Possiamo pensare anche all'altro grandissimo apostolo, contemporaneo di Padre Pio, san Massimiliano Maria Kolbe, il "Folle dell'Immacolata", martire nel campo della morte di Auschwitz. Ammalato gravemente di tubercolosi fin dalla giovinezza, san Massimiliano visse lavorando ugualmente senza soste, tra un'emottisi e l'altra, impegnandosi appassionatamente alla salvezza delle anime «attraverso l'Immacolata», ossia portando le anime sulla Scala bianca dell'Immacolata che fa salire più agevolmente al Paradiso.
Un giorno, in Giappone, un medico-radiologo dell'Università di Tokio, divenuto cattolico, incontrandosi con san Massimiliano Maria Kolbe, volle fargli una visita medica perché, stringendogli la mano, si era accorto che il Santo aveva la febbre alta; il medico si spaventò costatando che san Massimiliano viveva con un solo polmone neppure molto efficiente, e disse al Santo che avrebbe dovuto subito fermarsi e smettere ogni attività, pena una morte rapida. Il Santo, però, disse al medico che già da dieci anni i medici gli avevano fatto quella diagnosi terribile, ma che ugualmente aveva potuto lavorare instancabilmente, pur con la febbre costante e le periodiche emottisi. Sbalordito, il medico non poteva assolutamente spiegarsi come fosse stato possibile lavorare per dieci anni, fondando due "Città dell'Immacolata" in Polonia e in Giappone, con la tubercolosi addosso e con i polmoni lacerati: quale era il segreto di tanta forza e fecondità? San Massimiliano, allora, prese la corona del Rosario e mostrandola al dottore disse, sorridendo: «Dottore, questo è il mio segreto!».
Perché non fare anche noi del Rosario il nostro segreto? Possibile che debba costarci tanto la recita di una coroncina ogni giorno? E se la preghiera del Rosario ci costa, perché non capire che vale ancora di più recitarlo, proprio perché ci costa sacrificio? Pregare soltanto quando si ha voglia e quando non ci costa nulla, significa non pregare quasi mai o pregare con quasi nessun merito. Santa Margherita Maria Alacoque, l'apostola del Sacro Cuore di Gesù, amava intensamente il Rosario e si impegnava a recitarlo ogni giorno, sempre in ginocchio. Racconta ella stessa che una volta, sedutasi per recitare il Rosario, le apparve la Madonna che le disse: «Figlia mia, con tale negligenza mi servi?». La Santa non dimenticò mai queste parole, e comprese bene la preziosità della preghiera-sacrificio!
Gli esempi di san Pio da Pietrelcina, di san Massimiliano Kolbe e di santa Margherita Alacoque ci sostengano nell'impegno generoso della recita giornaliera del Rosario, costi quel che costi.
Padre Stefano Manelli
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