venerdì 5 luglio 2024

E dopo la grande guerra, il Trionfo e la Pace IL GIORNO DELLA VITTORIA

 


Al termine della grande guerra, dopo la risurrezione universale dei morti e il Giudizio finale, si celebrerà per sempre “il Giorno della Vittoria”, del pieno trionfo della Divina Volontà con il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, “la Donna vestita di Sole” e, con Lei, di tutti i suoi figli, vestiti anch’essi di Sole.  

Si farà allora LA GRAN PARATA DELLA VITTORIA, inimmaginabile, meravigliosa, che tuttavia ‒avendo visto quelle grandiose parate militari degli eserciti della Terra, che sono meno di un’ombra‒ immagino in qualche modo così: 


Essa si svolgerà alla presenza di Dio, Uno e Trino, infinitamente grande, seduto sul suo trono, la Divina Volontà, nella sua tribuna d’onore: 
 
“Ed ecco, c’era un Trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il Trono. Attorno al Trono, poi, c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal Trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al Trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. Davanti al Trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al Trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d’occhi davanti e di dietro” (Apoc. 4,2-6) 
“Vidi poi un grande Trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita” (Apoc. 20,11-12) 
 
Ed incomincia la sfilata trionfale della Vita. Apre il corteo Gesù Cristo, vero Dio (che siede “alla destra” del Padre) e vero Uomo, a capo di tutte le creature, che ai rintocchi solenni dell’orologio che segna la fine della storia, si fa il segno della Croce, perché ci ha redenti con il suo Sangue, e inizia: 
 
“Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; Colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace": Egli giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio.  Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro” (Apoc. 19,11-14), vestiti di Luce. 
 
Accanto a Lui, “il Re dei re e Signore dei signori”, la Regina, la sua e nostra Madre, perché Lui non si spiega senza di Lei, né Lei senza di Lui: sono un solo Cuore e una sola Vita.  
 
“Figlie di re stanno tra le tue predilette; alla tua destra la Regina in ori di Ofir…” (Salmo 44,10) 
“Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, Uno, simile ad un Figlio di uomo; giunse fino al Vegliardo e fu presentato a Lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto” (Daniele 7,13-14) 
 
Arriva davanti al Trono e “siede alla destra del Padre”, ma più avanti, ad un certo punto della parata ricomparirà di nuovo come Re glorioso, Lui, il Primo e l’Ultimo, “l’Alfa e l’Omega, Colui che era, che è e che viene, l’Onnipotente”   (Apoc. 1,8). 
 
“Questo Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che  Egli aveva promesso, lo ha effuso... Davide infatti non salì al cielo; tuttavia           egli dice: “Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché Io ponga      i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi” (Atti 2,32-35). “Egli dev’esser accolto  in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose” (Atti 3,21).  
“Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della Maestà nell'alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato” (Ebrei 1,3-4) 
 
Quindi arrivano gli Angeli nelle loro nove schiere o cori, capitanati dai sette Arcangeli, dei quali la Bibbia nomina tre: Michele (che è il capo), Raffaele e Gabriele (Tobia 12,15). 
 
“Figlia mia, vuoi tu sapere perché sono angeli? Perché si sono conservati belli e puri come uscirono dalle mie mani, perché si sono sempre mantenuti in quell’atto primo in cui furono creati; quindi, stando in quell’atto primo della loro esistenza, stanno in quell’Atto solo della mia Volontà, che non conoscendo successione di atti non si muta, né cresce, né decresce, e contiene in sé tutti        i beni possibili ed immaginabili. E gli angeli, conservandosi in quell’Atto solo della mia Volontà in cui li [feci] uscire alla luce, si mantengono immutabili, belli e puri. Nulla hanno perduto della loro primaria esistenza e tutta la loro felicità è il mantenersi volontariamente in quell’Atto solo della mia Volontà. Tutto trovano nel circuito del mio Volere; né vogliono, per rendersi felici, se non ciò che la mia Volontà loro somministra.  
Ma sai tu perché ci sono diversi cori di angeli, l’uno superiore all’altro? Ci sono quelli più vicini al mio Trono, sai perché? Perché la mia Volontà a chi si è manifestata [per] un atto solo della mia Volontà, a chi per due, a chi per tre, a chi per [quattro], ed in ogni cosa in più dell’atto che la mia Volontà manifestava, si rendevano superiori agli altri e più capaci e più degni di stare vicini al mio Trono. Sicché quanto più la mia Volontà [in essi] si manifesta ed in Essa si conservano, tanto più restano innalzati, abbelliti, felicitati e superiori agli altri. Vedi dunque che il tutto sta nella mia Volontà, e dal sapersi conservare, senza mai uscirne, in quella stessa Volontà da cui sono usciti, e dal conoscere il più o il meno della mia Suprema Volontà vengono costituiti i diversi cori degli angeli, le loro distinte bellezze, i diversi uffici, la gerarchia celeste” (Gesù a Luisa Piccarreta, Vol. 17°, 30.10.1924). 
 
Gli Angeli furono i primi creati da Dio, gli uomini gli ultimi; quindi dopo i cori angelici arrivano i beati comprensori o glorificati, gli uomini secondo gli uffici e missioni avuti e secondo i successivi tempi della storia. E in primo luogo sfilano i patriarchi dell’Antico Testamento, con a capo Adamo, e poi Noè, Abramo, ecc. Seguono tutti i profeti, secondo le rispettive schiere, comandati da Mosè ed Elia, fino a San Giovanni Battista, il Precursore che chiude l’Antico Testamento. Arrivano poi gli Apostoli, gli Evangelisti, i discepoli di tutti i tempi, i Padri della Chiesa e i sacerdoti santi, i martiri di tutti i secoli, i confessori della Fede, tutti i consacrati, i cori delle vergini, insomma, tutti i salvati, ecc.   
 
“E siccome la cosa è grande, è stabilire il mio regno nell’anima anche in terra, ho fatto come un re quando deve prendere possesso di un regno: lui non va per primo, ma prima si fa preparare la reggia, poi manda i suoi soldati a preparare il regno e disporre i popoli alla sua sudditanza, onde seguono le guardie d’onore, i ministri e l’ultimo è il re; ciò è decoroso per un re. Così ho fatto Io. Ho fatto preparare la mia reggia, qual è la Chiesa; i soldati sono stati i santi, per farmi conoscere dai popoli; poi hanno proceduto i santi che hanno seminato miracoli, come più intimi ministri; ora come re vengo Io per regnare. Quindi dovevo scegliere un’anima dove fare la mia prima dimora e fondare questo regno della mia Volontà” (Gesù a Luisa Piccarreta, Vol. 13°, 3-12-1921). 
 
E alla fine ecco di nuovo il Re dei re, Cristo Gesù, accompagnato dai suoi bambini:  
 
“La [piccola] figlia del Re è tutta splendore, gemme e tessuto d'oro è il suo vestito. È presentata al Re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a Te sono condotte; guidate in gioia ed esultanza entrano insieme nel palazzo del Re. Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai re di tutta la terra.” (Salmo 44,    14-17) 
 
Così immagino la grandiosa, meravigliosa “parata della Vittoria”… Provo i brividi di commozione, immaginando la gioia, l’entusiasmo, la fierezza con cui passeranno questi reparti, schiere interminabili di Santi di tutte le classi, sorridenti, bellissimi e ben pettinati, tutti nella pienezza dell’età, come di 33 anni, vestiti di Luce, ognuno con i propri distintivi, mostrando sul petto le medaglie e le croci guadagnate, e con le proprie armi sante con cui hanno combattuto e hanno vinto, con lo sguardo fisso in Dio e il loro santo orgoglio di essere di Dio e con Dio suoi figli per sempre… 
 
“Il vincitore lo farò sedere presso di Me, sul mio trono, come Io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono” (Apoc. 3,21)  
 
“Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi    saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, Io faccio nuove tutte le cose”  (Apoc. 21,3-5) 
 
La Speranza ci consente di prendere in mano fin d’adesso il futuro, 
di assaporarlo fin da questa vita, gettando con il desiderio il cuore  
al di là del muro che ci separa dalla nostra Patria e perseverando  
con ardore nel nostro combattimento, sicuri della Vittoria: 
“Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate fiducia; Io ho vinto il mondo!” 
ci dice il Signore (Gv 16,33). 
 

Pablo Martín Sanguiao

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