mercoledì 29 novembre 2023

Come si fa a sapere se l'avviso sta per verificarsi? I segni preliminari che ci saranno nel mondo

 


I segni che precedono l'intervento del Cielo per purificare la Terra.

Dio ci dà dei pre-segni ridondanti per i grandi eventi che verranno nel mondo.

Ma l'incredulità che ha pervaso il popolo cristiano lo ha privato della disposizione e della sensibilità per aprirsi ai segni e per discernerli.

E di essere attenti ai messaggi ricevuti dai veri veggenti di oggi, che in qualche modo adempiono al ruolo che i profeti hanno svolto nell'Antico Testamento.

E l'Avvertimento o Illuminazione della Coscienza è il fulcro di questo processo, per riportare le persone a Dio.

Qui parleremo dei segni che Dio ci ha già detto che manderà per prepararci alla venuta dell'Avvertimento, in modo che abbiamo una guida per adattare la nostra vita.

E come questa cosa dei segni precedenti non sia qualcosa di esoterico, perché è già accaduta in altre epoche storiche.

Lo storico giudaico-romano del I secolo Flavio Giuseppe narra i segni che portarono alla grande tragedia del 70 d.C., quando i romani massacrarono gli ebrei senza precedenti, li deportarono e li ridussero in schiavitù.

E distrussero il loro bene più prezioso, il secondo tempio, che non fu mai più ricostruito fino ad oggi.

Nell'anno 66, all'inizio della prima guerra giudaico-romana, Giuseppe Flavio dice che un certo numero di segni soprannaturali furono visti nella zona degli ebrei.

Una stella a forma di spada o croce rimase su Gerusalemme per un anno, insieme alla cometa di Halley, che passò nel gennaio del 66 d.C.

E molti ricordarono ciò che Gesù disse in Matteo 24.

Al tempo della Festa degli Azzimi, alla fine di marzo, l'8 di Nisan, verso le tre del mattino, una luce brillante proveniva dall'altare del tempio.

Sembrava pieno giorno e durò mezz'ora.

È stato osservato che la porta a est nel cortile interno del tempio, così massiccia che richiedeva l'intervento di venti uomini per chiuderla di notte, si apriva spontaneamente a mezzanotte.

Le guardie si precipitarono a riferire al loro comandante e insieme riuscirono a richiuderla a fatica.

Non molti giorni dopo la festa delle fiaccole, il 21 di Iyar, furono visti da molti testimoni increduli in tutta la Giudea, carri militari che volavano nel cielo e battaglioni armati che cadevano dalle nuvole, poco prima del tramonto.

E durante la festa di Pentecoste, i 24 sacerdoti che sono entrati nel cortile del tempio durante la notte hanno riferito di aver sentito un forte rumore e poi un coro, come un esercito che dice: "Stiamo uscendo di qui".

Non sappiamo come gli ebrei interpretarono questi segni.

Ma oggi abbiamo buone informazioni sui segni della purificazione del mondo, che sta avvenendo in questo momento e per gradi.

E a sua volta, abbiamo il quadro concettuale per interpretare correttamente i segnali.

Non ci resta che tenerli d'occhio.

Raccogliendo le informazioni fornite dai veri mistici e veggenti, possiamo concludere che la purificazione inizierà nel bel mezzo della protesta della creazione contro il nostro crescente livello di immoralità e di allontanamento da Dio.

Questo quadro precursore assume segni in natura come siccità, inondazioni e incendi distruttivi, che coincidono con la caduta in disgrazia della società.

E, cosa più importante, una fortissima ribellione contro l'ordine naturale e la promozione sempre più visibile del satanismo.

È in questo contesto che Dio interverrà in modo decisivo sulla terra.

Egli darà un Avvertimento ad ogni persona nel mondo.

Ognuno vedrà com'è la sua anima alla luce della verità di Dio.

Egli saprà che Egli esiste e che è stato presente in ogni vostra colpa.

Dopodiché avrete qualche settimana per decidere se seguirLo o ribellarvi a Lui.

avremo una serie di avvertimenti prima di quell'Avvertimento, o se volete segnali di pre-avvertimento, da preparare.

Quindi l'Avvertimento verrà nel momento in cui questi segni si saranno adempiuti.

Alcuni sono già accaduti e altri no.

Una è la scomparsa di Benedetto XVI, il katejon, che inaugurò la Fine dei Tempi, secondo le profezie coincidenti dei Papi di Garabandal e di San Malachia.

E c'è da chiedersi se questo sia avvenuto nel 2013 con le dimissioni di Benedetto XVI, o con la sua morte avvenuta il 31 dicembre 2022.

Un altro segno è che la Madonna ha detto alle ragazze di Garabandal che l'avvertimento verrà quando il mondo sarà dominato dal comunismo.

E sarà l'indicatore più drammatico che la Russia invaderà improvvisamente e inaspettatamente gran parte del mondo.

La Russia ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022 e il conflitto è ancora in corso.

E poi è arrivata la guerra di Israele contro Hamas, con la Russia e la Cina solidali con Hamas.

Un altro avvertimento è l'impossibilità di prendere l'Eucaristia da parte dei fedeli.

Secondo Garabandal, l'avviso sarebbe arrivato dopo la chiusura delle chiese.

Qualcosa del genere è successo durante la recente pandemia, ma poi hanno aperto.

Forse ci sarà un nuovo periodo di chiusura, o forse questo sarà sufficiente.

Un altro segno sarà che la Chiesa attraverserà una grande crisi.

Questo sta già accadendo a causa delle crisi degli abusi, degli scandali finanziari, della riduzione del numero dei fedeli che vanno a Messa, della confusione dottrinale, dell'apostasia.

E l'Avvertimento avverrà quando i veri fedeli e i sacerdoti saranno perseguitati.

Accadrà proprio quando la Chiesa sarà nel bel mezzo di un grande Sinodo.

La Chiesa è attualmente immersa nel Sinodo sulla sinodalità, iniziato nel 2021 e che durerà fino al 2024.

Ma questo non significa che non ci sarà un Sinodo importante in seguito.

Un altro segno è che il Papa sta andando a Mosca.

E quando tornerà in Vaticano, le ostilità scoppieranno in molte parti d'Europa.

Ci sarà anche un collasso economico globale, i mercati azionari crolleranno, le valute perderanno valore senza preavviso, generando rivolte e fame.

Ci saranno incendi sempre più diffusi nelle foreste, intensa attività al sole, con potenti esplosioni solari.

E il Papa dovrà fuggire da Roma.

Il Signore mostrò a Maria Julia Jahenny che qualche tempo prima che i segni immediati prima dell'Avvertimento si vedano sulla Terra, tutti sentiranno già nel loro cuore l'effetto della Giustizia di Dio e il loro cuore dirà "il tempo non è lontano".

L'influenza dei peccati comincerà a farsi sentire interiormente, e alcuni avranno visioni di spiriti maligni, angeli e santi.

E un crescente comportamento anomalo degli animali. Gli uccelli del cielo scompariranno, così come i piccoli animali, e percepiranno l'arrivo dell'evento cosmico.

Mentre l'Avvertimento stesso sarà preceduto come dallo scontro di due stelle, con molta luce e un suono fragoroso.

La Madonna ha detto esplicitamente che questo Avvertimento sarà legato a un fenomeno, il cui nome appare nel dizionario e inizia con la lettera "A".

Molti hanno ipotizzato che questa lettera "A" potrebbe significare Asteroide, o Assenzio, che è menzionato nell'Apocalisse come una stella che cade sulla Terra.

Quando arriverà l'Avvertimento, il mondo si fermerà e nessun motore o macchina funzionerà.

Sarà come il fuoco, ma non brucerà la carne, anche se si sentirà fisicamente e interiormente.

Durerà un tempo molto breve, ma i suoi effetti sul mondo saranno come nient'altro che sia accaduto prima.

Fin qui abbiamo voluto parlarvi dei segni che Dio ha già annunciato come indicatori prima dell'arrivo dell'Avvertimento

Forum della Vergine Maria

Preghiera per gli agonizzanti

 


Gli agonizzanti sono vostri fratelli in Gesù Cristo, forse vostri parenti, vostri amici, vostri benefattori! Voi farete quel che ha fatto Gesù Cristo: voi salverete delle anime. Che sublime missione! S. Giacomo apostolo dice: “Chiunque aiuterà un peccatore ad uscire dal suo traviamento salverà l'anima propria, e coprirà la moltitudine dei suoi peccati”. Un giorno si pregherà per voi, quando sarete in agonia. Qual sollievo in quegli ultimi e terribili combattimenti! - Fate conoscere a quei che l'ignorano la devozione al Cuore agonizzante di Gesù; introducetela nelle vostre famiglie, nelle Comunità, e questo Sacro Cuore vi benedirà. Se nel fervore delle vostre preghiere voi perverrete a salvare un'anima ogni giorno, a capo di un anno il numero ascenderà a trecentosessantacinque, a capo di dieci anni a tremilaseicentocinquanta. Che missione! Qual corona per l'eternità!

Questa preghiera si recita tre volte al giorno subito dopo l'Angelus Domini del mattino, del mezzodì e della sera.

O clementissimo Gesù, amante delle anime, vi prego, per l'agonia del vostro Cuore santissimo e pei dolori della vostra Madre Immacolata, lavate nel Sangue vostro preziosissimo i peccatori di tutto il mondo, che ora sono in agonia e che oggi morranno. Così sia.

Cuore agonizzante di Gesù, Abbiate pietà dei moribondi.

San Giuseppe per la vostra beata morte nelle braccia di Gesù e di Maria, soccorrete gli Agonizzanti e gli Aggregati alla Pia Unione nel Santuario di Pompei. Gloria…


SONO VERAMENTE STANCO DELLA VOSTRA INDIFFERENZA A ME!

 


Carbonia 27.11.2023    (ora: 21.43)

Sono veramente stanco della vostra indifferenza a Me!

Sono Colui che Sono!

Sono qui per manifestare il mio grande dolore per questa Umanità sorda e cieca.

Eccomi, sono Colui che Sono!!!

  • Sono Io, il Dio Creatore, saprete riconoscermi presto nella mia Giustizia!
  • Ecco, verrò e metterò fine ad ogni cosa di male.
  • L’Opera di Dio è Una,
  • e Dio non perderà nulla di ciò che è nel Suo Piano.

Amate creature mie:

  • volgetemi il vostro cuore,
  • siate dediti a Me, non c’è nessun altro dio all’infuori di Me: Io Sono!!!
  • Meditate genti tutte, meditate!
  • Non attendete che giunga l’ora funesta senza esservi messi in Me affinché possiate favorire del mio Aiuto.
  • Quali Figli di Dio avete l’obbligo di rispettarmi, amarvi, somigliarmi:
  • siete stati creati per amore e con amore,
  • e amore desidero da voi!
  • Grazierò tutti coloro che Mi chiederanno perdono con vero pentimento di cuore.
  • Il peccato è la causa della vostra rovina Figli miei:
  • allontanatevi da questo morbo,
  • cercate la purezza,
  • entrate nella consapevolezza che Dio è l’unico vostro bene, l’unica felicità,
  • … tutto ciò che il mostro vi presenta è caduco,
  • non ha nulla di buono, vi trascina con sé all’Inferno.

Un vento impetuoso annuncerà l’approssimarsi della mia ira!!!

  • Sono veramente stanco della vostra indifferenza a Me,
  • sono deluso per le vostre scelte lontano da Me,
  • siete divenuti ibridi,
  • il vostro cuore è divenuto gelido,
  • mostrate, senza ritegno, la vostra cattiveria verso i vostri stessi fratelli.
  • L’impero del Male sta crollando,
  • Roma perderà il suo fascino, la sua bellezza di un tempo,
  • quando giaceva nel grembo del Padre.

Amati Figli:

  • siete a un passo dal precipizio,
  • aprite i vostri occhi, guardate cosa c’è nel mondo!
  • È sporco, maleodorante a causa dei peccati che questa Umanità commette.
  • Non vedo ravvedimento! …

Povera Umanità!

Che tristezza nel Mio Cuore:

  • quale Padre… vorrei tanto abbracciarvi a Me,
  • stringervi forte al mio Seno,
  • farvi sentire il battito del mio Cuore che pulsa nell’amore infinito per voi,
  • ma voi …  non volete il mio Amore!
  • Preferite le ricchezze di questo mondo,
  • cercate di avere sempre di più;
  • togliete al povero per arricchirvi,
  • tradite Me!
  • Mi offendete… donandomi le offerte di scarto:
  • Vi tenete tutto per voi!

Ah, che dolore!

  • Che dolore Figli miei,
  • vedo che dentro di voi ancora si prediligono le cose del mondo
  • ma…. tutto vi toglierò;
  • nulla vi lascerò… e la vostra sorte sarà dolorosa.

Poveri Figli miei:

  • a cosa vi servirà… aver fatto bottino qui sulla Terra…
  • per poi perdere la propria vita?

La correttezza dell’uomo verso il suo Creatore

  • è un balsamo per il proprio cuore…
  •  è ragione di salvezza.

Ornatevi perciò di Me:

  • siate puri,
  • aprite i vostri cuori al Dio che salva.

È già l’ora!

Tutto precipiterà all’improvviso!

Povera Umanità!

-Ma se il Papa per mantenere l’ostacolo alla venuta dell’Anticristo viene ad essere disconosciuto, messo da parte, rigettato, con lui sparirà anche l’ostacolo e l’Anticristo sarà libero di comparire




Poichè l’apostasia deve essere il mezzo preparatorio alla venuta dell’Anticristo, e il flagello più formidabile che metterà in iscompiglio, il mondo; non è dunque chiaro che abbiamo da lottare per respingerlo, sforzandoci di ricondurre a Gesù Cristo e alla chiesa le nazioni, le famiglie, gli individui, che se ne son separati o minacciano di farlo? Il vento d’acciecamento e di defezione che trasporta già una parte della società e la vuol laicizzata, ossia sottratta al Vangelo e alla Chiesa, forse è passeggero, avendo Dio fatto sanabili le nazioni. L’idea cristiana può anche ora rallegrare, imbalsamare e vivificare il mondo come per il passato. Non bisogna dunque scoraggiarsi.

Tutt’altro! bisogna mettersi risolutamente all’opera e mettervisi con confidenza e generosità. Leone XIII non ne dette l’esempio e Pio X non lo dà attualmente?

Che non fece Leone XIII per rattenere gli individui e le nazioni sul baratro fatale dell’apostasia? Limitiamoci alle nazioni.

Tutta la politica religiosa di quel gran Papa sembra essersi ispirata a quella esortazione di S. Paolo: “Chi or lo rattiene, lo rattenga, fino che sia levato di mezzo: Qui tenet nunc, retineat, donec de medio fiat“[1].

È noto in qual occasione S. Paolo fece intendere quest’ esortazione. Dopo aver delineato il ritratto dell’Anticristo, come è stato riprodotto in questo pagine, S. Paolo scoprì ancora ai Tessalonicesi che un ostacolo ritardava la venuta dell’uomo del peccato: “Voi sapete che sia quello che lo rattiene, affinchè sia manifestato a suo tempo“[2]; poi aggiunge: “Che chi or lo rattiene, lo rattenga, fino che sia tolto di mezzo“. Siccome la Tradizione non ha conservato le spiegazioni verbali date dall’Apostolo ai Tessalonicesi, alcune opinioni contrarissime si sono formate nel corso dei secoli. Rispettando profondamente le une e le altre, noi preferiamo quella data da san Tommaso d’Aquino. L’interpretazione dell’Angelo delle scuole spiega, il passato e rischiara l’avvenire.

Risulta evidentemente dalle parole di san Paolo che v’ha, contro l’apparizione dell’Anticristo , un ostacolo (to« kate«con) e qualcuno che trattiene l’ostacolo (oj kate«cwn); v’ha una barriera e una contro barriera. L’Anticristo non farà la sua apparizione se non quando, rigettato e messo da parte il custode dell’ostacolo, l’ostacolo stesso sarà tolto.

Or qual è quest’ ostacolo, qual è la barriera ?

È, risponde S. Tommaso, l’unione e la sottomissione alla Chiesa Romana, sede e centro della fede cattolica. Finchè la società rimarrà fedele e sottomessa all’impero spirituale romano, trasformazione dell’antico impero temporale romano[3], l’Anticristo non potrà comparire. Questa è la barriera, questo e l’ostacolo.

Ma, per benefizio di Dio, accanto a questo ostacolo, v’è un custode, incaricato di vegliare, incaricato di custodirlo; e questo custode è il Papa, Vicario di Gesù Cristo. Finchè il custode sarà riconosciuto, rispettato, ubbidito, l’ostacolo sussisterà, la società rimarrà fedele all’impero spirituale romano e alla fede cattolica. Ma se questo custode, il Papa, viene ad essere disconosciuto, messo da parte, rigettato, con lui sparirà anche l’ostacolo e l’Anticristo sarà libero di comparire: “Qui tenet, scilicet, romanum imperium, teneat illud donec ipsum fiat de medio. Quia medium est dum universis circumquaque imperat, quibus ab ipso recedentibus, de medio anferetur, et tunc ille iniquus opportuno sibi tempore revelabitur“[4].

Ebbene, Leone XIII non fu fedele all’esortazione dell’Apostolo? Non si sforzò di mantenere l’ostacolo, cioè la fedeltà alla fede cattolica e all’impero spirituale romano? È stato questo lo scopo di tutta la sua vita pontificale, come lo esprimeva un giorno al Sacro Collegio: “Il governo della Chiesa, diceva egli, ci apparve da prima come un peso formidabile e tale è ancora pel sopravvenire di tempi malvagi e la condizione fatta difficile alla Chiesa, dal timore di un avvenire più terribile ancora per la Chiesa e la società… A questo scopo abbiamo creduto che l’opera più opportuna e più conforme alla Nostra dignità era di mostrare ai popoli e ai principi questo porto di salute e di aiutarli ad entrarvi. Noi abbiamo consacrato la Nostra vita a questo scopo, persuasi che noi facciamo così per gli interessi della religione e della società”[5].

Con quanta costanza e fermezza questo scopo non è stato seguito dall’augusto Pontefice! Appena posto al governo della navicella di Pietro, Leone XIII, come il pescatore che riprende una dopo l’altra le maglie rotte delle sue reti malconcie, si mise a riprendere tutti i fili intricati delle relazioni diplomatiche. Ogni Stato, non solamente dell’ Europa, ma del mondo intero, fu l’obietto delle sue cortesie e delle sue cure: Chi or rattiene, rattenga. Limitiamoci a un compendio rapido de’ suoi sforzi per ricuperare, magari con un sol filo, le nazioni alla Chiesa:

Concordato con la Repubblica dell’Equatore (nel 1881).

Concordato con l’Austria-Ungheria per la Bosnia e l’Erzegovina (1888l). Accordo col governo Russo su certe questioni ecclesiastiche (l882).

Convenzioni colla Svizzera per regolare l’amministrazione ecclesiastica del Ticino e l’amministrazione regolare della diocesi di Basilea (1884). Concordato col Portogallo per le Indie Orientali (1885).

Concordato col Montenegro (1886).

Ristabilimento delle relazioni diplomatiche col Belgio (1886).

Promozione di un cardinale negli Stati Uniti (1886).

Arbitraggio tra la Germania e la Spagna, riguardo alle Caroline (1886). Scambio di benevoli rapporti con la Turchia, la Persia, la Cocincina, la Cina (1886).

Conciliazioni con la Germania e cessazione del Kulturkampf (1887). Concordato colla repubblica della Colombia (1887).

Riallacciamento delle relazioni diplomatiche con la Russia (1888). Conciliazioni col governo Inglese su certi punti dell’amministrazione ecclesiastica dell’isola di Malta (1890).

Appello all’Oriente e visita di un Legato, il cardinal Langénieux, a Gerusalemme (1893) ecc. ecc.

Quanto cure, quanta pazienza, quanta prudenza tutti questi spinosi negoziati non hanno richiesto! Ma importava che Colui che rattiene, rattenga! Nella sua allocuzione al Sacro Collegio, in occasione dei XXV˚ anniversario della sua elezione, il 29 febbr. 1903 Leone XIII diceva: “Ecco l’ultima nostra lezione: ascoltatela ed imprimetevela bene nell’anima: Iddio ordina di ricercare soltanto nella Chiesa la salute, di ricercare l’istrumento della salute, veramente forte e sempre utile, nel Pontificato Romano”.

Ma tra tutte le nazioni che Leone XIII cercò così di richiamare e ritenere nell’unione col Pontificato Romano, ve ne è una, la Francia, ~ cui il suo cuore paterno prodigò forse più che a ogni altra tesori d’affetto, di longanimità e di delicatezza. Perchè il male v’era più profondo, e la tendenza all’apostasia più grave, non indietreggiò dinanzi ad alcun sacrifizio per arrestare la defezione! Il giornale Il Monitore di Roma lo disse con tali parole che ci sembra utile riferire. “Chi più del Papa attuale ha versato sulla Francia tesori d’affettuosa longanimità e di paterna misericordia? Si esamini la storia delle relazioni tra Parigi e Roma durante questo pontificato. Quando si è veduto unirsi il tatto più meraviglioso alla pazienza più dolce, mentre la guerra incrudeliva, le istituzioni religiose minacciavano di cadere in ruina, quando le più basse passioni di parte erano condotte all’assalto contro la Chiesa? È Leone XIII che ha scritto quell’Enciclica Nobilissima Gallorum gens il cui titolo solo, superbo ed armonico, resterà sempre come un omaggio glorioso reso a questa nazione privilegiata; è Leone XIII che ha indirizzato al sig. Grévy una lettera di pace e di spirito di conciliazione, per arrestare la Repubblica sulla via dei conflitti; è lui che, non ostante le riduzioni continuamente fatte al bilancio dei culti, volle onorar quel paese creando tre cardinali, sicchè la Francia resterà sempre, dopo Roma, alla testa del Sacro Collegio; è lui che ha esaurite tutte le vie della riconciliazione, che non ha voluto nè rompere col Governo, nè lasciare scindere il Concordato, che è la base della pace religiosa in Francia; è, in una parola, lui, e forse lui solo che, colla maestà della sua pazienza e maestria, ha mantenuto gli ultimi avanzi di lunghi secoli d’armonia e di feconda cooperazione. Alla dolcezza di Pio VII, Leone XIII ha unito l’affezione affettiva, continuamente operosa, lo spirito ponderato, l’equilibrio armonioso degli atti e degli insegnamenti, per forzare in qualche modo il partito al potere a indietreggiare dinanzi a tante responsabilità e mancanze. Al disopra delle fervide gare delle combriccole parlamentari, Leone XIII ha veduto ed amato la Francia; non ha voluto farne la vittima espiatrice della persecuzione del radicalismo alleato colla framassoneria”[6].

Sì, un giorno la storia lo dirà, Leone XIII fece di tutto per strappare la Francia all’apostasia, per conservarle i benefizi inapprezzabili della pace civile e religiosa. E tuttavia con quanta ingratitudine non hanno pagato i suoi sforzi! Quanti lamenti contro le sue direzioni pontificie! Quante accuse, quante violenze di linguaggio! Ma egli sempre calmo e intrepido in mezzo alle contraddizioni da qualunque parte vengano, non cessò di effettuare la sua parola: “Una gran tempesta si prepara, bisogna sostenere una lotta accanita”. Questa lotta accanita, o magnanimo Pontefice, voi la sosteneste per mantenere l’ostacolo contro l’apostasia della Primogenita della Chiesa. È per esser fedele fino all’ultimo momento alla vostra missione di custode dell’unione, che voi volete morire in piedi!

L’esempio dato da Leone XIII viene conti-nuato da Pio X gloriosamente regnante. Assiso appena sulla cattedra di S. Pietro , una delle prime parole del novello Pontefice è questa : “Tutto ciò che Leone XIII ha detto,scritto e fatto, Pio X l’ha confermato e lo conferma”. Leone XIII aveva faticato, lottato e sofferto per tener unite le nazioni, magari con un filo, alla Chiesa Romana, centro della fede cattolica e ostacolo alla venuta dell’Anticristo: Chi or lo rattiene lo rattenga! Prima che allontanarsi da questo programma Pio X ha affermato ed anche aumentato: “Non solamente ricuperare, ma tutto restaurare: Instaurare omnia in Christo, tutto restaurare in Cristo”[7]. , Quando Leone XIII, ben sapendo le distruzioni progettate dalle sette massoniche e anticristiane, ordinò, come segno della perpetuità della Chiesa , il riabbellimento di S. Giovanni Laterano, si racconta elle dicesso agli architetti: “Mentre il mondo s’allontana da Cristo, io voglio che la sua immagine risplenda in una chiesa più bella!
[8]” Non è solamente in una chiesa più bella, quella del Laterano, ma nel mondo intero, che Pio X ha la nobile ambizione eli far risplendere l’immagine di Cristo: Tutto restaurare in Cristo! Coll’Enciclica pontificia E supremi apostolatus cathedra, le grandi linee di questa restaurazione sono tracciate. Già sotto la condotta sì perspicace, sì ferma del nuovo Papa, i cattolici si organizzano, prendono posizione, riparano le breccie e fanno fronte al nemico. “Perchè, infatti, la guerra è dichiarata”. Il Pontefice lo afferma. Egli ha inteso “fremer le nazioni” ed ha sorpreso “i popoli che meditano cose vane”. O piuttosto ha avvicinato l’orecchio al cuore dell’umanità agonizzante ed ha compreso che una malattia acuta la rode fino a minacciarla di morte. Questa malattia è l’abbandono di Dio: è l’apostasia. È la ribellione dell’orgoglio che si innalza contro il Creatore, contro Dio da cui deriva ogni benefizio, per dirgli di ritirarsi dall’uomo: Recede a nobis, È il delitto dell’uomo che sostituisce sè stesso a Dio. È la follia dell’Anticristo che si presenta invece di Dio medesimo alle adorazioni del mondo: le verità sante non solamente impugnate, ma rigettate con disprezzo; la legge divina calpestata, la morale cristiana sconosciuta o vilipesa. E, come conseguenza inevitabile, in mezzo ai progressi materiali che nessuno può contestare, la lotta dell’uomo contro l’uomo, ogni di più implacabile”[9].

Al momento presente due vie stanno dunque dinanzi alla società umana: O corrispondere agli insegnamenti di Leone XIII e agli inviti di Pio X. E questa sarebbe la restaurazione in Cristo, la guarigione delle nazioni, il ritorno ad una saggia e vera libertà, all’eguaglianza di tutti nel cuore di Dio, a una fratellanza sincera tra i piccoli e i grandi, tra il capitale e il lavoro.

O, disprezzando gli insegnamenti di Leone decimoterzo e gli inviti di Pio X, la società umana si ostinerà a proseguire la via nella quale si è incamminata; e allora questa potrà essere, in un tempo non lontano, il generalizzarsi dell’apostasia.

Che cos’è dunque l’apostasia generalizzata? Un episodio del popolo ebraico, nell’XI secolo della sua storia, lo spiega:

Uno de’ suoi profeti , Ezechiele , era stato trasportato in ispirito dal soffio di Dio nel tempio di Gerusalemme, in quel famoso tempio in cui si concentrava la vita intiera della nazione: Figliuolo dell’uomo, alza i tuoi occhi e guarda, dice il Signore al suo Profeta. Fili hominis, leva oculos! E il Profeta alzando gli occhi, guardò nel santuario, la parte più santa del tempio, e vi vide un idolo, l’idolo della Gelosia. Questo ora Baal, la più infame di tutto le divinità fenicie, chiamata cosi da Jahvé stesso, ferito al cuore. E davanti a Baal chi dunque stava prostrato? Il sacerdozio!… Si, una parte del sacerdozio, alcuni sacerdoti divenuti apostati![10] Il Profeta rimase stupefatto. Ma già il soffio di Dio lo trascina in un’altra parte del tempio: Figliuolo dell’uomo, apri la muraglia, Fili hominis, fode parietem. Ed a traverso al foro praticato nella muraglia, il Profeta scopre una stanza segreta; sui muri di questa stanza segreta, tutto all’intorno, pitture di rettili e di animali, dinanzi a queste pitture di rettili e d’animali, settanta uomini, co’ turiboli in mano, che le adoravano. E i settanta uomini che cosi adoravano le pitture dei rettili e degli animali, erano settanta seniori, cioè i nobili, la classe dirigente presso il popolo ebraico; e la classe dirigente era divenuta spostata[11]. Il Profeta tremava; ma il soffio di Dio ancora lo trasportò in un’altra parte dei tempio: Figliuolo dell’uomo, volgiti da questa parte e vedrai! Adhuc conversus videbis! Ed il Profeta voltandosi, vide alcune donne assise per terra. Queste donne assise in terra piangevano; ma quello ch’esse piangevano, era Adonai, il Dio della voluttà, che si diceva morto. Lacrime e singhiozzi! Ah! vi ha ordinariamente qualcosa di sacro nelle lacrime. Ma mentre nella donna, solamente le tenerezze legittime o le estasi della pietà dovrebbero farle versare, sulla faccia apostata delle indegne discendenti di Rebecca e di Rachele, era la passione non soddisfatta che io faceva versare![12]

Ma il soffio di Dio trasportò, per la quarta volta, il Profeta, all’ingresso del tempio. Tu, certamente, figliuolo dell’uomo, hai veduto! Se anche altrove ti volgerai, vedrai. Certe vidisti, fili hominis; adhuc conversus videbis. E il Profeta guardando vide venticinque uomini vicini al vestibolo. Questi venticinque uomini vicini al vestibolo voltavano la schiena al tempio dei Signore e la faccia all’oriente e adoravano il sole. Ora, questi venticinque uomini in fondo al tempio appartenevano al popolo; e perchè il popolo è precipitoso nelle sue conclusioni, si vede bene che i venticinque uomini voltavano la schiena al tempio del Signore[13].

E così, popolo, donne, nobili, sacerdozio: l’apostasia era dappertutto, in alto e in basso della società giudaica. L’ apostasia, il più grande de’ peccati, che consiste, come indica l’etimologia della parola (ajpo« stasi«ß) mettersi lontano; lontano dalla verità conosciuta, lontano dalla vera religione. L’apostata nel giudaismo si metteva lontano dal Dio unico. L’apostata nel cristianesimo si mette lontano da Cristo Redentore e dal Papa suo Vicario, che lo rappresenta qui in terra.

Ma il Signore, dice la Bibbia, continua a rivolgersi al profeta Ezechiele:
Certamente, o figliuolo dell’uomo, tu hai veduto; è forse piccola cosa per la casa di Giuda il fare queste abominazioni al suo Dio? eppure le hanno commesse e mi hanno irritato[14]. Anch’io pertanto nel mio furore agirò… Successe allora una di quelle scene bibliche che provano quanto è paziente in questo mondo la giustizia di Dio.

La scena s’era ingrandita. Tutti i veli erano caduti. Jeova stesso, in persona, s’era all’improvviso manifestato al suo Profeta. Il Signore aveva preso un atteggiamento di maestà oltraggiata, stava in procinto di andarsene. Fiamme abbaglianti l’attorniavano da tutte le parti. Non eran più angeli dalle forme graziose, come nella visione di Giacobbe, che gli facevano scorta, ma quattro animali straordinari, ciascuno de’ quali aveva alla sua volta figura d’uomo, di toro, di leone, d’aquila, che gli formavano come un cocchio[15]. Ora, cosa degna d’esser notata, Jahvé, che stava per abbandonare Gerusalemme, non poteva risolversi a lasciare muovere il suo cocchio. Il Profeta lo vide, quando, lasciato il santuario, si era fermato nel vestibolo de’ sacerdoti: e pareva attendesse un grido di pentimento; il corteo s’arresta ancora sulla soglia del tempio: una terza volta in mezzo alla città. A ciascuna formata si sentiva come un romore di singhiozzi: “Popolo mio, Popolo mio, che t’ho dunque fatto per dover esser trattato in tal guisa da te Non sono io che ho benedetto la tua cuna, il posto di onore che tu occupi? Non sono io che ti ho dato una terra privilegiata, uomini grandi, eroine, una letteratura, una storia senza uguali? Convertiti dunque, o Gerusalemme, chè vi è tempo ancora! Tu ti sei adirata; ma io non voglio adirarmi!… , Ed il corteo si rimise in marcia. Si era arrivati alle mura della città; il cocchio le passa. Sembrava che tutto fosse ormai finito. Ebbene, no. Oh tenacità dell’amore, che ha risoluto di tentar l’ultima prova. Sovra una montagna vicino a Gerusalemme, quella degli Olivi, andò a porsi la gloria del Signore. Là, riferisce un’antica tradizione ebraica, Jahvé attese tre mesi, nel medesimo punto dove, sei secoli più tardi, il Cristo rigettato doveva fare ascoltare il suo singhiozzo di dolore: Geusalemme, Gerusalemme, io ho voluto radunare i tuoi figli! Ma finalmente, dopo lungo attendere, un giorno, il cocchio disparve…[16].

Alcune settimane più tardi l’esercito dei Caldei col terribile Nabucodonosor e, in seguito, quello de’ Romani con Tito, l’uno e l’altro, agili come leopardi, mettevano tutto a fuoco e sangue: e sulle ruine di quella che ora una patria, si poteva innalzare una colonna con questa iscrizione : Finis Judaeae! Fine della Giudea!
Con l’Anticristo, succeduto all’apostasia generale, questa sarà più che la ruina delle nazioni, sarà un giogo pesante e ignominioso, tale che l’umanità non ne avrà nel passato subito uno simile[17].
Che Dio delle misericordie salvi per lungo tempo ancora la società da un si terribile avvenire. Apportando ai piedi di Pio X un costante e generoso concorso, i cattolici possono sperare una riedificazione dell’edifizio sociale, che richiamerà i bei giorni. Pio X stesso, la pensa così e ne fa cenno nella sua enciclica “sull’Azione cattolica”. – “Quale prosperità e benessere, quale pace e concordia, quale rispettosa soggezione all’Autorità e quale eccellente governo si otterrebbero nel mondo, se si potesse attuare per tutto il perfetto ideale della civiltà cristiana. Ma posta la lotta continua della carne contro lo spirito, delle tenebre contro la luce, di Satana contro Dio, tanto non è da sperare, almeno nella sua piena misura. Non per questo è da perdere punto il coraggio. La Chiesa va innanzi imperterrita, o mentre diffonde il regno di Dio là dove non fu peranco predicato, si studia
per ogni maniera di riparare alle perdite nel regno già conquistato.
Instaurare omnia in Christo è sempre stata la divisa della Chiesa, ed è particolarmente la Nostra nei trepidi momenti che traversiamo. Ristorare ogni cosa, non in qualsivoglia modo, ma in Cristo. Ristorare in Cristo non solo ciò che appartiene propriamente alla divina missione della Chiesa di condurre le anime a Dio, ma anche ciò che da quella divina missione spontaneamente deriva, la civiltà cristiana nel complesso di tutti e singoli gli elementi che la costituiscono”[18].

La nostra vecchia Europa, parte costitutiva e, per lungo tempo, principale di questa civiltà cristiana non contiene più questi elementi di ristorazione?… “Figlio dell’uomo, voltati da questa parte, che vedi tu? Adhuc conversus videbis?”

Quello che si vede da questa parte (e vi ringraziamo, o Signore, di farcelo vedere), è un santuario, ma un santuario mondo da ogni idolo di Gelosia.
In questo santuario, un sacerdozio, e quanto è bello nella scarsa gerarchia questo sacerdozio! Alcuni sacerdoti intorno ai loro vescovi, alcuni vescovi intorno al Papa, il Papa unito a Cristo! Sulla faccia di molti, le stimmate del dolore; ma sulle loro labbra il cantico di S. Paolo: “Maledetti, benediciamo, Maledicimur et benedicimus: perseguitati, abbiamo pazienza; bestemmiati, porgiamo suppliche”[19]. O Europa puoi andar superba del sacerdozio cattolico! Spera, spera ancora… Questo sacerdozio può giovare ancora per molto tempo al bene delle nazioni!

“Figliuolo dell’uomo, voltati da questa parte, che vedi tu? Adhuc conversus videbis?”

Quello che ancora si vede, o Signore, è la fede addormentata che si risveglia nelle classi elevate, un movimento che principia, scuole che rinascono, circoli, patronati, catechismi che si moltiplicano, congressi che si tengono, una stampa coraggiosa che combatte, le idee di giustizia, di diritto, di libertà che si raddrizzano, vibrano, non vogliono morire.

“E da questa parte ancora, figliuolo dell’uomo, che cosa tu vedi? Adhuc conversus videbis?”

Si vedono, o Signore, donne in ginocchioni, che piangono. Ma questa volta le lacrime versate sono per il Signore; per il Signore nell’amore; per il Signore nella penitenza; per il Signore nell’espiazione. Vergini dei Carmelo, Figlie della Carità , Piccole suore dei Poveri, o spose di Gesù Cristo! E voi ancora, o madri cristiane, nobili donne di tutti i paesi! Un mondo empio vi motteggia o vi bestemmia. Si sappia almeno che, sovra un suolo che trema e in un orizzonte di tempeste, vi sono cuori di donne che amano Gesù Cristo, la Chiesa e la patria di un amore di cui le labbra sono impotenti a esprimere gli infuocati ardori. Il cielo ne è commosso, e la terra esulta di speranza.

“Figliuolo dell’uomo, voltati da questa parte, che vedi tu? Adhuc conversus videbis?”

Quello che si vede, o Signore, è uno spettacolo incantevole! Sono operai, lavoratori, i figliuoli del popolo, di quel popolo il cuore del quale ha per sì lungo tempo e sì fortemente palpitato per Gesù Cristo! Fuori del tempio di Dio, dove i settari e i caporioni li avevano trascinati, si vedono dei gruppi che. rivoltano, che risalgono, che ritornano al tempio del Signore. Le loro mani tese si volgono di nuovo verso la croce: e, al bisogno, il loro petto diverrebbe scudo per difenderla.

Allo spettacolo di questi segni consolatori e fortificanti, ah! non è la disperazione nè lo scoraggiamento, ma la confidenza e l’energia che devono trovar posto nel loro cuore. Con Pio X abbiamo la volontà e la forza di tutto restaurare in Cristo. Ricondurre la società a Cristo! tutto il resto è secondario dinanzi a questo grande compito. Impavidi e fedeli ai consigli pontifici![20] l Tale dove essere la nostra parola d’ordine. Le ultime generazioni cristiane, nel loro insieme più provate di noi, sapranno innalzarsi sino all’eroismo, per mantenere contro l’Anticristo il complesso delle verità cristiane, base di ogni civiltà. Lasciamo ad esse un profumo d’esempi che le allieti e le incoraggi.

Affermare le verità cristiane, comunicare le verità cristiane, difendere le verità cristiane, sono le tre parole che compendiano i nostri doveri verso Cristo e la società. Per compiere questi doveri la Chiesa non risparmia pene e fatiche e, ad esempio della Chiesa, non le deve risparmiare neppure il cristiano.

*******************************************************************************

[17] Si domanda: Questo generalizzarsi dell’apostasia, che darà luogo alla venuta dell’Antecristo, sarà un fatto compiuto prima della sua venuta; oppure, già stabilita o, piuttosto, già stabilita in larga scala, si compirà soltanto pel fatto e sotto il regno del figlio di perdizione?

L’apostasia o la separazione dalla fede cattolica e dal Pontificato romano, dovrà essere generale, un fatto compiuto, dicono Engelberto, Trionfo, Estio. – Esso non sarà che una via da compiersi, ma già su larga scala, rispondono il Sote, il Bellarmino, Giustiniano. Quest’ultima opinione sembra più probabile, poichè S. Paolo dice che dopo la defezione e l’apostasia, l’Anticristo apparirà in omne seuctione iniquitatis (II Thess. II, 10). Esso dunque aumenterà l’apostasia e la renderà più universale.

[18] Lett. Encicl. di S. S. Pio X ai vescovi d’Italia sull’Azione Cattolica, 11 giugno 1905.

[19] I Cor. IV, 12.

[20] È questa l’insistente preghiera di Pio X nella lettera indirizzata al cardinale arcivescovo di Lione:
Al nostro caro Figlio, S. Eminenza Rev. Pietro Coullié, Cardinal Prete, Arcivescovo di Lione e Vienna.


PIO X PAPA

Carissimo Figlio, salute e apostolica benedizione.

L’attenzione che hai avuto verso di Noi, scrivendoci ultimamente, nell’anniversario della Nostra esaltazione al sommo Pontificato ci é stata di vero conforto in mezzo a tutte le Nostre preoccupazioni specialmente a quelle procurateci, come ben comprenderai, dalle cose di Francia. I sentimenti di profondo attaccamento e di rispettosa unione alla Nostra persona e alla Sede Apostolica, che tu vi manifesti, Ci erano già noti. Ma ciò che nella tua lettera Ci è riuscito particolarmente grato è la confidenza con cui affermi che i  tuoi compatriotti non abbandoneranno giammai la fede degli avi; e che nella tua diocesi specialmente, tutti i fedeli si uniscano fermamente per la difesa della fede e gareggino di zelo nell’obbedire alle prescrizioni del Pontefice romano. Qual soggetto di consolazione per Noi! v’e bisogno di dirtelo? È questa una prova smagliante che Dio è ancora con la Francia, e che non permetterà mai che essa cada nell’abisso in cui vorrebbe precipitarla la malizia di troppi.

In quanto a Noi non cesseremo mai d’implorare la divina misericordia su di te, la tua chiesa e la tua patria; ma al tempo stesso Noi preghiamo, noi supplichiamo tutti i buoni di ascoltare con zelo ogni dì più docile le istruzioni del Vicario di Cristo per la comune salvezza.

Dato in Roma, presso S. Pietro, il 9 agosto 1905, anno terzo del nostro pontificato.

PIO X PAPA.


DAL LIBRO “L’ ANTICRISTO” DEL SACERDOTE  AGOSTINO LÉMANN

martedì 28 novembre 2023

PREGHIERA CONTINUA

 


La preghiera del cuore


Sant'Ambrogio dice: "Quando leggi, è Dio che ti parla, ma quando preghi, sei tu che parli a Dio". Queste poche parole fanno emergere l'eccellenza della preghiera. L'anima è elevata a Dio, dove riceve l'immenso onore, la grazia inestimabile di trattare con Lui! Per farsi capire dagli uomini, è necessario servirsi del linguaggio, essendo l'uomo un essere materiale che non può comprendere senza l'aiuto di segni sensibili e suoni articolati. Tutt'altra cosa è per Dio, che non ha bisogno di parole o di segni per capire: basta aprire il nostro cuore alla sua presenza, e davanti a lui si svelano i nostri pensieri più segreti: "Dio è Spirito, e chi lo adora deve adorarlo in spirito e verità".

Il Divino Maestro ci rivela con queste parole la superiorità dell'orazione mentale sulla preghiera vocale, e ci insegna che è più vantaggioso pregare solo con il cuore che pregare con le sole labbra. Spiegando questo passo del Vangelo, san Gregorio dice: "La vera preghiera non consiste nelle parole, ma nei pensieri del cuore; non sono le parole, ma i desideri che gridano a Dio. Se chiediamo la vita eterna solo con la bocca, non importa quanto forti siano le nostre grida, rimarremo muti; ma per un veemente desiderio del cuore, la nostra chiamata trapasserà le nubi e penetrerà fino al trono di Dio. »

Una folla di persone si aggira su questo punto. Si affannano molto senza alcun profitto, le loro interminabili preghiere non sono altro che un vano movimento delle labbra, a cui non viene prestata alcuna attenzione. Sanno quello che dicono? In verità, è penoso vedere molti di coloro che sono consacrati a Dio comportarsi in questo modo, così come la gente del mondo. A condizione che abbiano recitato una quantità di Pater o letto un certo numero di pagine di una raccolta, si credono molto devoti e anime di grande preghiera.

Ovviamente ci sono preghiere da recitare in modo distinto: l'ufficio ecclesiastico, le formule indulgenti, il Santo Rosario, la penitenza imposta dal confessore, ecc. Ma quando si tratta di una preghiera lasciata alla nostra scelta, sarà certamente più efficace, più fervente, se la rivolgiamo a Dio mentalmente, se è un movimento spontaneo del nostro cuore verso di Lui. È inutile qui invocare la testimonianza della Scrittura o quella dei Padri; La nostra esperienza è sufficiente. Dimmi, o cristiano, quando leggi da una forma, o reciti a memoria, una serie di preghiere, non è forse vero che ti senti quasi sempre distratto, con il cuore arido, e che la tua immaginazione si abbandona ad ogni deviazione? Se, invece, apri il tuo cuore davanti a Dio nell'orazione mentale, tutto il tuo essere è concentrato in questo colloquio intimo, una dolce unzione, una consolazione ineffabile, ti penetra interamente.

Visto che è così, perché non cambiare le vostre lunghe preghiere vocali con l'orazione mentale? Come procedere? Dire. Gesù vi insegna: "Quando pregate, non moltiplicate le vostre parole come fanno i pagani, che immaginano di essere ascoltate a forza di parole... Tuo Padre sa di cosa hai bisogno prima che tu glielo chieda". Perciò usate poche parole, accontentatevi di spiegare le vostre necessità al Padre che è nei cieli. Più semplice, umile, sincera è la tua preghiera, più piacerà a Dio e più potente sarà con Lui. Ne è testimone il pubblicano del Vangelo. Si fermò alla porta del tempio, non osando alzare gli occhi al cielo, e si batté il petto, dicendo: «Signore, abbi pietà di me che sono un povero peccatore». Senza dubbio avrà ripetuto la stessa supplica molte volte, e ogni volta il suo pentimento sarà stato più perfetto.

Altrove vediamo la donna cananea che segue il Salvatore e grida: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!" Anche lei ripeteva instancabilmente il grido del cuore di sua madre, mentre i discepoli pregavano il Signore di ascoltarla per liberarli dalle sue grida. Voi conoscete il miracolo che questa preghiera compie.

Infine, nell'Orto degli Ulivi, anche Gesù Cristo ha ripetuto tre volte la sua preghiera: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Comunque, sia fatta la tua volontà e non la mia". Volendo insegnarci che per pregare bene bastano poche parole, e che per infiammare lo spirito è bene sceglierne alcune e ripeterle spesso.

Nelle Vite dei Padri si narra che San Pafnuzio, dopo aver convertito la peccatrice Thais, la rinchiuse in una cella stretta, trafitta da un'unica finestra, attraverso la quale ogni giorno le venivano portati pane e acqua per il suo cibo. Poi, quando lei gli chiese a quali preghiere dovesse dedicarsi, egli le disse: "A causa dei tuoi grandi peccati, non sei degna di pronunciare il nome di Dio; Per ogni preghiera, dite solo queste parole: "Tu che mi hai creato, abbi pietà di me!" Per tre anni la reclusa penitente sospirò in questo modo al suo Creatore, lavando i suoi peccati con le sue lacrime. Una notte, Paolo, discepolo di Sant'Antonio, ebbe una visione: il cielo si aprì e fu preparato un magnifico trono per un uomo benedetto. Mentre si chiedeva quanta gloria gli fosse riservata, una voce gli disse: "Questo trono è destinato ai peccatori thailandesi". Informato di questa visione, San Pafnuzio rimise in libertà il suo penitente, e Taio morì santamente pochi giorni dopo.

Allo stesso modo, sant'Antonio, uomo solitario, aveva un discepolo che un giorno andò da lui per esprimergli il suo grande desiderio di andare a visitare altri solitari rinomati, per imparare da loro il giusto modo di servire Dio e di pregare. «Figlio mio», disse il santo, «dimentica tutti gli altri esercizi, rimani nella tua cella, ripeti dal profondo del tuo cuore queste parole del pubblicano: Signore, abbi pietà di me, che sono un povero peccatore; e sarai perfetto. »

Sì, quando vuoi pregare efficacemente, sospira nel tuo cuore: Mio Dio, abbi pietà di me! Avrete detto abbastanza, perché queste parole contengono la confessione dei nostri peccati, così come la richiesta di perdono. Chi dice: 'Mio Dio, abbi pietà di me!' riceve il perdono dei suoi peccati e non ha più punizione da temere. Chi dice: 'Abbi pietà di me!' guadagna il regno dei cieli, perché colui di cui Dio ha pietà non solo è liberato dalla pena del peccato, ma gli è anche permesso di tornare in possesso dei beni eterni. Ah! Poiché questo è il merito di questa breve aspirazione, ripetetela più e più volte, come se fosse il respiro stesso della vostra anima.

Sottolineo questo punto: non sovraccaricare la memoria con formule lunghe e numerose; Bastano alcune brevi invocazioni, scelte tra quelle che toccano più acutamente l'anima e la inclinano all'umiltà e alla contrizione. Questa aspirazione ripetuta rinnoverà la vostra mente in ogni momento. Se avete implorato mille e mille volte la misericordia divina come i peccatori thailandesi, non stancatevi di implorarla notte e giorno, fino all'ultimo istante della vostra vita.

Le belle parole non commuovono il nostro Dio: è il cuore contrito e umiliato che gli fa violenza. Inoltre, per facilitare la scelta, abbiamo raccolto qui di seguito un certo numero di giaculatorie. Questi rapidi impulsi dell'anima possono essere praticati con grande frutto, anche durante la recita delle ore canoniche, perché eccitano l'amore di Dio e proteggono la mente dalle distrazioni. Certo, il testo sacro del Sant'Uffizio deve essere pronunciato da solo, ma è molto bene intervallare qualche sospiro infuocato alla preghiera, per rafforzare la devozione e sostenerla fino alla fine.

Martino di Cochem

Frate Minore Cappuccino Tedesco


L’amore di un uomo per una donna è sacro e inviolabile.

 


Maria  

Voglio portare i miei figli alla verità, ma nel mondo essi odono parole ingannevoli. Queste parole ingannevoli hanno un grande potere. Sono dette abilmente, parlate da coloro che rivendicano una competenza. Queste parole sono moltiplicate dai media e le persone presentono di arrivare a raggiungere qualche nuova cognizione. Il mondo ha seguito un percorso di inganno che non lo ha portato da nessuna parte. Ora, devo invitarvi a tornare indietro, per tornare alla verità. Farò questo, insegnando ciò che dovrebbe essere ovvio.  

L’amore di un uomo per una donna è sacro e inviolabile. Questo è il senso che doveva essere fin dall’inizio. La donna deve essere rispettata e innalzata nel cuore dell’uomo che lei ama. Deve essere speciale per lui, santa e sacra, in un certo senso intoccabile. 

Se lui agisce in questo modo verso di lei, lei sarà nobilitata e il suo amore per lei aumenterà e crescerà, fino a quando verrà un momento in cui lui dirà: “Lei è la prescelta da Dio per essere la mia compagna per la vita. Lei sarà la madre dei miei figli”.  

Che momento glorioso, quando il mistero divino, il piano eterno di Dio si rivela a un uomo ed una donna attraverso le circostanze del loro incontro, la loro attrazione reciproca, la loro volontà di condividere i momenti speciali, e soprattutto perché camminano nella verità.  

Ciò contrasta con coloro che sono stati ingannati dal mondo, che insegna che queste attrazioni dovrebbero servire interessi egoistici. La lussuria cresce e strangola il romanticismo che sta germogliando. Non fiorirà mai e verrà presto scartato, avvizzito e senza mai raggiungere la sua bellezza. Poi, quando l’uomo è solo e la donna viene respinta essi sperimentano un risentimento nei loro cuori. Davvero, sono stati ingannati. Hanno soffocato la possibilità che esisteva nel dono l’uno per l’altro.  

Ai giovani, dico: “Gettate via gli inganni del mondo. State sprecando questi anni vitali della vostra giovinezza. Vivete nella verità le vostre relazioni romantiche. Esse contengono una grande promessa, ma se schiacciate questi fiori, cercando i vostri auto-interessi, non potrete mai scoprire cosa avrebbe potuto essere”.  

Commento: Ovviamente, Maria parla di purezza e rispetto reciproco in un rapporto uomo / donna, sostenendo che la grande promessa contenuta, queste attrazioni, sono rovinate dall’amore egoista.  

28/06/2011 

Ogni potere ricevuto è limitato. Dio invece è dal potere eterno e universale. Tutto ciò che esiste è da Lui creato e governato, compresi i re della terra.

 

LIBRO DEL PROFETA DANIELE 


54Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, degno di lode e di gloria nei secoli. 

Dio viene benedetto sul trono del suo regno. Il regno di Dio è universale, eterno, comprende cielo e terra, il prima del tempo, il tempo, dopo il tempo. 

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, degno di lode e di gloria nei secoli. 

Tutti i re di questo mondo sono re di un giorno, un attimo, un’ora. 

Tutti i re della terra, sono re di un popolo, di una nazione. Possono aggiungere con la conquista qualche altra nazione, ma sono sempre limitati. 

Dio invece è re dal regno senza fine e senza confini. Lui è re non perché ha ricevuto il potere da qualcuno. È re che dona potere e vita ad ogni cosa. 

Questa differenza va fatta.  Altro è un re che dona ogni potere, altro è un re che riceve il potere da un altro. Chi conferisce il potere è più grande di chi lo riceve. 

Ogni potere ricevuto è limitato. Dio invece è dal potere eterno e universale. 

Tutto ciò che esiste è da Lui creato e governato, compresi i re della terra. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

(Sto per rendere le cose perfette, per strappare il male dalle sue radici)

 


Messaggio ricevuto il 25 ottobre 2023

Mia cara figlia scrivi, Io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore di Padre per darti un altro messaggio che viene dal Mio Sacro Cuore al tuo. Non è facile scrivere tutto quello che ti ho detto, ma tutto viene attraverso il mio Spirito Santo e nessuno può rovinare le cose che ti vengono dette. D'ora in poi, molto di più passerà da qui, perché Io sono qui nel tuo cuore e tutto ciò che fai per il mio amore passa attraverso di Me, perché sei stata scelta da Me nel grembo di tua madre. Quindi ho fatto la mia dimora (qui) affinché tutti capiscano perché vi do questi messaggi che turbano la mente di molti dei miei figli che si chiedono perché vi ho scelto.

Sì, le cose vanno così perché così ha voluto il Padre, ma molti pensano che sia tu l'autore (di questi messaggi). Come possono pensare una cosa del genere dopo tutto quello che avete scritto, senza una vera e propria scrittura (scolarizzazione)? Sì, chi non vede non sa, ma vedo che molti pensano che li facciate voi, che chiunque possa farlo. Perciò verrò a mettere le cose a posto, ma non voglio che nessuno disturbi questa figlia con la crudeltà, perché è obbediente a Me. L'ho chiamata a fare la mia volontà, perché non tutti sono chiamati a fare quello che c'è qui, e questo mio figlio (il sacerdote di Maria) farà la mia volontà, perché è stato scelto per obbedirmi, come Mosè.

Ora state attenti a non cadere in tentazione, perché a molti piace immischiarsi dove non sono chiamati, ma io ho chiamato questo mio figlio, perché ho visto in lui la saggezza e l'amore che ha per me. Ognuno ha i suoi peccati, ma spetta a me mettere tutto a posto, far funzionare le cose che sono mie. Io renderò le cose perfette, strapperò il male dalle sue radici, tutto deve essere fatto. Sì, il male infastidisce questa figlia, perché lui (il nemico) è geloso di lei, ma non è ancora la fine del togliere tutto (il male) che c'è qui. Molti guardano quello che c'è qui con il male (nei loro occhi), ma io vedo tutto e verrò a toglierlo al momento giusto, per non danneggiare certe cose che sono intorno.

Voglio che vediate e sentiate bene quando chiamo un figlio a lavorare per Me, lo chiamo per amore non per i suoi difetti, per questo non voglio che i vostri cuori siano turbati da coloro che giudicano senza saperlo. Guai a coloro che non sono al loro posto, che disturbano i Miei figli eletti (come Maria), pagheranno caro perché Io chiamo chi voglio, il Mio Spirito Santo è insieme a loro per fare la Mia Volontà. State attenti e non fate come Tommaso (non dubitate), perché le cose peggioreranno e allora sarà troppo tardi per coloro che giudicano il mio lavoro con questa figlia.

Io sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

 Maria De Jesus Coelho