Zaccaria è il figlio primogenito d'un vecchio vandeano, egli ha combattuto da valoroso per la religione e per la patria. Ma i suoi han dovuto soccombere al numero preponderante dei nemici, ed eccoli condotti dai repubblicani ad essere fucilati sul prato del piccolo villaggio di Briacè, dove sorge una gran croce.
- Tu sei di questi luoghi, disse a Zaccaria uno di quei ceffi, additandogli il campanile che loro stava dinanzi.
- Sì, rispose il giovane. E guardando dalla parte destra vede la capanna che raccolse bambino, dove or lascia i suoi cari per sempre; una lagrima gli spunta sul ciglio, e un grido straziante gli esce dal labbro: Povero mio padre!
- Tu hai padre ancora?
- Sì, ed è vecchio, infelice! Ah la mia morte gli accorcerà la vita!
Il repubblicano al vedere nel giovane pietoso quella commozione, con un malizioso sorriso: Ebbene, soggiunse, se tu vuoi, vivrai tu e tuo padre ancora.
Zaccaria meravigliato gli volge uno sguardo quasi per interrogarlo.
- Sì, tu vivrai, se tu vorrai fare quello che ti si chiederà.
Il giovane che non aveva tremato mai fra l'orrore delle battaglie, gettò di nuovo uno sguardo verso la paterna casa, esclamando: A qual patto mi renderete voi a mio padre?
- Prendi quella scure ed abbatti la Croce.
Il giovane Vandeano in preda ad una agitazione febbrile si slancia verso il santo legno e grida: A me la scure!
I suoi compagni atterriti a quello spettacolo, urlano minacciosi con sorda voce: Traditore, vile, disertore!... E i rei bestemmiatori non possono nascondere la satanica gioia per quello insperato trionfo.
Ma il giovane valoroso, ritto a piè della Croce, conforto dei suoi teneri anni, brandendo la scure: Questa Croce, grida, custodisce i nostri campi, benedice ai nostri focolari; a piè di questa Croce ho pregato, ho pianto ... Guai a chiunque minaccerà la mia Croce!
A tale atto, a tali parole i repubblicani pieni di rabbia si scagliano contro di lui, ed egli coll'impeto di furioso leone vibra la scure, e d'un colpo getta a terra lo sciagurato che gli aveva proposto di abbatter la Croce, e nel vigore del suo braccio percuote ed atterra altri sacrileghi: il suo cuore è ardente; son gli occhi una fiamma; egli pugna da prode perché pugna per l'onore del suo Dio.
Ma i suoi, nemici che han ceduto dapprima, sbigottiti a quell'improvviso furore, tornano all'assalto contro quell'unico nemico; ed egli allora, vedendo che gli è forza soccombere, si stringe alla Croce. Già puntate ha le baionette al petto, eppur non lo trafiggono, perché più che anelanti del suo sangue, bramano ch’ei rinneghi il suo Dio.
- Abbatti la Croce, gridano, o sei morto.
- Sorga la Croce, la Croce è la vita!
- Abbatti la Croce, o muori, urlano furibondi; e il trafiggono.
- O Santa Croce, ch'io spirando t'abbracci: tu sarai l'ornamento della mia tomba.
Il sangue del giovine martire imporporò l'albero della vita; ei cadde esangue fisso sempre lo sguardo amorosamente alla Croce.
E quivi egli ebbe tomba, e sovra il sasso fu scritto: Qui riposa Zaccaria, l'Eroe della Croce.
DON ANTONIO ZACCARIA
Nessun commento:
Posta un commento