sabato 31 ottobre 2020

DELLE CAUSE DEI MALI PRESENTI E DEL TIMORE DE' MALI FUTURI E SUOI RIMEDI AVVISO AL POPOLO CRISTIANO

 


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Nella vita della venerabile Margherita Maria Alacoque part. 2, c. 69. ediz. eneta 1784. pag. 163. leggonsi le seguenti parole. – Le fece (il Signore) una volta intendere, ch'essendo stanco d'aspetta re, voleva entrare nel suo granaio per vagliare il frumento, e separare dal cattivo il buon grano: il suo popolo eletto perseguitarlo occultamente; ma che paleserebbe ben'egli le segrete loro iniquità con castighi visibili, e che separandoli da suoi diletti, la sua santità gli terrebbe così imprigionati, che rimarrebbe la loro coscienza priva di rimordimenti, l'intelletto di lumi, ed il cuore di contrizione, morendo finalmente nella loro cecità. Quindi scoprendole l'amoroso suo cuore tutto lacero, e traforato da colpi: Ecco, disse, le ferite che ricevo dal mio popolo eletto; gli altri si contentano di percuotermi il corpo, ma questi se la prendono contro il cuore, contro questo cuore, che non ha mai cessato di amarli. Cederà però al fine alla mia collera l'amor mio, per castigare quelle anime orgogliose attaccate alla terra, che mi dispregiano, ed amano ciò che mi è contrario; che mi lasciano per le creature, che sfuggono l'umiltà, sol per cercare la stima di se medesime; e ch'essendo del tutto ignude di carità ne lor cuori, altro non hanno, che il solo nome di religiose. – E in fatti dice il sig. Enrico Audainel (Mezzi impiegati dall'Assembl. Nazion per distruggere nella Franc. la Relig. Cattolic. Trad. dal Franc. 1791, pag. 94, in una nota ), qual è il primo corpo ecclesiastico, che ha per così dire prevenuto i decreti dell'as semblea, che ha il primo prestato il giuramento? Quello dell'Oratorio, e questo ordine fu, come ognun sa, la culla e il ritiro dei furiosi giansenisti. 

Quali sono gl'infami, che hanno subito acconsentito ad occupare le prime parrocchie dopo il rifiuto dei preti cattolici, e a contravvenire alla loro religione? I giansenisti, i preti dell'oratorio (*). La parrocchia di San Sulpizio º Parigi, una delle più importanti di quella capitale, è stata data dagli elettori di Parigi al signor Poiret aiutante del generale dell'oratorio, il quale non trovandosi alcuno dei cinquanta vicarii, che servivano questa Chiesa sotto il vero suo parroco, vi ha supplito col farli rimpiazzare dai preti dell'oratorio. Aveano dunque un bel dire questi ipocriti giansenisti, che i loro cattolici avversarii erano un avanzo di pelagiani. Si è scoperto in queste circostanze, cos'erano gli uni e gli altri. Nulla vi è di nascosto che non sia per essere rivelato; e niente di occulto che non s'abbia a sapere (1). 

Dio castiga il clero secolare della Francia. Uno dei mezzi tentati dagl'increduli per rovinare la religione, fu quello di eccitare delle sedizioni nella Chiesa per farla distruggere da se stessa. Voltaire morendo si applaudiva del buon esito de suoi disegni. E in fatti, riflette il signor Audainel (ivi pag. 77), l'autorità dei vescovi nella Francia divenuta un oggetto di perpetua dissensione. I parrochi sottomessi alla Chiesa, e contenti di questa sola dipendenza, lasciavano nel loro cuore un libero accesso alle sedizioni di ogni genere, che tendevano ad allontanarli dal corpo vescovile. Questa era una guerra occulta, ma lunga, e continua; tanto che al principio della presente rivoluzione i curati, riflette lo stesso autore (ivi pag. 57), allontanati dai loro vescovi, co più odiosi maneggi si dedicarono al terzo stato, strascinati dalla tendenza del loro cuore, e dal loro odio contro l'autorità vescovile. Si "a tutto questo l'infezione dell'eresia di Giansenio, che scorreva se non le principali, al meno alcune delle vene di questo corpo al tronde si venerabile. 

Che maraviglia adunque, se collo stesso flagello con cui Dio ha provato i suoi eletti, con quel medesimo ha voluto anche correggere, e punire i delinquenti? - Dirò anche un'altra cosa, della cui verità non si può recar prova certa, ma che eraltro non è fuor de'confini della proba "Non voglia il cielo, che con questa prova e del clero, e del pastori della Francia, abbia voluto Iddio disapprovare al tempo stesso alcune massime, ed usanze di quella Chiesa. Quelle, che chiamansi li bertà gallicane, la dichiarazione del clero dell'anno 1682, i confini, e le condizioni apposte alla giurisdizione, e alla infallibilità del romano Pontefice dalle scuole di Francia, hanno fornito in questo secolo un lagrimoso, benchè falso pretesto agli eretici di ribellione, e di derisione della romana autorità. Quando si è cominciato a negar nelle scuole, che il romano Pontefice possa da se solo decidere con infallibile certezza un domma di nostra fede, o condannare una proposizione, e un libro come eretico: quando si è voluto renderlo troppo soggetto ai canoni, e non troppo elevato (vedi il discorso di mons. d'Aia 29 maggio 179o. fiaccolt. Venet delle Testimonianze ec. tom. 5, pag. 67. e 69) su gli altri pastori; allora il giansenismo si è coperta con un velo la faccia da non nascondersi certo agli occhi penetranti de più illuminati, ma i" ingannare però la vista debole degl'idioti. 

Tutto ciò è avvenuto senza l'intenzione del clero gallicano, e nondimeno come una conseguenza non legittima, ma quasi ine vitabile delle opinioni gallicane. Ora chi può entrar nei giudizi di Dio, o domandargli conto di quello, che ha fatto, e che fa tuttavia è Ma pure chi sa, che nella presente dispersione della Chiesa gallicana non voglia Iddio disperdere anche queste opinioni, e avvicinar sempre più quei pastori al sommo pastor della Chiesa, e colla necessità della sua autorità renderli da esso sempre più dipendenti? Quantunque lasciamo piuttosto queste interpretazioni ai tempi futuri, che dopo l'evento svolgeranno più di leggieri i fini, e i disegni della divina provvidenza.

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DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI

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