domenica 25 maggio 2025

Il buon samaritano delle vittime del demonio

 


Incidente di percorso con Giselle 


Il 17 di dicembre del 2007, dopo un cammino settimanale di preghiere di liberazione durato 3-4 mesi Giselle mi telefona che non ha più intenzione di continuare. La telefonata è maturata in questo modo.

Da tempo notavo che la madre di Giselle teneva un atteggiamento protettivo verso la figlia posseduta durante le preghiere di liberazione, mentre il demonio faceva sparire psicologicamente sua figlia e rimaneva solo lui in scena.

Giselle non ricorda nulla di quello che avviene durante la presenza e dialogo con il demonio. Non sa neppure di tutte le parolacce che il demonio dice con la sua bocca, con le quali aggredisce la madre ed offende il Signore e la Madonna. E con il prete sembra una tigre scatenata che voglia sbranarlo.

Non potendolo fare si vendica con sputi in abbondanza, come con sua madre, la quale accetta tutto con incredibile pazienza e sorriso. Non so più distinguere se simile atteggiamento sia per amore alla figlia o per timore del demonio.

Mentre io mi giro di spalle e mi allontano per iniziare un’altra parte di preghiera, il demonio entra in dialogo confidenziale con la mamma, che fino ad allora aveva insultato, offeso con le peggiori parolacce. Le chiede di invitare a cena quel parente, conosciuto come strumento del demonio nel compiere fatture contro tutta la famiglia. Mi rimane strano questo doppio comportamento: lotta, insulti e offese dinanzi a me e dialogo confidenziale dietro le mie spalle.

La mamma mi racconta che quando quel parente si presenta alla porta, lo accoglie, se lo incontra per strada scambia una parola. ma poi avverte gli influssi negativi. Per non creare tensioni e tenere calme le acque, per evitare vendette in fatture diaboliche subisce questi compromessi.

Il sospetto viene confermato in un incontro di preghiera pochi giorni prima della telefonata di Giselle. Stavo invocando  la liberazione con alcune preghiere che non piacevano al demonio, suggeritemi dal suo amico posseduto. Una proprio non la digerisce. La ripeto molte volte per dargli più fastidio, per stancarlo. Reagisce sempre di più, ed io continuo soddisfatto.

Ad un certo momento da segni di sconfitta, di paura di essere buttato fuori, teme che sia prossima la fine della sua presenza in Giselle. Guarda la madre e reagisce con aria di minaccia: “Non siamo d’accordo così: sta oltrepassando la misura. Questo mi fa fuori”. La mamma mi chiede di interrompere quella preghiera per non fa soffrire (dice) la figlia.

Mi vedo costretto ad accettare. Alla fine, Giselle ritorna in sé, chiedo se ha sofferto in qualche momento. “No, come ogni altro incontro”. Giselle non ricorda nulla degli incontri di preghiera, del suo diabolico comportamento.

Cerco di far capire alla madre che il suo atteggiamento non è accettabile, non si può scendere a compromessi con il demonio. La madre ribadisce: “Va bene così, perché io conosco tutta la storia. L’importante è pregare molto: con la preghiere si ottiene tutto”. Frasi che non danno una risposta, ma nascondono qualcosa di misterioso. Lei prende le difese del suo operato perché vanta maggiore esperienza e sa. Più volte il demonio con la madre aveva affermato: “Noi sappiamo, conosciamo le cose, il prete non sa niente, è inesperto”.

La cosa mi preoccupa e chiedo informazioni.

Un sacerdote mi dice: “L’ho in contrata ieri e mi ha confidato che non sarebbe più venuta da te: sta già cercando un altro esorcista. È una persona che gira molto, e va anche dove non dovrebbe”.

E questo a soli due giorni dall’ultimo incontro. Già avevo sospettato perché nel salutarmi dopo l’incontro diceva che per un po’ di tempo non avrebbe potuto venire, mentre era stata sempre impegnata a non tralasciare alcun incontro.

La settimana dopo Giselle mi telefona che non verrà più senza dare una spiegazione. Il giorno dopo incontro il suo amico. Mi dice. “Ho incontrato Giselle ieri sera, mi ha detto che è contenta degli incontri, che ha migliorato e mi ha ringraziato ancora una volta per averti fatto incontrare con lui.

Per me è chiaro che a decidere tutto è sempre la madre che si fa credere la loro salvezza. Hanno finito per accettarla così. In casa hanno accettato di vivere senza la televisione per essere più liberi di pregare insieme il Rosario.

Quello che conta nella vita è pregare. In una precedente occasione Giselle, pur avendo accettato la assidua preghiera, si lamentava perché alla mamma non bastano mai le preghiere.

Ho potuto intuire che per ignoranza e in buona fede, dinanzi a situazioni molto difficili, ha cercato di difendersi dalle fatture dei parenti con ogni mezzo, chiedendo aiuto anche a maghi. È venuta quindi a compromessi per chiedere aiuto anche a Cristo, alla Madonna e agli esorcisti. Non è facile individuare il tipo di compromessi e con chi.

Potrebbe avere legati a sé i figli e impedito loro matrimoni che non riteneva opportuni, pensando di tenerseli in casa per proteggerli, o di concedere quando la persona che si presenta sia a lei gradita. Spinta da un forte amore protettivo vuole difenderli da persone che possono far loro del male.

Ho chiesto di incontrarci per conoscere meglio il passato, la loro storia. Madre e figlia si sono rifiutate ed hanno chiuso ogni possibilità di dialogo. All’inizio ho prestato fede in forza della autorevolezza degli esorcisti a lungo frequentati.

 Spedii una lettera a tutta la famiglia, cercando di comprendere e in certa misura scusare il loro passato, e ricordare che era giunto il momento di fare chiarezza . Ho invocato su di loro lo Spirito Santo e invitate ad accettare il consiglio della guida spirituale o del confessore, dopo aver fatto conoscere anche il mio pensiero espresso nella lettera.

Per me è chiaro l’influsso della madre sui figli in collaborazione e con compromessi con il demonio, con i suoi collaboratori, i maghi. Per cui tanto è andare a pregare per sei giorni a Mediugorje, come chiedere aiuto alle forze diaboliche per conservare la gestione dei figli e proteggerli il più possibile da altre fatture o presunti nemici.

Giselle nei pochi minuti dopo le preghiere di liberazione mi aveva riconfermato di accettare di rimanere posseduta per tutta la vita, se il Signore volesse. Ora mi sembra che la disponibilità di Giselle non sia tutta virtù, ma in parte è frutto di un lavaggio del cervello da parte della madre.

L’ha convinta ad accettare la vita come viene, come Dio vuole. Avendo vissuto momenti molto più duri, insegna ad accontentarsi, con la speranza che tutto finirà.

La matassa è risultata molto ingarbugliata: sarà ben difficile togliere il potere del demonio e della madre sui figli, perché sono stati cresciuti con questa esperienza e dottrina, fidandosi di quello che dice e fa la madre. Il demonio ha una alleata che lo rende forte della sua posizione e forse in cambio garantisce loro (spera) una difesa contro certi parenti.

Infatti il demonio tante volte mi ha accusato di poca conoscenza su certi problemi, invitandomi a non entrare in quella matassa che io non posso conoscere e sbrogliare. Si rivolgeva più volte alla madre per deridere la mia ingenuità di fronte alla loro esperienza di fatture e demoni. La considerava una sua alleata ed esperta che conosce e capisce le cose.

Prima consideravo le sue affermazioni finalizzate a farmi paura, per scoraggiarmi: ora comprendo un po’ di più la sua sicurezza di rimanere sempre in Giselle e nel fratello. Li ritiene suoi per sempre e lo afferma con sicurezza e orgoglio per i compromessi con la madre.

Una volta fatta la dovuta chiarificazione li ho invitati ad affidarsi con fede pienamente a Cristo e Maria per combattere il demonio e ogni suo strumento, assicurando loro che la mia porta ed ancor più il mio cuore rimangono aperti per accoglierli con eguale affetto e stima.

Mi è dispiaciuto di aver perso una famiglia di posseduti, perché ho scoperto che la madre era legata da compromessi con il demonio per difendere, tenere protetti i figli da altre fatture forse più gravi: un intreccio che vorrei comprendere.

Visto che ho intuito l’intreccio, non hanno più avuto tempo di venire. Il demonio aveva sempre detto che ero un prete sbagliato e non voleva più venire. Ad un certo momento, insistendo su certe preghiere di liberazione, è significativa la frase detta dal demonio alla madre: “Ma qui andiamo oltre, non siamo d’accordo così: perché questo mi fa fuori”.

E la madre mi chiede di sospendere quelle preghiere, “perché va bene così, basta così”. Ritengo sia in buona fede, vinta dall’amore materno e convinta per la mentalità e tradizioni di famiglia. Vuole difendersi dai parenti (presunti o veri nemici) capaci di praticare le fatture.

 Mi trovo dispiaciuto quando non riesco a fare di più, ma tranquillo perché vedo, anche nei casi più gravi, che c’è una particolare presenza di Dio, di Maria, di P. Pio e altri santi: la tocco con mano. Da solo non faccio niente, rimarrei vittima delle vendette del demonio. Mi sento coraggioso perché illuminato e protetto dall’aiuto divino.

Più volte ho detto questo al demonio quando voleva incutermi paura, spaventarmi per farmi abbandonare l’impegno. Il Signore mi ha dato più coraggio del demonio, anche se continuava a ripetermi che lui è il più forte, che lui non muore, che io lotto inutilmente.

Ora non è più baldanzoso come nei primi tempi, anche perché l’ho portato a S. Martino di Schio, dove lui ha sopportato tante volte la presenza e l’efficacia dell’intercessione di Maria. Il posseduto frequentava S. Martino e si fermava l’intera notte a pregare. (Mi ha detto:

“Te la farò pagare)

È un’esperienza che costa fatica: dopo la lotta e la preghiera ti trovi stanco anche fisicamente, ma contento di poter seguire specie i posseduti gravi: è grande il desiderio di vederli ritornare liberi, specie i giovani!

Questo mi incoraggia a continuare il servizio a chi ha bisogno. 

FRATELLO ESORCISTA

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