Spunti di Riflessione
seguendo la Sacra Scrittura
e gli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
Vol. 12 – Febbraio 10, 1919 =
[…] “Figlia mia, dimmi, vuoi vivere nel mio Volere? Vuoi accettare l’ufficio di secondo anello con la mia Umanità? Vuoi accettare tutto il mio Amore come tuo, il mio Volere come Vita, le mie stesse pene che la Divinità infliggeva alla mia Umanità, che erano tante che il mio amore sente un irresistibile bisogno di non solo farle conoscere, ma di farne parte per quanto a creature è possibile? E solo posso farne parte e farle conoscere a chi vive nel mio Volere tutto a spese del mio amore. Figlia mia, è mio solito chiedere il sì della creatura, per poi operare liberamente con lei”.
Gesù ha fatto silenzio come se aspettasse il mio Fiat, ed io son rimasta sorpresa ed ho detto: “Vita mia, Gesù, il tuo Volere è mio, Tu uniscilo insieme [al mio] e forma un solo Fiat, ed io dico: ‘Sì’ insieme con Te. E Ti prego che abbia pietà di me: la mia miseria è grande e solo perché Tu lo vuoi io dico: ‘Fiat, Fiat!’” Ma, oh, come mi sentivo annientata e polverizzata nell’abisso del mio nulla! Molto più che questo nulla era chiamato a far vita nel Tutto!
Onde il mio dolce Gesù ha unito i due voleri insieme ed ha impresso un Fiat, ed il mio sì è entrato nel Volere Divino; e pareva non un sì umano, ma divino, perché era stato pronunciato nel Volere di Gesù. E questo sì nel Voler Divino si moltiplicava in tanti, per quanti rifiuti facevano le creature al mio dolce Gesù; questo sì faceva le più solenni riparazioni, abbracciava tutti, come se volesse portare tutti a Gesù, sostituendosi per tutti; era un sì che teneva il suggello ed il potere del Voler Divino, non pronunziato né per timore né per interesse di santità personale, ma solo per vivere nel Volere di Gesù e correre a bene di tutti e portare a Gesù gloria, amore, riparazioni divine.
Il mio amabile Gesù pareva tanto contento del mio sì, che mi ha detto: “Ora voglio fregiarti e vestirti come Me, affinché insieme con Me venga innanzi alla Maestà dell’Eterno a ripetere il mio stesso ufficio”.
Onde Gesù mi ha vestita e come immedesimata con la sua Umanità, ed insieme ci siamo trovati innanzi alla Maestà Suprema. Io non so dire: questa Maestà era una Luce inaccessibile, immensa, variata, di bellezza incomprensibile, da cui tutto dipendeva. Io ne son rimasta sperduta e la stessa Umanità del mio Gesù rimaneva piccola; il solo entrare nell’aria di questa Luce felicitava, abbelliva, ma non so andare avanti nel dire.
Ed il mio dolce Gesù dice: “Adora insieme con Me nell’immensità della mia Volontà la Potenza Increata, affinché non solo Io, ma anche un’altra creatura adori in modo divino, a nome di tutti i suoi fratelli delle generazioni di tutti i secoli, Colui che tutto ha creato e da Cui tutte le cose dipendono”.
Come era bello adorare insieme con Gesù! [Queste adorazioni] si moltiplicavano per tutti, si mettevano innanzi al Trono dell’Eterno come a difesa per chi non avrebbe riconosciuto l’Eterna Maestà, anzi insultata, e correvano a bene di tutti per farla conoscere. Abbiamo fatto altri atti insieme con Gesù, ma io sento che non so andare avanti, la mia mente oscilla e non sa prestarmi bene i vocaboli, perciò non vado avanti; se Gesù vorrà ritornerò su questo punto. Onde il mio dolce Gesù mi ha ricondotta in me stessa, ma la mia mente è restata legata come ad un punto eterno, [da] cui non poteva spostarsi. Gesù! Gesù, aiutami a corrispondere alle tue grazie, aiuta la tua piccola figlia, aiuta la piccola favilla!
[…] Continuavo il mio giro in tutto ciò che fece Nostro Signore sulla terra, e mi son fermata nell’atto della Resurrezione; che trionfo, che gloria! Il Cielo si riversò sulla terra per essere spettatore d’una gloria sì grande! Ed il mio amato Gesù ha ripreso il suo dire:
“Figlia mia, nella mia Resurrezione veniva costituito il diritto di risorgere in Me a novella vita [per] tutte le creature; era la conferma, il suggello di tutta la mia vita, delle mie opere, delle mie parole, e che se venni in terra fu per darmi a tutti ed a ciascuno come vita che a loro apparteneva. La mia Resurrezione era il trionfo di tutti e la nuova conquista che tutti facevano di Colui ch’era morto per tutti per dar loro vita e farli risorgere nella mia stessa Resurrezione.
Ma vuoi sapere dove consiste la vera resurrezione della creatura, ma non nella fine dei giorni, ma mentre vive ancora sulla terra? Chi vive nella mia Volontà, essa risorge alla luce e può dire: ‘La mia notte è finita’; risorge nell’amore del suo Creatore, in modo che non esiste per lei più il freddo, le nevi, ma sente il sorriso della primavera celeste; risorge alla santità, la quale mette a precipitosa fuga le debolezze, le miserie, le passioni; risorge a tutto ciò ch’è Cielo, e se guarda la terra, il cielo, il sole, la guarda per trovare le opere del suo Creatore, per avere occasione di narrargli la sua gloria e la sua lunga storia d’amore.
Perciò chi vive nel mio Volere può dire come disse l’Angelo alle pie donne quando andarono al sepolcro: ‘È risorto, non è più qui’; chi vive nel mio Volere può dire lo stesso: ‘La mia volontà non è più con me, è risorta nel Fiat’. E se le circostanze della vita, le occasioni, le pene, circondano la creatura come cercando la sua volontà, può rispondere: ‘La mia volontà è risorta, non l’ho più in mio potere, tengo in ricambio la Divina Volontà, e colla sua luce voglio investire tutto ciò che mi circonda: circostanze, pene, per formarne tante conquiste divine’.
Chi vive nel nostro Volere trova la vita negli atti del suo Gesù, e corre sempre in essa la nostra Volontà operante, conquistante e trionfante, e Ci dà tale gloria che il Cielo non può contenere. Quindi vivi sempre nel nostro Volere, non uscirne giammai, se vuoi essere il nostro trionfo e la nostra gloria”.
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