martedì 27 ottobre 2020

Un Mondo secondo il Cuore di Dio

 


LA LIBERTA’ E LA CONCUPISCENZA 

Abbiamo parlato dell’ostacolo che risiede nella volontà stessa e impedisce la libertà: l’egoismo e l’orgoglio. 

Facendo un nuovo passo, ci incontriamo con un nuovo impedimento della libertà; esso si trova entro l’uomo, ma fuori della sua volontà: è la concupiscenza disordinata della carne. Questa seconda schiavitù, come ogni schiavitù, dipende dalla prima: non essendo la volontà libera, soggetta a Dio, essa non può assoggettare e ordinare le passioni, dando luogo così alla schiavitù della concupiscenza della carne. 

In che situazione si trovava l’uomo sotto questo aspetto prima del peccato originale? Tutte le sue passioni erano ordinate in un perfetto equilibrio sotto il dominio della sua volontà, soggetta a Dio, godendo così di una autentica libertà. Perciò il nemico, spirito del male, non poteva toccare le sue passioni, perché esse erano tutte come “unte” da una volontà santificata dalla grazia. La tentazione fu diretta dal di fuori a quella volontà. Tutti gli atti dell’uomo erano purissimi, perché procedevano da un principio santo. La sua occupazione principale gliela aveva ordinata Dio: moltiplicare il genere umano, la famiglia di Dio. 

La famiglia umana, come la conosciamo oggi, non entrava nel piano divino primitivo. La famiglia, che sembra un’esigenza della stessa natura, è certamente tale dopo il peccato, in quanto tutto tende ad essere diviso e richiede un ordine; e di quest’ordine c’è bisogno ora per purificazione dell’uomo. Ma non essendoci necessità di questa purificazio- ne, nel caso non fosse esistito il peccato d’origine, la situazio- ne sarebbe stata molto diversa. Mentre l’uomo ora tende, quasi in un modo esclusivo, alla formazione di una famiglia, nel piano primitivo egli non avrebbe avuto presente che una cosa: compiere la Volontà di Dio, la quale comprendeva la collaborazione con Lui nella moltiplicazione dei suoi figli, senza separazione di razze e di frontiere, poiché queste sono conseguenza del peccato. All’uomo Dio diede il sesso per questo fine. Questo si sarebbe realizzato in un modo perfetto: il centro della vita umana era Dio. I’uomo era la creatura piena di gioia per la consapevolezza di essere al servizio del suo Creatore. Siccome Dio, nel suo infinito potere, voleva la collaborazione dell’uomo per creare altri uomini come lui 1 , gli diede una collaborazione umana: la donna. La donna, nell’ordine soprannaturale, procede dall’uomo: «Il Signore Dio, con la costola che aveva tolto all’uomo, -plasmò la donna...» e fu istituito il “matrimonio”, l’unione dell’uomo e della donna “ne” l’amore: «...e i due saranno una sola carne». L’uomo non sarebbe solo in una attività tanto divina: la moltiplicazione della famiglia di Dio. Ciò che li avrebbe portati all’unione sessuale non sarebbe mai stato l’egoismo degli istinti disordinati, ma il “servizio” al loro Signore che li aveva creati. Tanto l’uomo che la donna non si sarebbero considerati che come strumenti, pienamente sottomessi alla Volontà divina. Mai si sarebbero trattenuti in sé stessi, essendo uniti in un solo Amore: lo Spirito Santo. 

Non possiamo concepire ora come, essendo “nudi”, non si resero conto di ciò prima del peccato. Questo è un particolare illuminante, che ci rivela il loro altissimo grado di contempla-zione divina. In un tale stato di contemplazione, che impor- tanza potevano avere i loro corpi? La cosa importante era l’Amore di Dio che li univa. Non era la forza sessuale quella che dominava, ma l’Amore, la chiara visione di Dio, che aveva loro ordinato di moltiplicarsi e crescere. Il piacere sessuale, che certamente esisteva, non era paragonabile alla gioia dell’anima di sapere di star compiendo la Volontà del suo Creatore, che amava con tutto il cuore e con tutta la mente. Il corpo non era altro che un semplice supporto in cui abitava l’anima, l’ “immagine di Dio”, che avrebbe collabora- to con Lui nella creazione di altre creature. Tutte queste creature avrebbero collaborato con Dio in un modo identico. Questo non vuol dire che il fine unico dell’unione dell’uomo e della donna era la procreazione del genere umano; il fine principale di quell’unione era il compimento della Volontà di Dio, l’altro sarebbe stato una conseguenza. Da quella unione di anime e di corpi nell’Amore e nella Volontà di Dio avrebbe tratto beneficio tutta la Creazione. Così erano “immagine e SOMIGLIANZA di Dio”, un riflesso della Santissima Trinità. 

Dio stesso era il loro centro, di loro che erano “uno” in Dio. Essi, l’uomo e la donna, erano il centro della creazione. Da quella unione delle loro anime e dei loro corpi in Dio, tutta la creazione riceveva quella forza, vigore, fecondità, vita! che essi ricevevano da Dio, irradiando quel bene che penetrava fin nelle viscere di tutto il creato. E ciò mentre cooperavano col loro Creatore nella creazione dei “figli di Dio”. 

Quando è avvenuto il peccato, si è verificato un profondo sconvolgimento nell’essere umano. Venendo a mancare la libera soggezione della volontà a Dio, l’altra parte dell’essere umano, il corpo coi suoi istinti, ha cessato di stare soggetto a quella parte che si era ribellata separandosi da Dio. Questo dà origine alla schiavitù della carne: la concupiscenza non obbedisce più fedelmente alla volontà. Più ancora: questa, fatta schiava dall’orgoglio proprio, cerca anzitutto la soddisfa- zione egoistica. Il sesso, che Dio aveva dato all’uomo per collaborare con Lui, lo utilizza come fonte di piacere, passan- do ad essere collaboratore dello spirito del male. Il disordine della concupiscenza, che è una conseguenza, riafferma la schiavitù della volontà, che è la sua causa. 

Ma come Dio non ha tolto all’uomo la libertà quando questi ha usato male di essa, così non gli toglie neanche la facoltà di procreare. Neppure scioglie il matrimonio. Ce lo ricorda Malachia nell’Antico Testamento con queste parole: «Perché il Signore prende le difese della sposa della tua giovinezza alla quale sei stato infedele, mentre essa è la tua compagna e la sposa del tuo patto nuziale. Non li ha Egli fatti per essere uno solo che ha la sua carne e la sua vita? E perché questo unico essere? Per una posterità per Dio. Curatevi dunque della vostra vita; e tu non essere infedele alla sposa della tua giovinezza». E lo conferma poi Gesù nel Nuovo Testamento. Dice Gesù, rispondendo ai farisei: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi».

JOSÉ BARRIUSO 

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