Il papa Giovanni Paolo II, nella sua Lettera Apostolica sul Rosario, ha dovuto purtroppo lamentare dolorosamente che un tempo la preghiera del Rosario «era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione», mentre oggi sembra pressoché sparita nella maggior parte delle famiglie anche cristiane, dove appare evidente che al posto della scuola del Rosario è presente la scuola del Televisore, maestro, per lo più, di vita mondana e carnale! Per questo il Papa è sollecito nel ribattere e richiamare dicendo con chiarezza e vigore: «Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera».
Ma anche per i singoli cristiani, in ogni stato o condizione di vita, il Rosario è stato sorgente di vita cristiana coerente e luminosa, da san Domenico fino ai nostri giorni. Il beato Nunzio Sulprizio, ad esempio, giovane operaio, ebbe soltanto dal Rosario la forza di lavorare sotto i maltrattamenti crudeli da parte del suo padrone. Sant'Alfonso de' Liguori andava a dorso di mulo a fare la visita canonica alle singole parrocchie attraversando campagne e valli per sentieri disagiati: il Rosario era la sua compagnia e la sua forza.
Non fu forse il Rosario che sostenne san Teofano Venard nella gabbia in cui venne imprigionato e torturato prima del martirio? E fratel Carlo de Foucauld, romito nel deserto, non volle forse la Madonna del Rosario quale Patrona del suo romitorio? Bellissimo è anche l'esempio di san Felice da Cantalice, l'umile fratello religioso cappuccino, il quale per circa quarant'anni fece il questuante per le vie di Roma camminando sempre così: «Occhi in terra, corona in mano, mente in cielo». E chi sostenne san Pio da Pietrelcina nelle sofferenze indicibili delle cinque stimmate sanguinanti e nelle fatiche apostoliche senza misura, se non la corona del Rosario da lui sgranata di continuo?
È proprio vero che la preghiera del Rosario alimenta e sostenta la vita cristiana a tutti i livelli di crescita spirituale: dagli sforzi iniziali dei principianti alle ascese più sublimi dei mistici, alle immolazioni anche cruente dei martiri.
Padre Stefano Manelli
Nessun commento:
Posta un commento