giovedì 14 dicembre 2023

«Per amore di Dio – amore alla croce che tutti vogliono buttar via, anzi vorrebbero seppellire sotto terra per non vederla più. Prendete la croce, tenetela a conto: è il tesoro più grande del mondo».



Venerabile Madre Agnese Chiara Steiner 

(Tesido, 29 agosto 1813- Nocera, 24 agosto 1862)  
Monaca clarissa, grande mistica e veggente del XIX secolo, suor Agnese Chiara Steiner visse una vita di sofferenze per amore di Gesù. Scrisse Madre Agnese: «Mi disse Gesù: “Possiedi il mio cuore, e non ti negherò grazia”. Guardandolo lo vidi con una croce pesantissima ed enormemente lunga, e gli dissi: “Questa non è la croce che avete portato“. Mi rispose: “Questa croce me l’ha fabbricata il mondo”. Io, pregando misericordia per le anime, accettai ogni tribolazione, accettai anche di morire». 
«Per amore di Dio – scriveva alle sue figlie da Perugia il 15 gennaio 1850 – amore alla croce che tutti vogliono buttar via, anzi vorrebbero seppellire sotto terra per non vederla più. Prendete la croce, tenetela a conto: è il tesoro più grande del mondo». 


Il 20 agosto 1842 Suor Agnese ebbe una illuminazione che con violenta chiarezza le fece comprendere i gravissimi problemi della Chiesa e del mondo cristiano. Scrisse Suor Agnese:          «Mi ha detto la Madonna: "Mio Figlio deve castigare il mondo per la grande ingratitudine per i peccati e per la poca fede che hanno i fedeli della Chiesa, i quali devono essere veri figli della santa Chiesa". Io pregavo, piangevo e scongiuravo il Padre celeste affinché si placasse per il sangue di Gesù, e ritirasse i flagelli minacciati sopra di noi. Erano ore che pregavo - dò soltanto un cenno di ciò - quando vidi Maria Santissima levarsi e andare ai piedi di Gesù e invocare misericordia, presentargli i suoi dolori. Allora vidi placarsi l’Onnipotente, ma non so per quanto tempo». 

In un appunto dello stesso mese di agosto Suor Agnese lasciò scritto:         «Le preghiere di molti cristiani non arrivano al trono dell’Altissimo per la poca fede e per la loro freddezza: non riflettono a ciò che dicono. Vidi il Signore tanto disgustato di questi cristiani e ministri, dei santi sacramenti ricevuti male che mi spaventai. Oh Dio misericordia! Anche io ebbi grandi rimproveri dal Signore: il mio cuore non gli è accetto perché non glielo ho dato interamente. Per amor suo io volevo privarmi di ogni consolazione e volevo rinunciare a tutto affinché accettasse il mio cuore, ma sentii dirmi: "Purificalo meglio prima"». 
  
Gesù disse a Suor Agnese: «L’ingratitudine dei cristiani grida a me. Non mi riconoscono per loro creatore e, venendo nella mia casa, invece di adorarmi mi offendono. Tanti sono induriti nei loro cuori che non giovano loro né castighi né grazie, e solo mi riconosceranno quando verrò a giudicare il popolo prediletto; i sacerdoti, i religiosi mi servono soltanto in apparenza. Dove sta la loro perfezione?». 

E ricorda Suor Agnese lo strazio di quella visione: «Ho visto i loro cuori: quanti inganni di sé medesimi e come sono in pericolo di salvarsi. Ho visto le serve del Signore in poco numero. Le loro orazioni per tutto il mondo non arrivano alla divina presenza: sono anime in grazia, hanno anche buona volontà ma non mettono tutte le loro forze; e manca loro la guida. 

Ho visto i buoni che non hanno grandi peccati, ma il loro cuore è diviso in due o più parti. Dissi: "Signore, per le vostre spose e per i vostri religiosi pietà per tutto il mondo e per la Santa Chiesa!" 

- "Essi hanno grandi grazie e grandi luci, ma sono attaccati a sé stessi; e per questo il mondo è così cattivo. E come mi amano? Non fanno bene neppure essi stessi." 

- "Signore! I pastori vi saranno fedeli?" 

- "Tanti, sì, fanno quello che devono fare ed hanno buona volontà; ma il loro fine non è retto; ed hanno idoli secreti, cioè agiscono per fini umani, e si curano poco delle anime loro affidate. Pensano soltanto a se stessi. Ci sono tra costoro anche dei Cardinali. E tanti e tanti vanno in rovina. I confessori non attendono al loro dovere di guidare le anime alla perfezione. Io voglio la penitenza e non tante comodità. Invece ad essi tutto sembra troppo"».  

Racconta Suor Agnese: «Una notte in coro, dopo molte ore passate in preghiera dinanzi alla Madonna invocando pietà per il mondo, perdetti al solito i sensi e sentii dirmi: "Voglio che tu dica queste cose alla Santa Sede. Voglio, cioè, che parli della Riforma e dei castighi che verranno se non si rimedia presto. A te poi domanderò conto se non manifesti queste cose che già da tanto tempo ti sono state dette". 

Allora dinanzi alla Madonna si presentò povero e macilento San Francesco con le mani e piedi pieni di luce, e invocò pietà per il mondo. Poi rivolto a me disse: "Voglio vedere se i religiosi sono o no miei figli. Dov’è il loro spirito interiore? Dove sono la povertà, l’umiltà, l’incenso della preghiera? Si riformino"». 

Inoltre scrive: «Io mi trovai allora nello stesso tempo afflitta e contenta; poi provai le amarezze più grandi. Ebbi allora una vivissima cognizione di quante anime stavano nel mondo in disgrazia di Dio e conobbi le tante grazie che continuamente disprezzavano e il numero quasi infinito che, a dispetto di Dio e a dispetto dei suoi benefici, andavano miseramente all’inferno. 

Vidi poi per mia pena maggiore il ceto tutto degli ecclesiastici, prelati, preti, religiosi e monache, che quasi tutti badavano alla vita presente, e nulla curavano la futura». 

In una lettera del 24 ottobre 1852 a mons. Stella la Madre Steiner aveva scritto il seguente messaggio di Gesù: «"Guarda le anime, guarda l’Italia e i mali di tanti altri regni, guarda che non si corre ai ripari, la fede finisce, guarda lo stesso clero e i religiosi che più degli altri attirano il castigo sopra la terra, guarda come sono iniqui e mi trattano peggio delle più vili cose della terra, ma impareranno dai castighi perché la mia mano li castigherà". 

Allora vidi non so quante religioni (cioè Ordini e congregazioni religiose) distrutte. Una volta dopo la Santa Comunione vidi il mondo così mal ridotto che non so come non sono morta: non ho lingua per dirlo né mente per pensarlo per l’orrore. Non vidi niente di consolante. Quando e come ciò avverrà non Io so. Io risposi al Signore: "Che volete che si faccia?". 

- "Io ho molti profeti, ma assai falsi e, perciò, le mie cose non sono credute. Io non mi trovo tra gli onori e gli applausi: le mie cose sono accompagnate dalla croce e dalle persecuzioni. Mi hanno messo da parte uomini dai quali io vorrei zelo per il mio onore e per la salvezza delle anime. Dai pastori io voglio anime. 

Guarda, invece, che specie di amici fedeli ha il capo della Chiesa anche intorno a sé. Quanto mi perseguitano quelli che dovrebbero essere i candelabri! O Roma, piango su di te come su Gerusalemme. Figlia e sposa mia, benché ingrata, tu amami. Dovunque sono perseguitato. Se fossi amato in parte mi placherei. I vescovi, amando la loro pace sono l’impedimento nascosto; io non sono in pace con essi"». 
  
La Madre Agnese nei suoi ‘Appunti’ fa cenno ad una visione, senza specificare quando avvenne: «La notte io avevo una visione: vidi il Giudice severo che giudicava due sacerdoti in un maestoso trono: mi parve che andassero dannati, mentre con un cenno li allontanò. Ebbi tanto timore che venisse a me: io piangevo e tremavo: vidi due altri sacerdoti, cui accadde la medesima cosa; vidi due altri sacerdoti ... Il Giudice si alzò dal trono e si portò in un luogo dove stavano assai altri, passò accanto a me, mi vidi morire mentre mi dava una severa occhiata; ma passò, mi parve, nel Purgatorio, e poi andai avanti a vedere atroci pene delle anime in un altro luogo e poi fui portata in un punto dello stesso inferno. Oh Dio! mai mi si va via dalla mente. Poi trovai tutto il letto bagnato di lacrime ed io agonizzavo per i dolori e il timore che avevo».  

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