lunedì 14 settembre 2020

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY



Il disertore di Noes (1809-1811).  

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Claudina Bouffaron, vedova di Pietro Fayot, era davvero un cuor d'oro. Di trent'otto anni appena, attiva e precisa nei lavori della sua masseria, era particolarmente compassionevole verso i poveri che Soccorreva volentieri, riservando ad essi un pane da ogni fornata. Ella accolse il disgraziato che le si confidava in una maniera non poco strana.  

Assicuratasi la discrezione dei figli, identificandolo per un suo cugino, rifugiato nella masseria 34, ella medesima usò sempre un'estrema prudenza. Gerolamo Vincent durante il giorno si teneva nascosto e passò i primi due mesi nel fienile o nella stalla attigua all'abitazione del sindaco, - precauzione ottima per eludere possibili pericoli nelle comparse dei gendarmi. - Per scrupolo di precauzione durante otto settimane la madre Fayot portò i viveri al proscritto in un secchio di legno, come faceva per gli animali, e solo a notte avanzata gli permise di uscire a prendersi un poco d'aria, unendosi ai membri della famiglia che lo ospitava, ai quali leggeva il Vangelo o la vita dei Santi e raccontava le belle storie che aveva imparato dall'abate Balley o da sua madre 35. Attirava tutti a sé colla sua bontà ed era a tutti di edificazione. Gerolamo Fayot, più giovane di lui di quindici anni, ricorderà ancora nella sua vecchiaia gli scappellotti molto discreti che riceveva da «suo cugino», quando non recitava devotamente le sue preghiere.  

In un angolo della stalla, vicino ad una finestra, si preparò una «camera» 36, destinata a Giovanni Maria Vianney ed a Luigi, il maggiore dei ragazzi di anni tredici. Non rimasero però molto insieme, perché, dopo tre notti, Luigi si presentava alla madre piagnucolando perché lo togliesse di là: «Il cugino passa il suo tempo a pregare ed io non posso dormire: non voglio più stare con lui». La madre Fayot fu costretta a preparare a suo figlio un secondo letto.  

Il nostro «disertore, suo malgrado» 37 voleva essere utile. D'inverno essendo sospeso il lavoro dei campi, per causa della neve che cade abbondante e rimane a lungo sui monti di Forez, riuscì a realizzare presso i Robins la sua idea, diventando maestro di scuola. Gli illetterati in quei luoghi erano numerosi e bisognava imparassero almeno a leggere la santa Messa. Questa scuola doveva essere abbastanza numerosa, perché ogni giorno coi figli della vedova Fayot si vedevano anche giovani e uomini che si recavano alla masseria per le lezioni di lettura, scrittura e catechismo 38. E nessuno ha mai pensato che la presenza di questo giovane, che aveva l'aspetto di contadino, potesse dare motivo di sospetti.  

Solo Guido il disertore, che rimaneva sempre nascosto nelle foreste di faggio, il sindaco e Claudina conoscevano il vero nome del forestiero. Questo riduceva certamente i pericoli, ma le precauzioni non sono mai troppe e Giovanni Maria attese ancora molto tempo prima di discendere al villaggio di Noes dove ogni mattina si celebrava la santa Messa. Ogni volta sentiva suonare le campane aveva pena per non potere recarsi alla chiesa, e finalmente, approfittando del fatto che il Curato Jacquet, antico confessore della fede, esiliato al tempo della rivoluzione 39, durante la settimana celebrava la Messa di buon mattino, un giorno osò arrischiarsi a discendere al villaggio in mezzo alle tenebre; entrò nella chiesa quasi deserta, si confessò e ricevette l'Eucaristia 40   

Era consuetudine in quel villaggio di montagna che durante la santa Messa della domenica si lasciasse sempre a casa qualcuno, il quale si sarebbe poi unito in spirito ai parenti ed amici più fortunati che assistevano al Santo Sacrificio. Per molto tempo la casa dei Robins, alla domenica, fu custodita da Giovanni Maria Vianney, che giudicò prudente non discendere di giorno a Noés: il tintinnio delle campane, così dolce all'orecchio in quei paesi di montagna, gli avrebbe detto a quale parte della Santa Messa fosse il Sacerdote.  

Il sentiero rude, seminato di ciottoli e di grosse pietre, che dalla dimora dei Robins conduce fino a Noés, consigliava alla madre Fayot di non condurre seco la bambina più giovane, di nome Claudina, che aveva solo tre anni, e di lasciarla, invece a questo giovane ventiquattrenne, che volentieri se ne occupava, come l'avrebbe fatto il migliore ed il più delicato dei fratelli. Si divertiva del suo cicaleccio e prendeva parte ai suoi giuochi innocenti, ma durante la S. Messa, e soprattutto al momento dell'Elevazione, si teneva molto raccolto, la faceva inginocchiare vicino a sé e tentava anche di istruirla. Un giorno la domestica, di ritorno dalla Santa Messa, disse ridendo alla bambina: «Claudina, abbraccia dunque tuo cugino, e ringrazialo per averti tenuto così bene ...». Si vide allora Giovanni Maria Vianney, animato da un sentimento di delicato pudore, respingere dolcemente le piccole braccia tese, e la madre sgridò la domestica, intimandole di tenersi in guardia da simili facezie.  

 Non pensiamo che Giovanni Maria Vianney fosse a Noés, in casa degli ospiti benevoli, senza preoccupazioni. Oh, come ricordava il suo vecchio maestro, i suoi libri di studio, i suoi sogni circa la vocazione sacerdotale! È ben vero che a poco a poco si era anche rassegnato alla dura prova, ma si domandava se finirebbe e quando ...; sempre più incerto, non osava concretizzare le sue speranze, ma si gettava ciecamente  nelle braccia della divina Provvidenza, suo unico rifugio, cercando le consolazioni della preghiera. Lo tormentava anche un altro segreto dispiacere. Che ne era dei suoi parenti di Dardilly?... Erano in pena, credendolo partito per la guerra, oppure, peggio ancora! il padre viveva forse sotto il peso di terribili minacce e la madre in angosce penose 41, per l'8 ricerche fatte dal capitano Blanchard? D’altra parte, anche a Noés si prevedeva il sorgere di nuovi dolori. La vedova Fayot, che era come una seconda madre per Giovanni Maria, trattato là come un figlio, andava perdendo la sua salute, per indebolimento del sangue, e Giovanni Maria, nel pio intento di aiutarla e per dimenticare le proprie pene, si dedicò ai lavori materiali con tutte le sue forze.  

Nella casa dei Robins non si distingueva più dai membri della famiglia; nonostante l'interessamento della vedova Fayot, che insisteva perché avesse cura della sua salute, si indebolì per la insufficiente nutrizione e contrasse un forte raffreddore seguito dalla febbre e da flusso di sangue, da cui si salvò per la sua costituzione robusta, più che per le cure che gli si poterono prestare. Da allora, pure senza commettere imprudenze, si preoccupò meno della possibile improvvisa comparsa dei gendarmi e si recò alla Messa ogni domenica, senza alcuna paura, fra la meraviglia di quei buoni cristiani che confessavano di non avere mai visto un giovane così buono 42.  

Vicino alla Chiesa sta il presbiterio di Noés, e più in basso, sulla riva di fronte al bosco della Madeleine, abitavano in una povera casa le due sorelle Dadolle. Dopo la santa Messa e le sue devozioni ogni giorno Giovanni Maria si compiaceva di fare una breve visita a quelle sante fanciulle, intrattenendosi con esse di religione 43.  

All'epoca in cui le nevi furono sciolte, ed i sentieri meno impraticabili, i gendarmi fecero di nuovo la loro comparsa nella regione, e non si limitavano più a visitare gli angoli della foresta, ma arrivavano improvvisamente ai Robins, sia di giorno che di  notte. Ma come ci fa sapere la tradizione, rimasta viva nella famiglia Fayot, ogni volta che i gendarmi vennero a Robins dalla Pacudière, da Saint-Haon-le-Chatel o da Renaison, nella stalla della vedova non trovarono mai il coscritto renitente, perché Giovanni Maria, quasi ne avesse un presentimento, si era rifugiato nella foresta 44.  

Ma un giorno poco mancò venisse preso. In un pomeriggio dell'estate 1810, mentre lavorava vicino alla masseria, comparvero sul sentiero, senza nessun cenno, alcuni gendarmi. Il disertore, avvertito da un segnale convenuto, dato forse dai figli della vedova Fayot, che con quelli del sindaco erano stati messi al corrente delle condizioni di Giovanni Maria, agile e nervoso corse alla stalla, si afferrò alla rastrelliera e passò nel suo nascondiglio sotto il mucchio di fieno, preparato per queste possibili incursioni, ed aspettando si raccomandò a Dio.  

I gendarmi lo avevano forse visto fuggire? È probabile, perché entrati in quel solaio, rapidamente compirono le più minuziose ricerche, tanto da fare tremare le persone presenti. Giovanni Maria tratteneva perfino il respiro e si sentiva soffocare sotto il mucchio di fieno in fermentazione, oppresso anche dal caldo 'eccessivo delle esalazioni della stalla e dai raggi del sole che si frangeva contro il tetto della cascina45. Mentre si trovava sotto il peso del fieno, dove sopportava il suo martirio, un gendarme lo ferì colla punta della sua spada, procurandogli vivo dolore, ma Giovanni Maria non si tradì 46. Più tardi, raccontando le sue memorie giovanili, confessò che mai in vita sua aveva patito simili sofferenze e che allora aveva promesso a Dio di mai più lamentarsi. «Ed ho mantenuto la mia promessa»47 - conchiudeva con semplicità. Ancora alcuni minuti avesse dovuto passare sotto quella stufa, sarebbe certamente morto asfissiato, ma grazie a Dio, i gendarmi ritennero sufficienti le loro ricerche e si recarono dal sindaco, dalla parte opposta del muro, per dissetarsi.  

Nella medesima epoca avvenne anche un'irruzione della gendarmeria, che diede occasione ad un piccolo fatto, rivelato ci dà un testimonio generalmente sospetto, ma che in quel giorno disse la verità. Verso il 1840 si condusse al villaggio di Ars una povera donna, che portava i segni di una vera possessione diabolica, con salti, balli e discorsi molto strani48. Si erano riuniti attorno ad essa dei curiosi ed ella incominciò a dirne la vita di tutti; e quando sopraggiunse il Curato, il demonio, che parlava per la bocca di questa donna, dichiarò che non aveva nulla a rimproverargli. Ma poi, riprendendosi, aggiunse: «Ah, un giorno hai preso un grappolo d'uva ...».  

- È vero, ma lasciai cinque centesimi nel muro, sotto il ceppo della vite per pagarlo.  

- Ma il proprietario non l'ebbe ...  

Difatti ci raccontò il Curato Vianney che un giorno, quando era obbligato a nascondersi, al tempo della coscrizione, trovandosi arso dalla febbre, aveva preso un grappolo d'uva 49  

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Canonico FRANCESCO TROCHU 

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