martedì 18 ottobre 2022

FUGGITA DA SATANA

 


MICHELA

La mia lotta per scappare dall'Inferno


La tentazione del suicidio

Nonostante tutte le preghiere e gli esorcismi che mi faceva padre Raffaele, talvolta ero davvero disperata e dicevo che se la setta mi avesse uccisa non avrei sofferto così tanto. Ricordarmi le cose che avevo combinato nella setta rappresentava per me un dolore così grande che umanamente pensavo di non riuscire a reggerlo. Non nascondo che più di una volta ho pensato al suicidio, per lo sconforto e la paura che mi attanagliavano.

Chiara cercava di spiegarmi il significato della sofferenza come strada verso la risurrezione. Ma in quel momento la risurrezione io non la vedevo e dovevo soltanto fidarmi. Comunque andavo avanti, con l'aiuto di Dio e di tutti quegli amici. Oggi so che, se sono viva e posso raccontare la mia storia, è perché le tre colonne portanti di quegli anni sono state la volontà, l'obbedienza e l'umiltà.

Con l'orgoglio so che ci dovrò lottare per tutta la vita, perché questa è la mia radice di peccato. Nel momento in cui metto in dubbio che Gesù mi abbia perdonato e salvato, mi prende il panico e mi dico che non ce la farò mai. Quando entro in quel meccanismo è veramente pericoloso, perché incomincio a delirare e perdo il controllo dei miei sentimenti. Anche riguardo a Chiara ho dovuto lavorare per costruirmi un rapporto sano, senza cedere al pensiero di sentirmi abbandonata appena non mi telefona per due giorni, oppure quando non condivide il mio parere su qualche iniziativa da attuare. Ormai mi sono resa conto che tutte le volte in cui comincio a giudicare Chiara, a dire che non mi ha capito, è quando casco nelle trappole del "divisore" e gli apro qualche porta.

È una tentazione che certamente fa parte delle vessazioni sataniche cui tuttora sono talvolta sottoposta. A me piace una definizione che da Marija Pavlovic, la veggente di Medjugorje: «Ricordati che il demonio è uno stupidotto e in alcune cose è anche limitato: può agire con te perché conosce i tuoi punti deboli, e quindi ti va a colpire sempre lì». Lui sa che la disunità con Chiara mi porterebbe alla morte dell'anima, e allora cerca di attaccarmi. Perciò, conoscendo i miei limiti, so anche quale aiuto debbo chiedere.

Una volta, a notte fonda, ho cominciato a sentire un attacco di quell' "angelo di luce" che voleva convincermi, di alcuni errori commessi da Chiara nei miei confronti. Allora, alle 3.42, le ho inviato un messaggino con il cellulare, dicendole:

«Ho tutte le ossa che si stanno spezzando a una a una. Ti voglio dire che ti voglio tanto bene e che voglio obbedire soltanto a te». Appena ho premuto il tasto di invio, si è spenta ogni tentazione. Nei primi tempi provavo una grande difficoltà, perché non ero più capace di ragionare con la mia testa e avevo sempre bisogno di una persona che mi dicesse che cosa fare. Quando Chiara mi ha detto per la prima volta: «Tu hai un cervello capace di intendere e di volere. Le decisioni devi prenderle tu, rendendoti conto di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato» ho vissuto una specie di tradimento da parte sua. Ero abituata a vivere un rapporto simbiotico con la Dottoressa, e avrei voluto perpetuarlo anche dentro Nuovi Orizzonti. Qui con l'aiuto di Chiara e degli altri responsabili della comunità alla fine sono riuscita a superare il problema e ho imparato a prendermi in prima persona la responsabilità delle mie decisioni pur impegnandomi ad apprendere l'arte del discernimento e cercando di confrontare sempre con i miei responsabili le mie decisioni più delicate.

Un altro grosso macigno è stato il rispettare la promessa di castità. Dopo tutto quello che avevo vissuto nella setta - ma anche in precedenza - dire che ero sesso dipendente sembrava soltanto un eufemismo. Ero sicura che non ce l'avrei mai fatta. E invece proprio nel rispetto di quella promessa di castità ho conquistato la mia salvezza, perché il mio fisico si è potuto purificare e ha potuto guarire da una dipendenza peggiore di quella dalla cocaina. Pian piano, scoprendo il significato del vero amore, arrivai a rendermi conto che quel sesso sfrenato mi aveva condotto alla solitudine e alla disperazione, mentre la castità mi ha portato alla gioia e alla pace con me stessa, sia a livello spirituale, sia a livello psicologico.


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