LO SGUARDO DI GESU'
Gesù ci sta guardando dal tabernacolo, ma molta gente ha paura di avvicinarsi a lui. Forse molti lo vedono come il Signore della giustizia e non come il Signore della misericordia. Forse hanno paura dei suoi rimproveri per i peccati della loro vita passata, per il tempo in cui sono stati lontani dalla pratica religiosa o, semplicemente, perché non vogliono complicarsi la vita e hanno paura delle sue richieste. Perciò, quando alcuni di loro vanno in chiesa, cercano di mettersi negli ultimi banchi, preferiscono mantenere le distanze, non si sa mai... Forse vogliono essere buoni, ma senza complicazioni. Non sono disposti a lasciarsi prendere da Dio né dai suoi comandamenti. Vogliono vivere «la loro vita» e così vivono nell’indifferenza, senza sentirsi interpellati quando Lui li chiama.
È quello che accadde al giovane ricco del Vangelo (Mc 10, 17-27). Era buono, ma non voleva essere santo. Allora Gesù «fissatolo lo amò» e gli disse: «Una sola cosa ti manca, va, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi» ma «egli rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni».
Gesù fissò anche Giuda nell’orto degli Ulivi e gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo» (Lc. 22, 48). Giuda persistette nella sua ostinazione e non si pentì. Invece, completamente diversa fu la risposta di Pietro. Gesù lo fissò (Lc 22, 61) e Pietro uscendo pianse amaramente. Gesù lo perdonò come perdonò il buon ladrone o chiunque di noi si avvicini a lui con fede e umiltà per chiedergli perdono. Ebbene, Gesù ti sta guardando dal tabernacolo. Resterai insensibile alla sua chiamata d’amore?
Tony de Mello ci racconta nel suo libro «Il canto dell’uccello»: «Io conversavo spesso col Signore, lo ringraziavo e cantavo le sue lodi. Ma ogni volta avevo la scomoda sensazione che Egli volesse che lo guardassi negli occhi. Io gli parlavo, ma sviavo il mio guardo quando sentivo che Egli mi stava fissando. Non so perché avevo paura di incontrare il suo sguardo. Forse pensavo che mi avrebbe rimproverato per qualche peccato del quale non mi ero pentito o che mi chiedesse qualcosa. Alla fine un giorno ebbi abbastanza coraggio e lo fissai. Non c’era alcun rimprovero nel suo sguardo e nemmeno richieste. I suoi occhi mi dicevano semplicemente con un sorriso: Ti amo. Rimasi a fissarlo per molto tempo e continuò con lo stesso messaggio: Ti amo... Fu tale la mia gioia che, come Pietro, uscii e piansi».
Avvicinati oggi stesso al tabernacolo, guarda i suoi occhi, vedrai il suo amorevole sguardo, proprio perché, come direbbe Giovanni Paolo II, l’Eucaristia è una presenza piena di amore. Aprigli il tuo cuore e lascialo scaldare al sole di Gesù, mettiti sotto le sue ali divine, lasciati amare da lui e sentirai come ti avvolge la sua luce, la sua pace e la sua gioia. Gesù ti guarda in questo preciso istante come se non avesse nessun altro da guardare. Ricordalo bene, Gesù ti guarda sempre dal tabernacolo. E così ha già trascorso venti secoli distribuendo sguardi di tenerezza e ancora non si è stancato.
Forse hai paura di guardare Gesù nel momento dell’elevazione dell’Ostia e del Calice? Perché? Guardalo, adoralo e digli con tutto il cuore: «Mio Signore e mio Dio» oppure «Gesù, ti amo». Troverai nel suo sguardo molto amore e una grande pace.
Una religiosa contemplativa mi scrisse: «Molti anni fa vidi gli occhi di Gesù. Li vidi nel fondo dell’anima mia. Era uno sguardo pieno di amore, dolce, caldo, molto eloquente perché mi mostrava il suo immenso e infinito Cuore. Vidi gli occhi del mio Amato e fu tale l’impressione che sentii che non li avrei più dimenticati. Quello sguardo rimase impresso nella mia anima, non potrà essere cancellato, spero di riconoscerlo nella tanto anelata patria. Quando questo sguardo mi avvolge nuovamente, mi riempio di una gioia immensa. È qualcosa di tanto sublime che non può essere spiegato a parole».
Un’altra religiosa già anziana mi raccontava quello che le era successo quando era giovane. Era postulante e decise di tornare a casa. Ma alla vigilia della sua uscita dal monastero ebbe questo sogno: «Sognai che raccoglievo le mie cose per il viaggio, che mi vestivo da secolare e che camminavo per il chiostro per salutare la Comunità. Vidi allora la madre priora che camminava davanti a me in compagnia di un uomo. Avvicinandomi a loro, l’uomo si voltò e mi guardò. Era uno sguardo così dolce e affettuoso... così amorevole ed espressivo che non lo dimenticherò mai. Ogni volta che ricordo quelli occhi divini di Gesù mi metto a piangere dalla commozione. Gesù non disse nulla, ma io capii tutto. Era come se mi dicesse “mi lasci?” “non mi ami più?” “Dov’è l’amore che mi avevi promesso?” Ed eccomi qui fino alla morte».
Quale meraviglia poter scoprire nello sguardo di Gesù tutto il suo amore per noi. E, in particolare, scoprire il suo amore nella celebrazione eucaristica di ogni giorno. Una religiosa molto ammalata mi raccontava: «Un giorno ero a Messa e nel momento della consacrazione sentii un gran raccoglimento e come in un lampo vidi Gesù, immerso nella luce più abbagliante del sole e rimasi ammutolita senza poter articolare parola alcuna. Solo lo amavo e sentivo il suo amore. Non so come spiegarlo, fu come un lampo e durò pochissimo. Ma quello sguardo e quel sorriso suo sono rimasti impressi dentro di me, come se mi fossi fusa totalmente in lui».
Perciò, ripeto, non devi aver paura. Avvicinati a Gesù, guardalo negli occhi, non aver paura del suo sguardo. Se ti senti perso o confuso, Egli è il tuo cammino. Se sei ignorante, Egli è la verità. Se sei morto dentro, Egli è la vita. Egli ti illuminerà perché è la luce della vita. Nel tabernacolo troverai il Paradiso perduto che cerchi. Entra nell’affascinante mondo di Gesù Eucaristia, troverai l’amore infinito del tuo Dio. Cercalo nel silenzio, perché Egli è amico del silenzio. Se sei da solo con lui, parlagli con il cuore, con fiducia. Digli molte volte: “Gesù ti amo, confido in te”.
La Chiesa chiama l’Eucaristia sacramento mirabile, proprio perché è degno d’ogni ammirazione. Ammira dunque Gesù, rimani estasiato contemplandolo, soprattutto nella Messa al momento della consacrazione e durante l’esposizione del Santissimo. Che la tua adorazione consista nel guardarlo e nel lasciarti guardare, nell’amarlo e nel lasciarti amare. Fai la prova e ti assicuro che non te ne pentirai. «I suoi occhi, sono come colombe sui bordi delle acque» (Ct 5, 12). E tu puoi dire: «Così sono ai suoi occhi come colei che ha trovato pace» (Ct 8, 10). Non temere dunque, lo sguardo di Gesù è AMORE e la tenerezza di Dio si irradia dalle sue pupille.
Angel Peña
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