirito Santo ci spiega a questo proposito: 


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«[…]Ho vinto la lussuria, la quale è la golosità portata all'ingordigia. Perché ogni vizio non frenato conduce ad un vizio più grande. E la golosità di Eva, già riprovevole, la condusse alla lussuria. Non le bastò più il darsi soddisfazione da sola. Volle spingere il suo delitto ad una raffinata intensità, e conobbe e si fece maestra di lussuria al compagno.  

Io ho capovolto i termini e, in luogo di scendere, sono sempre salita. In luogo di far scendere, ho sempre attirato in alto, e del mio compagno, un onesto, ho fatto un angelo. Ora che possedevo Iddio e con Lui le sue ricchezze infinite, mi sono affrettata a spogliarmene dicendo: "Ecco, sia fatta per Lui e da Lui la tua volontà". Casto è colui che ha ritenutezza non solo di carne, ma anche di affetti e di pensieri. Io dovevo esser la Casta per annullare l'Impudica della carne, del cuore e della mente. E non uscii dal mio ritegno dicendo neppure del mio Figlio, unicamente mio sulla terra come era unicamente di Dio in Cielo: "Questo è mio e lo voglio".  

Eppure non bastava ancora per ottenere alla donna la pace perduta da Eva. Quella ve la ottenni ai piedi della Croce. Nel veder morire Quello che tu hai visto nascere. Nel sentirmi strappare le viscere al grido della mia Creatura che moriva, sono rimasta vuota di ogni femminismo: non più carne ma angelo.  

Maria, la Vergine sposata allo Spirito, morì in quel momento.  

Rimase la Madre della Grazia, quella che vi ha dal suo tormento generata la Grazia e ve l'ha data. La femmina che avevo riconsacrata donna la notte del Natale, ai piedi della Croce acquistò i mezzi di divenire creatura dei Cieli. 

Questo ho fatto io per voi, negandomi ogni soddisfazione anche santa.

Di voi, ridotte da Eva femmine non superiori alle compagne degli animali, ho fatto, sol che lo vogliate, le sante di Dio.  

Sono ascesa per voi. Come feci con Giuseppe, vi ho portate più in alto. La roccia del Calvario è il mio monte degli Ulivi. Da lì presi il balzo per portare ai Cieli l'anima risantificata della donna insieme alla mia carne, glorificata per aver portato il Verbo di Dio e annullato in me anche l'ultima traccia di Eva, l'ultima radice di quell'albero dai quattro venefici rami e dalla radice confitta nel senso, che aveva trascinato alla caduta l'umanità e che fino alla fine dei secoli e all'ultima donna vi morderà le viscere.  

Da là, dove ora splendo nel raggio dell'Amore, io vi chiamo e vi indico la Medicina per vincere voi stesse: la Grazia del mio Signore e il Sangue del Figlio mio.» 98 

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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  

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