venerdì 6 marzo 2020

IL PADRE NEGLI ULTIMI TEMPI



«VOGLIO ESSERE COME UN BAMBINO PICCOLINO... »
 "Voglio essere come un bambino piccolino... che tira la veste al suo Papà e con il sorriso gli chiede le cose più semplici, che al mondo possono sembrare le più impossibili..."

La piccolina del Padre


"Cieli" e "terre" nella Scrittura

"Cielo" è l'anima umana e, in senso più lato, il mondo dello spirito.
"Terra" è il corpo umano e, in senso più lato, il mondo della materia. E' il corpo umano non tanto e soltanto perché "fatto di terra" (Gen 2,7), ma soprattutto perché è l'involucro materiale di cui l'anima è rivestita e di cui lo Spirito si serve per comunicarsi anche al mondo della materia.
Riportiamo, a sostegno di quanto detto, alcune espressioni del Vangelo:

1) "Il regno dei cieli è dentro di voi" (Lc 17,21). 
Se il regno dei cieli è dentro di noi, non può certo essere il cielo atmosferico. E' il mondo dello spirito che è dentro di noi; questo mondo, distrutto e spento dal peccato, viene riportato a vita nuova da Gesù che con la Grazia vivifica quello che il male aveva spento, e torna a farne il tempio della divinità: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui»"(Gv 14,23).
Dio vive dunque - fuori dello spazio e del tempo - nel mondo dello spirito che è Egli stesso nella sua essenza trinitaria alla quale si fondono gli angeli e le anime dei trapassati; vive poi nell'anima di ogni uomo che Lo accetta e che diventa qui sulla terra - nello spazio e nel tempo - una irradiazione della divinità nel mondo della materia.
Ogni anima è un "cielo" in cui Dio vive e opera, e questo è chiarito meglio dalla seguente espressione:

2) "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli" (Mt. 18, 10).
Viene spontanea un'obiezione: tutti gli angeli, anche gli angeli custodi dei peccatori, vedono il volto di Dio. Che differenza c'è dunque - nella visione di Dio - tra gli angeli custodi dei bimbi innocenti e quelli dei peccatori? I primi vedono l'immagine del Padre anche nell'anima (nei cieli) dei loro assistiti; i secondi non godono di questa ulteriore visione del Padre perché l'anima dei loro protetti è offuscata dal peccato.
Quindi nel "cielo" gli angeli dei bimbi godono di una ulteriore visione beatifica nei singoli "cieli" dei piccoli fratelli innocenti affidati alla loro custodia.
Questo concetto viene ribadito e meglio chiarito da Gesù quando, parlando sempre dei bimbi, dice: "Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie me" (Mt 18, 5) e quindi il Padre e lo Spirito Santo. Dice esplicitamente: «Io-Trinità vivo in pienezza nell'anima di ogni bimbo».
Quando invece parla degli adulti, dice: "Chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato" (Gv 13,20); e S. Giovanni dice: "A quanti l'hanno accolto, ha dato il potere di divenire figli di Dio" (Gv 1,12). In altri termini, Gesù viene a ristabilire negli adulti quel "regno dei cieli" che è invece in pienezza nei bimbi.

3) "Ed ecco una voce dal cielo che disse: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" (Mt 3,17).
"Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17).
E' interessante mettere a confronto questi due brani, nei quali il Padre manifesta e testimonia il Suo Unigenito.
Nel primo il Padre, dal "cielo" - cioè dal mondo esterno al mondo del l'uomo - fa udire la Sua voce per testimoniare il Figlio a tutta la terra, dinanzi a tutti, perché tutti lo riconoscano e lo accettino.
Nel secondo è sempre il Padre che, nei "cieli" delle singole anime, testimonia e fa conoscere il Figlio: in questo caso lo manifesta al solo Pietro.
Ogni conoscenza, ogni scintilla di Vita, di Fede, di Luce ha per origine il Padre. Ciò è più che mai vero nella conoscenza del Figlio: "Beato te, Simone, figlio di Giona, perchè né la carne, né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17). Il Padre che nel Cielo è la fonte di Vita sempre nuova ed eterna che genera continuamente il Figlio, continua questa "generazione" nel cielo di ogni singola anima, manifestando il Figlio a chi ritiene opportuno.
Ogni anima che accetta il Figlio manifestatoGli dal Padre, diviene un "cielo" in cui la Trinità vive e opera, e diventa a sua volta "sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna" (Gv 4,14). Ogni uomo, nel disegno del Padre, deve divenire un cielo che sarà una irradiazione trinitaria nel creato, una estensione della vita divina nel cosmo.
Quando tutti gli uomini saranno pronti ad accettare la manifestazione del Figlio da parte del Padre, sarà finalmente il Regno dei Cieli anche sulla terra, e nell'uomo il cielo dello spirito avrà riacquistato la propria dignità e potrà guidare l'involucro del corpo - della "terra" - in piena sintonia di Amore: avremo così cieli e terre nuove.
La venuta del Padre riguarderà dunque il mondo dello spirito e delle singole anime. In questa chiave cerchiamo di vedere cosa è racchiuso nel brano del Vangelo di Matteo e nella seconda Lettera di Pietro. 

Padre Andrea D'Ascanio

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