Nel Volume 21 - Marzo 10, 1927, Gesù spiega come Iddio nella Creazione dava i diritti di possedere il Regno della Divina Volontà.
Stavo secondo il mio solito seguendo gli atti del Volere Supremo nella Creazione e, giunta a quel punto quando Iddio metteva fuori la Creazione dell’uomo, mi univo coi primi atti perfetti che fece Adamo quando fu creato, per incominciare insieme con lui e per seguire dove finì d’amarlo, d’adorarlo, quando peccò, con quella perfezione con cui aveva incominciato in quella unità del Fiat Supremo. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Ma abbiamo diritto noi a questo Regno del Voler Divino?” Ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, tu devi sapere che Adamo prima di peccare faceva i suoi atti nel Fiat Divino; ciò significa che la Trinità ne aveva dato il possesso di questo Regno, perché per poter possedere un regno ci vuole chi lo forma, chi lo dona e chi lo riceve. La Divinità lo formò e lo donò, l’uomo lo ricevette. Sicché Adamo nella sua prima epoca della Creazione possedeva questo Regno ed il Fiat Supremo, e siccome lui era il capo di tutta l’umana generazione, tutte le creature ricevevano il diritto di questo possesso. E sebbene Adamo col sottrarsi dalla nostra Volontà perdette il possesso di questo Regno - perché col fare la sua si mise come in stato di guerra con l’Eterno Fiat, e poveretto, non avendo forza sufficiente per combattere né esercito ben fornito per poter guerreggiare con un Volere sì santo che teneva forza invincibile ed esercito formidabile, restò vinto e perdette il Regno da Noi dato, molto più che la forza che possedeva prima era la nostra, dandole anche il nostro esercito a sua disposizione, come peccò la forza se ne venne alla nostra sorgente e l’esercito si ritirò da lui mettendosi a nostra disposizione -, tutto ciò non tolse i diritti ai suoi discendenti di poter riconquistare il Regno della mia Volontà. Successe come ad un re che per guerra perde il suo regno: non ci può essere tutta la probabilità che uno dei suoi figli con un’altra guerra può rivincere il regno di suo padre, che già era suo? Molto più che venni Io sulla terra, il Divin Vincitore, per rifare le perdite dell’uomo, e [molto più] che trovando chi volesse ricevere questo Regno gli restituivo la forza, mettendole di nuovo il mio esercito a sua disposizione per mantenere l’ordine, il decoro, la gloria di esso. E qual è questo esercito? È tutta la Creazione in cui in ciascuna cosa creata sta bilocata la Vita della mia Volontà più che esercito meraviglioso e formidabile, per mantenere la vita di questo Regno. Allora l’uomo perderebbe la speranza di possedere di nuovo questo Regno se vedesse scomparire tutto l’esercito invincibile della Creazione. Allora si potrebbe dire: ‘Iddio ha ritirato la sua Volontà dalla faccia della terra, che la vivificava, l’abbelliva, l’arricchiva. Il Regno non c’è più speranza che può essere in nostro possesso’. Ma fino a tanto che questa [Creazione] esiste, sono effetti dei tempi per trovare coloro che lo vogliono ricevere. E poi se non c’era da sperare il possesso di questo Regno del Fiat Divino, non era necessario che Dio ti manifestasse tante sue conoscenze che lo riguardano, né il suo Volere che vuole regnare, né il suo dolore perché non regna. Quando una cosa non si può effettuare è inutile parlarne, quindi non avrei avuto nessun interesse di dire tante cose che riguardano la mia Volontà Divina. Sicché il solo parlarne è segno che voglio che ritorni il suo possesso”.
dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
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