lunedì 9 marzo 2020

PERCHÉ DIO HA DETTO “BASTA!” ALL’UMANITÀ DI OGGI



(GFD/3)
Il corteo degli angeli con gli animali radunati attraverso le vie di  Hanoch. L’ultimo ma inascoltato appello ammonitore agli hanochiti  e al loro re. Il ritorno dei messaggeri celesti sull’altura. 

1. Quando gli straordinari messaggeri, dopo che furono trascorsi  quattro anni, giunsero ad Hanoch con gli animali che essi avevano  radunato, questo suscitò una grande sensazione, poiché questi  messaggeri conducevano gli animali in modo libero e non dentro a  delle gabbie come era in uso in quel tempo; e in modo del tutto  particolare attrasse l’attenzione degli hanochiti e la loro meraviglia il  fatto che quella quantità quasi innumerevole di animali di ogni  specie, forma, grandezza e natura procedesse insieme in pacifissimo  ordine come fossero agnelli. 

2. E i messaggeri, passando così per tutte le viuzze e le strade,  gridavano a tutta la gente: «Vi è concesso ancora un breve tempo;  convertitevi a Dio il Signore, e venite del tutto fiduciosi con noi  fino all’altura da Noè, e voi tutti sarete salvati, per quanto  numerosi poteste essere! 

3. Infatti vedete, noi non siamo degli uomini uguali a voi, e questo  ve lo dimostra l’uguale obbedienza di questi animali che sono  assolutamente diversi nella loro natura e che tuttavia ci obbediscono  senza eccezione come fossero tutti agnelli, mentre fra di loro,  dall’elefante al ghiro, voi potete vedere gli animali più selvaggi e più  feroci!

4. Un grande potere ci è dunque concesso! E per quanto da parte di  Noè non sia stata preparata per via naturale che un’unica arca di  salvezza per la conservazione di migliaia di creature e che quindi  nella stessa non potreste trovare ricovero voi che siete milioni,  ebbene tutto ciò non pregiudica affatto la vostra salvezza, perché,  nel caso di una vostra vera conversione a Dio, noi in un istante  siamo in grado di costruire centomila di tali arche della salvezza,  entro le quali voi potreste tutti passare ad una Terra rinnovata  rimanendo perfettamente incolumi! 

5. Ascoltate! Questa è l’ultima chiamata di Dio che giunge ai  vostri orecchi! Abbandonate tutto e seguite questa chiamata, perché  nel giro di un anno a partire da oggi tutti i vostri luoghi di residenza  e le grandi proprietà terriere giaceranno sommerse sotto tremila  klafter (5700 m) d’acqua e di fango!». 

6. Tuttavia neanche questa chiamata ebbe alcun effetto; e la  gente non fece che ridere alle spalle di costoro che venivano  ritenuti maghi e domatori di belve, lasciandoli del resto liberamente  girare e gridare a loro piacimento. 

7. Essi però si presentarono ancora una volta al re e lo invitarono a 
seguirli. 

8. Ma costui non diede loro nessuna risposta, bensì lasciò che se  ne andassero come erano venuti senza avere ottenuto niente. 

9. Allora i messaggeri, del tutto afflitti, uscirono dalla città e si  avviarono verso l’altura con gli animali che avevano raccolto. 


(GFD/3)
I messaggeri, con gli animali radunati, arrivano sull’altura di Noè.  Le disposizioni degli angeli per l’alloggiamento degli animali  nell’arca. L’ultima possibilità per l’accoglienza della gente in cerca  di protezione. 

1. Quando quei messaggeri straordinari furono arrivati con gli  animali raccolti sull’altura da Noè, vennero loro subito incontro Noè  e suo fratello Mahal, ed entrambi non potevano nascondere la loro  meraviglia per la grande quantità di animali e per la varietà delle  forme, e per il loro diverso modo di comportamento. 

2. Ma gli angeli dissero a Noè: «Apri la porta dell’arca, affinché  noi possiamo far entrare gli animali negli scompartimenti loro  destinati; il loro nutrimento lo deporremo noi in ciascun scompartimento, ed essi, guidati dal loro istinto, ne consumeranno  giornalmente tanto quanto sarà necessario per mantenersi in vita! 

3. Tu dunque non ti dovrai occupare di niente altro che di  abbeverarli, cosa questa che ti sarà facile. Vedi, dato che l’arca  resterà immersa nell’acqua per più della metà della sua altezza,  allora fa un foro all’altezza del piano di mezzo e applica all’interno  una cannella(16) della botte! Aprendo poi il rubinetto, potrai subito  ottenere quel quantitativo d’acqua che ti occorrerà. 

4. Finché il Signore non permetterà l’inizio della pioggia, lascia  pure aperta l’arca affinché gli animali possano uscirne ed entrarne  liberamente, e possano cercarsi la bevanda e il cibo fresco da soli;  tuttavia non devi cambiare la destinazione dei vari scompartimenti,  né disporre e sistemare gli animali in ordine diverso da come li  abbiamo sistemati noi adesso! 

5. Sotto a questo riguardo non occorre che tu ti occupi d’altro,  perché, per ciascun animale ed a tale scopo, noi abbiamo deposto nel  rispettivo scompartimento il rispettivo nutrimento, e ciascun animale  riconoscerà da ciò il suo scompartimento! 

6. Non è neanche necessario che tu ti prenda cura della pulizia dei  vari scompartimenti, perché essi verranno puliti senza che tu ti  affatichi.

7. E la finestra del tetto lasciala sempre aperta per ora, affinché gli  uccelli possano entrare nell’arca! Per quanto poi riguarda il  nutrimento, a questo provvederemo noi; tu ed i tuoi non avrete da  occuparvi che dell’acqua! 

8. Il Signore Stesso ti avvertirà quando sarà giunto il momento di  chiudere l’arca e poi di impeciare saldamente la porta! 

9. Se prima dell’inizio della pioggia venisse da te della gente alla  ricerca di protezione, allora tu la devi accogliere; ma quando la  pioggia sarà cominciata, allora a nessuno deve essere più concesso  di entrare nell’arca! 

10. E ora tu sei a conoscenza di tutto; il Signore sia con te! 
Amen». 

11. Detto questo, gli angeli scomparvero e Noè se ne andò con  tutti i suoi e rese lode e gloria a Dio. 

12. Mahal però, come uno studioso di scienze naturali, si dedicò  con i suoi figli ad esaminare gli animali ed ebbe, alla vista di questo  zoo, una grande gioia.


(GFD/3)
Mahal si sfoga contro gli angeli e contro Dio per essere stato  escluso dall’accesso all’arca. Agla invece si pente, invoca la  Misericordia di Dio e l’angelo Waltar la fa scomparire all’istante e  la conduce nel regno della vita eterna. 

1. Dopo che Noè ebbe lodato e glorificato Dio, egli entrò nell’arca  ed esaminò come erano stati sistemati gli animali, e poi cercò, al piano  mediano, un posto adatto per applicarvi il rubinetto dell’acqua. 

2. Una volta trovato il posto e applicato il rubinetto, egli salì al  terzo piano e qui trovò suo fratello Mahal, il quale era appunto  intento a consigliarsi con i suoi figli riguardo al fatto che gli angeli  non avevano menzionato nemmeno una sillaba nei suoi riguardi,  mentre tutto quello che essi avevano detto si riferiva soltanto a Noè,  e in particolare era del tutto arrabbiato per il fatto che gli angeli  avevano impartito a Noè istruzioni precise riguardo al mantenimento  degli animali, mentre non avevano fatto cenno, neanche con una  sillaba, al mantenimento suo e dei suoi figli! 

3. E alla presenza di Noè, che però Mahal non vedeva dato che in  quel momento si trovava dietro alla parete di uno degli  scompartimenti, egli disse: «Sono dunque io da meno degli animali  dinanzi al Signore?! Questi hanno i loro alloggi e il loro  nutrimento sufficiente, ed è stato provveduto alla loro conservazione; ma che cosa abbiamo noi? 

4. E così pure gli angeli hanno sempre parlato della conservazione di Noè e dei suoi; ma della nostra conservazione non è stata detta la minimissima parola! Ma che cos’altro ci hanno fatto  intendere con ciò gli angeli se non che l’arca non è stata costruita  per noi, bensì unicamente e soltanto per Noè e per i suoi, e per gli  animali! 

5. Io però so quello che farò! Vedete, qui c’è ancora una quantità  di legname lavorato; io parlerò con Noè e con i suoi servitori  affinché costruiscano una mia propria arca nella quale noi troveremo  posto, e così Noè potrà poi dimorare da solo con i suoi nella grande  arca!

6. Se il Signore vorrà conservarci, allora ciò è bene e buono, ma se  Egli non lo vorrà, allora io non Lo pregherò per questo, perché in  tali difficili circostanze l’intera essenza della vita è comunque  diventata per me una cosa ripugnante!»  

7. A questo punto sua figlia Agla disse: «O padre, io ritengo che tu  parli troppo! Infatti vedi, io pure ho visto Waltar ed egli ha visto me,  e lui non mi ha consolata; e tuttavia io non mormoro contro il  Signore! Perché dunque fai questo, nonostante tu ricevesti la  consolazione suprema dal Signore Stesso?! 

8. Io però, da parte mia, dico: “O Signore, sia fatto di me, che sono  la più grande peccatrice, secondo la Tua Misericordia!”. E se io  devo diventare una preda della morte, allora sia lodato e glorificato  il Signore anche per questo!» 

9. Queste parole di Agla piangente stupirono notevolmente Mahal,  e allora Noè si fece avanti e lodò Agla per tali giuste parole dinanzi  a Dio. 

10. Ma istantaneamente un angelo splendente stava dinanzi ad  Agla e le disse: «Agla, vedi, tu non diventerai mai una preda della  morte, bensì soltanto una preda della vita per l’eternità! E così  porgimi la tua mano e segui me, tuo fratello Waltar!». 

11. Allora Agla porse la mano all’angelo e scomparve istantaneamente; e di lei non rimase altro che le sue vesti ed un po’ di cenere  dentro ad esse. 

12. Questo fenomeno suscitò in tutti il massimo sbalordimento, ed  essi non sapevano come ciò fosse accaduto. 

13. Soltanto Noè si riprese, ed egli si prostrò sulla sua faccia e  lodò e glorificò Dio oltre misura.

Jakob Lorber – Giuseppe Vesco

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