venerdì 18 novembre 2022

Padri del deserto

 


Vita n. 2

La vita di Antonio

di Atanasio, vescovo di Alessandria


37. E anche questo sia un segno per voi: ogni volta che l'anima rimane impaurita, c'è la presenza dei nemici. I demoni, infatti, non tolgono il timore della loro presenza, come fece il grande arcangelo Gabriele per Maria e Zaccaria, e come fece colui che apparve alle donne al sepolcro; anzi, ogni volta che vedono gli uomini impauriti, aumentano le loro illusioni affinché gli uomini siano terrorizzati ancora di più; e infine, attaccandoli, li deridono, dicendo: "Cadete e adorate". 
Così ingannarono i Greci e così furono considerati da loro degli dei, falsamente chiamati così. Ma il Signore non ha permesso che fossimo ingannati dal diavolo, perché lo ha rimproverato ogni volta che gli ha fatto tali illusioni, dicendo:  "Vattene, Satana, perché sta scritto: "Adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo servirai"". Sempre di più, dunque, l'ingannatore sia disprezzato da noi; perché ciò che il Signore ha detto, lo ha fatto per noi, affinché i demoni che sentono da noi parole simili siano messi in fuga dal Signore che li ha rimproverati con quelle parole.

38. E non è il caso di vantarsi per la cacciata dei demoni, né di esaltarsi per la guarigione delle malattie; né è il caso che colui che scaccia i demoni sia da solo molto stimato, mentre colui che non li scaccia sia considerato nullo. Ma che l'uomo impari la disciplina di ciascuno e la imiti, la rivaluti o la corregga. Infatti, l'opera dei segni non è nostra, ma del Salvatore, che disse ai suoi discepoli: "Non rallegratevi perché i demoni vi sono soggetti, ma perché i vostri nomi sono scritti nei cieli [18]". Infatti, il fatto che i nostri nomi siano scritti nei cieli è una prova della nostra vita virtuosa, ma scacciare i demoni è un favore del Salvatore che lo ha concesso. Perciò a coloro che si vantavano di segni ma non di virtù e dicevano: "Signore, nel tuo nome non abbiamo forse scacciato i demoni e nel tuo nome abbiamo compiuto molte opere potenti [19]?". Egli rispose: "In verità vi dico che non vi conosco", perché il Signore non conosce le vie degli empi. Ma dobbiamo sempre pregare, come ho detto sopra, per ricevere il dono di discernere gli spiriti; affinché, come è scritto [20], non crediamo a ogni spirito.

39. Avrei voluto non parlare oltre e non dire nulla per mio impulso, soddisfatto di ciò che ho detto; ma perché non pensiate che io parli a caso e crediate che dettagli queste cose senza esperienza o verità; per questo anche se dovessi diventare come uno stolto, tuttavia il Signore che ascolta conosce la chiarezza della mia scienza dei trucchi, e che non è per il mio interesse, ma per il vostro affetto verso di me e su vostra richiesta che racconto di nuovo ciò che ho visto delle pratiche degli spiriti maligni. Quante volte mi hanno chiamato beato e io li ho maledetti nel nome del Signore! Quante volte hanno predetto l'innalzamento del fiume e io ho risposto loro: "Che cosa avete a che fare con esso?". Una volta vennero minacciosi e mi circondarono come soldati in armatura. Un'altra volta hanno riempito la casa di cavalli, di bestie selvatiche e di esseri striscianti, e io ho cantato: "Alcuni con carri e altri con cavalli, ma noi ci vanteremo nel nome del Signore nostro Dio [1]"; e alle preghiere furono messi in fuga dal Signore. Una volta vennero nelle tenebre, con l'aspetto di una luce, e dissero: "Siamo venuti a darti una luce, Antonio".  Ma io chiusi gli occhi e pregai, e subito la luce dei malvagi si spense. E qualche mese dopo vennero come se cantassero salmi e balbettassero le parole della Scrittura: "Ma io, come un sordo, non ho sentito [2]". Una volta scossero la cella [3] con un terremoto, ma io continuai a pregare con il cuore sereno. E dopo questo sono venuti di nuovo facendo rumore, fischiando e ballando. Ma mentre pregavo e mi mettevo a cantare salmi, cominciarono subito a lamentarsi e a piangere, come se le forze fossero venute meno. Ma io davo gloria al Signore che aveva abbattuto e reso esemplare la loro audacia e la loro follia.

di Girolamo  [c.341 - 420. Biblista e Dottore della Chiesa].


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